The Knight and the Moth



La serie è composta da: 

1. The knight and the moth

2. The knave and the moon



Genere: Romantasy

Scritto da: Rachel Gillig

15 ottobre 2025

La profetessa e il cavaliere, in una favola gotica avvolta di mistero. Sybil Delling ha trascorso nove anni sognando di non avere sogni. Come le altre Divinatrici che vivono con lei nella Cattedrale, può prevedere cose terribili prima che accadano, e gente da ogni dove sfida le ventose brughiere del regno di Traum per farle visita e conoscere il futuro. Proprio quando le Divinatrici sono vicine alla fine dei loro anni di servizio, un misterioso cavaliere bussa alla loro porta. Maleducato, eretico e diabolicamente affascinante, il cavaliere Rodric non ha rispetto per le visioni di Sybil. Ma quando le altre Divinatrici iniziano a scomparire una dopo l'altra, Sybil non ha altra scelta che chiedere il suo aiuto per trovarle...



Salve salve!
Torna Rachel Gillig in Italia con il primo volume di una nuova dilogia: “The Knight and the Moth”.
Ringrazio Giunti per la bellissima copia cartacea.
Pront3 ad entrare nel regno di Stonewater?

“Tu conosci già questa storia, Bartholomew, anche se l’hai dimenticata. Te la racconterò nel miglior modo possibile, e prometto di essere onesta nel riportare i fatti. Se non lo sarò non farmene una colpa. Narrare una storia è sempre in parte mentire, no?”

Sei/Sybil è una Divinatrice della Cattedrale di Aisling. Da quasi dieci anni annega nell' acqua che sa di fiori putridi della Cattedrale e divina per chiunque paghi abbastanza. Stavolta dovrà divinare per il nuovo giovane re.
La prassi è sempre la stessa: il re le offre il suo sangue, la badessa la spinge sott’acqua, lei annega e sogna.
Sogna una moneta liscia da un lato e ruvida dall’altro, un calamaio, un remo, una campana e una pietra da telaio.
Questi simboli, che lei deve interpretare, sono presagi da parte degli Omen, delle divinità, i cui motti e credi sono legge nei vari borghi del regno.
Il nuovo re purtroppo non ha molta fortuna, poiché tutti i simboli che Sei interpreta sono a suo sfavore, ma questa cosa non sembra abbatterlo più di tanto.

«Spade e armature non sono nulla contro la pietra.»

La vita di una Divinatrice è isolata e monotona. Sono sempre in sei, hanno la badessa e i gargoyle, ma non hanno contatti con nessuno al di fuori della Cattedrale poiché sono considerate anch’esse divine.
Per questo quando il re e i suoi cavalieri visitano la Cattedrale, le Divinatrici decidono di approfittare della compagnia.
I loro dieci anni di servizio sono quasi finiti, manca poco e saranno libere da sogni, annegamenti e gargoyle, eppure non conoscono nulla del regno al di fuori delle mura delle Cattedrale.
Cosa che Rodrick Myndacious, il peggior cavaliere di tutta Traum, non perde occasione di sottolineare.
Sei e Rory si sono scambiati un solo sguardo e qualcosa è scattato tra loro… un’antipatia istantanea.
Sybil reputa Rory un uomo spregevole e indegno di essere chiamato cavaliere, Rory odia tutto ciò che Sei rappresenta. Eppure sembrano non riuscire a stare lontani…
Sei pensa e ripensa alle parole di Rory e decide di chiedere un favore (che si trasforma in un ricatto): accompagnare le Divinatrici nel borgo vicino per una sera di festa.
È molto strano che questa idea arrivi proprio da Sei, solitamente ligissima al dovere, ma le parole di Rory l’hanno infastidita non poco. E poi, farebbe anche di tutto per le sue sorelle.
Nonostante sperasse di non vederlo più, Sybil dovrà chiedere aiuto proprio a Rory quando le sue sorelle iniziano a sparire.
Una dopo l’altra, le Divinatrici scompaiono, la badessa non sembra essere interessata, ma Sybil non può abbandonare le sue sorelle, per questo cerca l’aiuto del re.
Nonostante il disappunto di Rory, che la reputa un burattino della badessa, Sybil stringe un patto con il re: lui la aiuterà a trovare le Divinatrici, ma lei dovrà accompagnarlo in una missione segreta.
Sybil accetta, senza sapere che quello che scoprirà stravolgerà tutto quello in cui ha sempre creduto e tutto ciò che è sempre stata.

