Le colpe degli altri


Genere: Thriller

Autrice: Colette McBeth

26 ottobre 2021

Uno di loro sta mentendo. Uno di loro è colpevole. Nessuno è al sicuro. Avete presente quella sensazione di avere il mondo in mano, e che niente potrà andare storto? Beh, questo è quello che provano Joe e Libby, due giovani informatici londinesi. Belli, innamorati, brillanti, hanno tutto ciò che desiderano: l'anima gemella e un futuro promettente. Dopo la laurea, ovviamente a pieni voti, sognano di fare un lungo viaggio. Poi, potranno dare il via alla loro folgorante carriera. Ma i piani cambiano quando Libby scopre che suo zio, un uomo d'affari che l'ha cresciuta garantendole agi e opportunità, naviga in cattive acque. Per lei è arrivato il momento di crescere e mantenersi. E il destino sembra offrirle la soluzione perfetta, sotto forma di un enigmatico annuncio di una società informatica: cracca un codice, viola un sistema, ottieni un lavoro. Semplice, no? Libby e Joe ottengono il posto, insieme ad altri tre ragazzi: Tess, Asha e Will. Ma dietro quella facciata di "lavoro dei sogni" si nasconde molto di più. E quando i cinque si ritrovano per un ritiro aziendale in un'isolata villa nel Sussex, un'escalation di tensione porta alla luce rivalità e sospetti. Perché, lì dentro, qualcuno non è chi dice di essere. Ma di chi ci si può fidare? E cosa ci fanno, davvero, in quella casa? Presto scopriranno che sapere troppo può essere letale. Una storia agghiacciante e sapientemente costruita che, tra complotti politici e intrighi informatici, indaga i lati più sordidi della natura umana, mostrandoci che anche le certezze più solide possono andare in pezzi, da un momento all'altro.

Salve Confine,
è arrivato il momento di parlarvi di un thriller che avevo in lista da tempo e che volevo leggere da un po’. Si tratta di “Le colpe degli altri” di Colette McBeth, uscito a ottobre per Piemme, che ringrazio per l’invio della copia cartacea.

Joe e Libby sono due giovani informatici appena laureati che non vedono l’ora di tuffarsi nel mondo del lavoro. 
Più Libby che Joe in realtà, perché la ragazza ha bisogno di dimostrare a suo zio Richard, che l’ha cresciuta, che il tempo e il denaro investiti nella sua istruzione non sono stati vani. Così, quando le si presenta l’occasione di fare un colloquio sottoforma di sfida per una nuova azienda informatica, non esita un momento e porta con sé anche il fidanzato Joe.
I due, insieme ad altri tre neolaureati, Tess, Asha e Will, ottengono il lavoro grazie alle loro abilità di hackeraggio, in quanto questa azienda si occupa di hackerare i sistemi delle compagnie che rappresentano solo per trovarne i punti deboli e rinforzarli.
A guidarli, incoraggiarli e tenere alto il morale della nuova squadra di lavoro è Kyle, il responsabile dell’azienda che ben presto organizza per i cinque ragazzi un soggiorno in un luogo lontano da Londra, in una sorta di cottage di lusso in mezzo alle campagne inglesi. Serve a motivazionarli, dice, serve a creare un forte spirito di squadra indispensabile per questo tipo di lavoro, ma ben presto qualcuno di loro capirà che qualcosa non quadra e che quel luogo in mezzo alla natura potrebbe rivelarsi in realtà una sorta di gabbia mortale, ma per chi e per quale motivo?

