Roots of Chaos


La serie è composta da:

0. Un giorno di notte cadente

1. Il Priorato dell'albero delle arance
 



Genere: Fantasy 

Scritto da: Samantha Shannon 

28 novembre 2023


Tunuva Melim è una sorella del Priorato: da cinquant'anni si allena a uccidere le creature draconiche, ma è dall'epoca del Senza Nome che non se ne vedono, e ormai la gente inizia a mettere in discussione l'importanza del suo ordine. Intanto nel Settentrione la regina di Inys, Sabran l'Ambiziosa, ha sposato il nuovo sovrano di Hróth, allo scopo di rafforzare l'alleanza dei regni devoti alle Sei Virtù. Hanno una figlia, Glorian, che vive nascosta nella loro ombra, e non desidera uscirne. A Oriente i draghi dormono da secoli; Dumai ha trascorso tutta la vita in un tempio tra le montagne di Seiiki, officiando i riti in onore del potente Kwiriki. Ma ora un uomo riemerge dal passato di sua madre Unora, e dà una svolta al destino della ragazza. Una nuova era di terrore e violenza si avvicina: e quando il Monte dei Lamenti esploderà, spetterà a queste donne trovare la forza di proteggere l'intero genere umano dalla più terribile delle minacce.



Salve salve!
Oggi vi parlo di una delle mie uscite più attese del 2023: “Un giorno di notte cadente” di Samantha Shannon. Ringrazio tantissimo Mondadori Oscar Vault per la spettacolare copia cartacea!

Ambientato nello stesso mondo de “Il Priorato dell’albero delle arance”, ma 500 anni prima, questo romanzo ha dato vita alla serie “Roots of Chaos”.

È l’anno 509 e ai quattro angoli del mondo si sta dipanando la storia di quattro personaggi, ignari l’uno dell’altro, di come funzioni davvero il mondo, della loro storia e del fatto che il centro della terra si stia risvegliando…

Dumai, a Est, è nata e cresciuta sul Monte Ipyeda, a Seiiki. Insieme al suo migliore amica Kanifa si occupa della Campana Regina. Suonarla è proibito, poiché significherebbe svegliare gli dei dal loro riposo, un crimine gravissimo.
Dumai ha 27 anni quando la sua vita cambia completamente: scopre di essere figlia dell’Imperatore di Seiiki, la nuova erede al trono e la protagonista di un piano politico intricato e pericoloso.

A Ovest, Glorian Berethnet, 15 anni, erede al trono di Inys, vive spensierata la sua vita da adolescente. Sua madre è Sabran VI, la regina che ha salvato Inys e l’ha resa di nuovo potente. Glorian è principessa di Inysca e di Hróth, nel Nord, attraverso suo padre, Re Bardholt I. Glorian è una Berethnet, erede del Santo, ma ha nelle vene il ghiaccio e il ferro del Nord, purtroppo smorzato dal distacco di sua madre, mai soddisfatta, mai affettuosa.
Anche la vita di Glorian cambierà presto: il suo matrimonio è stato annunciato e con esso l’obbligo di procreare l’erede che terrà in vita la casata Berethnet, secondo la volontà del Santo, per proseguire la catena che tiene imprigionato il Senza Nome.

Terzo narratore è Wulfert Glenn, figlio adottivo di due baroni di Inysca, si trova al Nord alla corte di Re Bardholt. Su Wulf girano tante voci, per lo più malevole, secondo cui sia maledetto, poiché è stato trovato, poco più che neonato, dal Barone Glenn ai margini della dimora della leggendaria strega di Inysca.


Tunuva Melim è la narratrice del Sud, un’iniziata del Priorato dell’Albero delle Arance, la società segreta fondata da Cleolind Onjenyu per proteggere Lasia dal Senza Nome, che la Madre ha sconfitto nonostante le storie tramandate da Galian Berethnet, il Santo di Inysca.

Tunuva ha 50 anni, ha una relazione con Esbar uq-Nāra, la futura Priora, le prime a vivere un rapporto d’amore allo scoperto (le sorelle del Priorato devono donare tutte se stesse alla Madre e non possono lasciarsi distrarre da altri sentimenti). Nonostante la presenza di Siyu, figlia di Esbar, la donna porta in sé un dolore assoluto e indelebile. 

La vita tranquilla del Priorato viene scossa dall’arrivo di una maga straniera, Canthe, e dalla fuga di Siyu.


Il 509 è anche l’anno in cui il vulcano che ha creato il Senza Nome ha eruttato di nuovo. Cinque temibili creature sono emerse dalla sua bocca e così l’incubo ha inizio…


Come per la recensione de “Il Priorato”, quello che vi ho raccontato non è neanche un pezzettino piccolino di quel che succede in “Un giorno di notte cadente”. Il romanzo copre circa 3 anni di storia, dal 509 al 512, nei quattro angoli di un mondo ampio ed estremamente ricco di storia, cultura, leggende, reali e fasulle.

