Il bambino di polvere



Genere: Fantasy

Autore: Patrick K. Dewdney

2 febbraio 2021

SYFFO, MERLO, CARDÙ E BRINDILLA, quattro piccoli orfani, crescono nel podere della vedova Tarron, lungo le rive del Brune. Il loro mondo è "un'entità caotica da domare giorno per giorno", l'unica cosa su cui possono contare è una ciotola di minestra di rape la sera. Monelli selvaggi, costretti a lottare e a ingegnarsi in mille modi per sopravvivere, a modo loro sono felici.

Fino a un soleggiato giorno d'estate dell'anno 621, quando a Corna-Brune giunge la notizia della morte del re Bai Solistero, primo e ultimo sovrano del Regno-Unificato. Ai quattro ragazzini sembra un evento lontano, che non potrà influire sulle loro vite. Ma anche loro si rendono presto conto che l'atmosfera in città si è fatta più cupa e violenta.

È in questo clima che Syffo, sorpreso a rubare una frittella, per salvarsi si trova costretto a lavorare per il temutissimo Hesse, prima-lama dell'Alto-Brune. Sarà di volta in volta servitore, spia, apprendista chirurgo, conoscerà il carcere, la fuga, il tradimento. Accusato ingiustamente di stregoneria e di omicidio, non avrà che una scelta: abbracciare la dura vita del guerriero.


Ciao a tutti, lettrici e lettori!
Oggi sono qui per parlarvi di un libro di grande particolarità. È stato scritto da Patrick K. Dewdney, inglese di nascita ma che vive in Francia, scrivendo opere in francese. Tra esse, troviamo il libro di cui tratterò oggi: “Il bambino di polvere”, primo libro del “Ciclo di Syffo”, edito da Mondadori.

“Siamo sopravvissuti alla Notte. Siamo sopravvissuti alla Peste. La sfida maggiore di oggi è sopravvivere a noi stessi.”

“Il bambino di polvere” di Dewdney è una storia raccontata da Syffo, parte di un gruppo di quattro orfani (Brindilla, Merlo e Cardù) che vivono con la vedova Tarron nel podere vicino al Brune.
Hanno un posto in cui stare e un pasto caldo ogni sera. La vedova Tarron è molto fredda nei loro confronti, ma Syffo sa bene che non lo fa per cattiveria.
Un giorno, nell’estate del 621, quando Syffo avrà circa 8 anni, si spargerà la notizia della morte del re Bai Solistero, ultimo sovrano del Regno-Unificato. In un primo momento, i bambini crederanno che la cosa non li riguardi affatto, sono questioni da adulti che non li concernono. Ma col passare dei giorni noteranno un clima di violenza abbattersi sulla città e, quando Syffo viene sorpreso a rubare del cibo, si ritroverà a tentare di sopravvivere a cose ben peggiori dei pericoli insulsi affrontati fino a quel momento.

Aspettavo quest’uscita da molto tempo e, una volta letta la prima pagina, non mi sono più fermata.
Devo dire che ci sono tanti aspetti positivi, ma ho trovato anche un po’ di difetti. Per questo sono un po’ combattuta. Ma parliamone più nello specifico.
Inutile negare che il world-building sia pazzesco e intrigante e riceve molto più spessore dalle chicche storiche create da Dewdney per farci capire le dinamiche che hanno portato a quel determinato Regno, e mi ha dato quasi l’impressione di rifarsi (almeno per quanto riguarda le terminologie adottate) ai primi califfati arabi.
Per quanto sia stato ingegnoso inserire anche dati storici per rinvigorire la trama, da un lato avrei preferito che se ne parlasse meno. È stato molto dispersivo in più punti e vi devo svelare che dopo aver concluso la lettura non ricordo molto del contesto storico descritto. Ci sono state fin troppe informazioni che si potevano evitare e che si fa fatica a tenere a mente.

Ho amato i personaggi, anche se non ho empatizzato molto con loro. Ma sono costruiti molto bene, specialmente Syffo. Questo ragazzo è stato costretto a crescere, all’improvviso. È passato da una vita fatta di innocenza e divertimento a una lotta continua dettata da ingiustizie e violenza, prendendo la strada del guerriero. Assistere a questa crescita quasi brusca del personaggio è stato destabilizzante, in senso positivo, e mi ha fatto simpatizzare tantissimo con le emozioni che ha provato, specialmente quando è costretto ad affrontare delle perdite.
La prosa non è molto scorrevole all’inizio, dato che è ricca di descrizioni anche delle più piccole cose. All’inizio pensavo che fossero necessarie e che mi sarebbero servite più tardi, quando sarei entrata nel pieno dell’opera. Ma, una volta concluso, ho avuto l’impressione che sia stato aggiunto un carico di informazioni solo per “allungare il brodo”, ma questa è un’impressione totalmente soggettiva.

Ho iniziato ad appassionarmi al libro più o meno verso la metà, quando gli eventi sono diventati più interessanti e pieni di dinamismo, giungendo poi a un finale che mi ha lasciata con il fiato sospeso.
Nonostante i vari difetti e le problematiche avute con la lettura, non posso che desiderare di leggerne il seguito e di scoprire come continuerà il Ciclo di Syffo!


Voto libro - 3.5















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