Canto di Natale



Genere: Classico 
Autore: Charles Dickens

novembre 2020

Tintinnare di monete e frusciare di banconote: solo a questo pensa il vecchio e avaro Ebenezer Scrooge. Ma tutto cambia nella magica e spaventosa notte di Natale quando Scrooge riceve la visita di tre spiriti che lo costringono ad aprire finalmente gli occhi. E il cuore. La più celebre storia di Natale, toccante parabola fantastica di Charles Dickens, in un volume illustrato da Iacopo Bruno.


Tappa Blog Tour 
Charles Dickens: La vita

Salve Confine,
oggi vi propongo un articolo un po’ particolare, prima di tutto perché non si tratta di una recensione, e non ne farò nemmeno in seguito, e poi perché il romanzo di cui andrò a parlare ha un tema ormai fuori tempo, ma siccome è uno tra i classici per eccellenza è sempre un piacere parlarne.
Trattasi di “Canto di Natale” di Charles Dickens, nella nuova e meravigliosa edizione di Rizzoli, che ringrazio per l’invio della copia cartacea, vi giuro, veramente, ma veramente bella ed elegante e molto natalizia.
Questo articolo fa parte di un blog tour di cui ho scelto la tappa che riguarda la vita di Charles Dickens, ma prima vorrei introdurvi brevemente l’opera che sicuramente tutti conoscerete, ma se ci fosse qualcuno che ancora non ha presente, rimediamo subito.
“Canto di Natale” è uno dei romanzi della raccolta dei “Libri di Natale” dello scrittore inglese, il più popolare e amato, che conta tantissime trasposizioni, cinematografiche, teatrali e di animazione e tantissimi riadattamenti e retelling.
Racconta la storia di Ebenezer Scrooge, un banchiere avaro ed egoista al tramonto della sua vita. Per lui non esiste festa o occasione per mettere da parte il lavoro e la cosa si estende anche al suo collaboratore, tanto che la notte di Natale del 1843 è infastidito dal fatto che deve far tornare l’uomo a casa dalla sua famiglia.
È proprio in questa notte che Scrooge viene visitato dal fantasma del suo socio, Jacob Marley, e dagli Spiriti del Natale Passato, del Natale Presente e del Natale Futuro, che gli mostrano alcuni momenti della sua vita per mettergli davanti alcune verità fondamentali che il vecchio sembra non aver mai percepito. Dopo un bello spavento e un risveglio turbolento, Scrooge finalmente si ravvede e recupera in più di un modo.
“Canto di Natale” è uno dei tanti famosi romanzi di Charles Dickens, pietre miliari della letteratura non solo inglese, ma mondiale, e facendo un tour nella vita dello scrittore è facile scoprire come avremmo potuto non averlo mai conosciuto.
Charles John Huffam Dickens nasce nel 1812 a Landport, secondo di otto fratelli di una famiglia moderatamente agiata, il padre era un impiegato della Marina Britannica.
Dopo una serie di trasferimenti, durante i quali Dickens comincia la sua educazione, mostrando particolare interesse nella lettura, il padre viene arrestato per debiti e la famiglia, ormai povera, accetta la proposta di un vicino che offre al dodicenne Charles un lavoro in una fabbrica di lucido da scarpe, La Warren’s Blacking Wharehouse. È qui che sperimenta la lontananza dalla famiglia, il sentimento dell’abbandono che spesso troviamo nei suoi romanzi, quelli a tema sociale.
Solo quando il padre, uscito dalla prigione, riceve una pensione di invalidità, Charles torna a casa e ricomincia gli studi presso la Wellington House Academy.
Dopo un praticantato in uno studio legale, che abbandona dopo qualche tempo, e un lavoro come stenografo, riesce nel suo intento di diventare cronista per il Morning Chronicle, dove poi, con lo pseudonimo di Boz, comincia a pubblicare bozzetti di vita urbana che presto verranno pubblicati in una raccolta.
