Iron Flowers
Genere: Fantasy
Autore: Tracy Banghart
Uscita: 29 Maggio
In un mondo governato dagli uomini,
in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero
essere più diverse l'una dall'altra. Nomi è testarda e ribelle. Serina è
gentile e romantica e ha sempre desiderato diventare una delle Grazie,
una delle mogli del principe. Ma il giorno in cui le due ragazze si
recano a palazzo, Nomi come ancella, Serina come candidata Grazia,
accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite.
Perché contro ogni previsione è proprio Nomi a essere scelta dal
principe come sua donna, non Serina... E mentre per Nomi inizia così una
vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, Serina,
accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene
confinata nell'isola di Monte Rovina, una prigione di donne ribelli in
cui per sopravvivere occorre combattere e uccidere. Per entrambe, la
fuga è impossibile e un solo errore potrebbe signifi care la morte.
Salve lettori!
Sono scomparsa per un po’ e vi chiedo scusa, ma eccomi di nuovo per parlarvi di “Iron Flowers” di Tracy Banghart, un nuovo fantasy young adult uscito ieri, 29 maggio, grazie alla casa editrice DeA.
Ormai, già sapete che parte dell’impressione che un libro ha su di me è dovuta dalla copertina. E in questo caso non è da meno.
La copertina di “Iron Flowers” è eterea, attraverso i colori, la posa, la font del titolo, pungente e tagliente, mostra la forza della donne.
Due elementi che sono protagonisti assoluti di questo libro.
A Viridia le donne non valgono nulla.
Non sanno leggere, non hanno la possibilità di scegliere, gli unici ruoli che possono adempiere sono quello di moglie, serva o lavoratrice in una fabbrica.
Alcune donne possono ambire ad un ruolo più prestigioso, ossia quello di Grazia.
Una Grazia è una donna che sa restare immobile, che conosce le buone maniere, sempre impeccabile, disposta ad accontentare il Supremo, il sovrano del paese, in ogni suo capriccio.
Sono scomparsa per un po’ e vi chiedo scusa, ma eccomi di nuovo per parlarvi di “Iron Flowers” di Tracy Banghart, un nuovo fantasy young adult uscito ieri, 29 maggio, grazie alla casa editrice DeA.
Ormai, già sapete che parte dell’impressione che un libro ha su di me è dovuta dalla copertina. E in questo caso non è da meno.
La copertina di “Iron Flowers” è eterea, attraverso i colori, la posa, la font del titolo, pungente e tagliente, mostra la forza della donne.
Due elementi che sono protagonisti assoluti di questo libro.
A Viridia le donne non valgono nulla.
Non sanno leggere, non hanno la possibilità di scegliere, gli unici ruoli che possono adempiere sono quello di moglie, serva o lavoratrice in una fabbrica.
Alcune donne possono ambire ad un ruolo più prestigioso, ossia quello di Grazia.
Una Grazia è una donna che sa restare immobile, che conosce le buone maniere, sempre impeccabile, disposta ad accontentare il Supremo, il sovrano del paese, in ogni suo capriccio.
“Serina
e Nomi erano come qualunque altra figlia nella gelida città industriale
di Lanos. Ma Serina aveva la propria bellezza. E Nomi aveva un
segreto.”
Nomi, a differenza di Serina, odia la figura della Grazia. Odia il fatto che le donne debbano annullarsi, vengano tenute nell’ignoranza e sfruttate. Odia che gli uomini abbiano tutto questo potere. Odia il fatto che sua sorella lo accetti e il suo desiderio più grande è cambiare tutto questo.
Il libro inizia con Serina che viene scelta come rappresentate della città come aspirante Grazia, col suo viaggio con Nomi verso Bellacqua e la descrizione del ballo che potrebbe cambiarle la vita.
Ma la serata non va esattamente come Serina aveva immaginato.
Le due sorelle restano a palazzo, sì, ma è Nomi a diventare Grazia, dopo un incontro/scontro con l’Erede, Malachi, mentre Serina resta come ancella.
Ma, come si suol dire, il peggio deve ancora arrivare.
