The Chronicles of Alice
Genere: Fantasy
Autore: Christins Henry
Nel labirinto di edifici pericolanti chiamata Città Vecchia, da un ospedale riecheggiano le urla delle povere anime al suo interno. Dentro, c'è una donna. I suoi capelli, un tempo biondi, pendono annodati dietro la sua schiena. Non ricorda perché è in un posto così orribile. Ricorda solo un tè tanto tempo fa, lunghe orecchie e sangue... Poi una notte un incendio in ospedale dà alla donna l'ooportunità di scappare, rendendola libera di scoprire la verità su cosa le è successo tanti anni prima.
Salve lettori!
In questa recensione vi parlo di un libro sconosciuto in Italia, un retelling di “Alice nel Paese delle Meraviglie” definito oscuro, horror e inquietante.
“Alice” è il primo volume della serie “The Chronicles of Alice” di Christina Henry, che comprende anche un secondo libro e una raccolta di novelle prequel.
Alice ha ventisei anni e da dieci anni si trova in un ospedale psichiatrico.
A sedici anni è stata ritrovata incosciente e ricoperta di sangue ai confini con la Città Vecchia e da quel giorno blatera di conigli, tè e torte.
Non ricorda quello che le è successo, almeno non particolari che non la facciano sembrare fuori di testa.
La storia inizia proprio con Alice che racconta della sua vita nell’ospedale, delle polveri che le fanno prendere con il cibo, dei maltrattamenti che subisce e di come un topo l’abbia salvata dalla solitudine.
Hatcher è il suo vicino di stanza e grazie al buco scavato dal topo hanno iniziato a parlare, a confortarsi durante le crisi e a contare l’uno sull’altro.
Proprio come succede quando l’ospedale finisce tra le fiamme, che permettono a lei e Hatcher di scappare, ma che liberano anche un altro temibile mostro, il Jabberwocky, che si nutre della paura e del sangue dei malcapitati che si trovano sul suo cammino.
Alice e Hatcher sono gli unici che possono sconfiggere il Jabberwocky, per questo dovranno iniziare un viaggio che li costringerà ad affrontare i rispettivi turbinosi passati, verità spaventose e segreti inimmaginabili, che potrebbero distruggerli definitivamente o potrebbero farli diventare più forti.
Lettori, “Alice” non è stata la lettura che mi aspettavo.
È una riscrittura interessante della storia originale, molto realistica e oscura, ma non nel modo che mi aspettavo.
Nella Città Vecchia a dominare sono uomini malvagi e senza scrupoli, orribili mostri il cui potere è costruito sulle donne e il loro sfruttamento.
Nessun quartiere è sicuro, ogni donna, di ogni età, corre il rischio di venire rapita dalle proprie case, picchiata, stuprata e resa prigioniera di mostri che le spezzano per il proprio tornaconto e la propria malvagità.
Ed è questa realtà dolorosa a dare il tocco oscuro alla storia, realtà che Alice non accetta, per questo sarà suo obiettivo liberare quante più persone innocenti e vendicarsi dei mostri che le hanno rese schiave.
Le scene che la Henry descrive sono dolorose e fin troppo realistiche, lasciano davvero il segno.
Da un altro lato, però, mi aspettavo un altro livello di macabro e inquietante.
La storia aveva davvero un buon potenziale e la possibilità di toccare livelli spaventosi, ma, secondo il mio parere, non è stata sfruttata a pieno.
Il primo motivo è la facilità con cui sono stati risolti i fatti. Succede tutto troppo velocemente e semplicemente, i cattivi non hanno la possibilità di mostrarsi in tutta la loro malvagità, oppure lo fanno per sentito dire. Non ci sono peripezie mozzafiato o momenti in cui si pensa che i protagonisti potrebbero davvero non farcela.
Persino i due nemici finali, con cui mi aspettavo un bel plot twist, sono stati risolti in poche pagine e con pochi drammi.
Ecco, manca quel picco di drammaticità che tiene sulle spine, sia con i nemici che con la magia. Anche la magia viene trattata superficialmente; viene introdotta con una storia e padroneggiata senza il minimo sforzo. Non ci sono spiegazioni o dettagli interessanti, non in questo libro almeno.
Altro elemento che non viene approfondito è il wordbuilding, si sa che la città è divisa in Vecchia e Nuova e che ci sono altri territori, ma oltre a questo non sappiamo altro.
La storia trova i suoi punti forti nel percorso dei due protagonisti.
Alice parte dall’essere una donna incastrata nella mente di un’adolescente violentata, debole e impaurita, che trova la sua forza e la sua vocazione e combatte per la sua vendetta e un possibile amore.