Da questo momento in poi comincia il suo lavoro di scrittore, pubblicando in capitoli mensili sul Morning Chronicle il suo primo romanzo a puntate, “I quaderni postumi del circolo Pickwick”.
Nello stesso anno, 1836, sposa la figlia del direttore del giornale, Catherine Hogarth, dalla quale avrà ben dieci figli.
Sempre in questo anno lascia il giornale per dedicarsi esclusivamente alla scrittura di romanzi e libretti d’opera.
La fama che raggiunge gli consente di viaggiare e conoscere il mondo. Vola con la famiglia negli Stati Uniti (qui scrive “Canto di Natale”), dove soggiorna in diverse città di diversi Stati per poi trasferirsi in Italia, precisamente a Genova, città che mantiene come base italiana mentre visita le varie regioni della penisola.
Quando torna in Inghilterra, pieno di esperienze e di avventure vissute durante i suoi viaggi, ma soprattutto con ispirazioni nuove di cambiamento sociale, fonda il Daily News, un giornale liberale con lo scopo di contrastare le brutture e le ingiustizie della sua nazione.
Non sarà l’unico giornale che fonderà; la sua natura irruenta lo porterà a cominciare diverse battaglie contro le leggi ingiuste della sua epoca e a colpire la società del suo tempo a sferzanti colpi di penna.
Nel frattempo, mentre sforna un’opera dopo l’altra a sfondo più o meno sociale, diversi fatti personali accadono nella sua vita e i rapporti con la sua famiglia ne risentono.
Alla fine degli anni ‘50, in virtù del suo essere eclettico, decide di dedicarsi a delle letture teatrali, in cui lui stesso calca i palchi dei teatri impersonando i personaggi dei suoi scritti, dando prova di essere un ottimo attore. Riscuote un successo tale che comincia a fare tournee in Europa e in America.
Il 9 giugno del 1865, di ritorno dalla Francia, dove era andato a trovare la sua amante, Ellen Ternan, con cui tradiva la moglie prima del divorzio, rischia la vita in un incidente ferroviario in cui alcune carrozze del treno in cui viaggia cadono da un ponte, la sua è una delle poche che rimane illesa.
Sempre in questo anno, mentre la sua salute peggiora, gli viene diagnosticata una paralisi, ma Dickens non si arrende e continua il tour delle sue letture teatrali in giro per il mondo.
L’8 giugno 1970 viene colto da una emorragia cerebrale e muore il giorno dopo. Viene sepolto “Nell’angolo dei poeti” nell’Abbazia di Westminster.
Dickens è considerato il più grande autore dei suoi tempi.
A lui va riconosciuta la nascita del romanzo sociale, mezzo attraverso il quale denunciava le ingiustizie e la povertà in cui affogava una Londra nascosta dalla cenere e dal fumo, tra la sporcizia e la fame delle classi meno agiate come quella operaia, di cui lui stesso ha sperimentato gli stenti durante la sua infanzia.
È dalla sua esperienza alla fabbrica di lucido da scarpe che nascono romanzi come “Oliver Twist” o, meglio ancora, “David Copperfield”, che contiene diversi elementi autobiografici.
Caratteristica delle sue opere maggiori, e soprattutto dei romanzi a sfondo sociale, è la tecnica del “Laugh through tears”, con cui l’autore regala un lieto fine nei suoi romanzi, che dimostra che anche attraverso le atrocità, gli stenti, le ingiustizie della vita, l’essere umano può trovare la gioia, può ancora apprezzare la vita stessa e, vi assicuro, da amante e studiosa di quell’epoca, trovare il bello in una vita del genere era davvero difficile!
Spero abbiate apprezzato il mio breve escursus nella vita dello scrittore; ho cercato di evitare la lunga serie di informazioni da enciclopedia, ma chiaramente la sua vita è stata ben più di quello che ho scritto. Magari, se vi ho incuriosito, potete cominciare voi stessi una ricerca su questo autore e selezionare una serie di sue opere da leggere, non ve ne pentirete!







 

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