Sevenwaters serie


La serie è composta da: 

1. La figlia della foresta

2. Il figlio delle ombre

3. Il figlio della profezia

4. L'erede di Sevenwaters



Genere: Fantasy

Scritto da: Juliet Marillier

25 ottobre 2022

Nell'Irlanda del X secolo, sospesa tra mito e storia, vive Lord Colum di Seven­waters con i suoi sette figli, sei ragazzi e una bambina, Sorha. Sarà proprio lei, la più piccola della famiglia, a proteggere la casata e difendere la loro terra dai nemici britanni: il padre, infatti, è stato stregato da Lady Oonagh e i fratelli sono stati colpiti da un incantesimo che solo la ragazza potrà sciogliere. Per riuscirci, dovrà sostenere un lungo esilio da Sevenwaters e affrontare imprese durissime, che la feriranno nel corpo e nell'anima. E quando si troverà prigioniera degli avversari, la sua stessa vita – insieme a quella di coloro che ama – sarà in pericolo. Sorha conoscerà la paura, il tradimento, ma anche l'onore, la lealtà. E soprattutto l'amore. Basato su una solida conoscenza del mondo celtico e ispirato all'antico racconto I sei cigni , ripreso anche dai Grimm e da Andersen, La figlia della foresta intreccia tipici elementi fiabeschi (la matrigna malvagia, la metamorfosi magica, l'imposizione del silenzio) con le vicende di una vera famiglia che affronta difficoltà di ogni genere mettendo a dura prova i propri valori.

Ciao lettori,
siamo felici di partecipare al Review Party della riedizione Oscar Vault di “La figlia della foresta” di Juliet Marillier da parte della Mondadori che ringraziamo per la copia Arc del libro.

Quest’opera è stata pubblicata per la prima volta nel 1999 e fa parte di una trilogia fantasy ambientata in un'Irlanda del X secolo immersa nel mistero e governata dalle leggi del “Piccolo Mondo”.
Come ci dice la stessa autrice nella prefazione, “La figlia della foresta” è un retelling di un antico racconto, “I sei cigni”, ripreso anche dai fratelli Grimm, che, sebbene di origine tedesca, ben si sposa con le fiabe popolari irlandesi che vedono il cigno come animale di cui gli sfortunati protagonisti prendono le forme.

Sorha è la più piccola di sette fratelli, tutti maschi, appartenenti a una importante tribù irlandese governata da Lord Colum di Sevenwaters. La loro madre è morta alla nascita della bambina, lasciando i bambini orfani e il padre disperato. La perdita della moglie porta l'uomo a chiudersi in sé stesso e a dedicarsi anima e corpo alla protezione della sua terra dagli invasori, prestando ai suoi figli ben poca attenzione. Tuttavia, se da un lato questo li allontana dal padre, dall'altro consente loro di crescere seguendo liberamente ognuno le proprie inclinazioni, diventando l'uno il rifugio dell'altro, sette corpi e una sola anima guidati dallo spirito della madre e dagli spiriti della foresta.
Tutto cambia il giorno in cui il padre rientra da un’incursione di guerra con una nuova compagna che si rivelerà essere però uno spirito maligno. I ragazzi, ormai adulti, ne percepiscono il potere e cercano di proteggersi, ma non riescono a fuggire alla sua maledizione e vengono trasformati in cigni. Solo Sorha, appena adolescente, si salva e da quel momento, guidata dalla Signora della Foresta, farà di tutto per salvare i suoi fratelli.

Amici, ho amato questo libro dalla prima all'ultima parola e sono veramente grata alla Mondadori per aver scelto di riportare alla luce quest’opera di cui non conoscevo l'esistenza. Premetto che ho un debole per tutto ciò che riguarda i miti, le leggende e le tradizioni popolari, il più delle volte racconti struggenti che esercitano su di me un fascino che difficilmente altri temi riescono a ispirare. Ma la Marillier fa un lavoro straordinario, tesse un arazzo bellissimo in cui nulla è tralasciato. Le sue descrizioni dei paesaggi sono ricche e suggestive, l'intreccio narrativo complesso e dettagliato, ma quello che mi ha maggiormente stupita sono i personaggi.

In questo libro non esistono comparse, ogni personaggio assume sembianze nitide e definite. Grazie a parole e gesti descritti nei più minimi particolari, ogni personaggio diventa reale e mentre si legge sembra di essere davanti a un film.
Non solo, un altro fine lavoro è stato fatto con le relazioni tra i personaggi. Il rapporto di Sorha con i fratelli, quello dei ragazzi con il padre o la forte amicizia che lega Red ai suoi compagni, la dolce inconsapevolezza con cui Red e Sorha si innamorano.

