Una felicità semplice
Genere: Narrativa Contemporanea
Autrice: Sara Rattaro
20 aprile 2021
Un giorno come tanti, Cristina entra in un negozio sotto casa per fare la spesa. Un saluto veloce all'ingresso, i gesti automatici di sempre, qualche pensiero per la testa. Poi, all'improvviso, un uomo la afferra alle spalle e le punta qualcosa alla schiena. E così quella commissione insignificante diventa un momento cruciale, uno spartiacque tra un prima e un dopo, o addirittura tra la vita e la morte. Proprio in quell'attimo, ostaggio di una rapina, Cristina percepisce l'essenza di tutto, come se le si squarciasse un velo davanti agli occhi. E si vede per quella che è davvero: una madre che non ha ancora sanato la frattura profonda che la divide da sua figlia, e una figlia che non sa comprendere il desiderio di sua madre di rifarsi una vita; una vedova chiusa in un dolore indicibile, e una donna che crede di avere già amato abbastanza - forse, di non avere nemmeno più diritto alla felicità. È un istante sospeso, tra mille variabili e mille possibilità: una fatale follia o un soccorso insperato; un futuro da cancellare o un nuovo inizio per rinascere. È l'incipit di un romanzo che sa sorprenderci e metterci in discussione a ogni pagina. Perché tutti noi, come Cristina, siamo sospesi tra occasioni che non sappiamo cogliere e scorci di felicità che ci fanno paura, tra mani che la vita ci tende e assi nella manica che potrebbero regalarci la mossa vincente. Il destino potrà confonderci con i suoi percorsi imprevedibili, ma a salvarci sarà solo il nostro coraggio: quello di inseguire i nostri sogni o di concederci l'occasione di amare di nuovo.
Salve Confine,
oggi finalmente riesco a postare la recensione di un meraviglioso romanzo. L’ho scritta e cancellata più volte perché è stata una recensione sofferta, ma non in senso negativo.
Non riuscivo, e sono tuttora convinta di non esserci riuscita a pieno, a trovare le parole giuste per farvi conoscere questa storia così totalizzante come poche ne sono state scritte e come solo la sua autrice sa fare.
Sto parlando dell'ultimo lavoro di Sara Rattaro, "Una felicità semplice", uscito il mese scorso per Sperling & Kupfer che ringrazio per l'invio dell'apprezzata copia cartacea.
Conosciamo Cristina, una donna, una madre e una figlia, una moglie di un marito che non c'è più ma che, come tutti i grandi amori, rimane impresso nel cuore.
Un giorno come tanti esce a fare la spesa e il destino ha in serbo per lei uno di quei momenti che nella vita costituiscono, nel bene o nel male, la spinta verso riflessioni, decisioni, cambiamenti.
Cristina viene afferrata e presa in ostaggio e, mentre ha un'arma puntata alla schiena, in bilico tra la vita e la morte, col destino tra le mani di un disperato, comincia il viaggio dentro se stessa che la porterà a riflettere sulla sua vita, su rapporti che non riesce a definire, come quello con la figlia, e sulla possibilità di tornare a vivere pienamente la sua vita per se stessa e alla luce di un nuovo amore, semmai lo merita veramente dopo aver amato il marito in maniera così totalizzante.
Ancora una volta Sara Rattaro ha lanciato la sua magia su di me, inducendomi alla lettura del suo romanzo, senza mai staccarmene, nonostante il bruciore agli occhi per lo sforzo di ore di lettura continuate e per lo sforzo di trattenere le lacrime vivendo determinati momenti del romanzo insieme alla protagonista.
La poesia nelle sue parole, nel modo in cui ci presenta la storia di Cristina e ce la offre senza riserve, è qualcosa che solo lei e poche altre autrici sono capaci di fare. La Rattaro ci presenta persone vere che vivono una vita che potrebbe essere reale, nella cornice di una città concreta come Genova, che lei ama così tanto e conosce così bene.
Attraverso salti temporali, che oscillano tra passato e presente e ci mostrano la possibilità di un futuro, conosciamo la storia di questa donna che crede di aver amato abbastanza e che pensa di non meritare altro amore nella sua vita. È una donna che non teme la sua condizione di solitudine e si spende per le persona che ama, anche quando non arriva a comprenderle del tutto.
“Era una sensazione bellissima sentirsi grandi ma ancora molto giovani. Essere sposati ma ancora pieni di passione. Sentirsi legati l’uno all’altra ma liberi insieme.”
Il suo passato è un passato felice, fatto d'amore e serenità insieme al marito Andrea. Si sposano giovanissimi e con l'entusiasmo tipico della loro età, la voglia di vita e di esperienza, vivono il loro amore in maniera intensa e profonda come se non dovesse mai finire, come se non dovessero mai morire, ma purtroppo così non sarà e noi lettori lo sapremo già dall'incipit, ma ci innamoreremo pesantemente di Andrea, perché è un uomo buono e dolce, capace di sentimenti profondi come pochi, uno di quegli uomini che la Rattaro descriverebbe come "Uomini che restano" e che va via non per suo volere.
E ci affezioneremo così tanto a lui, attraverso gli occhi di Cristina che, quando incontreremo un altro personaggio che potrebbe far parte della vita di questa donna così forte e coraggiosa, nonostante le sue fragilità e le prove che la vita impone, faticheremo ad accettarlo completamente.
Ma credo sia un sentimento inevitabile da provare perché offre proprio lo spunto per comprendere la protagonista e le sue riflessioni sulle seconde possibilità. Il romanzo parla soprattutto di questo e anche di perdita e amore, vita e scelte inevitabili nonostante noi.
Con una narrazione emozionante e fluida che consente una lettura scorrevole e indimenticabile, andiamo a conoscere la vita di questa donna cosi com’è, senza filtri né abbellimenti, una vita che potrebbe essere vera e come tale vicina a quella di tutti noi, una vita raccontata come solo Sara Rattaro è capace di fare.
Buona lettura.
voto libro - 5
Genere: Narrativa Contemporanea
Autrice: Sara Rattaro
26 novembre 2021
Un uomo stringe il volante con fermezza, la stessa con cui nella vita ha seguito la direzione tracciata per lui da suo padre. Ma in quelle mani contratte c'è anche tutto il disappunto per l'ultima decisione di suo figlio, che gli ha appena comunicato l'intenzione di licenziarsi e lasciare una carriera sicura per fare l'artista.
Accanto a lui, la moglie non sembra condividere lo stesso cruccio, o perlomeno pare viverlo con empatia e leggerezza, come sempre. Mentre l'abitacolo si fa troppo stretto per contenere silenzi e incomprensioni, la necessità di soccorrere uno sconosciuto con l'auto in panne arriva, provvidenziale, a mettere il presente in pausa. Una pausa per rifugiarsi nei ricordi, e ritrovare nel passato il filo della verità. Il senso della famiglia e quell'amore che è accettare scelte diverse dalle proprie. Perché i figli non appartengono ai genitori, ma volergli bene vuole anche dire accompagnarli lungo qualunque strada decidano di seguire.
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