Princes serie
La serie è composta da:
1. Prince of Song & Sea
2. Prince of Thorns & Nightmares
Genere: Fantasy
Scritto da: Linsey Miller
Poco prima di sparire due anni prima, la madre del Principe Eric, la regina di Vellona, ha ricordato al figlio i dettagli della terribile maledizione che l'ha tormentato per tutta la vita: se dovesse mai baciare qualcuno che non sia il suo vero amore, morirebbe all'istante. Tra le minacce di un regno vicino, alla ricerca di qualsiasi pretesto per attaccarlo e le voci su pirati fantasma che depredano i mari, Eric deve spezzare il suo sortilegio. Può farlo sia trovando il suo vero amore, colei che ha una voce tanto pura quanto la sua anima, che uccidendo la strega che lo ha maledetto.
Ora Eric è alla ricerca dell'isola di Serein, il leggendario covo della strega. Ma dopo essere stato salvato da una misteriosa fanciulla dalla bellissima voce e un’affascinante naufraga dai capelli color rosso fuoco approda sulle coste del reame, il suo cuore è combattuto. Sceglierà di intraprendere una battaglia che è quasi sicuro di perdere o di inseguire un amore che potrebbe addirittura non esistere?
Salve a tutti lettori! Oggi parliamo del primo libro di una nuova saga targata Disney. Sto parlando della saga "Disney Prince" che, come si può evincere dal titolo, è tutta concentrata sui principi dei classici film d'animazione. Nel cartone siamo abituati a vedere la storia dal punto di vista dell'eroina, ma si sa "esistono due punti di vista in ogni lieto fine" e questa saga vuole farceli vedere entrambi.
Il primo libro è dell'autrice Linsey Miller e si chiama "Prince of Song and Sea", uscito il 4 ottobre negli Stati Uniti, come al solito ad opera di Disney Press, ancora inedito in Italia (ma spero che Giunti ce lo porti al più presto così come ha fatto con le Twisted Tales e come sta iniziando a fare con la saga Villains).
"Era ingiusto. Aveva apprezzato la cena con Angelina più di quanto gli fossero piaciute tutte le altre. Ma la sua maledizione aveva distrutto ogni possibilità di poterla conoscere."
"Prince of Song and Sea" vede come protagonista il principe Eric de “La Sirenetta" (1989). Quando iniziamo il libro troviamo lui e il suo regno, Vellona, immersi in un mare di problemi. Un regno vicino minaccia di attaccarlo, il tesoro reale è quasi vuoto, pirati fantasma infestano i mari e i suoi cugini minacciano un colpo di stato. Certo una soluzione, quanto meno all'ultimo problema, ci sarebbe. Basterebbe rafforzare la presa sul trono creando una discendenza. Per fare questo basterebbe solo sposarsi prima dell'Incaronazione. Sembra tutto così facile se non ci fosse di mezzo la maledizione.
Prima della sua nascita, infatti, la madre di Eric è stata maledetta per aver fatto un torto a una strega, perciò non può baciare nessuno all'infuori del suo vero amore, pena la morte. Difficile combinare un matrimonio in queste condizioni e difficile anche approcciarsi a qualcuno.
Per fortuna, Eric scoprirà che è possibile rompere il sortilegio anche uccidendo la strega responsabile. Così, alleatosi con una ciurma di pirati parte per un'impresa eroica. Ma proprio quando è sul punto di trovare l'isola, la sua nave naufraga e se riesce a salvarsi è solo grazie a una misteriosa ragazza dalla voce angelica. Da qui sappiamo tutti com’andata... ma ne siamo proprio sicuri? Leggetelo per scoprirlo!
"La linea formatasi dal sangue di Eric, in qualche modo più scura e profonda rispetto al resto dell'acqua, superò la barca di sua madre."
Cari lettori, non ho fatto mistero del mio amore per i retelling, per le fiabe e per "La Sirenetta", perciò potete immaginare quanto abbia voluto leggere questo libro e che naturalmente si siano formate delle aspettative su di esso. Aspettative che si accompagnano a quelle che si hanno quando si approccia un qualsiasi tipo di testo. In questo caso specifico parliamo di un retelling che si occupa di mostrarci un punto di vista inedito di una storia che già conosciamo e non di "riscrivere" la suddetta storia. Non è un lavoro facile in quanto si rischia sia di finire con una copia carbone dell'originale tra le mani o con qualcosa di troppo forzato per quel mondo narrativo. Linsey Miller ci sarà riuscita? Per saperlo seguitemi nel mio tentativo di mostrare ciò che mi aspettavo da questo libro, quello che vi ho trovato che non mi aspettavo e se ciò mi è piaciuto o meno.
