PHI-CHI-PI
Genere: Narrativa
Autore: Akilah Azra Kohen
22 Gennaio
In questo romanzo è vero solo ciò che è incredibile.
Can Manay è uno psicologo con molte ombre nel passato. Grazie alla sua filosofia di vita e ai suoi insegnamenti, ha ormai la popolarità di un guru ed è una potente e capricciosa star mediatica.
Un giorno, mentre visita una proprietà da acquistare in un quartiere defilato della città, scorge tra le foglie una ragazza, una ballerina, che con una grazia e un'armonia uniche si esercita nel giardino di casa. Per Can è una vera e propria rivelazione: davanti a sé c'è l'incarnazione della perfezione estetica, di ogni ideale di bellezza, il PHI.
L'uomo non può far altro che ricorrere a tutti i suoi mezzi e la sua ricchezza per conquistarla... Ma c'è qualcosa di più spietato dell'amore per una sola persona?
Inizia così la travolgente storia di Can e Duru, del suo fidanzato Deniz e di Özge, una giornalista che scoprirà scottanti segreti sul conto di Can.
Quattro personaggi intramontabili perché ci somigliano da vicino, ciascuno con i suoi traguardi da raggiungere e le sue ossessioni.
Buon fine settimana, lettori del Confine.
Oggi pongo alla vostra attenzione un romanzo veramente particolare, non per tutti, devo ammetterlo, ma molto interessante.
Si tratta di "PHI", della psicologa turca Akilah Azra Kohen, edito in Italia da Mondadori.
È il primo di una trilogia che ci accompagnerà in un viaggio nell'animo umano.
Can Manay è uno psicologo famoso che conduce anche un programma televisivo seguito in tutto il paese.
È un uomo particolare e intelligentissimo con la grande ossessione per il PHI, indice della sezione aurea, della
perfezione e dell'equilibrio tra linee, forme e armonia.
Solo le cose e le persone che corrispondono ai canoni del PHI, per Can Manay, sono degni della sua attenzione ed è così che rimane folgorato da Duru, una bellissima ballerina che vede per caso dal giardino di una casa che stava meditando di comprare.
Duru è fidanzata con Deniz, un avvenente musicista con il quale convive.
Can decide di comprare la casa, visto che si trova di fianco a quella dove abitano i due giovani, con l'intento di conquistare Duru, di farla sua a tutti i costi, perché tutto quello che è perfezione e armonia deve essere suo.
A questa vicenda si intreccia la storia di Bilge, giovane studentessa dalla brillante intelligenza, che ambisce a diventare assistente di Can Manay. Bilge ha una vita veramente dura, si occupa del fratello autistico e del padre ditrutto dal dolore, dopo tanti anni, per la perdita della moglie.
Un'altra vicenda che si intreccia a queste due è quella che riguarda Ozge, una giornalista ambiziosa in cerca della notizia che le cambierà la carriera. La trova scavando nella vita di Can Manay, venendo a conoscenza di uno scottante segreto che lo spicologo nasconde con attenzione, perché se venisse alla luce farebbe crollare la sua vita perfetta.
Ottimo esordio in Italia per questa autrice turca che sta conquistando il suo spazio negli scaffali delle librerie di tutto il mondo.
“PHI” e gli altri due volumi della trilogia sono diventati un caso letterario alla velocità della luce e, a quanto ho potuto scoprire, sono già diventati una serie TV molto seguita.
Come ho già premesso, la lettura di questo romanzo non è per tutti, soddisferà i palati dei lettori più esigenti e curiosi dell'animo umano.
Lo stile di scrittura, elegante e complesso, dona alla storia quel qualcosa in più che la rende speciale. Ma ammetto anche che proprio lo stile spesso rende la lettura lenta.
Questo non è per forza un punto negativo, perché PHI è un romanzo di introspezione che ci invita a rallentare e ad ascoltare il nostro io, per capire fino in fondo chi siamo e fino a che punto possiamo essere.
