The Forest of Stolen Girls


Genere: Thriller


Scritto da: June Hur


3 luglio 2024


Suspense e atmosfera nei fitti boschi della Corea medievale. 1426. Isola di Jeju, Corea. Le sorelle Hwani e Maewol scompaiono in un bosco e vengono ritrovate prive di sensi nel cuore della foresta, vicine al cadavere di una donna. Cinque anni dopo, loro padre, il detective Min, inizia a indagare sulla scomparsa di tredici ragazze in quella stessa foresta. Ma poco dopo anche lui svanisce nel nulla. È così che Hwani decide di partire alla ricerca del padre per risolvere il caso che ha distrutto la sua famiglia. Mentre scava nei segreti del piccolo villaggio dell’isola, Hwani si scontra con quella sorella ormai divenuta per lei un’estranea, Maewol, e si rende conto che la risposta al mistero della foresta potrebbe nascondersi nei suoi ricordi sepolti... 


Salve Confine,
torno a voi dopo un bel po’ di tempo con la recensione di un romanzo veramente interessante, “The forest of stolen girls” di June Hur, autrice coreana di cui cercherò di recuperare i romanzi.
Ringrazio tantissimo la Giunti che mi ha inviato la meravigliosa copia cartacea di questo romanzo.

Ci troviamo nella Corea medievale del 1400.
Sull’isola di Jeju, nel villaggio di Nowon, tredici ragazze sono scomparse misteriosamente nella foresta. A questa notizia, l’ispettore Min arriva al villaggio per risolvere il mistero. Cinque anni prima anche le sue figlie hanno vissuto la stessa terrorizzante esperienza, proprio in quella foresta, e sono state ritrovate prive di sensi e dimentiche di tutto. Questo avvenimento ha cambiato la famiglia Min, costretta a lasciare il villaggio e a viverne le conseguenze.
Purtroppo, nel bel mezzo delle ricerche, anche l’ispettore Min scompare misteriosamente e una delle figlie, Hwani, si mette sulle sue tracce, decisa a ritrovarlo e a risolvere il mistero, ma non sospetta che, forse, la soluzione di tutto possa trovarsi annidata nei ricordi sepolti della sua esperienza traumatica.

“Puoi scegliere di restare in silenzio. Ma se lo fai, saresti soddisfatta di aver preso questa decisione negli anni a venire?”

Meravigliosa scoperta, per me, l’esistenza di questa autrice. Non ho mai letto nulla di suo e, dopo aver letto “The forest of stolen girls”, mi riprometto di andare a cercare altri suoi romanzi.
Questo in particolare è un mistery/thriller, young adult storico ambientato nella Corea del 1400, basato su avvenimenti realmente accaduti, che ci porta a conoscere la condizione della donna a quel tempo, in cui valevano regole sociali basate su un pesante patriarcato.
La protagonista è Hwani, una ragazza che, armata di grande coraggio, è decisa a risolvere il mistero delle ragazze scomparse e del padre a cui è toccata la stessa fine. Nel suo viaggio verso la verità è affiancata dalla sorella Maewol, che non vedeva da tanto tempo e con la quale non ha più un grande rapporto, nonostante quello che hanno vissuto, o forse proprio per quello.
A parte tutta la storia del mistero che, vi assicuro, è densa e carica di suspense e vi terrà in ansia per tutto il tempo, ciò che mi ha intrigato di più è il focus sulle relazioni familiari che dimostra come un’esperienza possa cambiare in base al punto di vista.
Hwani e Maewol, nonostante siano cresciute insieme, almeno fino al loro rapimento, hanno un’opinione decisamente diversa sul loro genitore. Hwani apprezza il padre, di lui ha una buona opinione ed è legata a lui da un bel rapporto.
Maewol, che dopo la tragedia è stata cresciuta da una vecchia sciamana di cui sembra aver assimilato il talento, non riesce ad avere una sola buona parola per il padre, non ha stima né fiducia in lui, sembra conoscere una persona totalmente diversa rispetto alla sorella.
Eppure le due riescono, nel loro disaccordo, a collaborare per la ricerca del genitore e ci fanno assistere alla ricostruzione del loro rapporto, che cambia e si consolida pian piano, mentre muovono cauti passi nel buio della foresta.

“Fare la cosa giusta è così terrificante. Eppure, così liberatorio.”

Un altro meraviglioso elemento del romanzo, per me, è costituito proprio dalla foresta, anzi dal modo in cui l’autrice è riuscita a renderla nelle sue atmosfere creepy e fumose, utilizzando un linguaggio evocativo che dipinge su tela un paesaggio denso e pesante, agghiacciante quasi, dove noi lettori ci ritroveremo immersi, vivendo nella paura, guardandoci alle spalle come le due sorelle, temendo che una figura oscura e malvagia possa coglierci di sorpresa e portarci chissà dove, dissolti nel nulla, spariti per sempre.

“Coloro che si definiscono “Nessuno” sono sempre persone di grande importanza. O persone che nascondono un segreto.”

L’autrice è stata proprio brava a creare l’atmosfera, ma anche le dinamiche, soprattutto quelle tra le due sorelle.
La sua penna fa di certo la differenza, in questo genere in particolare; mi sono sentita, dopo tanto tempo, completamente coinvolta e bloccata tra le pagine del romanzo, odiando il fatto di non poterlo leggere tutto d’un fiato, come avrebbe meritato, per via degli impegni della vita che esiste al di fuori dei romanzi che adoro.
Unica nota stonata, secondo me, è il poco spazio e il poco spessore che l’autrice ha dato ai personaggi di contorno, a un paio in particolare che avrebbero sicuramente fatto la differenza, ma questa unica pecca non disturba il romanzo, quindi va bene così.
Se amate essere scosse dentro e fuori da questo tipo di storie che mettono un po’ d’ansia, un filo di angoscia e un pizzico di paura, allora questo romanzo fa per voi, correte a leggerlo.
Buona lettura.


Voto libro - 4.5






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