Le tre bambine
Genere: Giallo e Thriller
Autore: Jane Corry
18 Ottobre
18 Ottobre
Tre bambine, quindici anni fa. Il legame di due sorelle spezzato per sempre. Una vita intera di bugie.
Vetrate artistiche. È una delle passioni di Alison
- una delle cose che sa fare meglio e che ama insegnare agli studenti dei suoi corsi d'arte in un college di Londra. Corsi con cui riesce a malapena a sbarcare il lunario. Forse per questo, quando un giorno vede l'annuncio di un lavoro come insegnante d'arte in una prigione maschile, spinta da un richiamo che neanche lei capisce fino in fondo, decide di candidarsi e, quando le offrono il posto, accetta. Molto presto, però, comincia a ricevere strani messaggi, i messaggi di qualcuno che sembra osservare ogni sua mossa...
Urlare, scappare. È quello che vorrebbe fare Kitty in ogni momento della sua giornata, ma i danni al cervello che ha riportato in un incidente di molti anni fa glielo impediscono. Vive in un istituto, costretta su una sedia a rotelle, non sa che cosa le sia successo, cosa l'abbia portata fin lì. Ma i pensieri, dentro il suo cervello bloccato, sono chiarissimi, e adesso che anche la memoria sta tornando certe immagini riaffiorano più potenti che mai... C'è qualcuno là fuori che conosce il segreto di Alison, e anche quello di Kitty. Qualcuno che sa che nulla delle loro vite è davvero come sembra. Qualcuno che conosce il legame tra loro. Un legame vecchio di molti anni, che nulla potrà mai spezzare. Perché c'è qualcosa di cui solo loro due sono a conoscenza, il demone che entrambe, ora, dovranno affrontare.
Amanti del thriller, eccomi di nuovo con una nuova recensione tutta per voi. Oggi vi parlerò di “Le tre bambine”, l’avvincente romanzo di Jane Corry edito Piemme.
Alison e Kitty sono le protagoniste della nostra storia, unite da un filo che le lega nonostante siano molto diverse tra loro.
Lo sono sempre state, ma ora più che mai.
Alison è una donna di trent’anni che vive in completa solitudine e diversi problemi economici, lavora saltuariamente come insegnante d’arte in corsi per adulti, dove insegna a creare vetrate artistiche.
È un lavoro che non le garantisce un sostentamento fisso, per cui quando scopre che il carcere vicino cerca un’insegnante d’arte decide di candidarsi, sebbene sia terrorizzata da quel mondo oscuro e ricco di contraddizioni, dove anche una parola sbagliata potrebbe attirare su di sé un interesse non richiesto.
Ali lo scopre suo malgrado subito dopo le prime lezioni, quando cominciano ad arrivare messaggi strani che la mettono a disagio e che risvegliano una paura legata a quindici anni prima, ad un un terribile incidente che ha cambiato la vita di Ali e ancora di più quella di Kitty.
Kitty è una giovane ventiduenne dalla mente vivace e orgogliosa, ma purtroppo non può trasmettere i suoi pensieri al mondo esterno perché, proprio da quell’incidente avvenuto tanti anni prima, ha riportato seri danni al cervello che l’hanno costretta su una sedia a rotelle con gravi deficit di memoria.
Forse però è giunto il momento di scoprire cosa è realmente successo quel tragico giorno.
Amici, se avete seguito alcune delle mie recensioni saprete che il genere thriller psicologico è quello che preferisco in assoluto, e il libro che abbiamo tra le mani non mi ha affatto deluso.
Il romanzo si divide in tre parti con un’alternanza dei punti di vista di Alison e Kitty, entrambi fondamentali per capire ogni aspetto della vicenda, ma diversissimi.
Ho trovato geniale la caratterizzazione di Kitty, che traspare dai suoi pensieri imprigionati in un corpo spezzato e affetto da amnesia.
La giovane donna ci appare subito arguta e quasi sfacciata, con dei pensieri che talvolta cadono nell’infantile, a indicarci quasi sicuramente il fatto che non ha avuto modo di progredire dall’incidente avvenuto a 11 anni, ma non cade mai nel vittimismo, o meglio non riesce mai ad apparirci come vittima dato che questa sua forza spesso si manifesta in cattiverie o capricci verso chi le sta attorno.
Man mano che procediamo con la lettura, nella seconda parte in particolare, scopriamo com’era prima della tragedia e questa antipatia non fa che aumentare.
Al contrario, Alison ci appare quasi più vittima di lei; è sempre stata sottomessa, la classica brava ragazza, studiosa e disponibile, ma adesso la troviamo anche impaurita e autolesionista, incapace di liberarsi dal senso di colpa per quello che percepisce essere stato il suo ruolo nella vicenda della sfortunata Kitty.
Quando poi Ali si ritrova immersa nel mondo del carcere, questa sensazione non fa che accentuarsi, creando un’atmosfera noir che ben si lega con le dinamiche della sua mente.
Essendo un thriller psicologico tutta l’azione si svolge in maggior misura nella mente dei personaggi, precisazione non necessaria per quanto riguarda Kitty, ma da tenere presente anche nella parte del libro che parla di Alison.
L’autrice ci inganna di continuo.
È spettacolare nel farci credere di aver capito tutto per poi condurci ad un finale inaspettato, tutto attraverso un continuo gioco mentale e psicologico. Non esistono buoni e cattivi, solo personaggi complessi che hanno fatto delle scelte, giuste e sbagliate, e ne subiscono le conseguenze.
Non ci sono serial killer o indagini, ma è un libro che parla del senso di colpa e di come esso possa cambiare la vita di una persona.
Nel complesso ho trovato il romanzo coinvolgente, di quelli che non ti permettono di staccare gli occhi dalle pagine perché ogni fine capitolo portava ad un nuovo punto interrogativo.
E il fatto che i punti di vista di Alison e Kitty siano alternati mi ha inchiodata alla lettura in modo ancora più assoluto, costringendomi a procedere due capitoli alla volta.
La fine mi ha lasciata soddisfatta, soprattutto per l’ultima grande rivelazione dell’autrice.
Quale? Per scoprirlo non vi resta che leggerlo.
voto libro - 4.5 Meraviglioso
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