Quando si è scontrata con l’Erede, Nomi era appena sgattaiolata via dalla biblioteca del palazzo, da cui aveva rubato un libro.
Rubare è già un grande reato, ma si amplifica se viene fatto da una donna che non dovrebbe neanche comprendere a cosa serva un libro.
Nomi, ribellandosi alle leggi di Viridia, ha chiesto a suo fratello di insegnarle a leggere e ha rubato quel libro perché le ricordava casa.
Ma quando vengono scoperte con il libro, ad essere accusata di saper leggere non è Nomi, ma Serina, che lo teneva solamente tra le mani e stava recitando a memoria.
Per non mettere in pericolo sua sorella, Serina si prende la colpa del reato, ma non avrebbe mai potuto immaginare che la pena per aver tenuto in mano un libro potesse essere quella di finire a Monte Rovina, un’isola adibita a prigione dopo una violenta eruzione.
Da questo momento, per entrambe le sorelle inizia una sfida, contro il potere, contro gli uomini, ma soprattutto contro se stesse.
Serina dovrà diventare il contrario di quello che era stata educata ad essere, dovrà combattere con le unghie e con i denti per sopravvivere in un inferno di rocce e violenza.
Nomi, invece, dovrà sottostare a tutte quelle regole ed etichette che ha sempre odiato, dovrà piegarsi agli uomini per trovare un modo per salvare sua sorella, finendo così immischiata in intrighi familiari e giochi di potere.
Una cosa, però, le accomuna: diventeranno pedine in un gioco molto grande e pericoloso, un gioco che potrebbe cambiare il mondo.
Ma, almeno stavolta, potranno scegliere che ruolo giocare?
Lettori, premetto di essere stata parecchio entusiasta per l’uscita di questo libro non appena l’ho visto nella newsletter della Dea, che ringrazio per avermi permesso di leggerlo in anteprima.
E, a parte un paio di elementi che non mi sono andati molto a genio, è stata una lettura emozionante e molto bella.
Sin dall’inizio, il romanzo si è dimostrato altro rispetto a quello che pensavo, stupendomi con un inaspettato colpo di scena, ossia la scelta di Nomi come Grazia.
Secondo colpo di scena è stata la separazione delle due sorelle, necessaria, dato il bisogno di entrambe di capire il loro ruolo, le cose in cui credere e per cui combattere.
“Io non volevo che accadesse. Non è un premio, Serina. Dovremmo avere una scelta!”
“Questa era la mia scelta.”
“No. Non è una scelta se non si ha la libertà di dire no. Un sì non ha valore quando è l’unica risposta concessa!”
“Questa era la mia scelta.”
“No. Non è una scelta se non si ha la libertà di dire no. Un sì non ha valore quando è l’unica risposta concessa!”
È passata dall’essere una donna come le altre, sconfitta dalle leggi degli uomini, ad una pronta a tutto pur di tenere fede a se stessa e alle sue convinzioni. Ha subito un cambiamento profondissimo, ed è la sorella che ha davvero compreso il significato di essere oppressa, di essere comandata e umiliata e costretta ad essere inferiore. Ha scovato la sua forza interiore, ha scoperto i suoi diritti e ha capito cosa significa davvero essere donna.
Anche Nomi ha affrontato un percorso, ma è stato un po’ deludente.
Lei, che doveva essere la ribelle, si è lasciata plasmare dalla corte. Per necessità certo, infatti, tenta in tutti i modi di salvare Serina, ma è come se si fosse fatta intontire dalle belle parole e dai regali. Ammetto che il suo cammino non l’ho apprezzato in pieno.
A compiere un bel percorso sarà anche il rapporto tra le due sorelle.
Invidia, rabbia, odio, amore, tristezza, paura, disperazione, orgoglio.
Sia lontane, che vicine, lotteranno per salvarsi a vicenda, perché il legame che le lega è più forte di qualsiasi legge o condanna.
La storia è raccontata dal punto di vista di Nomi e Serina. Nessuna delle due avrà vita facile, quindi ogni capitolo è un alternarsi di sfide, che siano tra le rocce aguzze di Monte Rovina o tra i viscidi corridoi del palazzo del Supremo.
