La donna che sparì con un libro


Genere: Narrativa

Autore: Idra Novey

Data: 16/03/2017


Una scrittrice in fuga
Una ricerca fino all’ultimo libro.


È l’ora di pranzo in un piccolo parco della periferia di Copacabana. Una donna rotondetta con i capelli grigi legati sulla nuca si ferma sotto un mandorlo. In mano ha una valigia e in bocca un sigaro. Sale su un ramo dell’albero e lentamente si inerpica fino in cima. Questa è l’ultima volta che Beatriz Yagoda, famosa scrittrice brasiliana, è stata vista. Di lei non c’è più traccia. Emma Neufeld però, la sua traduttrice americana, non è convinta. La scena della scomparsa ricorda troppo da vicino uno dei primi racconti della sua autrice. Una donna che non lascia mai niente al caso. Beatriz è per lei una seconda madre, una maestra di vita. Non può essere semplicemente sparita. Deve trovarla, e l’unico modo è prendere il primo aereo per Rio de Janeiro e mettersi sulle sue tracce. Lei è l’unica che può decifrare tutti gli indizi. Quando arriva in Brasile però Emma scopre di non essere sola. Alla disperata ricerca di Beatriz ci sono anche i suoi due figli, Raquel e Markus, e Rocha, il suo editore, deciso ad approfittare il più possibile dell’attenzione dei media. Trascinata dall’imprevedibile corso degli eventi, l’improbabile brigata si trova ben presto riunita in un albergo a Salvador de Bahia. Ma cercare di decifrare le tracce che Beatriz ha disseminato nei suoi libri si rivela più pericoloso del previsto. Perché anche un pericoloso aguzzino sta cercando la famosa scrittrice per un debito di gioco. E trovarla potrebbe anche significare ucciderla…


Buongiorno dolcezze,
ci ho messo un (bel) po’ di tempo prima di recensire “La donna che sparì con un libro” di Idra Novey e non perché non sia un buon libro, ma perché non ero sicura di averne capito il senso.
Mi sono sentita un po’ sciocca a non apprezzare a pieno un libro che è stato definito “Straordinario!” da nientepocodimenoche il The New York Times. Ma non è forse vero che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace?
Il libro racconta di come Beatriz, famosa scrittrice, un giorno sparisca nel nulla. Sulle sue tracce si mettono i figli, l’impostata Raquel ed il bel Marcus, il suo vecchio editore Rocha ed
Emma, traduttrice americana dei suoi libri, in eterno conflitto con se stessa, che vede Beatriz come una maestra di vita.
Trascinata dall’imprevedibile corso degli eventi, l’improbabile brigata si trova ben presto riunita in un albergo a Salvador de Bahia. Ma cercare di decifrare le tracce che Beatriz ha disseminato nei suoi libri si rivela più pericoloso del previsto. Perché anche un pericoloso aguzzino sta cercando la famosa scrittrice per un debito di gioco. E trovarla potrebbe anche significare ucciderla.
La storia è carina, a tratti divertente, scritta bene, ma non mi ha dato nessun batticuore e nemmeno quella tachicardia del “oh mio Dio, cosa succederà?”, che solitamente mi danno i gialli.
Più che un romanzo, sembra una poesia infinita e forse è proprio per questo che non me la sento di dire che non mi è piaciuto, perché lo spunto della storia è molto bello, ma lascia troppe curiosità senza risposte, troppi argomenti non approfonditi, cosa che mi ha lasciata un po’ a bocca asciutta e non mi ha fatta innamorare di nessuno dei protagonisti.
E’ una lettura un po’ più impegnativa del “da sotto l’ombrellone”, ma se volete passare un paio d’ore senza pensieri e con niente di troppo impegnativo, posso tranquillamente consigliarvelo.
E dopo questa recensione, non mi chiederò più perché il The New York Times non abbia preso in considerazione il mio straordinario curriculum.
Buona lettura!

Micaela 

Voto storia - 2 Carino


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