Mio assoluto amore
Genere: Narrativa
Autore: Gabriel Tallent
Uscita: 10 Aprile
«Tu sei la cosa più bella che c'è. In te tutto è perfetto, crocchetta,
ogni dettaglio. Sei l'ideale platonico di te stessa. Ogni tuo graffio,
ogni piccola spellatura è l'inimitabile elaborazione della tua bellezza e
del tuo essere selvaggia. Sei come una naiade, come una ragazza
cresciuta dai lupi. Tu sei la mia cosa numinosa in un mondo profano, di
tenebra.» Mio assoluto amore racconta l'adorazione di un padre per la
figlia, un sentimento da lei ricambiato in maniera cupa e alternante.
Pressoché isolati in una vecchia casa di legno, in una parte selvaggia
della California, eccoli, loro due, meravigliosi e contorti, unici. Il
padre violento e sboccato, maniaco delle armi, e sua figlia
quattordicenne, Turtle, incapace di parlare alle sue compagne di classe,
muta per troppo amore filiale, sopraffatta dal dolore e dalla passione
per un uomo che non le ha mai comprato un vestito, che le ha insegnato
soltanto a cacciare, uccidere gli animali, scuoiarli, curarsi da sola e
che, per anni, le ha sussurrato all'orecchio di un mondo là fuori
sfinito, chiuso nella morsa di un consumismo impazzito, un mondo che
loro devono rifiutare, sradicare dalle loro menti, odiare insieme.
Salve lettori!
Stavolta non vi parlerò di un fantasy, stranamente, ma di un libro che, sin dalla trama, ero consapevole sarebbe stata una lettura intensa e impegnativa.
Il libro in questione è "Mio assoluto amore" di Grabriel Tallent, edito Rizzoli, uscito il 10 aprile nelle nostre librerie.
Protagonista di questa storia, tutt'altro che semplice, è Turtle, una ragazzina di 14 anni.
Turtle vive in una casa su una collina, una vecchia casa di legno abitata non solo da lei e suo padre, Martin, ma da qualsiasi altro animale: ragni, topi, termiti. E oltre il frutteto, in una roulotte, abita suo nonno con la sua vecchia cagna.
La vita di Turtle è questa: allenarsi con il fucile, fare colazione con le uova aperte direttamente in bocca e la birra di Martin, aspettare il pulmino che la porti alla scuola media, ignorare la sua insegnante, tornare a casa, pulire le sue pistole, andare dal nonno, andare a dormire.
E, a volte, sentire le braccia di Martin avvolgersi intorno al suo corpo e portarla nella sua stanza. La sua vita continua così, tra rabbia, vergogna, odio per suo padre e se stessa, per la sue bruttezza e le donne che incontra nella sua scuola, delusione verso se stessa e la sua incapacità di imparare.
Ma le va bene così, ha suo padre che la ama, suo nonno che la chiama tesoro e le insegna tutto ciò che sa, ha il suo fucile, la sua pistola e il suo coltello.
Finché non incontra Jacob.
Jacob e Brett sono due ragazzi del primo superiore che trova a vagare, persi, e che decide di aiutare.
E Jacob, con le sue citazioni letterarie, il suo modo di ascoltare il silenzio di Turtle e capirlo, il suo modo di guardarla... Jacob innesca qualcosa dentro di lei, le fa desiderare altro, le fa aprire gli occhi su suo padre, sull'odio che provano, sull'impossibilità di continuare a vivere in quel modo.
Ma il legame tra Turtle e Martin non è facile da spezzare, non quando ad esso sono legati un amore ossessivo e possessivo che spesso si tramuta in odio puro e velenoso.
Sappiamo tutti qual è la soluzione a questo sentimento: la morte.
Ma la morte di chi, di cosa e come?
Stavolta non vi parlerò di un fantasy, stranamente, ma di un libro che, sin dalla trama, ero consapevole sarebbe stata una lettura intensa e impegnativa.
Il libro in questione è "Mio assoluto amore" di Grabriel Tallent, edito Rizzoli, uscito il 10 aprile nelle nostre librerie.
Protagonista di questa storia, tutt'altro che semplice, è Turtle, una ragazzina di 14 anni.
Turtle vive in una casa su una collina, una vecchia casa di legno abitata non solo da lei e suo padre, Martin, ma da qualsiasi altro animale: ragni, topi, termiti. E oltre il frutteto, in una roulotte, abita suo nonno con la sua vecchia cagna.
La vita di Turtle è questa: allenarsi con il fucile, fare colazione con le uova aperte direttamente in bocca e la birra di Martin, aspettare il pulmino che la porti alla scuola media, ignorare la sua insegnante, tornare a casa, pulire le sue pistole, andare dal nonno, andare a dormire.
E, a volte, sentire le braccia di Martin avvolgersi intorno al suo corpo e portarla nella sua stanza. La sua vita continua così, tra rabbia, vergogna, odio per suo padre e se stessa, per la sue bruttezza e le donne che incontra nella sua scuola, delusione verso se stessa e la sua incapacità di imparare.