Ciò che mi aspettavo da questo libro:
1) Identificazione con il protagonista. Essendo "La Sirenetta" filtrata da un punto di vista femminile, ed essendo il mio film Disney preferito, ero felice di sapere che il protagonista del romanzo sarebbe stato un uomo. Perciò la mia prima speranza per questo libro era quella di potermi identificare di più nel protagonista maschile. Non fraintendetemi, non perché non sia possibile identificarsi in un personaggio di un genere diverso dal proprio (altrimenti non potremmo più leggere niente), ma perché personalmente, quando si tratta di mondi che mi stanno particolarmente cari, mi piace far finta di trovarmi in quel mondo e ciò mi viene più facile con un personaggio maschile in cui potermi rivedere. In questo sono riuscito in gran parte della storia, questo soprattutto grazie alla buona caratterizzazione del personaggio.
Eric non è il principe azzurro o l'eroe senza macchia e senza paura delle fiabe, le macchie potrebbero pure mancargli, ma di paure ne ha a bizzeffe, soprattutto per quanto riguarda l'approcciarsi alle persone. Eppure ciò non gli impedisce di essere coraggioso, la maggior parte delle volte. I comportamenti e le paure di Eric e il suo percorso ricalcano quello di tanti ragazzi adolescenti e non siamo sempre abituati a leggere di loro nel modo giusto. Quando vengono rappresentati di solito si sottovaluta soprattutto l'aspetto emotivo e sentimentale privilegiando il solito "machismo" per conformarsi a chissà quali arretrati gender standard.
2) Un World-Building allargato. Cosa può volere il fan di un mondo narrativo, che si ritrova a rivivere la stessa storia, più di vedere esteso quel mondo? Anche qui sono stato assecondato. Dai piccoli dettagli come l'usanza dei marinai di versare del vino in mare come tributo a Re Tritone alla tremenda Marea Di Sangue, passando per la magia delle anime, ai figli ibridi di umani e sirene, ho amato tutto. Tutto.
3) Fedeltà al materiale originale. Per poter parlare bene di questo dobbiamo passare a...
Ciò che non mi aspettavo:
1) La storia. Tante sono le avventure e tanti i personaggi situati nella timeline del film a cui non abbiamo assistito e che non abbiamo conosciuto. Forse troppi? Direi di no. Eppure in alcuni punti si vede un affaticamento nel dover rispettare per forza le limitazioni dovute, per esempio, ai tre giorni che Ariel può passare sulla terra. Inaspettato anche la vibe da "Pirati dai Cairibi". Mi ha piacevolmente sorpreso.
2) L'Inclusività. Parola chiave di questo libro. Linsey Miller ha saputo adattare una sceneggiatura di fine anni '80 agli anni 2020 con grande maestria. Personaggi queer, personaggi non-binary, famiglie arcobaleno, diversità etnica, uguaglianza di genere, etc... Veramente tutto quello che serve e per nulla forzato.
3) Ariel. Visto che il libro ha come protagonista Eric non avevo tante pretese sulla sirenetta né mi aspettavo avesse chissà quale ruolo. Invece Ariel è un personaggio attivo con la A maiuscola. È attiva nel rapporto con Eric nonostante la mancanza di voce, è attiva quando lo accompagna nelle sue avventure e nella risoluzione dei problemi. Allo stesso tempo non eclissa il protagonista del libro. Nella storia la loro è una relazione tra pari, molto realistica.
4) Ursula. Quanto ho amato Ursula in questo libro. Da "La Sirenetta" avevamo capito quanto potesse essere cattiva, ma qui è un'antogonista insuperabile. Omicida a un livello inaspettato, mastermind di diversi piani malefici eppure realistica, mai giustificata, forse compresa. È stato bellissimo poterla vedere in questa veste che sottolinea la sua malvagità senza mai renderla irriconoscibile. Credete di conoscere Ursula, ma così cattiva non l'avete ancora vista!
5) I riferimenti ad altre versioni. Il romanzo è ricchissimo di riferimenti ad altre storie su "La sirenetta". Dal musical ad altri romanzi, da concetti eliminati fino all'originale di Andersen. Un vero regalo ai fan.
"Il mondo è stato plasmato da persone come te e Tritone. È stato plasmato per servirvi. Perché non dovrebbe essere il mio turno adesso?"