Un lavoro magistrale quello fatto da Samantha Shannon sotto ogni punto di vista. 

Io posso solamente inginocchiarmi alla sua bravura, alla precisione, all’immaginazione, allo studio e alla dedizione dell’autrice.

“Un giorno di notte cadente” è il frutto del desiderio di Shannon di ampliare un mondo che ha tantissimo da offrire e si vede. Nonostante le 880 pagine, mi ritufferei nuovamente in questo mondo per continuare a scoprire la storia di personaggi, eventi e la verità dietro le numerose leggende di cui veniamo a conoscenza.

Samantha Shannon non ha scritto solamente un’epopea fantasy, ha scritto un libro di storia, un libro di epica, un libro sulle donne, un libro senza discriminazioni.
Pensare alla portata di questo romanzo è quasi spaventoso, perché è un lavoro immane ispirato dagli eventi storici e dalla geografia del nostro mondo, adattati a un mondo di fantasia complesso e magnificamente stratificato.
Io posso solo dire di essere folgorata da questo romanzo e dall’autrice.


Attraverso i suoi personaggi femminili, Shannon affronta temi di un’importanza, anche attuale, non indifferente.
Parla di maternità, di maternità volute ma finite troppo presto in modo tragico, e di maternità forzate, imposte, temute, che diventano, tristemente, l’unico valore di una donna.
Tutte le Berethnet, nonostante la saggezza o la bravura politica, hanno un unico compito che garantisce il loro valore e il loro ruolo: la nascita di una figlia, l’anello della catena successivo il cui unico scopo sarà quello di procreare un’altra bambina. Una catena considerata sacra, ma che nasconde, alla base, un intento crudele e ingiusto. Lo stesso dovere di qualsiasi erede al trono, quando donna, di garantire una successione, anche quando il pensiero del tocco di un uomo risulta oppressivo.

Shannon parla di dolore, qualsiasi tipo di dolore, quello causato dalla perdita (di figli, amori, parenti); da ferite fisiche e mentali; dalla separazione. Parla di una miriade di emozioni, di forza, di coraggio, di ingiustizie. Parla di verità e bugie, leggende e miti, di magia, tanta magia.
Parla di amore, talmente tanti tipi e tutti così dolci! C’è amore passionale, amore non corrisposto ma sempre rispettoso, amore amicale, amore familiare, amore materno, amore messo alla prova, amore per gli dei.

Impossibile non parlare della rappresentazione, così naturale, così giusta. Iniziare un libro di Samantha Shannon, da questo punto di vista, è come prendere una boccata d’aria fresca dopo aver respirato solo fumo.
Non parlo solo di rappresentazione sessuale, ma anche di età. Le protagoniste dei libri fantasy, anche se adulte, raramente superano i 30 anni, invece Shannon ha creato personaggi come Tunuva ed Esbar, che a 50 anni sono due delle guerriere più forti e ineguagliabili del Priorato.

Dal punto di vista stilistico, be’ anche in questo caso non posso fare altro che inginocchiarmi a Shannon. Seguendola sui social so che è una studiosa appassionata delle lingue, dell’etimologia delle parole e della storia, per questo i termini scelti e le espressioni non sono passate inosservate.
Dietro questo libro c’è uno studio meticoloso, qualsiasi aspetto si decida di considerare, dal più generale al più particolare.
Anche il dettaglio all’apparenza più insignificante serve a costruire un word building intricato e particolareggiato. Un mosaico in cui ogni piccolo pezzo non si incastra alla perfezione solamente con gli avvertimenti narrati nel libro stesso, ma formano una parte di un’opera ancora più estesa e maestosa atta a definire l’intera storia del magnifico e complesso mondo della serie “Roots of Chaos”.

Nonostante la lunghezza la lettura scorre, la narrazione incanta, le descrizioni prendono vita davanti ai nostri occhi, le vicende conquistano (mi sono ritrovata a pensare a questi personaggi nei momenti più disparati).
Mentre “Il Priorato” l’avevo divorato, “Un giorno di notte cadente” l’ho dovuto (per cause esterne) assaporare con calma. Sarò sincera, all’inizio temevo che un blocco del lettore fosse in arrivo, ma lo stile elegante, attento, scorrevole, romantico e poetico di Shannon, così come le vicende, non mi hanno permesso di lasciar andare il libro. Sappiate che la prima parte è una sorta di introduzione ai personaggi e alla situazione storica del momento, quindi potrebbe risultare statica; ma il ritmo è coerente con le vicende di riferimento e si adatterà man mano che la situazione evolve.