Non riuscirete a staccarvi dal libro troppo facilmente, vi avverto. Io tornavo alla lettura non appena avevo un momento di pausa. È facile perdersi tra le pagine di questo libro, anche grazie alla scrittura fluida e semplice della scrittrice.
Arriviamo dunque al finale, e prometto che poi mi fermo. Ecco, il finale mi ha fatto rimanere malissimo. Così tanti capitoli e tante lotte per arrivare a questo punto e poi... boh, la scrittrice termina così, senza mettere un punto fermo alla storia.
Ci sono due opzioni, una positiva l’altra negativa.
Se “Iron Flowers” resta uno stand alone, ossia incompleto per me, allora questo finale è abbastanza deludente.
Se invece, a dispetto delle notizie inesistenti di un seguito, questa storia, con un enorme potenziale da poter sviluppare, verrà proseguita, allora questo finale è un ottimo spunto per un secondo rivoluzionario volume.
Spero davvero tanto che la scrittrice appoggi la seconda versione. Mi dispiacerebbe vedere una storia così bella e forte sprecata, inoltre desidero troppo sapere cosa ne sarà di Serina e Nomi e come potrebbe evolversi la loro vicenda.
Hanno davvero ancora tanto da raccontare e spero che la scrittrice se ne renda conto.
Baci
Voto libro - 4
Genere: Fantasy
Autore: Tracy Banghart
10 Settembre
10 Settembre
L’attesissimo seguito di Iron Flowers. Una serie ribelle all’insegna del girl power.
Se c’è una cosa che Nomi ha imparato durante i mesi trascorsi a corte è che non bisogna arrendersi mai. Nemmeno quando tutto sembra perduto. Nemmeno quando Malachi, l’uomo che ama più di se stessa e legittimo erede al trono, viene spodestato dal fratello minore e bandito dal regno. Disperata, Nomi sa che le rimane un’unica speranza: raggiungere la sorella Serina nella prigione di Monte Rovina. Ma al suo arrivo non trova ad aspettarla le donne vinte e ferite che ha sempre immaginato. Perché le prigioniere di Monte Rovina si sono ribellate: alle loro ingiuste condanne, al loro ingiusto destino di donne. E Serina, la dolce, remissiva Serina, è il capo della rivolta. Il dolore, la violenza e la sofferenza hanno cambiato sia Nomi che Serina, eppure le sorelle sono pronte a combattere l’una al fianco dell’altra. Per liberarsi dell’usurpatore e per ristabilire la giustizia – e l’uguaglianza – in tutto il regno. Perché, a volte, per costruire un mondo migliore bisogna prima ridurre tutto in cenere. L’attesissimo seguito di Iron Flowers: il capitolo conclusivo di una serie straordinariamente attuale che parla di libertà, di sorellanza, di resilienza e, soprattutto di femminismo.
Salve lettori!
In attesa dell’uscita di un libro che sto aspettando, ho deciso di recuperarne uno pubblicato nel 2019: “Iron Flowers. Regina di cenere” di Tracy Banghart, seguito di “Iron Flowers” e ultimo libro della duologia “Grace and Fury”, pubblicato da DeA Planeta.
Ovviamente già potete immaginare che farò spoiler sul primo libro.
Le donne di Monte Rovina si sono ribellate.
Ispirate dal rifiuto di Serina di uccidere una prigioniera per il cibo, le donne hanno attaccato i soldati che le maltrattavano e deridevano, conquistando l’isola che è stata il loro incubo e la loro casa.
Serina è diventata la leader di queste donne e, insieme a Val, cerca una soluzione per portarle via dall’isola e in un luogo in cui possano essere libere, lontane dalle limitazioni e la barbarie di Viridia.
Altre, però, vogliono tornare a Bellacqua, lì hanno famiglie, sorelle e madri da aiutare, inoltre vogliono vendicarsi degli uomini che le hanno private della libertà e costrette a diventare assassine.