Ma le va bene così, ha suo padre che la ama, suo nonno che la chiama tesoro e le insegna tutto ciò che sa, ha il suo fucile, la sua pistola e il suo coltello.
Finché non incontra Jacob.
Jacob e Brett sono due ragazzi del primo superiore che trova a vagare, persi, e che decide di aiutare.
E Jacob, con le sue citazioni letterarie, il suo modo di ascoltare il silenzio di Turtle e capirlo, il suo modo di guardarla... Jacob innesca qualcosa dentro di lei, le fa desiderare altro, le fa aprire gli occhi su suo padre, sull'odio che provano, sull'impossibilità di continuare a vivere in quel modo.
Ma il legame tra Turtle e Martin non è facile da spezzare, non quando ad esso sono legati un amore ossessivo e possessivo che spesso si tramuta in odio puro e velenoso.
Sappiamo tutti qual è la soluzione a questo sentimento: la morte.
Ma la morte di chi, di cosa e come?
"C'è
un'interiorità spaventosa in te" dice. "Guardati. Sei una cosina così
graziosa, maledizione. I tuoi occhi. Li guardo e vedo... niente. Dicono
che puoi guardare una persona negli occhi e conoscerla, che gli occhi
sono una finestra sull'anima, ma io
guardo nei tuoi e c'è solo buio, per me, crocchetta. Sono sempre stati
bui, per me. Se c'è qualcosa in te, non lo si può leggere, non lo si può
conoscere. La tua verità, se esiste, si trova al di là di un valicabile
e irriducibile salto epistemologico."
Non solo per gli argomenti di cui tratta, ma anche per il modo in cui è scritto. È un continuo flusso dei pensieri sconnessi, strani, impregnati d'odio, di Turtle, a cui si uniscono sprazzi di conversazioni ripetitive, quasi spossanti, reali.
È una lettura che vi segna sia a livello sentimentale che mentale, portando allo stremo la vostra coscienza quasi oltraggiata.
È un romanzo di formazione, di crescita, di educazione delle più dure.
Amerete Turtle, proverete pietà per lei, vorreste aiutarla, ma a volte la odierete anche, penserete che una bambina non può avere nessuna di quelle colpe, però alcune le ha.
Prima era una bambina, era succube dei pensieri del padre, lui era il suo amore e niente avrebbe potuto farle cambiare idea.
Poi però cresce, inizia a parlare con altre persone, inizia a conoscere un nuovo mondo e quello che le offre Martin non le sembra più giusto e unico.
Lei è più forte, lei può fermarlo, ma vuole farlo, riuscirebbe a farlo, riuscirebbe a lasciare l'unica persona che la ama? Lui ha solo lei, il suo assoluto amore, per sempre.
Martin è uno psicopatico. Lo capirete subito. È un uomo amante della filosofia, convinto che la fine del mondo è vicina per colpa del resto degli uomini che non pensano all'ambiente, ma solo ai propri interessi.
Tutto quello che fanno gli uomini è sbagliato per lui, tutti gli essere umani sono sbagliati per lui. Nel mondo, solo lui e Turtle. Nel suo mondo malato, lui, la sua crocchetta, il loro assoluto amore e il loro odio.
"Ti
stai dimenticando com'è la tua vita, Turtle, e non puoi dimenticartene,
devi mantenere il contatto con la realtà, perché se mai ne verrai fuori
è perché hai prestato attenzione e ti sei mossa con cautela e hai fatto
bene ogni passo."
Questa è una lettura tormentosa, spinosa, che colpisce nel profondo, striscia sotto pelle e non lascia pace. Inconsapevolmente, proverete la necessità di riprendere il libro in mano e continuare a leggere.
Continuare per scoprire cosa succederà alla fine, a cosa porta questo cammino disastroso e sofferto.
Non è difficile immaginare come potrebbe finire, ma non averne la conferma vi spingerà a continuare la lettura anche quando avrete bisogno di una pausa.
Voglio rassicurarvi, ci saranno, oltre alle scene molto profonde, anche momenti divertenti nella loro semplicità, tra Jacob, Brett e Turtle.
Voglio avvertirvi che il linguaggio è molto forte e ci sono anche diverse scene di violenza, sessuale e non, che possono essere difficili da digerire, mi sembrava corretto dirvelo.
L'unica cosa che mi ha lasciato un po' indisposta è il finale. Avrei desiderato una conclusione più completa, decisiva, ma ho comunque apprezzato ciò che ci viene dato.
Credo che "Mio assoluto amore" è un romanzo che mi resterà nel cuore a lungo. Turtle mi ha insegnato diverse cose, mi ha affascinato e fatto arrabbiare e fatta preoccupare, mi ha fatto provare troppe emozioni per poterla dimenticare troppo presto.
Baci
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