Bunny
Genere: Young Adult
Scritto da: Mona Awad
21 maggio 2020
Samantha Heather Mackey è un'assoluta outsider alla Warren University dove frequenta un corso iperselettivo di scrittura creativa. La fantasia di Samantha è molto più cupa di quella della maggior parte degli studenti del suo anno, tanto più quando si tratta del gruppetto di ragazze ricche e vestite di colori pastello che incontra sempre a lezione. Tra loro si chiamano Bunny, “coniglietta”, e passano il tempo a mangiare mini cupcake, a dirsi l'un l'altra quanto siano straordinarie e a darsi abbracci di gruppo: sembrano la reincarnazione zuccherosa di Piccole donne e ignorano strenuamente Samantha. Ma tutto sembra cambiare quando un giorno la protagonista riceve l'invito a un loro riservatissimo party e decide di andare piantando in asso Ava, una caustica ex studentessa d'arte che detesta tutto quello che riguarda la Warren e che è anche la sua unica amica. Da quando si sono conosciute, loro due hanno passato ogni singolo giorno insieme, partecipando come coppia al corso di tango e ballando sul tetto della casa di Ava. Ma quando Samantha varcherà la soglia che conduce al mondo Bunny, tutto prenderà una piega imprevista e la protagonista verrà a conoscenza dei “rituali” che trasformano delle placide studentesse in creature mostruose.
Ciao, lettrici e lettori!
Sono veramente pochi i libri che mi hanno lasciata letteralmente senza fiato dalla prima all’ultima pagina. Tra questi, vi è una storia che ho letto di recente e su cui non riponevo alte aspettative, nonostante sia stato apprezzato all’estero, anche se ha suscitato non pochi pareri contrastanti.
Di conseguenza, la mia curiosità era comunque alle stelle e non potevo lasciarmi sfuggire un’opera del genere.
Si tratta di “Bunny”, scritto da Mona Awad e portato qui in Italia da Fandango Libri!
“Forse, Samantha, ti sei persa in più di un modo?”
Premetto che “Bunny” non è per tutti. Tra satira e splatter, tratta di temi importanti e molti contenuti potrebbero disturbarvi. È un’opera dove realtà e fantasia si scontrano, più che incontrarsi, e potrebbe condizionarvi facilmente. Vi racconto quest’avvenimento, giusto per farvi rendere conto di quanto sia forte il potere di questo libro e quanto riesca ad attrarre il lettore.
Mi mancavano 20 pagine per giungere alla fine dell’opera, ma avevo un impegno che non potevo assolutamente rimandare e, nonostante tutto, l’ho portato con me per averlo più vicino e non separarmene (anche se non avevo ugualmente possibilità di leggerlo, e lo sapevo bene)! Avevo passato così tante ore su quelle pagine che mi girava anche la testa, e mi sono resa conto che avevo iniziato a notare la realtà intorno a me così come la percepiva Samantha, la protagonista. In poche parole, credo che questo libro mi abbia fatto impazzire per un po’! Quindi, non scherzo quando vi dico che quest’opera mi ha stravolta. Non mi era mai capitato di farmi trasportare così tanto da un libro, eppure “Bunny” è un’inquietante eccezione!
“Stare con te”, le dice, “è come vivere dentro la letteratura. Non ho idea di dove mi condurrai, dopo. Ma sono eccitato. La mia vita potrebbe cambiare. E non sono più solo.”
“Bunny” è un romanzo horror in stile dark academia. La protagonista è Samantha Heather Mackey, una ragazza che fin da bambina si è sempre sentita fuori posto. Grazie a una borsa di studio frequenta la Warren University in New England con lo scopo di diventare un’autrice. È un luogo accessibile a pochi e si ritiene fortunata, nonostante l’atmosfera oscura che vi regna, facendola sentire ancora più estranea e sola. L’unica persona con cui ha un rapporto autentico di amicizia è Ava, una ribelle misteriosa che sembra esserci sempre stata per lei. Senza la sua presenza si sente perduta. È chiaro che, oltre a lei, Samantha conosca altre persone. Le ha sempre osservate da lontano, provando un mix di sentimenti che oscillano tra l’astio e la curiosità, anche se frequentano il suo stesso corso di scrittura: ragazze ricche che, riunite in una cerchia molto ristretta, si chiamano “Bunny” a vicenda. Mangiano insieme, si muovono contemporaneamente e molto spesso parlano come se fossero una sola persona, senza un volto distinto o un nome proprio.