“Alcuni
si realizzano trasformandosi, perché non conoscono la ragione della
loro esistenza, o non se ne interessano, o magari perché amano
sperimentare la trasformazione; altri invece si realizzano progredendo,
perché sanno cosa sono, ma la questione, per loro, è “in che misura”
possono diventare. Io so cosa sono, mi interessa capire in che misura
potrò essere.”
“PHI” racconta la vita di ben 12 personaggi, alternando i punti di vista di tutti, un romanzo corale ma omogeneo.
Il personaggio principale è Can Manay, come ho già scritto, psicologo di successo, ossessionato dal PHI, che nasconde un grande segreto. Gli altri 11 personaggi intrecciano le loro vicende a quella dello psicologo, dando vita a un romanzo dove risaltano in primo piano le fragilità, i desideri, le ossessioni, le paure di ognuno di loro, che risultano così vivide e vere perché potrebbero essere quelle di ognuno di noi.
L'arte in tutte le sue forme, danza, musica ecc, è ben presente nel romanzo, dando risalto all'idea di armonia ed equilibrio del PHI.
Un tema fondamentale del romanzo, oltre a quelli citati, è quello dell'autoaffermazione individuale.
“PHI” ci invita a riflettere su chi siamo veramente, senza i condizionamenti sociali e le distrazioni quatidiane che ci fanno sviare e ci fanno perdere noi stessi.
Quanto siamo pronti a capire fino a che punto possiamo essere noi stessi e quanto siamo disposti a rischiare per esserlo.
Ognuno di noi nasce con un talento che lo rende unico e speciale, ma invece di concentrarci su quello e sfruttarlo al massimo del suo potenziale, ci facciamo condizionare dalle imposizioni sociali che ci rendono diversi da ciò che siamo veramente e che ci portano a fare quello per cui non siamo nati.
Ma “PHI” non è solo questo, è anche un romanzo di amore ossessivo e passione, di dedizione e ricerca.
Ho apprezzato molto questa lettura, ha avuto uno strano effetto su di me, soprattutto mentre leggevo.
Non so spiegarlo, ma era come se, nonostante la lentezza del ritmo narrativo, che di solito mi spazientisce e mi porta a mollare ogni tanto, mi sentivo trascinata dalla storia, legata alle pagine, non con passione o voglia di arrivare alla fine in maniera frettolosa, ma con pazienza e voglia di godermi ogni singola parola, riflettendo sui pensieri che mi colpivano maggiormente.
Mi sento di consigliare moltissimo questo romanzo, augurandomi che non vi facciate scoraggiare dalle prime pagine.
Buona riflessione.
Voto libro - 5
Genere: Narrativa
Autore: Akilah Azra Kohen
11 giugno
Chi, il secondo libro della serie che ha stregato milioni di lettori in Turchia, parla della capacità di sbocciare, crescere e ritrovarsi. I personaggi che nel primo libro, Phi, affrontavano tra mille difficoltà le proprie contraddizioni, in questo secondo volume cercheranno di riscoprire la loro essenza più profonda e di liberarsi da ciò che la imprigiona. Chi sta a indicare "la forza vitale che scorre nei nostri corpi" e questo libro è dedicato proprio a coloro che hanno il coraggio di essere se stessi: "La vita è solo un momento. Sta a te esserne padrone o schiavo".
Salve Confine,
Oggi torno a parlarvi di una serie che avevo messo un po' da parte dopo aver letto il primo volume. Non perché fosse brutto o altro, esclusivamente perché è particolare e, per quanto mi riguarda, va letto al momento giusto e nelle giuste condizioni.
Sto parlando della trilogia "PHI-CHI-PI" della scrittrice turca Akilah Azra Kohen, portato in Italia da Mondadori.
Se non avete ancora letto il primo volume, "PHI", ma intendete farlo, vi consiglio di non proseguire nella lettura di questa recensione in quanto sono costretta a fare piccoli spoiler.
