La mamma si è addormentata


Genere: Narrativa

Autrice: Romy Hausmann

27 ottobre 2021

Era solo una ragazzina di 15 anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo in uno studio legale sembra l'unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all'improvviso. Ma un giorno la morte rientra di nuovo nella sua vita: un omicidio. E la colpevole è Laura, l'unica persona che le sia mai stata amica, e che adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, la sua vita. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Quello che non sa è che qualcuno la sta trascinando in uno strano gioco e che il suo passato potrebbe fare di lei la colpevole perfetta. Di nuovo.


Salve Confine,
dopo uno storico e un romance, adesso è il turno di un bel thriller. Ho scelto di leggere il secondo romanzo di Romy Hausmann, “La mamma si è addormentata”, considerato che il romanzo d’esordio di questa autrice, “La mia prediletta”, mi è piaciuto tantissimo. Uscito sempre per Giunti, devo dire che ho scelto bene, perché anche questa volta sono caduta nella sua rete.

Nadja ha un lavoro di segreteria in uno studio legale, vive in un appartamento dall’arredamento spartano in un condominio dove non conosce nessuno e passa le sue serate osservando la vita degli altri dal davanzale della sua finestra. È una donna silenziosa, solitaria, vive la sua vita nell’anonimato, anche i suoi colleghi sanno pochissimo di lei e, per Nadja, è meglio così.
Il suo passato non è certo un passato da raccontare: detenuta in carcere per sette anni dall’età di quindici per il presunto omicidio di sua madre, una donna perduta e anaffettiva.
Lei si è sempre professata innocente, ma si è sacrificata per permettere al suo amatissimo fratellino di vivere una vita normale. O almeno così racconta.
L’unico momento in cui Nadja ha fatto amicizia con qualcuno è stato all’inizio del suo lavoro allo studio legale, quando ha conosciuto Laura, una giovane avvocatessa che l’ha subito accolta e capita.

Oggi Laura non è più sua amica; ha sposato il loro capo, Gero Van Hoven, con cui ha creato una famiglia, e non lavora più.
Ovviamente, per Nadja, questo è stato un duro colpo e quando Laura, una sera, arriva allo studio con l’aria terrorizzata, in cerca di aiuto, Nadja si mette subito a suo servizio senza sapere in che guaio si è cacciata.
Laura, infatti, durante un litigio, ha pugnalato a morte il suo amante e adesso ha bisogno di aiuto per risolvere il problema prima che il marito ritorni dal viaggio di lavoro.
A Nadja risulta difficile dire di no a Laura e insieme elaborano un piano per sbarazzarsi del cadavere e di tutte le prove che potrebbero condurre alla donna. E, come in un brutto incubo, iniziano una serie di eventi che scaturiranno nell’irreale, dove vecchie paure si mescoleranno a quelle nuove, insieme a ricordi e dolorose verità.

“Probabilmente è molto difficile amare qualcuno quando odi te stesso. Le persone ferite feriscono le altre persone. Possiamo forse biasimarle per questo?“

Come già anticipato, conosco Romy Hausmann per il suo romanzo precedente, ottimo esordio che mi ha colpita duramente, lasciandomi inebetita davanti a un finale incredibile di una storia altrettanto incredibile.
Quando ho visto questa sua seconda uscita, “La mamma si è addormentata”, mi sono chiesta se leggerlo o meno, per paura di rimanere delusa dalle alte aspettative che mi ero creata, poi però mi sono buttata e devo dire che ho fatto benissimo.
Solo cose positive per questa lettura disturbante e inquietante, perché le merita tutte.
Tutto è perfetto: lo stile dell’autrice è diretto, duro, senza fronzoli, e questo consente al lettore una lettura veloce, ritmata, che non consente soste.
Ho letto queste quasi quattrocento pagine tutte d’un fiato perché il bisogno di capire cosa stiamo leggendo, cosa sta accadendo veramente, è troppo grande, troppo forte per mettere giù il romanzo.
A creare questa situazione è anche la scelta di alternare capitoli col POV della protagonista nel presente, a capitoli che ci raccontano qualcosa del suo passato e non solo, con l’introduzione, di tanto in tanto, di lettere, che poi capiremo scritte da Nadja, che dicono e non dicono, raccontano e creano dubbi e curiosità.

La storia sembra semplice e lineare: una donna con un passato segreto che vive nell’anonimato, viene coinvolta da una presunta amica in un omicidio che scatenerà le furie del marito di quest’ultima.
In realtà questo romanzo è molto di più, nasconde al suo interno diverse sotto storie apparentemente scollegate tra loro ma che, alla fine, culmineranno tutte assieme verso un finale tragico e giusto che nessuno si aspetterebbe.

“La mamma si è addormentata” è anche un romanzo di sofferenza e redenzione. Nadja, che abbia commesso il suo peccato o meno, attraverso un nuovo dolore ne butta fuori uno vecchio e velenoso che ha reso la sua vita un solitario calvario da affrontare per sempre come penitenza.
Non vi sto raccontando molto della trama di proposito perché questo thriller va scoperto e assimilato pagina dopo pagina, a sorpresa, ignari di tutto.
Andate a leggerlo quindi, non ve ne pentirete e, a questo punto, io rimango in attesa del terzo romanzo della Hausmann, avendo la certezza che non mi deluderà!
Buona lettura.


Voto libro - 5













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