Anche Hatcher è un personaggio interessante, dal passato enigmatico e con una forte etica, un cavaliere dall’armatura arrugginita ma pronto a combattere per la persona che ama.
È proprio su un personaggio del suo passato che si basa la trama del libro successivo, che porterà i personaggi in un luogo misterioso.
Diciamo che “Alice” non è un retelling che conquista o emozioni, ma incuriosisce. La storia del primo libro si può definire conclusa eppure voglio sapere come continua la vita dei due protagonisti e se scopriremo qualcos’altro su questo mondo così misterioso.
Leggerò “Red Queen”, il secondo volume, perché voglio sapere come si svilupperà la trama, per vedere se la Henry riuscirà a raggiungere i livelli di horror che mi aspettavo dal primo libro e per capire come mai la serie sia così acclamata.
Baci
Genere: Fantasy
Salve lettori!
Nella recensione precedente vi ho parlato di un retelling di “Alice nel Paese delle Meraviglie” definito oscuro e horror. Non mi aveva particolarmente colpito, però mi aveva lasciato la curiosità di scoprire come potesse continuare una storia che poteva benissimo essere completata in un solo libro.
Il titolo della duologia è “The Chronicles of Alice”, il primo volume è “Alice” e quello di cui vi parlo in questa recensione è “Red Queen”, scritto da Christina Henry.
Ovviamente dovrò fare un po’ di spoiler sul primo libro, ma considerando che probabilmente questa serie non verrà mai portata in Italia, potreste anche continuare a leggere se avete un po’ di tempo da perdere e siete curiosi (a meno che non vogliate recuperarla in inglese).
Dopo aver sconfitto i maghi malvagi che governavano la Città Vecchia e tormentavano i suoi ricordi, cercando di rinchiuderla, spezzarla e renderla un oggetto carino in una collezione macabra, Alice continua a camminare per raggiungere un’altra bambina portata via dalla sua vita e venduta a uomini che volevano usarla.
Jenny, questo il nome della bambina, è la figlia di Hatcher, venduta dal Coniglio ad un mercante dell’Est, la cui bellezza è leggendaria.
Ma dopo essere usciti dal tunnel, che doveva portarli dalla Città Vecchia a quella che doveva essere una collina verde e libera, Alice e Hatcher trovano solamente cenere e distese incendiate.
In questa piana succedono tante cose strane eppure Alice non ha ancora visto nulla.
Dovrà camminare ancora a lungo, affrontare le sue paure più grandi, resistere a tentazioni enormi e salvare più di una semplice bambina.
Si ritroverà incastrata in una disputa vecchia di millenni tra due regine, una Bianca e una Rossa, e in un’altra tra una regina e un re, lei Bianca e lui Nero.
Una partita a scacchi che ha più pedine e imprevisti di quelli che Alice potrebbe aspettarsi.
Nel frattempo, ovviamente, dovrà combattere la battaglia più grande di tutte: quella con se stessa e la ragazzina che è stata e non può essere più.
Lettori, mi trovate molto combattuta. Speravo tanto in questo retelling, sia per i pareri positivi che per le belle cover che avrei tanto voluto nella mia libreria, ma purtroppo questo secondo libro non è riuscito a conquistarmi.
Se devo descriverlo con una parola sarebbe inconcludente.
Vengono aggiunti tanti tasselli e nuovi personaggi, che cozzano completamente con la storia che ci eravamo lasciati alle spalle.
In una serie dovrebbe esserci continuità, ma questi sembravano due libri completamente differenti.
L’unico legame tra i due è Alice, ma è un legame talmente debole che non vale abbastanza.
Capisco lo scopo del libro, che è quello di far crescere Alice, farle scoprire la sua magia, farle credere in se stessa, farla essere abbastanza, ma poteva essere fatto anche senza aggiungere elementi che non sono stati spiegati e che vengono messi in mezzo senza logica.
Appunto, inconcludenti.
Vi chiederete lettori, perché hai continuato a leggerlo? Perché mi dava fastidio lasciare la serie incompleta per un solo libro, perché in fin dei conti è stata una lettura veloce e perché continuavo ad essere curiosa, volevo davvero capire come l’autrice avrebbe “chiuso” la storia di Alice.
Ripeto, inconcludente. Ed è un gran peccato.
Baci
Salve lettori!
In questa recensione vi parlo di un libro sconosciuto in Italia, un retelling di “Alice nel Paese delle Meraviglie” definito oscuro, horror e inquietante.
