Darius, va tutto bene (forse)
Genere: Narrativa
Autore: Adib Khorram
16 novembre 2021
Darius Kellner ha sedici anni, vive a Portland ed è mezzo persiano da parte di madre, ma sa più il klingon di Star Trek che il farsi, e conosce meglio le usanze degli Hobbit che quelle persiane. Ora, il suo primo viaggio in Iran sta per rivoluzionargli la vita. Darius non è esattamente quello che si dice un ragazzo popolare a scuola: farsi accettare per quello che è non è mai stato semplice ed è convinto che in Iran sarà lo stesso. Ma quando abbraccia per la prima volta la nonna e incontra Sohrab, il ragazzo della porta accanto, tutto cambia. I due cominciano a trascorrere insieme le giornate giocando a calcio, mangiando faludeh e parlando per ore su un tetto, il loro posto segreto con vista sulla città di Yazd. Sohrab e la sua famiglia persiana lo chiamano Dariush, e lui non si è mai sentito se stesso come in quel momento: per la prima volta nella vita sente che forse, forse, le cose dopotutto potrebbero davvero andare bene per lui...
Ciao a voi, lettrici e lettori!
Oggi sono qui per parlarvi di un’opera che mi ha fatto emozionare moltissimo, sia per i temi di cui parla che per la bellezza dei suoi personaggi.
Si tratta di “Darius, va tutto bene (forse)”, scritto da Adib Khorram e edito da Rizzoli!
“Ero una piccola pulsar nella turbinante e luminosa galassia degli iraniani, tenuta insieme dalla gravità di una cultura e di un retaggio millenari.”
Il protagonista, nonché narratore di questa storia è Darius, un ragazzo sedicenne con papà americano e mamma persiana e una sorellina di nome Laleh. Vive a Portland ed è un normale adolescente che non è alla ricerca di popolarità. Semmai l’opposto. Tutto ciò che vuole è essere accettato, e ciò lo porta a mascherare chi è davvero. Dovrà trasferirsi in Iran, e sa già che lì succederà la stessa cosa. Quello che non si aspetta è che, oltre a incontrare nuovamente sua nonna, farà la conoscenza di Sohrab, un ragazzo che man mano tenterà di far capire a Darius quanto in realtà lui sia speciale. Preparatevi a tematiche attuali e importanti, che vanno dall’abbracciare le proprie origini fino all’amore per sé stessi. E, soprattutto, conservate una bella scorta di fazzoletti al vostro fianco!
“Il punto era che non avevo mai avuto un amico come Sohrab prima. Un amico che mi capisse senza nemmeno doversi impegnare. Che sapesse cosa vuol dire rimanere ai margini a causa di quell’unica piccola cosa che ti separa dagli altri.”
La prima cosa che devo assolutamente elogiare è lo stile di scrittura. Adib Khorram ha una penna davvero particolare e lo si evince specialmente nelle scene descrittive dei paesaggi iraniani. Ti fa venire voglia di salire sul primo aereo che c’è e andare a vedere quei luoghi con i tuoi occhi, respirare la stessa aria di magia che trapela dalle pagine.
“Darius, va tutto bene (forse)” è un libro che farei leggere a tutti, grandi e piccoli, a prescindere dal target. Darius è un personaggio che ho apprezzato molto e che merita tanto e, data la narrazione in prima persona, mi sono completamente immersa nella sua mente. Data l’ironia ben presente nella scrittura, si potrebbe pensare che sia una persona che non dà peso alle cose e che cerca di buttarsi le brutte esperienze alle spalle, ma non è così. Viene preso di mira dai suoi compagni per le sue origini e il suo peso, e soffre di depressione. Ho veramente apprezzato il modo in cui queste due tematiche sono state affrontate, inserendo anche il discorso del padre di Darius, che è stato un ottimo spunto di riflessione.
“Volevo sapere quali fossero le storie della famiglia.
Volevo sapere le cose che alla mamma non viene in mente di raccontarmi. Le cose che sa ma che non dice a voce alta, perché sono parte di lei.
Volevo sapere cosa rende speciale la famiglia Bahrami.”
Assistiamo a un rifiuto per sé stessi che, man mano, va a trasformarsi in accettazione anche grazie a Sohrab. All’inizio, data qualche riflessione di Darius, credevo che scattasse un amore m/m, ma sono contenta che in questo caso non sia stato così. A mio parere, questa storia non aveva affatto bisogno di una relazione di tipo romantico. C’era invece necessità di un’amicizia così autentica quanto rara e, per fortuna, è presente!
Un ruolo fondamentale è occupato dalla famiglia di Darius, che lo guida nel suo percorso verso l’accettazione di sé stesso, permettendogli di abbracciare le proprie origini in modo tale da conoscersi e apprezzarsi di più per quello che è, e non chi vuole apparire.
Non posso che consigliarvi questo libro, specialmente se siete in una fase in cui pensate di non essere abbastanza o non riuscite a capire più chi siete.
Spero che questo libro, con la sua bellezza e i suoi luoghi meravigliosi, possa guidarvi con dolcezza verso l’amore per voi stessi.
Voto libro - 5
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