Mexican Gothic
Noemí Taboada riceve una lettera angosciata e delirante da sua cugina Catalina, che ha appena sposato un inglese altolocato e che implora il suo aiuto. E così si reca a High Place, una tetra dimora sperduta tra le montagne del Messico. Noemí è poco credibile nei panni della crocerossina: è una raffinata debuttante, più adatta ai cocktail party che alle indagini poliziesche, ma è anche caparbia, sveglia, e non si lascia intimorire facilmente: certo non dal marito di Catalina, uno sconosciuto dall'aria sinistra ma intrigante; né dal padre, l'anziano patriarca che sembra particolarmente attratto da lei; e neppure dalla casa, che inizia a invadere i suoi sogni con visioni di sangue e sventure. Il suo unico alleato in questo luogo inospitale è il più giovane membro della famiglia. Ma forse anche lui ha un oscuro segreto da nascondere. Mentre dal passato riemergono storie di violenza e follia, Noemí viene lentamente risucchiata in un mondo terrificante e seducente al tempo stesso. Un mondo dal quale potrebbe essere impossibile fuggire.
Salve Confine,
finalmente posso parlarvi di un romanzo che aspettavo di leggere da tantissimo tempo. Ho potuto farlo grazie a Mondadori, che mi ha omaggiata di una copia digitale in occasione del review party organizzato per l'uscita.
Il romanzo tanto agognato è "Mexican Gothic" di Silvia Moreno-Garcia, un horror che non mi dispiacerebbe guardare al cinema o, perché no, su Netflix. Ma andiamo a scoprire insieme di cosa parla.
Noemí Taboada è una giovane donna messicana di famiglia agiata. Vive con la madre e il padre, uomo severo e di polso molto legato al concetto di famiglia, tanto che, quando comincia a ricevere lettere dal conenuto inquietante da parte della nipote, che ha cresciuto come una figlia dopo la morte dei genitori di lei, decide che è il momento di agire e immischiarsi in un matrimonio che non gli è mai andato a genio.
Catalina, infatti, dopo aver rifiutato il corteggiamento dei tanti giovanotti di ottima famiglia, ha finito per innamorarsi di Virgil Doyle, un giovane uomo di origine inglese la cui famiglia si era arricchita con le miniere, ma che ormai aveva perso quasi tutto se non High Place, una costruzione imponente, una sorta di castello abbarbicato in cima alle montagne di El Triunfo, cittadina lontana dal New Mexico, dove i Taboada non riuscivano ad arrivare con le loro conoscenze.
Tocca a Noemí andare fin lì a sondare il terreno, fingendo di far visita alla cugina che non vede ormai dal giorno del suo matrimonio. La proposta del padre non piace troppo alla ragazza, ma la cugina le è molto cara. Catalina, che le leggeva le fiabe e si prendeva cura di lei, merita di essere aiutata se davvero si trova in pericolo o in un matrimonio infelice. Così si reca ad High Place. Al suo arrivo è accolta da un clima tetro e oscuro come la dimora e come i personaggi che la abitano, i quali non sembrano molto contenti della sua visita.
Florence, la zia di Virgil, la tratta con diffidenza e sdegno, lasciandole capire che la trova un essere inferiore in quanto di razza Mexicana. Le limita i movimenti nella casa e anche al di fuori, inoltre la tiene palesemente d'occhio sin dal primo momento. Virgil stesso non sembra contento di averla in casa, sembra fare buon viso a cattivo gioco solo per il fatto che sia parente di sua moglie.
Catalina, dal canto suo, sta sempre rinchiusa nella sua stanza, con il viso smunto e lo sguardo spento, mandando messaggi contraddittori alla cugina.
Noemí è davvero preoccupata, Catalina non è più lei, ben poco è rimasto della meravigliosa donna che era e nessuno in quella casa sembra darle retta, tranne Francis, figlio di Florence e cugino di Virgil, a cui somiglia davvero poco, sia nel carattere che nel fisico.
