The final six: Un pianeta da salvare


La serie è composta da:

1. Un pianeta da salvare

2. La vita su Europa



Genere: Distopico

Autrice: Alexandra Monir

22 aprile 2021

Il mondo come lo conosciamo oggi non esiste più. I cambiamenti climatici hanno causato una catastrofe globale e la razza umana rischia l'estinzione.


Quando Leo e Naomi vengono convocati al Centro internazionale di addestramento spaziale di Houston insieme ad altri ventidue adolescenti tra i più brillanti del mondo, la loro vita cambia drasticamente: dall’oggi al domani si ritrovano a essere delle celebrità, in lizza per uno dei sei posti disponibili in una missione che li porterà su Europa, una delle lune di Giove, dove dovranno fondare una nuova colonia.


Sulla Terra i cambiamenti climatici hanno causato una catastrofe globale, e ai Final Six è affidato il futuro dell’umanità.

Per Leo, campione italiano di nuoto, che nella catastrofe ha perso l’intera famiglia, si tratta di una nuova ragione di vita. Ma Naomi, californiana di origini iraniane con un talento speciale per le materie scientifiche, sospetta che i responsabili del Centro nascondano qualcosa, in particolare riguardo al fallimento di una precedente missione in cui tutti gli astronauti sono periti in circostanze misteriose. Ed è convinta che una volta atterrati su Europa i sei finalisti si troveranno ad affrontare qualcosa di molto pericoloso e sinistro.


In questo ambiente inquietante e competitivo, circondata da estranei spesso ostili, Naomi trova in Leo un amico inaspettato e il loro rapporto diventa sempre più profondo via via che l’addestramento si inasprisce, mettendoli a dura prova. Ma è solo quando la lista dei prescelti si assottiglia e il loro destino sta per compiersi, che i due ragazzi si rendono conto davvero di cosa c’è in gioco: il mondo, le stelle e le loro vita.



Ciao lettrici e lettori!
Oggi sono qui per parlarvi di un libro sci-fi di cui ho sentito parlare tanto e che finalmente è giunto anche in Italia!
Sto parlando di “The Final Six. Un pianeta da salvare”, primo della serie “The Final Six” scritta da Alexandra Monir e edita da HarperCollins.

“L’abbiamo imparato con le cattive, sulla Terra, che nessuna tecnologia giustifica l’inquinamento e la distruzione del pianeta. Non potete permettervi di commettere lo stesso errore su Europa.”

In questo primo libro della serie ci troviamo su una Terra sconquassata da catastrofi naturali. La storia è narrata da due punti di vista: quello di Leonardo e di Naomi.
Leonardo Danieli è un ragazzo romano, nuotatore eccellente che, dopo uno tsunami, ha perso i suoi genitori e sua sorella, divenendo uno dei pochi sopravvissuti nella sua città.
Naomi Ardalan invece è una ragazza di Los Angeles appassionata di scienza. La sua famiglia, a differenza di quella di Leo, è ancora viva nonostante i cataclismi. Suo fratello minore, però, soffre di una grave malattia e Naomi non può fare a meno che tentare di trovare una cura per salvarlo.
Sia Naomi che Leo vivono due vite completamente diverse, ma mai si sarebbero aspettati di essere reclutati per la stessa causa: la Missione Europa.
Selezionati per le loro capacità, i due si uniranno ad altri ventidue candidati per trasferirsi all’International Space Training Camp in America. Lì verranno messi alla prova fisicamente e psicologicamente e, al termine del loro percorso, fra i ventiquattro candidati ne verranno reclutati solo sei, i Final Six, che si recheranno sul pianeta Europa per abitarlo.
Ma nulla è sicuro come sembra. Tra iniezioni batteriche sospette e quesiti allarmanti, Naomi e Leo sanno che c’è qualcosa che non quadra.
Cosa dovranno affrontare i Final Six una volta giunti su Europa? O meglio, chi?

“Sto cominciando a chiedermi che cosa sia più temibile: l’ambiente ignoto di Europa e le possibili forme di vita intelligente, o le tendenze distruttive degli esseri umani.”

Inizio col dire che questo libro è, a tratti, estremamente reale. Ci troviamo in un mondo distrutto dal cambiamento climatico, aggravato dalle azioni umane. Si è raggiunto un punto di non ritorno quando vari cataclismi di diversa entità hanno iniziato a verificarsi in tutto il mondo. Questo reca spavento per quanto attuale e fa sicuramente riflettere.

Per me è stata un’opera abbastanza ansiogena, dato che ho molta paura del mare, quindi figuriamoci dei maremoti! È veramente originale poiché prende una tematica vicina a noi e la sviluppa con creatività.
Ho apprezzato tutti i personaggi e la diversità presente in queste pagine. All’inizio non ho ben capito Naomi e l’ho trovata abbastanza fastidiosa ma, col tempo, mi ci sono affezionata. Non avendo subito perdite, non aveva mai capito quanto gli altri soffrissero. Almeno finché non ha incontrato Leo, che le ha aperto gli occhi.
Il finale è stato abbastanza inaspettato, anche se sapevo che nulla sarebbe andato secondo i piani e che al Centro Internazionale non sarebbero mai stati così ciechi da non rendersi conto di cosa stessero facendo i protagonisti proprio sotto al loro naso.
Lo stile di scrittura mi è piaciuto molto, anche se ci sono state parecchie ripetizioni che hanno rallentato di molto la lettura.

