Mentre la vita corre


Genere: Narrativa Contemporanea 
Autore: Beatrice Mariani

10 Marzo 2020



Elisa e Stefano, romani, quarantenni già da un po', si svegliano ogni mattina con un solo scopo: portare avanti le proprie famiglie complicate. Si incontrano sul lavoro per caso, complici una collega in ferie e delle tabelle da compilare in fretta. Finiscono a letto senza farsi domande e soprattutto senza nessun piano per il dopo. Entrambi già feriti dalla vita, sono immersi e sommersi in una quotidianità senza respiro. Per lei: un ex marito difficile da odiare anche se ha messo incinta un'altra donna, due figli piccoli, una madre invadente che dispensa consigli non richiesti e una montagna di sensi di colpa. Per lui: una figlia adolescente tanto ribelle quanto bisognosa di affetto, un'ex moglie rancorosa e una carriera di successo e fatica nella quale dimenticare tutto quello che non va, compreso se stesso. Troppo pericoloso mescolare questi due mondi già in equilibrio precario: il rischio di esplosione è altissimo. Nel tentativo di dimenticarsi, finiscono però per avvicinarsi sempre di più. L'esistenza, si sa, ama i colpi di scena e li aspetterà al varco con tragedie inaspettate e cambiamenti repentini. Un romanzo contemporaneo che racconta di noi e delle nostre fragilità, di quanto sia difficile dare una seconda chance alla vita quando il passato pesa come un macigno. Una possibilità, forse l'unica, c'è. Ed è l'amore.




Salve Confine,
oggi vorrei tornare a parlare con voi di bei libri con l’ultimo romanzo di Beatrice Mariani, “Mentre la vita corre”, edito Sperling & Kupfer, che ringrazio per l’invio della copia digitale.

Elisa Fioretti è una donna divorziata, mamma di due ragazzini vivaci e sensibili, con una carriera importante e un ex marito perfetto e presente.
La sua vita incrocia quella di Stefano Bellini quando lui la contatta a telefono per un lavoro, la trasposizione urgente di alcuni dati su tabulati da presentare ad un convegno il giorno dopo.
Benché non rientri più nelle sue mansioni, visto che ormai è dirigente del suo ufficio, Elisa cede all’insistenza e alla disperazione dell’uomo e lo aiuta.
Da qui partono una serie di messaggi, mail e telefonate che portano ad un incontro e all’inizio di una storia tra di loro.
È una storia di poca importanza, si dicono, giusto per passare del tempo insieme, per il sesso…
Elisa non è ancora pronta ad aprire il suo cuore; il matrimonio finito a causa del tradimento del marito, e non per sua scelta, ancora le brucia e non vuole affidare la sua fiducia ad altri uomini, figuriamoci ad uno come Stefano Bellini, anche lui divorziato e che dopo la fine del suo matrimonio si è dedicato solo a fugaci avventure di corta durata.
Ma i sentimenti sono difficili da controllare e Elisa ci casca, ferendosi, quando cominciano a girare voci su Stefano e la moglie di un collega.
Per fortuna non è ancora troppo tardi per tornare a barricare il suo cuore, o almeno questo pensa lei, perché per quanto si possa fingere di ignorare l’amore, questo diventa insistente quando decide di farsi notare e diventa sempre più difficile quando anche la mancanza diventa una presenza consistente.

"Cos'è l'amore? L'aveva mai provato? Ci poteva essere spazio per qualcosa di così grande, di così importante? Non era oramai tardi?"