Samantha è sempre stata sulle sue, sentendosi intimidita da un gruppo così affiatato quanto particolare. Ma quando riceve un invito da una delle ragazze per passare una delle loro tipiche serate allo Smut Salon insieme al gruppo, tutto inizia a cambiare. Incuriosita, pur di andare da loro, abbandona Ava.
Il primo incontro sembra una normale serata tra ragazze, ricca di drink e gossip. Man mano che le loro serate aumentano, però, tutto inizia ad assumere una piega diversa. I troppi drink le offuscano la mente, così come le pillole per il mal di testa che le ragazze continuano a darle. I volti iniziano a confondersi, così come i pensieri in testa. Non ricorda più né i loro nomi né il proprio.
Il gruppo non è ciò che mostra di essere. I party allo Smut Salon si trasformano in “rituali” sperimentali e violenti al limite del surreale. Prima che se ne renda pienamente conto, Ava è scomparsa e Samantha è Bunny. Le sue mani, che una volta erano sporche di inchiostro, ora sono macchiate di sangue. Non si può più tornare indietro.
“Formidabile. Arrabbiata. In un modo che faceva paura. Ti rifiutavi di spianare quella fronte corrucciata. Ci spaventavi tutto l’anno, Samantha Heather Mackey. Ma d’altronde conoscevamo la verità. […] Sapevamo che eri sola. E triste.”
Già sapete come mi sia sentita dopo aver finito “Bunny”, ma ciò che conta un po’ di più è come mi sia sentita durante la lettura. La storia parte in modo tranquillo, con Samantha e Ava che partecipano a una delle tipiche celebrazioni che si tengono alla Warren, a cui prende parte ovviamente anche il gruppo delle “conigliette”. Mentre leggevo, grazie alle descrizioni è stato facile immaginare l’atmosfera cupa che regnava in quell’edificio e nella storia in sé.
Lo stile di scrittura è articolato ed estremamente evocativo.
Tutta la storia è narrata dal punto di vista di Samantha, e lasciatemi dire che la sua testa non è per niente un luogo facile. Fin dal principio assistiamo alle sue insicurezze e alla rabbia repressa che le riempie il cuore. Tramite lei, abbiamo ricevuto una caratterizzazione di tutti i personaggi che, a mio parere, è stata costruita divinamente. Il mistero più grande, fino alla fine, è stata Ava. La sua storyline, per quanto spezzettata, mi ha sbalordita maggiormente una volta giunta al plot twist che la riguarda. Da quel preciso momento, ho iniziato a dubitare di qualsiasi cosa avessi letto fino ad allora.
Una volta terminata l’opera ero in un vero e proprio stato confusionale e l’unica domanda che avevo nei riguardi del finale, dei plot twists totalmente inaspettati e la storia in sé, era: perché?
Inizialmente, la mia idea era quella di mettere una valutazione più vicina al 3, poiché non lo avevo compreso. Col passare dei giorni, tutto è cambiato poiché ci ho riflettuto parecchio. Ho preso bene in considerazione tutte le tematiche che tratta e ho studiato accuratamente il significato di ogni avvenimento. Qui, il famoso gruppo delle Bunnies mi ha aiutata molto. Infatti, il loro comportamento è stata la prima caratteristica su cui mi sono soffermata.
C’è da dire che tutt’ora non ho ancora compreso cosa sia stato reale in questo libro e cosa no, e forse è proprio questo dettaglio a rendere “Bunny” un’opera particolare e indimenticabile.
Se amate l’horror satirico, se non addirittura assurdo, non potete assolutamente perdervi un libro del genere. Il consiglio che vi do è di non leggerlo tutto d’un fiato, ma di prestare attenzione ai dettagli e alle conversazioni. Rinunciate già in partenza a tutte le supposizioni che potreste fare nei riguardi dello svolgimento della narrazione e del finale, poiché nulla è come sembra e tutto ciò che accadrà è assolutamente imprevedibile.
L’unica certezza che avrete è che, una volta iniziato, non riuscirete a metterlo giù.
E sappiate che, se potessi, metterei 10 stelle anziché 5.
Voto libro - 5
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