Medusa. The Girl Behind the Myth
Esiliata su un’isola remota a causa dei capricci degli dei, Medusa è sola se non per i serpenti che le adornano al posto dei capelli. Ma quando un bellissimo e affascinante ragazzo di nome Perseo arriva sull’isola, la sua esistenza solitaria è scossa con la forza di una supernova, scatenando desiderio, amore e tradimento.
Ricco di illustrazioni della premiata Olivia Lomenech Gill, questo magnifico retelling del mito greco è perfetto per chi ha amato Circe e The Silence of the Girls. Spostando l’attenzione sulla ragazza dietro la leggenda, il racconto porta alla luce Medusa per le nuove generazioni.
Salve lettrici e lettori!
Ho scoperto per caso dell’uscita di “Medusa. The Girl Behind the Myth” di Jessie Burton (autrice di “Il miniaturista, pubblicato in Italia da Bompiani), illustrato da Olivia Lomenech Gill, che ha illustrato anche “Animali fantastici e dove trovarli”. Io sono stata attirata dalla copertina e dalla sua bellissima illustrazione, ma vediamo cosa ci riserva questa storia.
Ho scoperto per caso dell’uscita di “Medusa. The Girl Behind the Myth” di Jessie Burton (autrice di “Il miniaturista, pubblicato in Italia da Bompiani), illustrato da Olivia Lomenech Gill, che ha illustrato anche “Animali fantastici e dove trovarli”. Io sono stata attirata dalla copertina e dalla sua bellissima illustrazione, ma vediamo cosa ci riserva questa storia.
“Se vi dicessi che ho ucciso un uomo con uno sguardo, vi fermereste ad ascoltare il resto della storia? Il perché, il come, il cosa è successo dopo? O scappereste da me?”
Conosciamo tutti Medusa, il suo mito, la sua storia. Illustrata come una cattiva, negli ultimi anni il suo personaggio è stato risollevato in più riscritture. Non più la cattiva, ma la vittima; non più il mostro, ma una donna punita ingiustamente.
Jessie Burton decide di parlare di una Medusa diciottenne, una giovane donna la cui vita è stata spezzata in modo orribile quando aveva solo quattordici anni, ma che in realtà ha subito le conseguenze della sua bellezza sin da bambina.
Medusa si racconta a noi perché nel frattempo si racconta a Perseo, un ragazzo della sua età finito per sbaglio sulla sua isola remota, restio ad andare via.
Medusa e Perseo comunicano dietro le pareti di una grotta, separati, non si guardano negli occhi neanche una volta, eppure si ritrovano l’uno nell’altro, entrambi luminosi, entrambi illuminati, lui dal sole e lei dalla luna. Si riconoscono, perché le loro anime hanno sofferto pene simili, i loro desideri sono allineati, ma entrambi sono costretti a nascondersi dietro una maschera.
“La cosa più difficile al mondo è parlare di sé, raccontare la propria storia in modo chiaro. Siamo tutti creature così complicate, serpenti al posto dei capelli o meno.”
Medusa adora il mare, adora navigare, adora pescare insieme ad Argentus, il suo cane, ma anche questo piacere le viene strappato da una presenza enorme che la opprime: Poseidone. Il dio del mare nota Medusa e questo segna la sua fine.
“Credo che sia più semplice quando ti dicono che sei un bel ragazzo piuttosto che una bella ragazza. Quando la bellezza è associata a una ragazza, in qualche modo diventa l’essenza del tuo essere. Si impossessa di tutto quello che avresti potuto essere. Ma quando sei un ragazzo, non domina mai su quello che potresti diventare.”
In questo retelling, attraverso il suo racconto, Medusa capisce il suo valore, comprende quello che le sue sorelle hanno sempre tentato di dirle, ma era una consapevolezza a cui doveva arrivare da sola.
Medusa ha dentro di sé rabbia verso le ingiustizie subite, tristezza per la sua situazione, un desiderio di amore e di amare che sa non potrà mai realizzare.
Il racconto di Medusa è un percorso terapeutico, uno sviscerare i traumi subiti come mai prima, per poi raccogliere i pezzi rimasti, quelli interi e quelli rotti, e ricostruire la sua anima.
Questo, però, è il risultato collaterale; Medusa si racconta perché si illude di poter provare quel sentimento che si era negata tempo prima, che le avevano negato; Medusa si apre con Perseo ubriaca delle possibilità… se solo i suoi capelli non fossero dei bellissimi e coloratissimi serpenti.
“Volevo essere vista. Volevo l’amore, ma alle mie condizioni, per la persona che ero, serpenti e tutto.”
Come avrete potuto capire, Medusa è la nostra narratrice e si rivolge al lettore direttamente, ci lascia la sua testimonianza, nella speranza che le sue sofferenze e il suo percorso possano aiutare chiunque legga le sue parole.
Jessie Burton fila la storia di Medusa in modo interessante, dall’inizio, per farci capire che le sofferenze della donna non iniziano con Poseidone, ma sono iniziate sin da quando era bambina, quando tutto ciò che faceva era camminare per le strade della sua cittadina con le sorelle. Ci presenta una giovane donna desiderosa di amare, di viaggiare, di una vita normale, un po’ ingenua, ancora speranzosa, per poi mostrarci il suo percorso verso la consapevolezza.
Menzione d’onore va a Stheno, una sorella spettacolare e un pilastro di cui tutti avrebbero bisogno.
La storia di questa Medusa mi è piaciuta, ma mi è mancato qualcosa, mi è mancato il sentimento. Adoro il messaggio che l’autrice ha trasmesso attraverso le parole della protagonista, ho sottolineato passaggi su passaggi, ma nonostante questo è stata una lettura abbastanza statica. Non c’è stato trasporto, almeno per me, e sapendo quello che i retelling dei miti possono lasciare, questo distacco ha pesato secondo il mio parere.
Le illustrazioni sono molto belle, geometriche, classiche, sembravano risalire all’antica Grecia, una rappresentazione ottima. Ne avrei volute di più, me ne aspettavo di più.
Se cercate una versione del mito di Medusa young adult, veloce da leggere e con bellissime illustrazioni, allora questo di Jessie Burton fa per voi. Sono circa 200 pagine, ma pregne di bei messaggi.
Baci
0 comments