Per sempre o per molto, molto tempo


Autore: Caela Carter

Genere: Narrativa


Sballottati per anni da una famiglia all'altra, Flora e Julian non possono contare su molte certezze. Sanno di essere fratelli e che nulla, o quasi, li può separare, ma soprattutto sono sicuri di non essere mai nati: Siamo creature dell'oceano... siamo figli del caos... si ripetono, formulando strampalate teorie sulle proprie radici. Solo una cosa potrebbe convincerli del contrario: l'amore di Persona, la donna che finalmente li adotta e che non li abbandonerà mai, anche se a Flora le parole restano spesso sospese tra le labbra e Julian non può fare a meno di nascondere il cibo nell'armadio. Insieme a Persona il viaggio di Flora e Julian alla ricerca delle proprie origini può cominciare. A ogni tappa una nuova scoperta li attende: la sicurezza che l'affetto di una mamma dura "Persempre", che solo partendo dal passato si può costruire il futuro e, soprattutto, che famiglia è qualsiasi nucleo di persone che insieme vive, cresce, ama.

Buonasera, lettrici.
Avete mai provato la bellissima sensazione di sentire profondamente un libro prima ancora di leggerlo? Così, solo dalla trama.
È quello che mi è successo con il meraviglioso "Per sempre o per molto, molto tempo" di Caela Carter, edito da Mondadori.
Flora e Julian sono due fratellini di 11 e 10 anni e nella loro breve esistenza hanno vissuto un po' di tutto.
Impigliati tra le maglie dei servizi sociali, hanno viaggiato attraverso case famiglia e molteplici genitori in affido, fino ad essere adottati da Emily, la loro mamma "Persempre".
I due bambini non sono approdati incolumi in casa di Emily, o come la chiama Flora, Persona. Soffrono infatti di disturbi comportamentali e blocchi psicologici.
Flora non riesce ad esprimersi e per lungo tempo non ha parlato. Julian ruba e nasconde il cibo nel suo armadio per paura di morire di fame.
Inoltre, non avendo memoria dei loro genitori biologici, i due bambini credono di non essere nati come tutti i neonati, ma di essere spuntati magicamente sulla terra e, per motivare la loro convinzione, si inventano fantasiose teorie sulla loro provenienza.

"Noi eravamo nell'orizzonte. Emergevamo dal punto di cerniera tra cielo e terra. Eravamo nel cielo, nelle nuvole, tra le onde e nel deserto, nella foresta e tra le montagne. Eravamo ovunque e da nessuna parte. Eravamo esattamente dove siamo sempre stati da quel momento."

Durante il primo periodo di convivenza coi suoi nuovi figli, Emily si sposa e finisce per aspettare un bambino. Questa novità turba il precario equilibrio che avevano tutti appena conquistato. Flora si chiude in se stessa, Julian ruba sempre di più il cibo nella paura che presto saranno sbattuti fuori casa in favore del nascituro. I pensieri che tormentano la mente di Flora finiscono per mettere in allarme Emily, che riesce a trovare una connessione con la bambina e, grazie all'aiuto di uno psicologo, capisce che per aiutare i suoi figli deve intraprendere un viaggio che li riporti, a ritroso, nel punto esatto dove tutto è cominciato. La famiglia biologica.
Emily, anche soffrendo, capisce che dimostrare ai bambini che anche loro sono "nati", li convincerà ad aprirsi e farsi amare, accettare l'amore e il concetto di "Persempre". 
Così, per le vacanze estive, intraprendono questo viaggio che li riporterà dalle precedenti famiglie affidatarie fino alla tremenda casa bianca che Flora e Julian ricordano superficialmente, ma con grande terrore.

"Io e mio fratello veniamo dai granchi. Siamo fatti di una sostanza buona, ma bisogna fare fatica per raggiungerla.
La sostanza buona è protetta da un guscio duro che vi taglia le dita e vi scortica le mani quando cercate di aprirlo. Ma siamo fatti di una sostanza buona. Con un po' di pazienza ci si arriva." 

Riuscirà Emily ad arrivare alla sostanza buona di cui sono fatti i suoi figli? Arriverà ad abbracciare la loro piccole anime tormentate e a risanare il loro cuore spezzato? 
O dovrà arrendersi all'evidenza che Flora e Julian sono irrimediabilmente spezzati?
Ragazze che lettura!
Sono stata per tutto il tempo col cuore piccolo piccolo e dolorante per questi due cuccioli abbandonati.
Certo, conta il fatto che sono una mamma, ma vi giuro che immedesimarmi
nella sofferenza di questi due piccoli protagonisti mi ha dilaniata.
Il romanzo è raccontato dall'undicenne Flora, che ha la mente confusa e la lingua bloccata dalle parole difficili e non solo. 
Vivremo tutta la vicenda attraverso i suoi occhi che si sforzano di non piangere per non dispiacere Persona, la mamma adottiva, che lei chiama in questo modo perchè è la sua persona preferita al mondo.
Lo stile si adegua benissimo ai pensieri di una bambina col suo retaggio. Ritroveremo concetti e pensieri ripetuti, espressi dalla mente di Flora, che rafforzano il pathos della situazione.
Linguaggio semplice e diretto, sincero come solo i bambini sanno essere, e una poesia disarmante che ritroveremo, tra un capitolo e l'altro, nelle teorie sviluppate dai due fratellini su come sono venuti al mondo.
Non ci sono eroi e eroine in questo romanzo, ma persone vere, che affrontano le situazioni, il dolore, le difficoltà come meglio possono, lasciandosi buttare giù quando diventano pesanti, ma rialzandosi quando la vita lo richiede.
Ho apprezzato la caratterizzazione di Emily.
Lei è una mamma con le sue debolezze e le sue paure, reale nella riluttanza con la quale si imbarca nell'avventura del viaggio, ma risoluta nell'ottenere le risposte che i suoi bambini cercano.
Una lettura scorrevole ed emozionante che provocherà il famoso pizzicore agli angoli degli occhi.
Vi prego, avvicinatevi a questo romanzo anche se non rispecchia i vostri gusti, non ve ne pentirete.
Un abbraccio.


Voto libro - 5 Wow Meraviglioso



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