Project Hail Mary

 

Genere: Sci-fi

Scritto da: Andy Weir 

28 febbraio 2023 

Quando Ryland Grace si risveglia, non ha assolutamente idea di dove si trovi né di chi sia. Vede solo che il suo corpo è collegato a decine di tubi, che gli oggetti intorno a lui cadono troppo velocemente e che i suoi due compagni di viaggio giacciono inermi nello spazio angusto che condividono. Poi, lentamente, la memoria riaffiora: Grace si trova a migliaia di chilometri dalla Terra, su una minuscola navicella spaziale lanciata a tutta velocità nelle profondità insondate dello spazio, unico sopravvissuto di una missione disperata per salvare il pianeta. Se fallisce, l'umanità è destinata a sparire a causa di misteriosi organismi che si nutrono dell'energia solare e che stanno rapidamente portando la Terra verso una nuova era glaciale. A bordo di Hail Mary, Grace è consapevole che ha pochissimo tempo a disposizione per neutralizzare il pericoloso nemico e che il destino della specie dipende unicamente da lui. O forse non è solo?

Ciao, lettrici e lettori!
Spero che le vostre prime letture dell’anno vi stiano piacendo. Quanto a me, credo di aver già trovato uno dei candidati al premio “Libro preferito di Sarah 2023”. E sappiate che è un posto molto ambito e combattuto! La cosa interessante della lettura che sto per proporvi è che si tratta di un’opera fuori dalla mia comfort zone, di un genere che apprezzo ma, al contempo, non mi fa impazzire. Le numerosissime valutazioni positive e le belle parole spese dai bookfluencer internazionali nei suoi confronti mi hanno però spinta ad affrontarne la lettura. Si tratta di “Project Hail Mary”, scritto da Andy Weir e edito da Mondadori!

“È come un videogioco. Bisogna esplorare la zona finché non si trova una porta chiusa, poi cercare la chiave. Ma invece di frugare tra gli scaffali di una libreria e cestini della spazzatura, devo cercare nella mia mente. Perché la chiave è il mio nome.”

La trama di quest’opera è all’apparenza semplice. Sono topoi ricorrenti nel genere sci-fi, eppure non è così scontato come credete. Sarà che non sono una grande appassionata del genere, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’opera.
Se non badassimo alla trama scritta sull’aletta della copertina, credo che la lettura sarebbe più intrigante. L’opera è narrata in prima persona, quindi siamo di continuo nella mente geniale e fortemente ironica del protagonista, scoprendo insieme a lui i dettagli principali della storia e il motivo per cui si trova nel luogo sconosciuto in cui si risveglia. Non ha memoria di come sia finito in quel posto né tantomeno di chi sia. Per questo, quando si sveglia dal coma farmacologico, con il corpo intubato e due compagni deceduti al suo fianco, e realizza di trovarsi sulla Hail Mary, una navicella spaziale gestita dalle braccia robotiche di un computer, cerca di appellarsi ai ricordi.
Viaggiamo continuamente tra il presente e i flashback del protagonista, finché i risvolti degli eventi non lasciano senza fiato sia lui che il lettore.
Sappiamo che l’umanità è minacciata dagli astrofagi, organismi che si cibano dell’energia solare privando i terrestri della luce e del calore. Questo condurrebbe il pianeta all’era glaciale e in meno di trent’anni potrebbe verificarsi la Sesta Estinzione. Sappiamo inoltre che nel momento in cui inizia a narrare si trova in un altro sistema solare: Tau Ceti. Sappiamo che il protagonista si chiama Ryland Grace, è lì per salvare la Terra da una morte certa e ad un certo punto scopriremo che non è da solo.

“Voglio trascorrere il resto della vita a studiare la biologia eridiana! Tuttavia, prima devo salvare l’umanità. La stupida umanità, che si frappone tra me e i miei hobby.”

“Project Hail Mary” è un libro che incuriosisce e cattura facilmente l’attenzione. C’è un filo di suspense continuo mentre si cerca di scoprire tutti i dettagli della trama e la narrazione in prima persona contribuisce a creare quest’effetto. Trovarsi nella mente del professor Ryland Grace è stato molto divertente! È un personaggio brillante, carismatico, sarcastico, ma anche molto sensibile. Weir ha costruito un protagonista dalla personalità completa e complessa, che è anche la figura comica per eccellenza in un momento così tragico. In più, è stato mandato lì in missione senza il suo volere e ciò produce ancora più amarezza, ma anche apprensione per le scelte compiute da Eva Stratt, parte dell’Unità Petrova (si riverisce alla Linea Petrova, i cui astrofagi stanno causando l’oscurarsi del sole) e incaricata dalle Nazioni Unite affinché risolva il problema. Come Ryland, anche Stratt ha una grande responsabilità sulle proprie spalle, dato che dalle sue decisioni (alcune opinabili) dipende il destino dell’umanità.
Nei flashback troverete una moltitudine di personaggi che man mano vi daranno sempre più informazioni finché non avrete il quadro completo della situazione in cui sia la Terra che Grace si trovano. Nei paragrafi dedicati al presente, invece, ad un certo punto farete la conoscenza di Rocky, il mio personaggio preferito! È anche a causa sua se ho pianto verso la fine e gli ho voluto bene come se fosse una creatura reale. Ryland ha elogiato più volte la sua intelligenza e anche per la me lettrice è stato un piacere conoscere le sue osservazioni.

"Scontroso. Arrabbiato. Quanto tempo è passato da quando hai riposato, domanda?"

Andy Weir ha saputo utilizzare e personalizzare il world-building in modo eccezionale. Il sistema stellare di 40 Eridani, infatti, esiste davvero e si trova a 16 anni luce dalla Terra. Anche la descrizione data degli eridiani è stata intrigante. Se l’ambiente terrestre non fosse letale per loro, non mi dispiacerebbe avere tanti Rocky su questo pianeta!
Ho amato anche la descrizione della navicella e le immagini presenti all’inizio del libro, le quali sicuramente hanno facilitato l’esperienza di lettura. Il fatto che i quattro scarafaggi (ossia le navicelle per mandare le informazioni sulla terra), o “beatles” in inglese, si chiamino effettivamente come i Beatles è stato veramente un colpo di genio per il mio umorismo rotto!

Infine, ho adorato lo stile di scrittura. È semplice, ma quando si scende in dettagli scientifici si complica un po’. Ho più volte temuto che le continue nozioni avrebbero potuto annoiarmi a lungo andare ma, grazie all’ironia e alla momentanea leggerezza dei personaggi, è stato piuttosto facile e interessante seguire il filo logico, senza il quale sarebbe stato totalmente impossibile comprendere la trama ed entrare pienamente nel romanzo. Ciò ha reso anche il ritmo narrativo più rapido.

Potrei parlare a lungo di “Project Hail Mary”, ma rischierei di fare troppi spoiler e rovinarvi la lettura. Nel caso non si tratti del vostro genere, vi consiglio di dargli ugualmente un’occasione come me. Potrebbe positivamente sorprendervi e vi prometto che il finale inaspettato ne vale assolutamente la pena!

Voto libro - 5














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