Se amate "Pirati dei Cairabi", "La Sirenetta", le storie marinaresche e la Disney, oppure ardete d'attesa per l'uscita del live action a maggio 2023 (come me), allora questo libro è perfetto per voi. Ci vediamo alla prossima uscita della saga che, se non erro, dovrebbe riguardare il Principe Filippo di "La bella addormentata".
Voto libro - 5
Genere: Fantasy
Scritto da: Linsey Miller
Il principe Filippo ha sempre saputo, fin da piccolo, che il suo destino è stato deciso da suo padre, Re Uberto. Il suo compito è quello di sorridere, salutare la folla e cavalcare verso il tramonto con la sua promessa sposa, la principessa Aurora, dopo la fine della sua maledizione. Ma solo qualche giorno prima del sedicesimo compleanno di Aurora, Filippo assiste a qualcosa di magico e tre fate gli dicono che lui è parte di una profezia che lo designa come colui che è destinato a sconfiggere Malefica, la signora di ogni male. All'improvviso Filippo sente di aver una scelta per la prima volta. Forse la magia può garantirgli la libertà tanto agognata. Tuttavia, avere la magia e lavorare con le fate per recuperare dei potenti e antichi artefatti sarebbe molto più facile se non dovesse avere a che fare con lei tutte le notti: Una ragazza chiamata Rosaspina che appare nei suoi sogni dall'altra parte di un mistico labirinto di rovi. Filippo non capisce come possa essere infastidito da una persona che non hai mai visto, eppure udire la ragazza ridere e prenderlo in giro per lui è peggio di qualsiasi incubo. Ma Filippo sta iniziando a capire che Rosaspina non è poi così diversa da lui e forse entrambi possono cambiare il proprio destino, sogno dopo sogno.
Salve lettori! A distanza di un anno esatto, vi parlo della seconda uscita della saga "Disney Prince": “Prince of Thorns and Nightmares” di Lindsey Miller, edito da Disney Hyperion, uscito il 4 di questo mese.
Il principe Filippo è un ragazzo piuttosto confuso. Non perché non sappia cosa fare della propria vita, anzi lo sa molto bene. Da quando era bambino sa che è destinato a sposare la principessa Aurora e a essere il suo eterno difensore dalla fata cattiva che ha tentato di ucciderla.
È confuso perché non sa se sarà in grado di assumere tale ruolo, né se vorrà farlo. Perciò passa le giornate a perdere tempo con piccoli atti eroici insieme alla sua scudiera Johanna. Pochi giorni prima che tutto ciò possa compiersi, uno strano incidente aumenta i dubbi nella sua testa: tre fate si presentano a lui e gli rivelano che è un mago destinato a compiere grandi imprese. Convinto che nelle parole delle fate possa esserci del vero, Filippo inizia il suo addestramento e si mette alla ricerca della spada della verità e dello scudo di virtù, le uniche due Armi in grado di ferire una creatura fatata. Nel frattempo, di notte, nei suoi sogni, incontra Rosaspina, una ragazza che è sempre stata con lui. I due diventano sempre più intimi e potrebbe essere arrivato il momento in cui iniziare a ricredersi sul suo conto.
"Siamo tutti pezzi su una scacchiera. Alcuni di noi ne sono più consci di altri e sanno come fare il loro gioco".
In accordo con la sensibilità contemporanea, i principi Disney sono tra i personaggi più odiati di tutta la macchina della casa di Topolino. Sono stati creati per incarnare il modello più desiderabile di figura maschile, ma alla fine risultano essere personaggi scialbi, che hanno pochissimo screen time e zero evoluzione narrativa. Il loro solo scopo è quello di provvedere in qualche modo al lieto fine dell'eroina. Tutto questo preambolo serve a capire da dove è dovuta partire Lindsey Miller.
Il progetto della saga è piuttosto ambizioso: trasformare questi personaggi poco accattivanti in eroi riconoscibili e apprezzabili, addirittura dei protagonisti. Rinarrare, poi, la storia de "La bella addormentata nel bosco"(1959), aggiunge un ulteriore livello di complessità al compito. Riproporre la storia così com'è, oltre a non aggiungere nulla di nuovo rispetto al film, equivale a ignorare il fatto che il contesto culturale di oggi è enormemente diverso da quello degli anni '60. In particolare, ciò che non si può più permettere di dare ai propri lettori sono:
-un personaggio femminile passivo che incarna lo stereotipo della fanciulla casta e pura;
- un rapporto d'amore che si sviluppa nell'arco di qualche ora;
- un bacio non consensuale.
