La donna che non invecchiava più
Genere: Narrativa
Autore: Grégorie Delacourt
6 Novembre
Ci sono quelle che non invecchieranno mai, perché se ne sono andate troppo presto. Ci sono quelle che invecchiano senza troppi patemi, perché hanno altro a cui pensare. Ci sono quelle che fanno di tutto per sembrare più giovani, per negare il tempo che passa, per tenersi stretto il marito... e a volte finiscono per perdere tutto. E poi c'è Betty. Betty che, misteriosamente, smette di invecchiare appena compiuti i trent'anni - la stessa età che aveva la madre al tempo della sua tragica e prematura scomparsa. Sul volto di Betty il tempo scorre innocuo e trasparente come acqua. Sarà forse lo sguardo intenso e innamorato e di suo marito a tenere lontane le rughe? A scongiurare gli effetti degli anni che passano inesorabili? Man mano che la sua "anomalia" si fa più evidente, la vita un tempo tranquilla di Betty comincia a vacillare. Perché un volto senza età è un volto senza storia, senza ricordi, senza passioni. Uno specchio vuoto in cui, presto o tardi, gli altri cessano di riconoscersi.
Buongiorno signore, alzi la mano chi di voi non ha mai sognato di rimanere per sempre giovane. Poche, vero? Il libro “La donna che non invecchiava più” di Gregoire Delacourt, edito DeA Planeta, tratta proprio di questo.
Martine ha avuto una vita normale per trent’anni. Quando è nata era una bambina come tante altre, con la crescita il suo corpo cambiava come quello di tutti, da bambina ad adolescente e da adolescente a donna, quando decide di cambiare nome in Betty, e poi moglie e madre. Nel corso di questa vita normale però qualcosa si dev’essere interrotto, perché appena superati i trent’anni si rende conto che il suo viso ha smesso di invecchiare e il passare degli anni non lascia più alcun segno. Sarà forse un caso che tutto ciò sia accaduto quando Betty ha raggiunto esattamente la stessa età della madre quando è morta lasciandola orfana a 13 anni? Un legame ancestrale con la donna che l’ha partorita e che morendo ha smesso d’invecchiare? E si tratta di un miracolo o una maledizione?
Quando ho visto questo titolo la prima cosa che mi è venuta in mente è stato il celebre film “Adaline e l’eterna giovinezza”. Avendo adorato il film ho voluto dare una chance a questo libro che tratta lo stesso tema ma in modo diverso, come ho potuto constatare dopo averlo letto. L’approccio dell’autore al tema dell’eterna giovinezza è più maturo e con una differenza sostanziale: la protagonista del libro, per quanto agli occhi di tutti bloccata dall’invecchiare, continua con un normale decadimento all’interno del suo corpo, per cui è destinata a morire comunque di vecchiaia e non vivere in eterno. Questo rende le due storie sicuramente molto diverse tra loro. Betty all’inizio si sente benedetta da quello che considera un dono dal cielo, dal momento che qualsiasi donna al mondo avrebbe desiderato trovarsi nella sua posizione, guardando il continuo scorrere del tempo senza portarne le tracce sul suo viso. Quella che sembrava una benedizione, nel lungo termine, si rivela una condanna. Lo scorrere del tempo, le rughe, mostrare la propria età sono parte del naturale andamento della vita e esserne esclusi è come essere esclusi dalla vita stessa. Che senso ha amare qualcuno con cui si è condiviso un quarto di secolo se questo tempo non viene mostrato sulla propria pelle? Se per il resto del mondo tu potresti essere la sorella di tuo figlio? Gli interrogativi che si pone l’autore tramite Betty sono leciti, infatti troviamo la protagonista confusa e imprigionata in una bolla di solitudine. In un mondo dove la giovinezza a tutti i costi è quasi uno standard che si insegue a tutti i costi, noi troviamo una donna che desidera con tutta se stessa invecchiare.
Si tratta di un libro particolare con uno stile narrativo unico, che scorre senza dialoghi, quasi come un continuo flusso di pensiero e diviso per tappe temporali della vita della protagonista, quasi un diario. Seguiamo Betty nella sua vita partendo dalla nascita fino al momento in cui la sua vita è cambiata, anche se ho trovato deludente non trovare una reale spiegazione per la condizione in cui si ritrova. Il tema è importante e fornisce uno spunto di riflessione, ma speravo di trovare qualcosa di più romanzato, mentre la storia della protagonista ci scorre tra le dita in modo veloce, forse sinonimo dell’immutabilità della sua condizione ma sicuramente poco coinvolgente. L’avrei preferito con un po’ di azione in più, mentre a volte l’ho trovato noioso e difficile da leggere. Per lasciare un po’ di mistero ovviamente non vi svelerò quello che tutte vorrete sapere: Betty guarirà dalla sua strana malattia o morirà giovane?
Lo consiglierei a chi desidera una lettura diversa che ci faccia magari rivalutare tutte quelle volte in cui davanti allo specchio avremmo voluto fermare il tempo sul nostro viso.
voto libro - 3.5 Molto Bello
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