Furiae: Storie Fantasy di Donne Ribelli


 Genere: Fantasy 

Autore: Alfonso Zarbo 

30 novembre 2021 

LE FURIE NON SI ARRENDONO MAI. Sono donne che affrontano la vita sospinte dalla libertà, l’amore, il coraggio e la giustizia. Una lettura ideale se ami la storia e i miti. Se nell’avventura proprio ti ci butti. Se lotti sempre contro i pregiudizi e un briciolo di oscurità non guasta.

Insieme a Tisifone volerai fin sopra le mura del Tartaro. Senza identità, con pistola e misericordia in pugno, combatterai nella Spagna burrascosa dei conquistadores. Al fianco di Naaktara percorrerai le sabbie impervie della Duat: l’oltretomba egizio. E in una Lombardia trecentesca, con la piccola Rosa e Grifo, scoprirai che anche l’Italia può essere fredda come le fiabe più oscure.

Le donne sorprendenti di FURIAE non sono guidate solo dalla violenza e dalla vendetta. Perché si può essere orgogliose, combattive, tenaci e inarrestabili anche lottando per un’emozione intensa come l’amore.


Salve lettrici e lettori! 
Ero davvero curiosa di leggere l’opera protagonista di questa recensione. È una raccolta di quattro racconti incentrata sulle donne, sulla loro forza, la loro determinazione, sul loro coraggio e sulla miriade di sentimenti che ci spingono a lottare ogni giorno. 
L’ho scoperta girando su Instagram, poiché l’autore non è altri che Alfonso Zarbo. Dopo aver letto le numerose e positivissime lodi tessute daə colleghə blogger e bookstagrammer, potevo mai farmi scappare questo libro?

“Sorella, l’amore ti ha fatto dimenticare che la nostra furia è eterna?”

“Furiae” raccoglie quattro racconti dai titoli: “Furiae”, “Come falene nella polvere da sparo”, “Sotto eterno assedio”, “E fine della storia”. 
In tutti e quattro i racconti, Zarbo ha deciso di utilizzare una narrazione informale, diretta, senza fronzoli. I vari narratori si rivolgono direttamente al lettore, spronandolo a prestare attenzione e a raccogliere qualcosa di più che una semplice storia. 
Due racconti sembrano delle memorie, raccontati in prima persona, gli altri due dei resoconti, la testimonianza di persone che hanno assistito alla grandezza delle donne, ragazze e bambine, sulla loro strada. 

«Siamo fatti di estrema inquietudine, mia principessa. Tutti quanti. Anche i più grandi eroi.»

“Furiae” è molto breve, i capitoli sono velocissimi, si leggono in un istante direi, quasi come la furia della Erinni, che si accende e si placa in un battito di ciglia. È il racconto che dà il tono all’opera, che ci mette davanti alla grandezza delle donne, alle dure scelte poste sui loro cammini perché per la società possono essere solamente una cosa: o Furiae o umane. 

“Come falene nella polvere da sparo” è il racconto che mi è piaciuto di meno. 
Segue i conquistadores spagnoli, uno in particolare, un giovane imbroglione che ha sofferto nella vita, si è dovuto nascondere e ha dovuto mentire sulla sua vera identità. Disposto a tutto pur di salvarsi la pelle, si rende conto che i popoli annientati dai conquistadores potrebbero insegnare loro tanto. Il racconto è una memoria. Il narratore, personalmente, non mi ha inspirato simpatia se non in alcuni punti, che però non salvano il racconto e neanche il futuro del personaggio. Considerato il resoconto finale della sua vita, non sembra aver fatto buon uso dell’illuminazione protagonista del racconto. 

“Sotto eterno assedio” è un racconto più dinamico, sia per l’ambientazione che per i due punti di vista. Ambientato nell’antico Egitto, segue una giovane principessa guerriera che deve combattere in un mondo di uomini pronti a tutto per chiuderle la bocca. L’unico modo per ottenere ciò che è suo di diritto è intraprendere un viaggio per ritrovare qualcosa e qualcuno ritenuti persi da tempo. È il racconto più lungo e un po’ si sente, ma viene salvato da una bella ambientazione e dai due personaggi principali. 