Questo libro è pieno, completo.
Per darvi un indizio di quanto sia stata accurata la Marillier con questa sua opera, vi riporto una cosa che ho notato e che mi è molto piaciuta. Tutti conosciamo quello che viene definito l'aplomb inglese, quella perfetta padronanza di sé che fa sembrare delle statue di cera, nessun sentimento manifestato, nessuna emozione rivelata. Ne sanno qualcosa le appassionate di romance regency o di film storici ambientati in Inghilterra.
Ebbene, quando Sorha arriva in Bretagna, una delle cose che nota per prime è proprio questo, il fatto che in nessun momento, nessuno esprima apertamente i propri sentimenti, felici o infelici che siano e lei ne resta sconcertata, una creatura spontanea e libera come lei non si capacita di come si possa sopprimere così le proprie emozioni. In quel momento Sorha è in terra straniera, muta, circondata da nemici, spaventata di non riuscire a portare a termine la sua missione, che i suoi fratelli non riescano a raggiungerla, ma ciononostante riesce a descrivere anche la sua incapacità di capire il freddo distacco di chi la circonda.

Se non lo avete mai letto non potete perdervelo e se già lo conoscete rileggerlo sarà una meraviglia.


Voto libro - 5



Genere: Fantasy

Scritto da: Juliet Marillier

2 maggio 2023

Sorha è riuscita a rompere l'incantesimo che imprigionava i suoi fratelli nei corpi di cigni e, con il suo amore, ha sconfitto generazioni di odio e unito due culture. Grazie al suo coraggio e al suo sacrificio, la pace e la gioia sono tornate a Sevenwaters. Ma dopo anni di relativa tranquillità, nuove ombre vanno addensandosi sull'Irlanda del Nord e sui figli di Sorha: la primogenita Niamh deve piegarsi a un matrimonio di convenienza e, mentre il giovane Sean si appresta a ereditare il titolo, spetterà alla sua gemella Liadan – che ha preso dalla madre il dono della Vista e le doti di guaritrice – compiere il destino della famiglia di Sevenwaters. Per farlo dovrà intraprendere un viaggio alla scoperta di un mondo che sa essere tanto meraviglioso quanto oscuro e crudele. Un'esperienza che la cambierà per sempre, insegnandole a quale prezzo è stata conquistata la serenità che ha sempre conosciuto. Tra insidie e dilemmi, Liadan avrà bisogno di tutta la sua forza per fronteggiare proprio coloro che ama di più. Perché la sua ricerca del vero amore potrebbe essere per tutti loro una condanna… o la salvezza.

Ciao Lettori,
è con grande piacere che oggi vi presento il secondo capitolo della saga “Sevenwaters” di Juliet Marillier: “Il figlio delle ombre”.
Siamo davanti a una bellissima saga fantasy pubblicata per la prima volta nel 1999, composta da tre libri ambientati nell'antica e magica Irlanda. Così come il primo, anche questo secondo libro è autoconclusivo e potrebbe leggersi da solo (anche se vi mancherebbe un pezzo di storia), ma data la bellezza e la poesia di quest’opera vi consiglio vivamente di leggere anche il primo capitolo.

Venti anni dopo i fatti narrati, ritroviamo molti dei personaggi del primo libro: Sorra ha tre figli, Niamh, la maggiore, e i gemelli Liadan e Sean di diciassette anni. Liam, insieme al marito di Sorra, governa la tribù di Sevenwaters, mentre Conor è diventato il potente druido che era destinato ad essere. Il governo di Liam e Iubdan ha trasformato Sevenwaters in una ricca e influente tribù, molto importante nell'alleanza tra le tribù e per le decisioni circa la riconquista delle Isole.
Così come sua madre, Liadan ha una forte connessione con la Foresta e presto capiamo che ha ereditato i suoi stessi poteri, se non maggiori. Sorra le ha insegnato tutti i segreti di una guaritrice e Liadan è felice di poter vivere la sua vita tra gli alberi della Foresta in seno alla Famiglia.

"Mia madre era il simbolo di tutto quello che si poteva ottenere con la fede e con la forza morale, l'emblema vivente di quell'altro mondo sotto la superficie. Attraverso di lei la gente respirava ogni giorno la verità sulla propria identità e origine, il balsamico messaggio del regno dello spirito"