Penso che qualsiasi cosa io possa dire sia riduttiva. Questo libro è un’esperienza che deve essere vissuta per comprenderla, è epica allo stato puro, è cronaca storica, è studio antropologico, è alchimia, è magia.
Non so se lo sapete, ma è stato annunciato un terzo libro, un altro prequel. Io so su cosa lo vorrei, ma in realtà qualsiasi periodo storico mi va bene, ci sono talmente tante cose da approfondire in questo mondo!
Baci


Voto - 5




 Genere: Fantasy 

Scritto da: Samantha Shannon 

30 Novembre 

La casa di Berethnet ha regnato su Inys per mille anni ma ora sembra destinata a estinguersi se la regina Sabran IX non si sposerà e darà alla luce una figlia. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra della corte. A vegliare segretamente su Sabran c'è Ead Duryan, adepta di una società segreta che, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys... Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l'epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.


Salve lettori!
Questa recensione avrà come protagonista un libro uscito il 30 novembre ma che io ho potuto leggere davvero in super anteprima grazie alla casa editrice Oscar Vault, ramo della Mondadori.
Il libro in questione è il fantastico ed imperdibile “Il priorato dell’albero delle arance” di Samantha Shannon, una giovane autrice che, a 27 anni, ha scritto un capolavoro, degno di diventare un pilastro del genere fantasy.
Ma passiamo a quel pizzico di trama che posso raccontare.

“È nei momenti in cui la storia manca di far luce sulla verità che si generano i miti.”

In Occidente, Sabran IX Berethnet, trentaseiesima regina di Inys, deve sposarsi e partorire un erede. Secondo la sua religione, è l’unico modo per garantire al suo regno la pace.
Ead Duryan, all’apparenza, è una semplice domestica nel palazzo della regina Sabran, in realtà è stata incaricata di proteggerla e tenerla in vita, perché anche nella sua religione, nonostante non sia la stessa, la discendenza Berethnet è fondamentale per impedire il ritorno del Senza Nome.
In Oriente, una giovane donna sta per vedere il suo sogno realizzarsi, finché uno spettro d’acqua compare dal mare e rischia di mandare tutto a monte.
Sabran, Ead e Tané sono tre donne completamente diverse le cui strade sono indissolubilmente legate, a loro insaputa, da un millennio.
Ma non sono le uniche pedine di questa enorme scacchiera: Lord Arteloth Beck, migliore amico della regina cresciuto tra gli agi della corte, e l’alchimista Niclais Roos, nemico della corona e un ubriacone esiliato, giocano ruoli inaspettatamente fondamentali.
Nonostante le immani differenze culturali e religiose, mille anni di odio, chiusura e incomprensioni, Oriente e Occidente si ritrovano con un nemico comune, il cui obiettivo è far sprofondare il mondo nel caos, e per sconfiggerlo servirebbe un’alleanza improbabile e una Riforma senza precedenti.

Miei cari lettori, questo che vi ho raccontato è una piccola parte del primo libro della serie. Il rimo su sei! La storia creata dalla Shannon è meravigliosamente intricata e sviluppata in ogni piccolo dettaglio, ognuno di essi con un compito fondamentale nello sviluppo della trama.
Questa è la cosa che mi ha colpito di più: la storia è minuziosamente dettagliata e i singoli particolari non vengono abbandonati, ma hanno tutti un ruolo da svolgere nell’ampia tela costruita dall’autrice.
Quasi che il destino, ogni volta, ci mettesse lo zampino. Ed è proprio questo: nello svolgimento delle scene, felici o sfortunate che fossero, si percepisce la presenza di qualcosa di più grande, di prestabilito. Nel bene o nel male le cose dovevano andare in quel modo, perché le conseguenze, poi, sarebbero state utili a fini della storia. Quindi confermo le voci, sì è un continuo “mai una gioia”, ma con un criterio, quindi non amareggiatevi rischiando di rovinarvi la lettura e godetevi l’intreccio geniale che l’autrice è stata capace di creare.

