The final six: Un pianeta da salvare
1. Un pianeta da salvare
2. La vita su Europa
Il mondo come lo conosciamo oggi non esiste più. I cambiamenti climatici hanno causato una catastrofe globale e la razza umana rischia l'estinzione.
Quando Leo e Naomi vengono convocati al Centro internazionale di addestramento spaziale di Houston insieme ad altri ventidue adolescenti tra i più brillanti del mondo, la loro vita cambia drasticamente: dall’oggi al domani si ritrovano a essere delle celebrità, in lizza per uno dei sei posti disponibili in una missione che li porterà su Europa, una delle lune di Giove, dove dovranno fondare una nuova colonia.
Sulla Terra i cambiamenti climatici hanno causato una catastrofe globale, e ai Final Six è affidato il futuro dell’umanità.
Per Leo, campione italiano di nuoto, che nella catastrofe ha perso l’intera famiglia, si tratta di una nuova ragione di vita. Ma Naomi, californiana di origini iraniane con un talento speciale per le materie scientifiche, sospetta che i responsabili del Centro nascondano qualcosa, in particolare riguardo al fallimento di una precedente missione in cui tutti gli astronauti sono periti in circostanze misteriose. Ed è convinta che una volta atterrati su Europa i sei finalisti si troveranno ad affrontare qualcosa di molto pericoloso e sinistro.
In questo ambiente inquietante e competitivo, circondata da estranei spesso ostili, Naomi trova in Leo un amico inaspettato e il loro rapporto diventa sempre più profondo via via che l’addestramento si inasprisce, mettendoli a dura prova. Ma è solo quando la lista dei prescelti si assottiglia e il loro destino sta per compiersi, che i due ragazzi si rendono conto davvero di cosa c’è in gioco: il mondo, le stelle e le loro vita.
Ciao a tutti, lettrici e lettori!
Oggi sono qui per parlarvi di un sequel che attendevo con ansia. Ad Aprile è approdato sui nostri scaffali “Un pianeta da salvare”, primo volume della duologia “The Final Six” scritta da Alexandra Monir.
È giunto quindi il momento di parlare anche del secondo e ultimo libro, intitolato “La vita su Europa”.
“È un ricordo congelato nella mia mente, da tenere con me per il resto della vita: abbracciare gli unici amici che mi rimangono sulla Terra, le persone che mi hanno salvato dal futuro più tetro.”
Chi ha letto “Un pianeta da salvare” sa perfettamente che l’opera si conclude con un cliffhanger pazzesco, che mi ha fatto dannare per mesi (quindi, se non l’avete letto, sappiate che ci saranno molti spoiler)!
Dopo le imprese compiute a discapito del Centro Internazionale, non avremmo mai immaginato che tra i Final Six ci sarebbe stata solo Naomi Ardalan e che Leo sarebbe rimasto sulla Terra in preda alla devastazione. Sicuramente neanche i protagonisti se lo sarebbero aspettato.
Naomi non sa più di chi fidarsi ed è a conoscenza del fallimento delle missioni precedenti del centro di addestramento spaziale. Nonostante non voglia lasciare Leo su quel pianeta in fin di vita, in cuor suo è consapevole di dover trovare una risposta alla domanda che tutti si pongono da tempo: cosa c’è su Europa?
Nel mentre, sappiamo che Leo è con Greta Wagner, scienziata acclamata e quasi idolatrata da Naomi, che progetta di portarlo nello spazio per cercare di salvare i Sei finalisti, agganciando una piccola navicella alla loro.
È una missione ardua e il fallimento non intaccherebbe solo Leo, ma tutti i presenti, poiché su Europa potrebbero trovare qualcosa di estremamente inaspettato.
“Il mio primo pensiero, non appena le acque gelide attanagliano violentemente la mia tuta, è che l’ultima volta che ho fatto una cosa del genere speravo di morire. E invece adesso, in questo mondo, tuffarmi in un oceano pericoloso è il mio tentativo di vivere. È come se, quando non si è più con i piedi sulla Terra, tutto fosse capovolto.”
Molti di voi sanno quanto io abbia amato “Un pianeta da salvare” e, dalla mia recensione, si capisce anche quante aspettative riponessi ne “La vita su Europa”.
Forse è stata proprio quell’accumulo di speranza a renderlo un po’ deludente ai miei occhi.
Prima di tutto, i personaggi secondari, nonostante la loro caratterizzazione, mi sono piaciuti poco (eccetto Greta Wagner, che ho trovato a dir poco pazzesca), però ho rivalutato Naomi. Ho compreso di più il suo personaggio e sono arrivata ad amarla tanto quanto amo Leo che, in questo libro, si aggiudica nuovamente il primo posto tra i miei preferiti nella dilogia.
L’opera è principalmente ambientata nello spazio e ci sono stati molti momenti privi di dinamicità (specialmente all’inizio), rendendo determinate scene e passaggi un po’ noiosi.
Ovviamente, col passare dei capitoli, la storia è diventata sempre più interessante, arricchendosi di più dettagli. La cosa negativa è che lo stile di scrittura non ha contribuito a rendere il libro più avvincente. È come se l’autrice non volesse spingersi troppo oltre per rimanere nella propria comfort zone, sia nella caratterizzazione dei personaggi che in quella del world-building.
Nonostante sappia che si tratta di una dilogia, sono piuttosto convinta che questa serie abbia bisogno di un terzo libro, poiché credo che il finale non dia una vera e propria conclusione all’opera. A parere mio, infatti, la chiusura è stata fin troppo rapida, il che mi fa pensare a un terzo libro (o almeno, lo spero!).
Diciamo che, dopo un’opera come “Un pianeta da salvare”, era normale per me riporre grandi aspettative nel sequel e, anche se la serie avrebbe meritato un finale migliore, la parte centrale de “La vita su Europa” è scritta in modo meraviglioso e, per molte delle sue dinamiche, ne consiglio la lettura!
Voto libro - 3.5
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