Ci sono ancora tanti punti di domanda a cui non so attualmente dare una risposta, ma spero che ogni dubbio venga chiarito dal secondo volume, “The Final Six. La vita su Europa”, che dovrebbe uscire a Giugno.
Se avete amato Divergent oppure The Hunger Games, credo che questo libro faccia sicuramente al caso vostro!

Voto libro - 4



Genere: Distopico

Autrice: Alexandra Monir

24 giugno 2021

Una terra devastata alle spalle. Un mondo ostile di fronte.

Per Naomi è stata dura lasciare Leo sulla Terra ormai morente quando lui non è entrato nella rosa dei sei finalisti, e come se non bastasse ora non sa più di chi può fidarsi.
La reticenza dei responsabili del centro di addestramento spaziale riguardo al fallimento delle precedenti missioni su Europa è a dir poco sospetta, e tutto lascia pensare che le cose non stiano esattamente come le hanno fatto credere, ma lei è determinata a scoprire se sulla luna di Giove ci sia davvero una qualche forma di vita aliena e ostile, e a farlo prima di atterrare.
Intanto Leo, sulla Terra, collabora con la scienziata ribelle Greta Wagner, che gli ha promesso di mandarlo nello spazio, dove la sua navicella dovrà agganciare quella su cui viaggiano i Final Six. Se la missione dovesse fallire, per lui sarebbe la fine. Ma lo sarebbe anche per Naomi e gli altri cinque ragazzi, che non hanno idea di cosa li aspetta su Europa. Perché laggiù potrebbe esserci persino più vita che sulla Terra.

Ciao a tutti, lettrici e lettori!
Oggi sono qui per parlarvi di un sequel che attendevo con ansia. Ad Aprile è approdato sui nostri scaffali “Un pianeta da salvare”, primo volume della duologia “The Final Six” scritta da Alexandra Monir.
È giunto quindi il momento di parlare anche del secondo e ultimo libro, intitolato “La vita su Europa”.

“È un ricordo congelato nella mia mente, da tenere con me per il resto della vita: abbracciare gli unici amici che mi rimangono sulla Terra, le persone che mi hanno salvato dal futuro più tetro.”

Chi ha letto “Un pianeta da salvare” sa perfettamente che l’opera si conclude con un cliffhanger pazzesco, che mi ha fatto dannare per mesi (quindi, se non l’avete letto, sappiate che ci saranno molti spoiler)!
Dopo le imprese compiute a discapito del Centro Internazionale, non avremmo mai immaginato che tra i Final Six ci sarebbe stata solo Naomi Ardalan e che Leo sarebbe rimasto sulla Terra in preda alla devastazione. Sicuramente neanche i protagonisti se lo sarebbero aspettato.
Naomi non sa più di chi fidarsi ed è a conoscenza del fallimento delle missioni precedenti del centro di addestramento spaziale. Nonostante non voglia lasciare Leo su quel pianeta in fin di vita, in cuor suo è consapevole di dover trovare una risposta alla domanda che tutti si pongono da tempo: cosa c’è su Europa?
Nel mentre, sappiamo che Leo è con Greta Wagner, scienziata acclamata e quasi idolatrata da Naomi, che progetta di portarlo nello spazio per cercare di salvare i Sei finalisti, agganciando una piccola navicella alla loro.
È una missione ardua e il fallimento non intaccherebbe solo Leo, ma tutti i presenti, poiché su Europa potrebbero trovare qualcosa di estremamente inaspettato.

“Il mio primo pensiero, non appena le acque gelide attanagliano violentemente la mia tuta, è che l’ultima volta che ho fatto una cosa del genere speravo di morire. E invece adesso, in questo mondo, tuffarmi in un oceano pericoloso è il mio tentativo di vivere. È come se, quando non si è più con i piedi sulla Terra, tutto fosse capovolto.”

Molti di voi sanno quanto io abbia amato “Un pianeta da salvare” e, dalla mia recensione, si capisce anche quante aspettative riponessi ne “La vita su Europa”.
Forse è stata proprio quell’accumulo di speranza a renderlo un po’ deludente ai miei occhi.
Prima di tutto, i personaggi secondari, nonostante la loro caratterizzazione, mi sono piaciuti poco (eccetto Greta Wagner, che ho trovato a dir poco pazzesca), però ho rivalutato Naomi. Ho compreso di più il suo personaggio e sono arrivata ad amarla tanto quanto amo Leo che, in questo libro, si aggiudica nuovamente il primo posto tra i miei preferiti nella dilogia.
L’opera è principalmente ambientata nello spazio e ci sono stati molti momenti privi di dinamicità (specialmente all’inizio), rendendo determinate scene e passaggi un po’ noiosi.
Ovviamente, col passare dei capitoli, la storia è diventata sempre più interessante, arricchendosi di più dettagli. La cosa negativa è che lo stile di scrittura non ha contribuito a rendere il libro più avvincente. È come se l’autrice non volesse spingersi troppo oltre per rimanere nella propria comfort zone, sia nella caratterizzazione dei personaggi che in quella del world-building.
Nonostante sappia che si tratta di una dilogia, sono piuttosto convinta che questa serie abbia bisogno di un terzo libro, poiché credo che il finale non dia una vera e propria conclusione all’opera. A parere mio, infatti, la chiusura è stata fin troppo rapida, il che mi fa pensare a un terzo libro (o almeno, lo spero!).

Diciamo che, dopo un’opera come “Un pianeta da salvare”, era normale per me riporre grandi aspettative nel sequel e, anche se la serie avrebbe meritato un finale migliore, la parte centrale de “La vita su Europa” è scritta in modo meraviglioso e, per molte delle sue dinamiche, ne consiglio la lettura!

Voto libro - 3.5

 









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