Kill Creek
Autore: Scott Thomas
Genere: Horror
Dal: 29 Ottobre
IN FONDO A UNA STRADA STERRATA, mezzo dimenticata nel cuore del Kansas, sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l'ora di incontrare i suoi nuovi ospiti… Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. L'entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.
Salve Confine,
è stato un periodo pesante per me, in cui ho latitato per un po’ mio malgrado, di conseguenza ho tantissime letture di cui parlarvi e che sono sicura vi piaceranno un sacco.
Oggi vorrei raccontarvi un po’ di “Kill Creek” di Scott Thomas, uscito per Rizzoli a fine ottobre.
È una storia veramente da brividi che ho gradito molto leggere, anche se mi ha messo addosso un bel po’ di ansia. Ma andiamo a scoprire di cosa parla.
Quattro scrittori di horror famosi vengono contattati da un web influencer molto seguito per un’intervista che andrà in onda live la notte di Halloween.
Il problema è che nessuno dei quattro sa di essere parte di un’intervista multipla che fa parte di esperimento sociale e che avrà luogo nel posto più terrificante di cui si ha notizia negli ultimi tempi: la casa maledetta su Kill Creek.
A Sam McGarver, Sebastian Cole, T.C. Moore e Daniel Slaughter, non rimane che accettare, perché, ognuno per i propri motivi, hanno bisogno di un po’ di visibilità in questo momento della loro carriera.
Sam sta attraversando un periodo infecondo; il divorzio da sua moglie e gli oscuri segreti che lo perseguitano sin da bambino non gli permettono di concentrarsi sul prossimo romanzo.
Sebastian Cole, il più anziano e famoso tra tutti, ha bisogno di rimanere a galla, la morte del compagno e le avvisaglie di una malattia senile lo stanno trascinando nell’oblio.
Anche Daniel, scrittore horror e fervente cattolico, ha bisogno di visibilità e di nuove ispirazioni per rinnovare il suo stile e dirigere il tiro su un target diverso.
E poi c’è T.C. Moore, una scrittrice erotico- splatter il cui ultimo romanzo diventerà a breve un film da cui è stata esclusa per la scrittura della sceneggiatura per via della sua indole violenta ed estremista.
I quattro, insieme all’influencer e alla sua ragazza, nonché tecnico delle riprese, passano la notte nell’inquietante casa infestata da spiriti malvagi.
Ognuno di loro vive, all’interno di essa, un’esperienza che li lascerà abbastanza inquieti, riguardante i loro scheletri nell’armadio, ma quello che ancora non sanno e che mai immaginano è che la casa, mostratasi pressoché innocua durante quell’unica notte, non smetterà di perseguitarli una volta che l’avranno lasciata.
Perché? Cosa nasconde e cosa vuole da loro?
“Cosa
darei per dimostrarti che la forza dentro quella casa è reale? Che
accordo firmerei con gioia se solo potessi convincerti, caro lettore,
che ciò di cui ho fatto esperienza tra quelle mura non era frutto della
mia immaginazione? Niente. Non darei niente. Perché nel mio cuore so che
è vero. E se tu ancora ti rifiuti di credere al potere della casa sul
Kill Creek… ebbene… posso solo esortarti a visitarla tu stesso. Quando
l’avrai fatto, quando avrai varcato quella soglia e percorso quei
corridoi ombrosi, ci crederai. Ci crederai.”
Dottor Malcolm Adudel, Prateria di fantasmi.
Appena letta la trama, ho subito capito che questo sarebbe stato il romanzo che faceva per me in quel periodo, e così è stato. “Kill Creek” non mi ha delusa e mi ha tenuta in uno stato di ansia quasi insostenibile fino alla fine.
Il romanzo comincia lentamente. Ci presenta, uno ad uno, i quattro scrittori e l’ideatore dell’intervista. Ci fa un quadro ben preciso della situazione e dei personaggi, in modo da comprendere meglio quello che avverrà dopo, soprattutto durante la notte nella casa.
Tanta lentezza è comunque ben bilanciata da descrizioni e momenti che tengono alta l’attenzione del lettore.
Ci viene presentata anche la storia della casa, del suo costruttore, della sua triste fine e degli abitanti che verranno dopo di lui, fino alle sorelle Finch, emblematiche figure molto inquietanti.
Saremo riempiti fino all’orlo di aspettative terribili durante l’arrivo dei protagonisti nella casa e della conseguente notte che passeranno lì e sebbene nulla di molto spaventoso accadrà, quello che ci farà stare col fiato sospeso e il cuore che corre a mille è proprio quel senso di aspettativa continua.
La parte veramente inquietante e piena di pathos arriva quando i protagonisti lasceranno la casa, convinti di averla scampata, poveri ingenui!
È proprio a questo punto che saranno perseguitati, nel vero senso della parola, e in un modo che non riusciremo a comprendere se non verso quella che io chiamo “la terza parte del romanzo”, ovvero quando gli scrittori si accorgono che qualcosa non va, qualcosa accomuna la loro esperienza dopo la casa e sono praticamente costretti a tornarvi per mettere fine a tutto.
Qui è probabile che ce la faremo sotto!
Quello che accade è davvero imprevedibile e il finale, praticamente aperto, ci lascerà con un’inquietudine tale da voler nascondere il romanzo in un posto dove non vorremo più trovarlo.
La scrittura di Thomas è elegante e molto descrittiva, tanto che ho quasi visto un vero e proprio film mentre leggevo.
Nonostante la lentezza iniziale, la lettura è scorrevole anche se il ritmo non è omogeneo.
Non posso non dire che ho letto romanzi molto più horror di questo, ma “Kill Creek”, sebbene non abbia scene terrificantemente cruenti, ha avuto il potere di spaventarmi e di farmi entrare in uno stato di ansia tale che, a volte, ho dovuto interrompere la lettura.
Io ci vedrei davvero un film. I cliché ci sono tutti, ma lo sviluppo che prende è abbastanza originale e secondo me merita.
Lo consiglio agli amanti del genere e a chi si vuole avvicinare all’horror, ma che abbia forti coronarie.
Buona lettura.
Voto: 4.5
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