È il primo romanzo che leggo di questa autrice e mi sono ripromessa che andrò a recuperare anche “La ragazza inglese”, uscito sempre con Sperling & Kupfer.
Questo non perché la storia che ho letto sia magnifica, speciale, unica e quant’altro, ma perché l’autrice ci racconta una storia come un’altra, una che potrebbe essere quella di ognuno di noi, quindi reale e consistente.
Elisa è una donna delusa dall’amore della sua vita, Carlo, l’uomo perfetto con cui ha avuto due figli e che, proprio per colpa della sua perfezione, è costretto a fare la cosa giusta quando scopre di aver messo incinta un’amica di famiglia alla quale si era avvicinato per confortarla.
Lei lo ama ancora e non nasconde a se stessa che lo accoglierebbe di nuovo tra le mura di casa e nella sua vita, se solo lui decidesse di tornare.
Carlo è presente come padre e continua ad esserlo anche come figura maschile di sostentamento per Elisa, per cui per lei è difficile dimenticarlo e voltare pagina, ma, soprattutto, cercare l’amore altrove.
Quando incontra Stefano, conosce la sua reputazione, lo trova affascinante ma anche assolutamente da evitare.
Lui, però, usa quel suo fascino su di lei, una donna così risoluta e sicura di sé da intrigarlo tantissimo.
Sente il bisogno di una figura così nella sua vita, una vita che solo apparentemente è serena e semplice.
Stefano vive con la figlia adolescente ed irrequieta, che fa di tutto per dimostrare il suo disappunto per la situazione familiare complicata.
L’ex moglie di Stefano, una donna francese, opportunista, indecisa, fragile mentalmente, ha divorziato da lui per un altro uomo, costruendosi un’altra famiglia, ma non lo molla, esercita ed esige di esercitare su di lui ancora tanto ascendente e Stefano non riesce a staccarsi, ecco perché vive gli anni dopo il suo divorzio concedendosi solo avventure e nulla più.
Elisa per lui rappresenta quello di cui avrebbe bisogno per essere sereno; i comportamenti disfunzionali che ha adottato fino a quel momento però sono difficili da mettere da parte e così, quando la relazione con Elisa stava cominciando a decollare, commette un passo falso ed Elisa ci mette giusto il tempo di un respiro a tornare nel suo guscio.
Sono due adulti feriti dall’amore che, per paura di continuare a essere feriti, decidono di dimenticare che hanno diritto a quell’amore.
Sono due personaggi reali che potremmo incontrare nella vita di tutti i giorni, che potremmo essere noi stessi magari; un uomo e una donna che vivono ai margini dei sentimenti ma che amano profondamente le persone che fanno parte della loro vita.
Mi è piaciuto molto questo del romanzo, il fatto di potermi identificare con loro, ma anche con qualsiasi altro personaggio secondario della storia.
Nulla di finto o costruito per creare impatto, niente di estremo e particolare, solo persone normali e le loro vite, che sono riuscite a imprimersi nella mia mente e anche nel mio cuore in maniera profonda.
“Mentre la vita corre” è una lettura semplice, veloce, scorrevole, che racconta in terza persona la vita di molti con uno stile diretto e incisivo, senza fronzoli ma molto poetico, come può esserlo la vita di ogni essere umano.
Buona lettura!


Voto libro – 4.5








Salve e grazie per l’opportunità che ha dato a noi del Confine dei libri di porle alcune domande per conoscerla meglio e per conoscere meglio, di conseguenza, anche i suoi romanzi.

• Innanzitutto (forse la domanda è scontata ma sono curiosa) come ha cominciato a scrivere, qual è stato l’impulso che l’ha spinta a creare storie?

B.M.: La passione per la lettura e la scrittura mi accompagnano da sempre, da quando ero bambina. Scrivevo diari, mi identificavo nei personaggi dei libri, immaginavo storie fantastiche. Come quasi ogni bambina del mondo mi sono sentita Jo March di Piccole Donne, non a caso un’aspirante scrittrice. Credo di aver passato ore sognando a occhi aperti avventure nei panni di un’ipotetica figlia di Sandokan. Crescendo, il desiderio di scrivere e di immergermi in altri mondi non mi ha mai abbandonato. Ho fatto qualche tentativo giovanile, ma è servita la mezza età per trovare il tempo e il modo di rendere concreto questo progetto.

• “Mentre la vita corre” ci presenta dei personaggi che si muovono in un ambito lavorativo che lei conosce bene, come riesce a legare il suo lavoro nel campo dell’economia con gli impegni della scrittura?