“Alice” è il primo volume della serie “The Chronicles of Alice” di Christina Henry, che comprende anche un secondo libro e una raccolta di novelle prequel.
Alice ha ventisei anni e da dieci anni si trova in un ospedale psichiatrico.
A sedici anni è stata ritrovata incosciente e ricoperta di sangue ai confini con la Città Vecchia e da quel giorno blatera di conigli, tè e torte.
Non ricorda quello che le è successo, almeno non particolari che non la facciano sembrare fuori di testa.
La storia inizia proprio con Alice che racconta della sua vita nell’ospedale, delle polveri che le fanno prendere con il cibo, dei maltrattamenti che subisce e di come un topo l’abbia salvata dalla solitudine.
Hatcher è il suo vicino di stanza e grazie al buco scavato dal topo hanno iniziato a parlare, a confortarsi durante le crisi e a contare l’uno sull’altro.
Proprio come succede quando l’ospedale finisce tra le fiamme, che permettono a lei e Hatcher di scappare, ma che liberano anche un altro temibile mostro, il Jabberwocky, che si nutre della paura e del sangue dei malcapitati che si trovano sul suo cammino.
Alice e Hatcher sono gli unici che possono sconfiggere il Jabberwocky, per questo dovranno iniziare un viaggio che li costringerà ad affrontare i rispettivi turbinosi passati, verità spaventose e segreti inimmaginabili, che potrebbero distruggerli definitivamente o potrebbero farli diventare più forti.
“Alice sapeva di non essere pazza. Forse. Non completamente.“
Lettori, “Alice” non è stata la lettura che mi aspettavo.
È una riscrittura interessante della storia originale, molto realistica e oscura, ma non nel modo che mi aspettavo.
Nella Città Vecchia a dominare sono uomini malvagi e senza scrupoli, orribili mostri il cui potere è costruito sulle donne e il loro sfruttamento.
Nessun quartiere è sicuro, ogni donna, di ogni età, corre il rischio di venire rapita dalle proprie case, picchiata, stuprata e resa prigioniera di mostri che le spezzano per il proprio tornaconto e la propria malvagità.
Ed è questa realtà dolorosa a dare il tocco oscuro alla storia, realtà che Alice non accetta, per questo sarà suo obiettivo liberare quante più persone innocenti e vendicarsi dei mostri che le hanno rese schiave.
Le scene che la Henry descrive sono dolorose e fin troppo realistiche, lasciano davvero il segno.
Da un altro lato, però, mi aspettavo un altro livello di macabro e inquietante.
La storia aveva davvero un buon potenziale e la possibilità di toccare livelli spaventosi, ma, secondo il mio parere, non è stata sfruttata a pieno.
Il primo motivo è la facilità con cui sono stati risolti i fatti. Succede tutto troppo velocemente e semplicemente, i cattivi non hanno la possibilità di mostrarsi in tutta la loro malvagità, oppure lo fanno per sentito dire. Non ci sono peripezie mozzafiato o momenti in cui si pensa che i protagonisti potrebbero davvero non farcela.
Persino i due nemici finali, con cui mi aspettavo un bel plot twist, sono stati risolti in poche pagine e con pochi drammi.
Ecco, manca quel picco di drammaticità che tiene sulle spine, sia con i nemici che con la magia. Anche la magia viene trattata superficialmente; viene introdotta con una storia e padroneggiata senza il minimo sforzo. Non ci sono spiegazioni o dettagli interessanti, non in questo libro almeno.
Altro elemento che non viene approfondito è il wordbuilding, si sa che la città è divisa in Vecchia e Nuova e che ci sono altri territori, ma oltre a questo non sappiamo altro.
La storia trova i suoi punti forti nel percorso dei due protagonisti.
Alice parte dall’essere una donna incastrata nella mente di un’adolescente violentata, debole e impaurita, che trova la sua forza e la sua vocazione e combatte per la sua vendetta e un possibile amore.
Anche Hatcher è un personaggio interessante, dal passato enigmatico e con una forte etica, un cavaliere dall’armatura arrugginita ma pronto a combattere per la persona che ama.
È proprio su un personaggio del suo passato che si basa la trama del libro successivo, che porterà i personaggi in un luogo misterioso.
“Doveva iniziare a credere nelle cose impossibili, perché le cose impossibili continuavano ad apparire davanti ai suoi occhi.”
Diciamo che “Alice” non è un retelling che conquista o emozioni, ma incuriosisce. La storia del primo libro si può definire conclusa eppure voglio sapere come continua la vita dei due protagonisti e se scopriremo qualcos’altro su questo mondo così misterioso.