È lei la protagonista di questo capitolo e sue saranno le vicissitudini in esso narrate.
Le loro vite scorrono tranquille fino al giorno in cui la Famiglia scopre che Niamh ha una relazione clandestina con uno dei druidi dello zio. La cosa, già scandalosa in sé, è peggiorata dal fatto che, per motivi che restano oscuri fino alla fine del romanzo, l'unione dei due ragazzi è sacrilega e scongiurata facendo allontanare il ragazzo e mandando in sposa Niamh nelle terre del nord. Ma è proprio una visita alla sorella che cambia il destino di Liadan.
Rapita da una banda di feroci malviventi prezzolati, mercenari la cui forza è a servizio di chi è disposto a pagarli, si ritrova sola a combattere contro la morte di uno di loro. Alcuni banditi hanno saputo delle sue abilità di guaritrice e hanno deciso di rapirla per tentare di salvare uno dei loro compagni, ferito a morte in un incidente. Liadan incontra il capo della banda e, nel breve periodo trascorso con loro, apprende che non tutto ciò che viene narrato è sempre vero e che l'onore può nascondersi nei posti più impensati, anche tra le fila dei reietti della società.
Il loro incontro e l'amore che nasce tra lei e il Capitano andrà contro tutto quello in cui Liadan crede, anche contro il volere del Piccolo Popolo stesso, che, a differenza della madre, Liadan non esita a sfidare.

Già dalla mia prefazione avete letto che il libro mi è piaciuto moltissimo. È un libro di intermezzo, nel senso che fa da ponte tra il primo e il terzo libro: veniamo a conoscenza della leggenda di Sevenwaters e perché sia così importante per il destino non solo del Piccolo Popolo, ma anche degli spiriti e delle divinità che hanno governato l'antica Erin prima dell'arrivo del Piccolo Popolo stesso e che grande rilievo hanno in questo volume. Capiamo perché la famiglia di Sorra è così importante per il destino di tutti loro e perché il Piccolo Popolo si spinge prepotente nel destino delle loro vite.
Liadan è molto simile a sua madre Sorra, nelle abilità, nella forza, nei poteri. Ma a differenza di quest'ultima non teme il volere degli spiriti e non si piega ciecamente alle loro decisioni. Anzi, sfiderà apertamente la loro volontà per piegare il suo destino al suo volere.

Tutti i personaggi e le loro rispettive storie sono l'interludio per il capitolo finale. I figli di Sorra, pur conoscendo il destino della madre e la sua vita, non conoscono tutta la sua storia e soprattutto la potente strega che li ha condannati o la sua fine, e per tutto il libro viene accennato loro solo il pericolo dovuto a un male potente e oscuro.
Come già per il primo libro ho apprezzato la potenza narrativa di questa scrittrice, le sue parole trasudano fiaba e magia, il libro è un testamento all'amore e al profondo legame che gli irlandesi provano per la loro terra, i loro miti e le loro tradizioni.
Una vera coccola.
Voto libro - 5




Genere: Fantasy

Scritto da: Juliet Marillier

29 agosto 2023


La magia sta svanendo, l'umanità sembra voler bandire gli Antichi Spiriti dal suo destino, respingendoli sempre più a occidente, oltre ogni luogo conosciuto. Se nessuno interviene, l'Irlanda rischia di perdere le sue radici mistiche. Profezie perdute nella notte dei tempi hanno già previsto tutto questo, e hanno indicato la via per evitarlo: per essere salvati gli spiriti della terra di Erin devono guardare al clan di Sevenwaters, una famiglia legata alla linfa vitale della terra, che ha giurato di preservare la magia, pagando la promessa con grande gioia e grande dolore. Spetterà a Fainne, figlia di Niamh, la perduta sorella di Sevenwaters, sciogliere gli enigmi del potere. Timida e solitaria, è stata cresciuta dal padre, l'ex druido Ciarán, figlio della perfida strega Oonagh. Riemersa dalle ombre, la vecchia incantatrice non si fermerà davanti a nulla pur di distruggere tutto ciò per cui lotta la famiglia di Sevenwaters: neanche al sacrificio della sua stessa nipote. Riuscirà Fainne a contrastare la sua malvagità e salvare coloro che ha imparato ad amare?




Ciao lettori,
la serie fantasy “Sevenwaters” della scrittrice Juliet Marillier è al suo terzo volume con “Il figlio della profezia”. Ringraziamo la casa editrice Mondadori per aver ripubblicato questa opera bellissima e averci regalato la copia digitale del romanzo.

Se avete letto insieme a me i volumi precedenti, sapete che questa serie mi sta piacendo moltissimo perché è perfetta da ogni punto di vista: scrittura, trama, stile, sembra modellata come una statua di marmo, studiata in ogni dettaglio. Il risultato è un’opera affascinante e magica.
In questo capitolo ci allontaniamo dalle terre di Sevenwaters e ci trasferiamo a nord, in un paesino sperduto sulle rive dell'oceano, un luogo remoto e isolato, battuto dal vento, dal garrire dei gabbiani e dall'imponenza delle scogliere affacciate sull'oceano.