Perla dell’antologia e racconto più bello, secondo me, è “E fine della storia”, in cui l’autore ha davvero espresso il suo potenziale di narratore. “E fine della storia” è ambientato in Lombardia nel tredicesimo secolo. Da poco scossa dalle rivolte, i suoi abitanti, la gente comune, ha bisogno di certezze, di rassicurazioni, che in quei tempi solo i miti e le leggende riuscivano a dare. Era facile farsi ingannare, bastava una messa in scena spaventosa e un buon complice. Però poi compare Rosa, una bambina curiosa e gentile, coraggiosa nella disperata ricerca del suo papà. 
“E fine della storia” mi è piaciuto molto, perché è intriso del folklore italiano che l’autore conosce bene (Alfonso Zarbo ha infatti collaborato all’antologia “Folklore. Antologia fantastica sul folklore italiano”, di cui trovate la recensione di Attilio in blog). È un racconto con un’atmosfera popolare ben costruita: si passa dalla sfacciataggine di tutti quando non ci sono pericoli, alla codardia quando misteriose presenze devono essere combattute. Mi è piaciuto molto anche perché la presenza degli spettri, dello stregone, quindi di una figura demoniaca, di storie spaventose raccontate davanti al fuoco di una locanda, mi hanno ricordato a tratti l’atmosfera tesa e spettrale dei meravigliosi racconti di Gogol’ in “Veglie alla fattoria presso Dikan’ka”. 

«E fine della storia, intesi? Che le storie son soltanto storie.»

Personalmente non credo sia un’antologia indimenticabile. 
Sono racconti che si fanno leggere e che spingono ad approfondire figure mitologiche, eventi storici o il folklore nostrano, ma non lasciano un ricordo indelebile. Leggendo i pareri di blogger e bookstagrammer, condivisi sui social dall’autore e inseriti anche nel libro, e leggendo la prefazione, mi aspettavo un mini capolavoro, qualcosa che fosse impossibile mettere giù e che mi stravolgesse, mi aspettavo storie che mi avrebbero straziato, invece…
Le storie sono scritte bene, si leggono velocemente e anche le idee sono belle, anche se in alcuni casi poteva essere fatto di più. Con “Furiae”, ad esempio. È il racconto che dà il nome all’opera, eppure leggiamo davvero poche pagine delle tre sorelle; non sono male, ma si poteva raggiungere una profondità e provocare emozioni ancora più travolgenti. 
In altri casi, la semplicità quasi colloquiale ricercata dall’autore sembrava stonare con il luogo e il tempo in cui erano ambientate le storie. Mi aspettavo qualcosa di un po’ più solenne, ma suppongo che la decisione dell’autore dipenda dal voler rendere queste donne parte di noi, rendere la comunicazione tra loro e noi il più diretta possibile. 
Devo dire che secondo me le donne raccontate dall’autore non riescono a creare un filo conduttore tra le varie storie. Mi sono sembrate solitarie, fini a loro stesse, sole e rinchiuse ognuna nelle proprie pagine. Non lo so, mi sarebbe piaciuto di più se ci fosse stato un continuo crescendo o un punto in comune più evidente. 

Mi sono piaciute molto le ambientazioni, costruite davvero bene e studiate nei minimi particolari in tutti i racconti. In esse si inseriscono perfettamente le storie inaspettate di queste donne così diverse tra loro per età, nazionalità e credo. 
Un complimento alla cover, semplice ed elegante, dai colori pastello tenui ma potenti. 
Nel complesso mi è piaciuto. Mi aspettavo molto, molto di più considerato tutto, ma devo dire che comunque queste storie, l’ultima in particolare, mi hanno lasciato una bella sensazione e mi hanno portato in mondi davvero molto interessanti. 
Se non sapete cosa leggere e cercate una lettura veloce provate a immergervi in “Furiae”, lo trovate su KindleUnlimited! 
Baci 


Voto libro - 3



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