Leggerò “Red Queen”, il secondo volume, perché voglio sapere come si svilupperà la trama, per vedere se la Henry riuscirà a raggiungere i livelli di horror che mi aspettavo dal primo libro e per capire come mai la serie sia così acclamata.
Baci
Voto libro - 3
Genere: Fantasy
Autore: Christins Henry
Le terre fuori dalla Città Vecchia dovrebbero essere verdi, rigogliose, piene di speranza. Ma i campi verdeggianti non sono altro che cenere e la speranza non si trova da nessuna parte. Eppure Alice e Hatcher hanno la missione di trovare sua figlia: una ricerca che non abbandoneranno anche se li porterà nelle grinfie della pazza White Queen o nel regno del corrotto e crudele Black King. I pezzi sono sistemati, il gioco è iniziato e ogni mossa avvicinerà Alice al suo destino. Salve lettori!
Nella recensione precedente vi ho parlato di un retelling di “Alice nel Paese delle Meraviglie” definito oscuro e horror. Non mi aveva particolarmente colpito, però mi aveva lasciato la curiosità di scoprire come potesse continuare una storia che poteva benissimo essere completata in un solo libro.
Il titolo della duologia è “The Chronicles of Alice”, il primo volume è “Alice” e quello di cui vi parlo in questa recensione è “Red Queen”, scritto da Christina Henry.
Ovviamente dovrò fare un po’ di spoiler sul primo libro, ma considerando che probabilmente questa serie non verrà mai portata in Italia, potreste anche continuare a leggere se avete un po’ di tempo da perdere e siete curiosi (a meno che non vogliate recuperarla in inglese).
Dopo aver sconfitto i maghi malvagi che governavano la Città Vecchia e tormentavano i suoi ricordi, cercando di rinchiuderla, spezzarla e renderla un oggetto carino in una collezione macabra, Alice continua a camminare per raggiungere un’altra bambina portata via dalla sua vita e venduta a uomini che volevano usarla.
Jenny, questo il nome della bambina, è la figlia di Hatcher, venduta dal Coniglio ad un mercante dell’Est, la cui bellezza è leggendaria.
Ma dopo essere usciti dal tunnel, che doveva portarli dalla Città Vecchia a quella che doveva essere una collina verde e libera, Alice e Hatcher trovano solamente cenere e distese incendiate.
In questa piana succedono tante cose strane eppure Alice non ha ancora visto nulla.
Dovrà camminare ancora a lungo, affrontare le sue paure più grandi, resistere a tentazioni enormi e salvare più di una semplice bambina.
Si ritroverà incastrata in una disputa vecchia di millenni tra due regine, una Bianca e una Rossa, e in un’altra tra una regina e un re, lei Bianca e lui Nero.
Una partita a scacchi che ha più pedine e imprevisti di quelli che Alice potrebbe aspettarsi.
Nel frattempo, ovviamente, dovrà combattere la battaglia più grande di tutte: quella con se stessa e la ragazzina che è stata e non può essere più.
“Faresti meglio a iniziare a credere nell’impossibile Alice, perché l’impossibile continua ad accadere.”
Lettori, mi trovate molto combattuta. Speravo tanto in questo retelling, sia per i pareri positivi che per le belle cover che avrei tanto voluto nella mia libreria, ma purtroppo questo secondo libro non è riuscito a conquistarmi.
Se devo descriverlo con una parola sarebbe inconcludente.
Vengono aggiunti tanti tasselli e nuovi personaggi, che cozzano completamente con la storia che ci eravamo lasciati alle spalle.
In una serie dovrebbe esserci continuità, ma questi sembravano due libri completamente differenti.
L’unico legame tra i due è Alice, ma è un legame talmente debole che non vale abbastanza.
Capisco lo scopo del libro, che è quello di far crescere Alice, farle scoprire la sua magia, farle credere in se stessa, farla essere abbastanza, ma poteva essere fatto anche senza aggiungere elementi che non sono stati spiegati e che vengono messi in mezzo senza logica.
Appunto, inconcludenti.
“Penso che i lieto fine siano incidenti.”
“Eppure speriamo comunque in essi.”
“Eppure speriamo comunque in essi.”
Vi chiederete lettori, perché hai continuato a leggerlo? Perché mi dava fastidio lasciare la serie incompleta per un solo libro, perché in fin dei conti è stata una lettura veloce e perché continuavo ad essere curiosa, volevo davvero capire come l’autrice avrebbe “chiuso” la storia di Alice.
Ripeto, inconcludente. Ed è un gran peccato.
Baci
Voto libro - 2
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