B.M.: In effetti in questo romanzo ci sono spunti presi dalla quotidianità lavorativa, dinamiche e situazioni alle quali potrei assistere ogni giorno. Per tenere tutto in piedi bisogna saper conciliare, darsi delle priorità e, almeno secondo me, organizzarsi in maniera rigorosa. Alla scrittura dedico tempi e spazi precisi e prestabiliti, non quanti ne vorrei, ma quelli che so di poter ritagliare sì. Li programmo di settimana in settimana. Ci sono giornate in cui la mia creatività è a zero, ma mi ci metto lo stesso, magari finendo solo per rileggere e correggere qualche pagina. Può essere comunque utile!

•Come funziona il suo processo creativo? Da cosa parte? Per esempio, viene tenuta sveglia la notte da un personaggio che vuole venir fuori o è la trama che le viene in mentre per prima?

B.M.: Il primo passaggio è cercare di capire “cosa” voglio raccontare. Deve essere un tema che sento vicino, può essere un sentimento, una fase di vita, una dinamica che mi incuriosisce. E poi, come detto prima, cerco di costruire un processo ordinato. Sviluppo una bozza di trama, individuo i personaggi, preparo file e cartelline. Di solito all’inizio tendo ad abbondare per cui so già che nella tappa successiva dovrò ridurre e tagliare. Naturalmente poi alcune idee nascono da sole, via via che il testo prende forma e, sì, molte volte mi capita di svegliarmi all’alba e di rimanere a letto concentrata su pezzi di storia che sono spuntati da chissà dove.

• Come ho scritto nella mia recensione sul suo romanzo, mi sono ripromessa di andare a leggere anche “Una ragazza inglese” che ha una trama totalmente diversa da “Mentre la vita corre”. È una sorta di retelling di Jane Eyre di Charlotte Bronte. Come mai un retelling? E perché proprio Jane Eyre? Che legame ha con questo classico della letteratura inglese?

B.M.: Jane Eyre è stata un’altra delle mie enormi passioni dell’adolescenza. L’ho letto, riletto, ho visto tutti i film e se usciranno altri rifacimenti, ne vedrò ancora. Sono stata Jane, ho sofferto e gioito con lei, mi sono innamorata di Rochester, ho sognato di vivere nel castello dei misteri. “Una ragazza inglese” è il mio primo romanzo pubblicato, ma non è il mio primo tentativo. Ce ne erano stati altri due, rimasti nel cassetto. Forse per questo mi sono idealmente rivolta a una storia che avevo amato e che avrebbe potuto in qualche modo aiutarmi. Il capolavoro di Charlotte Brontë però è stata solo una fonte di ispirazione per la trama, ho giocato con i nomi e con alcune situazioni, ma di certo non ho mai sperato di poterlo riscrivere! “Una ragazza inglese” è una favola romantica, un libro sulla potenza del primo amore nella vita di una ragazzina ingenua, che in questo sentimento, a tratti travolgente e a tratti doloroso, troverà la forza di cambiare la propria vita e quella degli altri.

• In “Mentre la vita corre” incontriamo personaggi che io definisco “reali”, gente che potremmo addirittura conoscere, che abita la vita di tutti i giorni. Stefano ed Elisa sono due persone con una carriera importante ma con una vita sentimentale complicata, triste. Come sono nati?

B.M.: È esattamente quello che volevo raccontare, la realtà di tutti i giorni, le bellezza dei dettagli di ogni singola vita, l’eccezionalità e la potenzialità che si nasconde in ogni persona “normale”. Tutti noi siamo imperfetti ma proviamo ogni mattina ad alzarci e a funzionare, a portare avanti le nostre responsabilità, a proteggere i nostri cari, ad ingoiare dolori e amarezze. Stefano ed Elisa, pure così diversi tra loro, hanno in comune un bagaglio pesante di sofferenza e la necessità di andare avanti comunque. Questi personaggi sono nati dalla consapevolezza che quello che accade a loro può accadere a tutti, ma anche dalla speranza che la vita possa riservare sorprese per chi avrà il coraggio di coglierle.

• Sono personaggi molto complessi, forse anche più dei due protagonisti, gli ex di Stefano ed Elisa, Carlo, in particolare, mi ha incuriosito molto. Questo suo voler fare la cosa giusta anche a costo di sacrificare i suoi sentimenti l’ho visto come un modo per elevarsi, distaccarsi dai suoi genitori, ma questa sua nobiltà è sana?