Can Manay, il famoso psicologo dal carattere particolare, è riuscito a conquistare la bellissima ballerina Duru, di cui si era follemente innamorato, strappandola al musicista (e fidanzato) Deniz. I due cominciano una relazione estremamente passionale in cui prendono conoscenza e coscienza l'uno dell'altra. Ma ben presto la natura ossessiva del sentimento di Can prende il sopravvento, confinando la ragazza tra le sue braccia e allontanandola, pian piano, da tutto quello che per lei è importante e vitale, anche dalla danza stessa.
Duru è praticamente costretta a scappare. Can è distrutto dal dolore e cade nella spirale della disperazione, dando il via a una serie di comportamenti distruttivi che riemergono dalle ombre del suo passato.
Bilge, la sua assistente, ragazza mite ma determinata, come ricordiamo dal volume precedente, riesce a tirarlo fuori dal pozzo nero in cui Can è precipitato.
Lo fa con amore e dedizione, fino a guadagnare l'affetto dello psicologo.
Tutto sembra rimettersi a posto, ma quando le strade di Can e Duru si incrociano nuovamente l'oscurità che Bilge era riuscita a dissipare torna ad oscurare l'anima di Can, facendo esplodere la sua ossessione più potente e crudele di prima. Cosa succederà?
Mentre nel primo volume della trilogia il romanzo si sviluppava intorno al concetto del PHI, questo secondo volume ruota intorno al concetto del CHI, la linfa vitale che scorre in ognuno di noi e che grida a gran voce di essere ascoltata.
"Quando cerchi di allontanarti da te stesso la vita ti acciuffa e ti mette all'angolo in modo che tu non possa scappare. E ti tiene lì, all'angolo, finché non trovi la forza dentro di te e non vedi con chiarezza ciò che devi cambiare."
Ribadisco l'apprezzamento per il genere e rinnovo il pensiero che questa trilogia sia bellissima, ma non facilmente apprezzabile da tutti. La lettura è più o meno scorrevole, ma l'uso di un linguaggio ricercato ed elegante, a volte ridondante, non permette una lettura fluida e leggera. Ci si deve fermare di tanto in tanto, non è uno di quei libri da leggere tutto d'un fiato.
I personaggi sono presentati a 360 gradi e sono fortemente delineati, soprattutto dal lato psicologico. Ognuno di loro è sottoposto ad un duro lavoro di introspezione, attraverso il quale crescono, progrediscono o regrediscono, e in cui ognuno di noi potrebbe riconoscersi.
Le emozioni regalate da questa lettura sono molteplici e di diversa natura; non posso negare che talvolta, nelle parti descrittive, mi sono scoraggiata un po', ma ho tenuto duro perché la curiosità di sapere come sarebbero diventati i nostri protagonisti alla fine della loro metamorfosi è stata motivante.
Come l'altra volta, consiglio la lettura ad un pubblico veramente motivato.
Buona lettura.
Voto libro - 4
Genere: Narrativa
Autore: Akilah Azra Kohen
3 Dicembre
Arriviamo a noi stessi passo dopo passo, attraverso le scelte che facciamo. L’essere umano si forma scegliendo in ogni istante. Rinasciamo in ogni momento se facciamo la cosa giusta, altrimenti ogni volta muore una piccola parte di noi. Pi, il libro finale della trilogia-evento, ci fa il dono della nostra storia. Attraverso le scelte di Özge comprendiamo come le battaglie non si vincano attraverso la lotta e che c’è vera vittoria solo se non lasciamo il sentiero della rettitudine; attraverso Can vediamo come tutto ciò che facciamo torna indietro; Duru ci parla delle amare conseguenze che derivano dal valutare noi stessi solo attraverso gli occhi degli altri; Bilge ci offre la prova che possiamo esistere grazie alla nostra intelligenza e Deniz ci insegna a concentrarci su cosa sia davvero importante. Ognuno di questi personaggi indimenticabili ci dice qualcosa di noi stessi. Pi è il libro che ci permette di veder fiorire il seme che abbiamo piantato dentro di noi: “Ci gettarono nella terra, ma non sapevano che noi eravamo i semi”.
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