«Cercherò le Divinatrici nei borghi.» La mia voce suonava lontana. «Prenderò in mano le redini.»

Sybil è un personaggio bellissimo, ha tante fragilità così come punti di forza. Uno di questi è proprio essere consapevole di ciò che potrebbe indebolirla e lavorare su se stessa per diventare più forte.
È cresciuta manipolata dalla badessa, l’unica figura materna che ricorda, ma nonostante le sue parole Sybil ha fatto di tutto per non dimenticare l’unico pezzo di sé della sua vecchia vita: il suo nome.
Forse una piccola parte di sé sentiva che la Cattedrale non potesse essere tutto, che forse, oltre ad essere una Divinatrice e avere gli occhi coperti da una benda, sarebbe potuta essere altro.
Per dieci anni Sybil non è stata altro che una Divinatrice, il suo valore dettato dal suo annegamento, e un pezzo di sei, e adesso che è rimasta sola e che il suo mondo è caduto a pezzi deve scoprire chi è e chi desidera essere.

“Era impossibile vedere i suoi occhi. Come per lui era impossibile scorgere i miei attraverso la benda. Tuttavia lo sentii, da qualche parte tra lo stomaco e la gola, l'istante in cui mi avvistò sul muro.”

In questo viaggio di scoperta di sé la accompagna Rory.
Rory che non impone mai il suo pensiero, che nonostante l’antipatia che dice di provare dimostra di capire Sybil e di vederla davvero, nonostante la benda che separa i loro occhi, che è uno spettatore incantato dalla crescita della donna e la assiste quando lei ne ha bisogno.

Adesso possiamo chiarire una cosa: questo NON è un enemies to lovers.
C’è antipatia all’inizio, astio, ci sono pregiudizi da entrambe le parti, si punzecchiano e si prendono in giro, ma sicuramente non si odiano, anzi c’è anche curiosità, una scintilla inaspettata, un feeling che fanno finta di ignorare.

«Per favore, Rory. Toglila. Voglio che qualcuno mi veda. Voglio che quella persona sia tu.»

E poi passiamo al mio personaggio preferito: il gargoyle con le ali di pipistrello.
Ho adorato qualsiasi cosa sia uscita dalla bocca di questa creatura: mi ha fatto morire dal ridere e mi ha fatto emozionare.
Il gargoyle dice tutto quello che gli passa per la testa, in modo sincero e schietto, senza filtri… ed è meraviglioso.

La trama del romanzo è molto interessante e davvero bella, è costruita benissimo e ha dimostrato che l’autrice ha una fantasia incredibile.
Inoltre, si riconferma la sua bravura: Rachel Gillig sa costruire delle storie particolari, ricche di elementi originali e scritte in modo meraviglioso.
Iniziare un libro di questa autrice è come essere trasportati in quel mondo, ha una prosa che cattura, è semplice e allo stesso tempo ha una cadenza poetica, magica.
Altro punto a suo favore è che questa storia, almeno per me, non ricorda la sua prima dilogia: ovviamente hanno dei punti in comune, ma l’autrice è stata bravissima a renderle uniche e distinguibili.
Questa dilogia sembra avere un tono meno oscuro, c’è una quest, una nuova famiglia pronta ad accogliere la protagonista, una fantastica spalla comica, ma l’oscurità trova il modo di fuoriuscire. Si percepisce nelle leggende raccontate, nei luoghi bui che visitano, nelle tradizioni messe in atto, negli sguardi che passano inosservati.

Devo dire che molti colpi di scena li avevo capiti, l’autrice ha piantato molti indizi e sono contenta di averli colti in modo corretto. Nonostante questo, sono rimasta comunque scioccata dal finale. Me lo aspettavo? Sì. L’ho superato? Ancora no.
Purtroppo però dobbiamo metterci l’anima in pace perché il secondo volume è previsto per il 2026, ma non c’è ancora una data precisa.
Baci.


Voto libro - 4.5








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