Per me questo libro è incredibile, non solo per la bellezza, ma per la complessità, l’idea, lo sviluppo: è un lavoro egregio, epico, indimenticabile.
Il mondo, i personaggi, la cultura, la religione, i miti, tutto è sviluppato in maniera approfondita, chiara e reale.
Conosciamo l’Occidente della corte di Sabran, con le sue regole arcaiche e fortemente legate alla religione delle Sei Virtù, gli intrighi, i giochi di potere e i pettegolezzi. Il loro credo è nel Santo, Galian Berethnet, colui che ha sconfitto il Senza Nome con Ascalon, la sua leggendaria spada, ha fondato Inys e ha dato vita alla discendenza delle regine, la cui vita impedisce al Senza Nome di ritornare.
Il mito cambia in Meridione, sede del Priorato dell’albero delle arance, casa di maghe che discendono da Cleolind, secondo gli occidentali moglie di Galian, ma in realtà colei che ha davvero ucciso il Senza Nome. Il compito delle sorelle del Priorato è quello di proteggere il mondo dal nemico comune di tutte le religioni: il Senza Nome e la sua armata draconica.
L’armata draconica è composta dai wyrm, bestie enormi, nere o rosse, ricoperte di scaglie e spuntoni, e alimentati dal fuoco dell’Utero da cui sono fuoriusciti, e dalle bestie nate dall’unione dei wyrm con altri animali.
Sono i wyrm che depredano, distruggono e infettano, ma per l’Occidente non fa differenza, gli orientali sono eretici perché considerano i draghi, creature completamente diverse dai wyrm, i loro dei e convivono con loro.
I draghi orientali, a differenza dei wyrm, derivano dalle stelle e dal mare, sono creature splendide, agili e colorate, che vivono a contatto con gli umani, governano e combattono con loro.
In Oriente li venerano e reputano un grande onore poter avvicinarsi a loro.
Il sogno più grande di Tané, quello che il forestiero sulla spiaggia mette a rischio, è quello di entrare a far parte del clan Miduchi e diventare un cavaliere di draghi.
Tutte le informazioni sulle varie culture le riceviamo dalle dirette interessate e dai narratori maschili, che vivono esperienze mozzafiato in luoghi lontani e con personaggi inaspettati, che smuoveranno le fondamenta del loro credo.

Ma, come ho detto in precedenza, le protagoniste prescelte sono Sabran, Ead e Tané.
Sabran sa qual è il suo compito, ma non riesce ad accettarlo. Non crede che per essere una buona regina possa solo sposarsi e rimanere incinta, deve poter fare altro, non può rassegnarsi a una vita che non desidera, il suo valore non può essere calcolato in base al suo parto.
La regina è una donna schiacciata dai doveri, dall’eredità, da persone che vogliono controllarla, da minacce di morte, dall’infelicità e dalle bugie, ogni giorno rischia di cedere sotto il peso di tutto questo, ma trova sempre la forza di rialzarsi, perché è anche una donna forte e una sovrana attenta, pronta a tutto per proteggere il suo regno.
Sin dall’inizio si capisce che Ead non è chi dice di essere, ma il lettore dovrà aspettare per scoprire la verità, nel frattempo può ipotizzare e imparare a conoscere un personaggio poliedrico, leale e coraggioso, con un compito che ha intenzione di portare a termine e una missione millenaria che accetterà di buon grado.
Tané è il mio personaggio preferito, perché è il più reale e umano tra tutti. È una ragazza con un grande sogno, secondo alcuni immeritevole di realizzarlo per la sua discendenza, che lotta quotidianamente, fino allo sfinimento, per poterlo realizzare. L’ansia, il senso di colpa e il non sentirsi abbastanza, l’accompagnano continuamente, ma è anche modesta, coraggiosa e rispettosa.
Diciamo che emotivamente mi sono ritrovata molto nel personaggio.

“Per essere legata a un drago non basta possedere un’anima d’acqua. Bisogna avere sangue di mare, e il mare non è sempre limpido. Non è mai omogeneo. Contiene oscurità, minacce, crudeltà. La sua furia può spazzare via intere metropoli. I suoi abissi sono insondabili, e non conoscono il tocco del sole. Essere una Miduchi non significa essere puri, Tané. Significa essere mare vivente. Per questo ti ho scelta: in te batte un cuore di drago.”

La mia “paura”, quando ho iniziato il romanzo, erano le pagine, quasi 800, ma credetemi, lo finirete in un niente, per vari motivi. Il primo è che la storia è meravigliosa e difficilmente riuscirete a staccarvi dal libro; secondo, l’autrice ha un modo di narrare fluido, scorrevole, dinamico, i capitoli finivano e le parti si susseguivano senza che me ne rendessi conto. Sono arrivata alla fine in un attimo e ne desideravo ancora.
Quando ho girato l’ultima pagina, il mio cuore ha fatto un tuffo, perché mi ero talmente abituata ad addormentarmi e svegliarmi con le avventure de “Il priorato dell’albero delle arance”, che terminarlo mi ha lasciato un senso di vuoto dentro.

È assolutamente il libro più bello che ho letto quest’anno, è un capolavoro, il sogno degli amanti del fantasy.
Devo aggiungere altro? Per favore, compratelo. Leggetelo, vivetelo e amatelo, poi fatemi sapere cosa ne pensate e speriamo insieme che la Oscar Vault organizzi un bell’ evento con la scrittrice!
Baci


Voto - 5







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