B.M.: Che bella domanda, ma la risposata è difficilissima. È il dilemma che tormenta Elisa, che le impedisce di staccarsi totalmente da Carlo, il suo ex marito, perché è portata a capirlo e ad assolverlo. Ogni gesto ha conseguenze inaspettate, anche se fatto con le migliori intenzioni. Non sempre è possibile prevederle e soppesarle tutte. Carlo vuole segnare la distanza dalla freddezza dei propri genitori, ma la sua fame di riscatto affettivo si rivela incolmabile e lo porta a ferire le persone più care. La verità è che si va avanti solo cercando compromessi. Carlo è pronto a sacrificarsi fino al limite per rimediare agli errori, ma purtroppo la stabilità che trova non può funzionare per Elisa. Immagino due tessere di un puzzle, che viste da lontano sembrano completarsi, ma che da vicino non si incastrano più. Alcune lettrici si sono molto affezionate a Carlo e hanno sperato in una riconciliazione con Elisa. Intanto, però, nella vita di Elisa era entrata una nuova tessera di puzzle, sconosciuta, inattesa, ma che forse si incastrerà meglio.

• “Mentre la vita corre” è sicuramente un romanzo di seconde possibilità, che crea anche momenti di riflessione sul concetto di famiglia ai giorni nostri; i bambini in quest’ambito sono quelli che pagano pegno per tutti o sono più forti di quello che pensiamo? Ho letto del rapporto e dell’accettazione dei figli di Elisa nei confronti della piccola Matilde, e anche della figlia di Stefano con i figli della madre e la nuova famiglia francese.

B.M.: I bambini e i ragazzi sono la parte bella di noi. Rappresentano il futuro, la speranza e la fiducia. Ma sono anche già persone con sentimenti propri e purtroppo pagano il prezzo dei nostri errori. I figli presenti nel romanzo sono tutti bambini e adolescenti amati, protetti e accuditi, eppure esposti comunque a traumi e sofferenze che lasceranno un segno. I protagonisti ne sono consapevoli e cercano di proteggerli, ma è come cercare di fermare il vento, perché la vita può essere spietata. Le famiglie allargate possono essere felici o infelici, come del resto qualsiasi famiglia, di sicuro richiedono un notevole sforzo di adattamento. Questi ragazzi si rivelano indistruttibili e capaci di trovare istintivamente la strada giusta. Se posso concedermi una parentesi e tornare alla realtà, in queste settimane difficilissime che tutto il mondo sta vivendo e che verranno studiate nei libri di storia, proprio i ragazzi, pure se molto sacrificati, ci insegnano a resistere. È per loro, per i nostri figli, che dobbiamo cercare di essere ogni giorno migliori. Come madre, infatti, vorrei poter ringraziare il mondo della scuola che in questo periodo non solo non li ha abbandonati, ma sta facendo il possibile per garantire la loro crescita come persone.

• Ha in cantiere un nuovo romanzo? Se sì, può anticiparci a grandi linee quale sarà il tema trattato?

B.M.: Sto lavorando a un nuovo romanzo, la cui idea è con me già da tempo. Confesso che sto cercando di approfittare di questa clausura forzata per andare avanti. È la storia di tre giovani donne che, pur avendo caratteri e approcci alla vita molto differenti, sono legate da un’amicizia vera e profonda. Alla soglia dei trent’anni, un’età in cui oggi ci si considera ancora “ragazze”, si trovano di fronte a scelte difficili, che le portano anche a scontri, incomprensioni e fratture. È l’occasione per maturare, per diventare donne ma anche per imparare a camminare da sole, nella speranza di ritrovarsi un giorno, per chi resterà in piedi.

La ringrazio tantissimo per il suo tempo e per aver risposto alle nostre domande da lettrici appassionate e curiose, spero di poter leggere al più presto il suo prossimo romanzo. Nel frattempo in bocca al lupo!

B.M.: Grazie di cuore a voi per il tempo e l’interesse. Complimenti per il bellissimo lavoro che svolgete!


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