Francis sembra diverso da tutti gli altri, sebbene schivo e silenzioso è sempre pronto ad ascoltare Noemí e si trova sempre nei paraggi al momento giusto.
Howard Doyle, capo famiglia e padre di Virgil, è la persona che inquieta di più Noemí, decrepito e con un piede nella fossa, sembra avere una scintilla sin troppo vitale nello sguardo. Uno sguardo che, insieme a un grigno inquietante, mettono Noemí a disagio e in allarme.
Il suo soggiorno ad High Place è talmente inverosimile, tra strani sogni e allucinazioni, passeggiate al cimitero e discorsi sibillini, che ora più che mai Noemí è decisa a capire cosa stia accadendo alla cugina, che sembra aver perso la ragione e quale segreto nasconda la famiglia Doyle. L'unica vera domanda è: glielo lasceranno fare?
"Possibile che in quella casa fossero tutti come falene intrappolate in un barattolo? Destinate a morire per poi essere fissate con uno spillo a una tavola di sughero?"
Innanzitutto voglio esordire facendo i miei complimenti alla Mondadori per aver mantenuto la cover originale, che adoro e che è il motivo principale per il quale, appena possibile, comprerò una copia cartacea. Non solo ha mantenuto la cover originale, ma ne ha anche aggiunta una alternativa altrettanto bella con uno stile che ricorda un po' i fumetti splatter di qualche decennio fa.
Il contenuto del romanzo non è da meno, anche se, devo aggiungere per amor d'onestà, l'attesa mi ha messo addosso un hype tale che, girando l'ultima pagina, sono rimasta quasi delusa del finale. Senonché, sono arrivata alla conclusione che i film che mi ero fatta in testa non dovevano in alcun modo contagiare il mio reale giudizio sull'opera.
Quindi, eccomi qui ad elogiare, per cominciare, la traduzione del romanzo di Giovanna Scocchera, che ho trovato perfetta. Devo confessare che ho provato a leggerlo in inglese e che ho trovato qualche difficoltà, nonostante io legga romanzi in lingua senza problemi.
La lettura è scorrevolissima, il ritmo è serrato e questo, insieme al racconto in sé, non mi ha consentito di staccarmi dal Kindle se non per necessità. Ho dovuto finirlo, presto e a tutti i costi. Questo perché l'ansia che mi è montata dentro, pagina dopo pagina, era talmente tanta da farmi mangiare le unghie. Ricostruite!!!
Diventa praticamente obbligatorio sapere cosa accadrà nel capitolo successivo. Oltretutto le descrizioni sono così vivide e particolareggiate che il racconto sembra scorrere dietro agli occhi come un film.
La capacità dell'autrice di utilizzare le parole (e della traduttrice di mantenere le stesse sensazioni) crea un'atmosfera così cupa e misteriosa che sembra davvero di trovarsi tra le lapidi del cimitero di famiglia, inghiottiti dalla nebbia.
"Catalina era una creatura di sospiri e frasi delicate come merletti. Era una sognatrice."
La storia, il mistero, l'elemento horror, sono centrali rispetto ai personaggi in sé. Sebbene essi siano ben caratterizzati, mancano di un po' di spessore e non hanno un background, che in alcuni punti mi è mancato.
Ho apprezzato, però, l'evoluzione di Noemí, che da ragazza viziata e volitiva cresce in una donna forte e coraggiosa, anche nei sentimenti.
Non scrivo molto della storia per lasciarvi scoprire tutto nel modo giusto, cioè evento dopo evento, indizio dopo indizio, paura dopo paura. Sappiate solo che ci addentreremo in un mondo sconosciuto fatto di magia oscura e terrore.
Ci vedo un bel film o una serie TV che seguirei senza alcun dubbio e con molto entusiasmo!
Buona lettura.
Voto libro - 4.5
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