The Anatomy Duology
Quando Hazel si imbatte in Jack fuori dalla Società reale degli anatomisti di Edimburgo non ne rimane particolarmente colpita. Nel momento in cui però le viene proibito di frequentare i corsi del celebre dottor Beecham in quanto donna, capisce che il suo nuovo amico potrebbe tornarle molto utile. Perché con Beecham la ragazza ha stretto un patto: se riuscirà a superare l'esame di abilitazione studiando per proprio conto, potrà proseguire la carriera medica. Ma senza poter seguire le lezioni ufficiali, a Hazel non basta prepararsi sui libri: deve esaminare cadaveri. E, scherzo del destino, ha appena conosciuto qualcuno che si guadagna da vivere trafugandoli. Ma pure Jack ha i suoi problemi: loschi individui si aggirano per i cimiteri, i suoi amici scompaiono in circostanze misteriose, e la terribile peste romana, che già due anni prima aveva ucciso migliaia di persone, sembra essere tornata. E nessuno vuole occuparsene. Tranne Hazel. Ora i due dovranno unire le forze per scoprire gli oscuri segreti nascosti non solo in quelle tombe senza nome, ma nel cuore stesso della buona società di Edimburgo.
Salve salve!
Oggi parliamo di “Anatomy. Una storia d’amore” di Dana Schwartz, primo di una dilogia, uscito a gennaio per Oscar Vault Mondadori.
Siamo a Edimburgo nel 1817, un anno brulicante di idee e di scoperte, soprattutto in campo medico.
Hazel Sinnett ha 17 anni e appartiene a una famiglia altolocata, eppure non è l’idea del matrimonio a farla emozionare, ma la chirurgia.
Hazel ha letto e riletto il “Trattato di anatomia” del Dottor Beecham, a suo tempo rivoluzionario, oltre a qualsiasi libro sull’argomento, e non perde occasione, tra piccoli esperimenti e ricucendo le ferite dei domestici, di mettere in pratica le sue conoscenze.
Il suo più grande sogno sarebbe quello di diventare un chirurgo, ma alle donne del suo tempo non è permesso di sognare una vita al di fuori delle mura domestiche.
Hazel però non si fa scoraggiare; forte di un padre assente e di una madre interessata solamente al benessere dell’unico figlio maschio che le è rimasto, decide di indossare i vestiti del fratello maggiore, venuto a mancare a causa della peste romana, e seguire il corso di anatomia del dottor Beecham III come George Hazleton.
Il suo travestimento, però, non dura a lungo e, in un disperato tentativo di dimostrare quanto potrebbe valere come chirurgo al di là del sesso, Hazel stringe un patto con Beecham: se supererà l’esame di abilitazione studiando da sola, non solo potrà diventare la sua assistente, ma il suo corso sarà aperto anche alle donne.
Hazel si mette subito all’opera, anche se è consapevole che studiare solo dai libri non le basta. Fortuna che il destino ha messo più volte sulla sua strada Jack Currer, trafugatore di cadaveri.
Ma i cadaveri non sono l’unica cosa che potrebbe unire Hazel e Jack, inconsapevolmente attratti l’uno all’altra come calamite. Tra loro scorre una corrente costante ma sotterranea, che sgorga silenziosa lasciando senza fiato.
Ma in città stanno succedendo cose strane, persone spariscono e ricompaiono prive di arti o di organi. Cosa nasconde la vecchia Edimburgo?
«Non sono una sciocca, Jack Currer, non importa cosa pensiate di me.»
«Oh, ve l’assicuro, Miss Sinnett, ho pensato molte cose di voi, ma che foste una sciocca proprio mai.»
La critica al libro che più leggo in giro è la quasi assenza della storia d’amore tanto proclamata dal sottotitolo.
In effetti la relazione tra Hazel e Jack viene portata avanti tra sottintesi e non detti, una storia d’amore secondaria alla mercé della vera storia d’amore a cui, secondo il mio parere, il sottotitolo si riferisce: quella tra Hazel e l’anatomia.
Hazel non si fa problemi a declamare il suo grande amore per la chirurgia, che permea ogni pagina ed è il nucleo portante dell’intera storia, a cui le varie sotto-trame sono sottomesse. Tutto quello che succede dipende da questo grande amore, che risucchia completamente Hazel e che determina il ruolo dei personaggi secondari.
C’è chi sostiene questo amore e riesce a vedere un sogno prendere forma davanti ai propri occhi, e chi si oppone, bruciante di ira e di gelosia, desideroso solamente di distruggerlo.
La nostra protagonista è Hazel, noi viviamo la storia attraverso di lei, e il suo amore… non è canonico.
È osservando attraverso le lenti di questa particolare storia d’amore che il romanzo, a mio parere, acquista tutt’altro significato e che l’importanza, o meno, data a determinate scene acquista un senso. In questo modo anche il finale acquista un significato ancora più terribile.
«Il sangue vi sporcherà le mani. Ma potreste scoprire che è persino in grado di sporcarvi l’anima.»
Hazel è una donna moderna nata in un periodo che non può comprenderla, che vorrebbe rinchiuderla, ma non può contenerla. Ovviamente la ricchezza e la nobiltà non guastano, ma ciò non toglie che Hazel è una ragazza piena di risorse, forte e allo stesso tempo fragile, sensibile. Qualità che le permettono di essere un ottimo medico, anche quando le scelte da fare sono terribili.
«Sapete, io non condivido le idee del nostro amico Straine riguardo alle donne. Quando si arriva alla mia veneranda età, cara Hazel, si accoglie con entusiasmo ogni nuovo cambiamento, e voi cos’altro siete se non una sorprendente novità?»
La storia è molto interessante. Il mistero è abbastanza prevedibile, ma non per forza noioso. Anzi, ho trovato la costruzione del romanzo davvero intrigante. Mi ha completamente catturata e si è lasciato leggere un irresistibile capitolo dopo l’altro.
Bellissima l’atmosfera di pericolo, di freddo, di ombre e mostri nell’oscurità, di giovani amori luminosi che rischiano di essere schiacciati dalla tremenda e buia realtà.
Immaginate una candela che crea un cerchio luminoso nelle sue immediate vicinanze, ma al di fuori di esso l’oscurità attende e non si sa cosa nasconde. Ecco, questa è l’impressione che dà leggere “Anatomy”. La nostra candela, ovviamente, è l’anatomia, eroe e nemico di questa storia che, secondo me, riesce ad incantare.
«L’amore null’altro è che la prolungata agonia che ci tormenta nell’attesa che finisca. La paura di perdere chi amiamo ci fa compiere azioni egoiste, sciocche e crudeli. L’unica libertà è la libertà dall’amore. Solo quando l’amore svanisce può dirsi sublime e rimanere cristallizzato nella nostra memoria per sempre.»
Il finale risulta un po’ troppo veloce, ma per me questa velocità è lo specchio della frenesia, della fretta e dell’ansia che caratterizza quei momenti, quindi non mi è dispiaciuta.
Adesso, però, devo assolutamente leggere “Immortality. A Love Story”, resistere non è proprio possibile!
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