Intanto Nomi è stata condannata da Asa, il nuovo Supremo, che l’ha usata e ingannata, a marcire su Monte Rovina insieme a Malachi, il vero Erede, che è in punto di morte.
Per colpa di Nomi, Viridia è passata da un sovrano crudele e bigotto ad uno psicopatico, violento e subdolo.
Nomi non si dà pace, ma incatenata su una nave non può fare nulla. Però poi arriva a Monte Rovina, ritrova sua sorella completamente cambiata, una guerriera, l’opposto della Grazia che era destinata ad essere, e la speranza rinasce.
Possono le due sorelle cambiare Viridia, liberare le donne dal giogo di leggi ingiuste e sessiste e permettere loro di iniziare a vivere davvero?
“Nomi aveva visto Serina nei panni di un’aspirante Grazia, e in quelli di una guerriera. La guerriera Serina aveva vinto. E adesso anche Nomi sarebbe diventata una guerriera.”
“Iron Flowers. Regina di cenere” è uscito un anno dopo il primo volume, e se, come me, non avete una memoria di ferro non temete. L’autrice inserisce nella narrazione riferimenti agli eventi di “Iron Flowers”, così che possiamo rinfrescarci la memoria mentre leggiamo delle conseguenze delle azioni di Serina e Nomi.
Le due sorelle hanno subìto una trasformazione radicale, psicologica, emotiva e anche fisica.
Serina doveva essere la ragazza perfetta, la Grazia con l’aspetto impeccabile e il comportamento altero, invece è diventata prima una prigioniera e poi una guerriera, una ribelle. Adesso combatte e uccide, è un capo, prende decisioni e le esprime. È diventata ciò che Viridia ha tentato di eliminare con le sue leggi contro le donne, è una minaccia incontenibile.
Oltre all’asprezza del luogo, è stata la sofferenza a temprarla, la perdita delle donne con cui aveva legato e che sono morte davanti ai suoi occhi per lei.
Nomi invece è diventata una Grazia, si è adattata alla corte per trovare un modo per salvare sua sorella. Si è fatta abbindolare da promesse e bugie, dalla prospettiva di un cambiamento, si è sentita dire ciò che desiderava e si è fidata del principe sbagliato, firmando la sua condanna a morte, quella dell’Erede che avrebbe potuto effettivamente cambiare le cose e amarla, e dell’intero paese.
Entrambe, comunque, nonostante gli errori e le difficoltà, non si arrenderanno al volere degli uomini e allo stato delle cose, ma faranno ciò che gli uomini temono le donne facciano: combatteranno senza mai fermarsi.
A differenza del primo volume, questo è molto veloce e non molto entusiasmante. L’ho letto in una giornata e non mi è sembrato formato da 375 pagine.
I punti di vista narranti sono sempre quelli di Serina e Nomi, quindi seguiamo entrambe nelle loro avventure e viviamo lo svolgersi delle loro trame.
Forse, il fatto che seguiamo entrambe le sorelle contemporaneamente, e che i capitoli riescono a dare un punto ad ogni tappa del loro cammino, contribuisce a rendere la lettura serrata e, di conseguenza, molto veloce.
Parlando delle emozioni, invece, ammetto di non averne provate, e non dipende dal fatto che di partenza non mi aspettavo chissà cosa da questa lettura. Semplicemente mi è stato difficile entrare nella storia al punto tale da provare panico, paura che fallissero o gioia. Saranno stati i capitoli concisi oppure il fatto che essendo una duologia sapevo che in qualche modo finiva e basta senza sorprese.
Non posso dire che è un libro brutto, la storia è carina, dà tanto su cui riflettere e ha due protagoniste per cui è facile tifare. Inoltre la trama cattura e i colpi di scena invitano a continuare senza staccarsi dalla lettura, ma manca di profondità. Forse perché sono passati due anni da quando ho letto il primo libro e mi era passato l’entusiasmo, ma la lettura non mi ha lasciato nulla, ho semplicemente concluso una serie.
Sulla cover non mi esprimo, potete immaginare.
Baci
Voto libro - 3
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