È qui che si è nascosto Ciaràn dopo la fuga con Niamh dai territori di Eamonn ed è qui che vede la luce la loro figlia Fainne.
È lei la protagonista di questo volume, una bambina diversa dalle due che l'hanno preceduta: cresciuta come un'eremita, a pane, acqua, isolamento e magia. Ciaràn è in tutto e per tutto un druido, votato alla magia e alla sua ricerca continua e allo stesso modo educa la bambina. Vivono nelle grotte delle scogliere a strapiombo sul mare e là Fainne, sin dalla più tenera età, è introdotta alle pratiche magiche di sua nonna, Oonagh (l'essere maligno che nel primo volume strega il padre dei sette fratelli e li trasforma in cigni) e di suo padre. Nonostante sia ella stessa una figlia di Sevenwaters, non sente alcun legame con le terre e la famiglia di sua madre. Al contrario, sente tutto il peso delle sue origini paterne, quelle che la rendono una strega il cui destino può molto facilmente votarsi al male per la sua stessa natura. Sevewaters è un territorio lontano ed estraneo, la famiglia della madre è la causa della sua vita triste e della sua ancora più terribile fine.
Unico amico della bambina è Darragh, figlio del capo della tribù di nomadi che ogni estate si accampa nella loro regione; con lui trascorre ogni estate, l'unico periodo in cui gli insegnamenti del padre si alleggeriscono un poco. Con Darragh esplora le scogliere, attraversa i boschi e percorre le spiagge, trascorre le sere al suono dei loro silenzi o di quello struggente della cornamusa del ragazzo.
Tutto questo fino a che il padre non le rivela la sua volontà di allontanarla e farla trasferire a Sevenwaters, ma solo dopo un'ultima estate insieme alla nonna, che le avrebbe insegnato i modi di una vera signora.
Immaginate lo sgomento della bambina, allontanata dal padre, in compagnia di una nonna temuta e odiata, con la prospettiva di finire in terra straniera, in mezzo a estranei che ha sempre considerato i fautori del tragico destino della madre. Ma non basta, ricattata dalla nonna, diventa il suo strumento di vendetta, il cavallo di troia causa della disfatta di Sevenwaters.

Una bella musica, come un bel racconto, va subito dritta al cuore di tutti coloro che l'ascoltano, e non ci sono due persone a cui dica la stessa storia; riesce a tirar fuori ciò che è sepolto nelle profondità dello spirito, a risvegliare ciò che sappiamo a malapena esser lì.

E qui mi fermo perché come nei precedenti volumi la trama è fitta, intricata e molto articolata e non ha senso raccontarvela in una recensione.
Ma è importante sottolineare che questo episodio si discosta molto dai precedenti. Intanto per l'ambientazione; poi perché la protagonista è lontana dalla tradizione magica della sua famiglia, anzi si crede sua nemica naturale; infine, per la vena maligna che come un velo ammanta tutta la narrazione e che è causata dalla prepotente presenza della strega Oonagh la cui influenza, come nel primo volume, avvelena molte delle azioni della nipote.
Si discosta anche nei personaggi. A differenza dei primi due libri, ricchi di caratteri tutti in rilievo nella narrazione, in questo episodio la storia è concentrata principalmente su Fainne: è lei la protagonista indiscussa, gli altri sono comparse più o meno importanti che di volta in volta fanno risaltare la ragazza.
Questo libro è molto più lento, molto meno ricco di eventi, molto più spazio è dato al sé, all'io di Fainne.
Leggendo di Fainne mi sono specchiata. Da quando scrivo, in più di un'occasione le recensioni sono state uno specchio dell'anima. E anche oggi continuano ad esserlo, lo sono, anche se nel silenzio: di un libro non letto, di una recensione non scritta, perché risulta difficile leggere, risulta difficile scrivere. È come se il blocco che sento mi fermasse a tutto tondo. Ma quando qualcosa ti è dentro non puoi non farla; anche se a fatica è come se andassi contro corrente, continui a farla perché semplicemente non puoi smettere.
È così che si sente Fainne, per quasi tutto il libro, costretta dalle circostanze a fare cose che non vorrebbe, dibattuta tra una doppia natura, una dicotomia, senza sapere davvero chi è: la nipote degna erede della strega o la nipote della figlia della foresta? Chi è Fainne?
Mentre oscilla tra l'una e l'altra vorrebbe restare immobile, invece è costretta a fare o non fare, sempre divisa e combattuta, a camminare contro corrente.
Che fatica.
Ma nel dubbio trova la sua strada, una strada particolare che non ho intuito fino alla fine, un finale che mi ha lasciata sorpresa, inatteso.
Un capitolo difficile, ma altrettanto maestoso, proprio perché, quando la rotta della serie sembrava tracciata, prende invece una piega del tutto inaspettata, un episodio di rottura che però chiude perfettamente il cerchio.

Voto libro - 5









 

You Might Also Like

0 comments