Reincarnation Blues


Genere: Narrativa Contemporanea

Autore: Michael Poore

Reincarnation Blues è una storia travolgente che combina armoniosamente alto e basso, filosofia orientale e narrativa popolare e di genere. Poore ci guida in compagnia del suo fantastico protagonista Milo in un universo di inesauribili mondi e scoperte, ci fa sognare. è un romanzo che commuove e diverte, fa arrabbiare e soprattutto dà speranza. È un libro che, in tempi difficili come questi, ci aiuta a pensare, a combattere, ad avere fiducia nelle cose belle.
Un libro da tenere sempre vicino, da regalare, a cui ripensare nei momenti più duri e anche in quelli più magici.

Al centro del romanzo troviamo Milo, un’anima davvero antica: ha già vissuto 9.995 volte e non ha nessuna intenzione di smettere. Anziché cercare di raggiungere la perfezione, il nirvana, che gli sembra una cosa piuttosto noiosa, egli preferisce infatti continuare a vivere una vita dopo l’altra rimanendo nel ciclo della reincarnazione, così da poter continuare la sua relazione con la Morte (o “Suzie”, come preferisce essere chiamata). Ciò che ancora Milo non sa è che le anime non sono eterne: si sta rapidamente avvicinando il momento in cui il suo ciclo si esaurirà e lui sarà cancellato per sempre se non raggiungerà la perfezione. Avrà solo altre cinque vite per provarci, e gli serviranno tutte per riuscire a salvare se stesso e, forse, l’intero genere umano.
Reincarnation Blues ci porta ovunque, dall’antica India a una colonia penale posta su una lontana galassia del futuro, con soste a Vienna, sul Sole e nell’Ohio. Vivendo ogni tipo di esistenza immaginabile, Milo avrà la possibilità di scoprire cosa renda perfetta una persona.
Neil Gaiman incontra Kurt Vonnegut in questa dark comedy profondamente fantasiosa sui segreti della vita, della morte e dell’amore. 
 





Buongiorno lettrici e lettori, eccomi qui per una nuova recensione.
Ultimamente per me è stato un periodo ricco di emozioni positive e negative, delusioni e novità inaspettate a cui mi sto pian piano abituando, ma è quando apro un nuovo libro che mi s
ento di nuovo me stessa e ritorno davvero a casa. Sono sicura che è un pensiero comune tra noi amanti della lettura e sicuramente mi potete capire quando dico che ogni ora non aspetto altro che quel momento della giornata in cui posso ritagliarmi del tempo a tu per tu con le parole stampate di un libro. Magari fuori in giardino, con il sole che fa capolino tra le fronde di un albero, seduta in terra e circondata dalla serenità.
E mi interrogo sul senso di una vita fatta da lavoro, lavoro e ancora lavoro per solo brevi e fugaci attimi di felicità, serenità e amore. E in senso più generale riconduco le mie riflessioni sul senso della vita, sui mille perché dell’esistenza e della reale felicità. Le risposte a queste domande io non le ho, forse ci vorrebbero altre mille vite per rispondere a questioni del genere, o forse riconducendomi alla mia ultima lettura neanche quelle basterebbero.
Spesso diciamo che chi legge un libro si immerge in un’altra vita, quindi è come se vivesse molte altre volte tante quanti sono i libri letti e per il libro di cui vi parlerò oggi non c’è paragone migliore. “Reincarnation Blues” di Michael Poore, edito Edizioni e/o e uscito nelle librerie a inizio anno, è stato una lettura che se devo sintetizzare in una parola non saprei come definire. Per mia fortuna non devo farlo e ve ne posso parlare in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. 


 
“Quando vivi diecimila vite, dopotutto, finisci per saperla lunga. Milo aveva infarcito di così tanti insegnamenti ad esperienze la sua unica anima che la conoscenza si era pressurizzata e compressa al punto da trasformarsi in saggezza, proprio come del carbone che si formi in diamante. La sua saggezza era una sorta di superpotere.”

Anche solo definire il genere di questo libro è complesso: spazia dal fantasy allo storico, dal fantascientifico al distopico al noir con un viaggio attraverso ere, nello spazio e nel tempo alla ricerca quasi frenetica di una morale assoluta. Di un fine. Di riuscire a dare un senso alla vita.
Nasciamo, cresciamo, facciamo esperienze e sbagliamo attraverso la vita e gli occhi di Milo, anima antica alla sua novemilanovecentonovantaquattresima esperienza di vita. In questo universo ideato da Poore, infatti, ogni anima approdata nell’Aldilà può reincarnarsi in altre vite – umane, animali, piante, sassi –fino a raggiungere la Perfezione assoluta e unirsi all’universo stesso. Milo è stato di tutto nel corso della sua lunga esistenza, però sembra non prendere troppo sul serio l’obiettivo che è tenuto a raggiungere e nonostante sia l’anima più vecchia che cammina sulla Terra, non è necessariamente la più saggia e ogni volta non riesce a compiere quel passo avanti che lo farà finalmente giungere al riposo eterno.

Ad ogni sua morte Milo arriva nell’aldilà e ricorda tutte le sue precedenti vite e può scegliere la prossima sotto la guida di Nonna e Ma’, essenze eteree e allegorie delle divinità antiche che lo seguono e lo guidano. Ma Milo ha un buon motivo per non interessarsi troppo alle sue vite terrene: Suzie, la sua amata che da sempre lo attende al varco della vita terrena. Lei è la Morte, o una delle tante che adempie al fardello di raccogliere le anime alla loro morte sulla terra, e che inspiegabilmente si è legata a Milo sfidando tutte le regole dell’universo e del buon senso.
 
 
“Il male. A volte era qualcosa di concreto, che si presentava in modo chiaro. Come le volte che era nato musulmano e i cristiani erano il male, e le volte che era nato cristiano e i musulmani erano il male. Ringraziava Dio, in quelle vite, per aver reso tutto così semplice. Altre volte, malgrado il male fosse riconoscibile, era più difficile da combattere.”

Attraverso le vite di Milo sulla terra e i suoi interrogativi nell’aldilà su questa fantomatica Perfezione da raggiungere, percorriamo un percorso di crescita interiore illuminante. Perché lui è stato chiunque e qualunque cosa, da un giovane ragazzo di una civiltà sperduta, un sasso, un vecchio pescatore filosofo, una bambina-genio che viveva nello spazio, una mucca, un seguace del Buddha, un malato di mente, un prigioniero di una navicella spaziale e molto altro ancora. Ha fatto e detto di tutto, ma è ancora così terribilmente umano che non pensa molto al futuro e ambisce solo e unicamente alla felicità e all’amore.
Il romanzo è un equilibrio perfetto di avventura, sentimento, ironia, tristezza e umorismo, in una lettura semplicemente unica che mi ha catturato. Lo stile dell’autore è scorrevole, profondo con la giusta dose di descrizioni, ironia e realtà, la sua fantasia è irrefrenabile.
Per me è stato perfetto e non trovo punti a sfavore, ma se devo parlare oggettivamente, anche se io l’ho adorato comprendo che è un romanzo molto particolare che può non piacere a tutti. Però non posso fare altro che consigliarlo e se ha anche solo stimolato la vostra curiosità spero davvero che vorrete concedergli una possibilità.
Torno a immergermi tra i mille impegni della vita, tenendo a mente le cose importanti e continuando a pormi mille domande che, nonostante gli insegnamenti delle innumerevoli vite di Milo, rimangono aperte. A presto.



Voto libro - 5 Wow! Meraviglioso



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