Purtroppo per me, nell’ultimo periodo è diventato quasi un lusso trovare il tempo per leggere, ma lo trovo sempre e cerco di dedicarmi a letture che amo fare. Si sa che uno dei generi che mi dà più soddisfazione è il thriller e, quando ne trovo uno che mi intriga particolarmente, devo assolutamente leggerlo, sperando che non mi deluda.
“Le colpe degli altri” di Colette Mcbeth non mi ha delusa ma non mi ha nemmeno entusiasmata.
Infatti, questo romanzo ha tanti punti a favore ma ne ha anche qualcuno a sfavore che non mi hanno permesso di apprezzarlo fino in fondo. 
Mi è piaciuto molto lo stile dell’autrice, chiaro, diretto, descrittivo il giusto; va aggiunto che la traduzione è ottima e, quando una traduttrice fa un buon lavoro, è d’obbligo che venga detto in una recensione.
Anche la divisione del romanzo in tre parti, che raccontano i tre momenti diversi della storia, mi è piaciuta tanto perché ha dato una sorta di ritmo ordinato al racconto e ha anche soddisfatto il mio disturbo ossessivo compulsivo!
I personaggi sono stati la mia spina nel fianco invece, non uno, due o tre, ma praticamente tutti!
I due protagonisti, Libby e Joe, sono due ragazzi diversi in parecchie cose, pochissimo li accomuna, ma si amano e entrambi rinunciano a qualcosa di sé per stare con l’altro.
Joe è uno alla mano, è un genio dei computer, campo in cui eccelle senza il minimo sforzo. Gli piace la vita così come viene e poco organizza; è il tipico studente universitario geniale.
Libby invece suda tantissimo per raggiungere un certo livello e la fatica che ne deriva è dovuta al fatto che vuole a tutti i costi compiacere lo zio che l’ha cresciuta e che si è presa cura di lei quando la madre è morta. Sente di dovergli tanto, soprattutto siccome lo zio non l’ha abbandonata come invece pretendeva facesse la sua giovane moglie Dana. È davvero devota a quest’uomo carismatico, al punto che farebbe di tutto… o quasi.

I ragazzi che si uniscono alla coppia, nell’ambito lavorativo, sono altrettanto diversissimi da loro. C’è Tess, bella come una modella e intelligentissima, tanto da risvegliare la gelosia di Libby; c’è Will, l’arrogante, tronfio, pieno di sé della compagnia, colui che pensa di sapere tutto e di essere al di sopra di tutti, Joe non lo apprezza e nemmeno i il resto dei suoi compagni; Asha è la più “easy”, è libera e senza freni, si cura di poco ed è sempre pronta a divertirsi, a prendere il meglio anche da situazioni avverse.
Kyle me lo sono immaginato come il tipico American boy, anche se il romanzo si svolge in Inghilterra, con i capelli perfetti con la riga di lato e il sorriso bianco e immacolato che nasconde il marcio di qualcosa di corrotto, lo sentiamo sin da subito che nasconde qualcosa, ma non è l’unico, state tranquilli!

Io non sono riuscita ad empatizzare con nessuno di loro, lo dico subito. Quando credevo di aver trovato il mio personaggio preferito, a prescindere che si trattasse di uno dei protagonisti o meno, ecco che cambiavo idea per qualcosa che faceva di veramente disturbante. Non posso, purtroppo, motivare meglio questa cosa perché farei spoiler fastidiosi che romperebbero la tensione che permea tutta la lettura. 
Perché sì, quello che ha fatto acquisire punti a questa storia è la tensione che sprigiona quasi ogni capitolo di questo romanzo; peraltro i capitoli sono suddivisi tra i diversi personaggi e questo ci farà acquisire conoscenze della storia che, altrimenti, non avremmo potuto avere. Inoltre, sono utili per cercare di capire cosa sta veramente accadendo, ma vi assicuro che non sarà facile capirlo fino in fondo, grazie a un paio di colpi di scena che svoltano il racconto.
Un’altra cosa che mi ha un po’ delusa è stata la gestione del finale; si è allungato un po’ troppo in un certo senso e ha spezzato l’adrenalina che si era accumulata pagina dopo pagina.

Quindi, con questi punti a favore e a sfavore, vi consiglio la lettura di “Le colpe degli altri”?
Certamente sì, rimane comunque un buon romanzo che io vedrei molto bene adattato in una serie TV, i criteri ci sono tutti!
Buona lettura.


Voto libro – 4




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