L'autrice, conscia di ciò, ha fatto di tutto per aggiustare il tiro. Ma è davvero possibile operare un simile cambiamento senza che nessun plot point venga toccato?
Scopriamolo insieme.
"Non puoi vivere la tua vita odiando qualcosa solo perché qualcuno crede che tu debba farla. Le maledizioni e le benedizioni funzionano sempre, che vogliamo o meno."
Il principe Filippo si è rivelato essere un personaggio interessante, forse più di Eric del libro precedente. Il suo conflitto è verosimile, comune a chissà quanti di noi e si vede che c'è uno sguardo fresco rispetto alla sua vicenda. È un ragazzo di buona famiglia, privilegio che spesso ignora (ragion per cui è rimproverato da altri personaggi), che come moltissimi altri del suo rango è predestinato a percorrere un cammino che hanno scelto per lui.
Certo, è libero dalle preoccupazioni della maggior parte delle persone di quei tempi, ma non può scegliere chi amare e come vivere. È insicuro, ingenuo, insomma ben lontano dal modello del principe azzurro senza macchia e senza paura che ci hanno propinato in passato. La sua evoluzione è interessante e il mio giudizio finale su di lui è quello di un esempio di mascolinità positivo e di un personaggio con cui è possibile empatizzare.
Passando alla sua metà, la principessa Aurora/Rosaspina, bisogna dire che anche lei ha subito una bella trasformazione. È molto più presente rispetto al film, scopriamo di più sulle sue aspirazioni ed è decisamente più attiva. L'unica pecca è che a volte mi sembra davvero tanto distante dall'immagine della principessa della pellicola del 1959 e quando le scene del film si alternano a quelle del romanzo si sperimenta una sensazione straniante. Merita, invece, solo plauso l'espediente con cui l'autrice costruisce la relazione amorosa tra i protagonisti.
Con un espediente magico riesce a creare una storia convincente senza incorrere nel pericolo di non rispettare quanto visto nel film. Si serve in questo anche del motivo "enemies to lovers", molto apprezzato al giorno d'oggi.
Infine, veniamo alla questione scottante del bacio: il bacio diventa consensuale e si usa sempre un espediente magico per farlo. Devo però dire che non mi ha convinto. L'ho trovato troppo didascalico e si sarebbe potuto trovare un modo migliore.
"La maledizione si compirà, ma sei tu a essere in conto delle tue azioni e delle tue reazioni. Rifiutare ciò che ti è stato offerto sarebbe un po' come tagliarsi il naso solo perché qualcuno che non ti piace ha detto che è bello."
Per il resto il libro si è dimostrato essere una lettura piacevole pur con qualche difetto. La storia è scorrevole e interessante. Direi anche originale per alcuni punti di vista. C'è un colpo di scena importante che proprio non mi aspettavo, nonostante sia stato costruito in maniera convincente, cosa di cui ci si accorge in retrospettiva. Ho trovato leggermente frettoloso il finale, ma forse dipende dal fatto che erano tutte scene già viste nel film.
Un difetto che mi ha dato maggiormente fastidio deriva dalla scelta di rendere il libro più attuale. Capisco che è bene presentare mondi narrativi in cui vivono personaggi di ogni genere, orientamento sessuale e professione, però c'è un fatto. Il film del 1959 parla esplicitamente di "quattordicesimo secolo" e il contesto è quello medioevale/rinascimentale europeo. Purtroppo leggere di coppie sposate omosessuali, di personaggi non-binary e di cavalieri donne fa venir meno la mia volontaria sospensione dell'incredulità. Va bene che i regni siano luoghi funzionali, ma il riferimento a luoghi e periodi storici reali cozza con quanto detto dall'autrice. Questo però è un fatto personale e ci tengo a sottolineare che mi ha dato fastidio solamente perché si fa riferimento a un periodo storico in cui tutto ciò sarebbe stato, se non impossibile, alquanto improbabile.
Consiglio la lettura a coloro che apprezzano un buon fantasy stand-alone, anche High fantasy, e a chi apprezza i retelling fiabeschi.
Non sappiamo se ci sarà una terza aggiunta a questa saga, ma lo spero. Adattare Eric e Filippo per un pubblico contemporaneo è una bella sfida, ma mai quanto scrivere dei principi di Biancaneve e Cenerentola. Almeno i primi due hanno un nome…
Alla prossima lettura!
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