Sisters of the Salt


La serie è composta da: 

1. La casa di sale e lacrime

2. La casa di radici e perdizione


Genere: Fantasy

Autore: Erin A. Craig

1 Giugno

Annaleigh conduce una vita riservata e isolata a Highmoor nella residenza di famiglia sulle coste rocciose di Salten, con le sorelle, il padre e una matrigna. Un tempo erano dodici, ma ora un inquietante silenzio rimbomba nelle grandi stanze, dopo che quattro vite sono state interrotte. Ogni morte è stata più tragica della precedente: un'epidemia, una caduta fatale, un annegamento, un tuffo scivoloso... Mentre nei villaggi circostanti corre voce che la famiglia sia stata maledetta. Ossessionata da una serie di visioni spettrali, Annaleigh è sempre più convinta che le morti non siano state solo un incidente. Tutte le notti fino al sorgere del sole le sue sorelle partecipano di nascosto a balli scintillanti, strette in eleganti abiti di seta e scarpine luccicanti, e Annaleigh non sa se cercare di fermarle o unirsi ai loro appuntamenti segreti per scoprire cosa sta succedendo. Perché con chi, o con cosa, stanno davvero ballando? Quando il coinvolgimento di Annaleigh con un misterioso ed enigmatico sconosciuto si intensifica, dandole nuovi elementi per scoprire la verità sulla serie di scomparse che sta distruggendo la sua famiglia, inizia una corsa contro il tempo per sciogliere l'oscuro enigma che è caduto sulle sue sorelle, prima che venga rivendicata la prossima di loro.

LA FAMIGLIA: NUCLEO CENTRALE DELLA STORIA

Salve lettori,
eccoci alla mia tappa per il blog tour per la nuova uscita della casa editrice Fanucci, “La casa di sale e lacrime” di Erin A. Craig, un romanzo dark fantasy che ho appena finito di leggere e che mi ha stupita piacevolmente. Ma passiamo alla mia tappa, che è un approfondimento sul tema centrale di questo romanzo: la famiglia.

La famiglia Thaumas è stata colpita da tante disgrazie, ma non ha mai smesso di essere unita. Alla morte della madre durante il parto della sua dodicesima filgia, il resto della famiglia si è fatto forza avvicinandosi ancora di più e supportandosi a vicenda; è stato molto bello leggere di questa affinità e di come questo loro amore sia così puro e infinito che davanti alle difficoltà si può solo rafforzare.
O di come il padre, il Duca di Salann, sia estremamente legato alle sue figlie, le dodici sorelle che si amano infinitamente e si supportano fra loro anche se a volte ci sono dei litigi. Chi ha fratelli o sorelle capirà benissimo la dinamica fra loro e che spesso gli attriti sono proprio a causa del grande affetto, del voler proteggere e sperare il meglio per le altre.

Ma conosciamo un po’ meglio i componenti della famiglia Thaumas:
La primogentita era Ava, i suoi fiori preferiti erano le rose, che ora contornano la sua statua al mausoleo di famiglia; è morta per un’epidemia di febbre, mentre tutti erano al suo capezzale sperando in un miglioramento. La madre era morta di parto poco prima e il dolore provocato da questa seconda perdita è stato immenso.
La seconda nata era Octavia, sulla cui tomba si trova scolpito un libro aperto, morta un anno dopo la sorella maggiore a causa di una caduta fatale. Era maldestra e goffa, e questa è stato la sua condanna a morte.
Poi Elizabeth, ritrovata annegata nella sua vasca da bagno. Era rimasta tremendamente sconvolta dalla morte di Octavia ed è pensiero comune che sia stato un suicidio.
L’ultima tragedia riguarda Eulaile, la quarta delle figlie, ritrovata in mare dopo essere scivolata da una scogliera, ed è con questo avvenimento che si apre il romanzo.

Dopo tutta questa successione di orribili incidenti, la famiglia è allo stremo e le otto sorelle rimaste ancora in vita cercano di trovare modi per superare i lutti.
Camille, che ora sarà l’erede al titolo di Duca di Salann, è decisa a lasciarsi alle spalle gli abiti neri e la reclusione in casa, è decisa a trovarsi un marito, socializzare e partecipare a balli di classe vestita con abiti curati e sfarzosi. Vuole vivere a pieno e non all’ombra dei ricordi dei defunti, ed è sua convinzione che anche le sue sorelle venute a mancare la penserebbero allo stesso modo.
Con un pensiero diametralmente opposto troviamo Annaleight, la nostra protagonista e portavoce all’interno del romanzo. Ama il mare e la sua terra, il suo sogno da bambina era diventare custode del faro; era molto legata ad Eulaile ed è decisa ad indagare sul mistero della sua morte, il tutto mentre si oppone alla volontà del padre di girare pagina abbandonando la tradizione del lutto.
Poi ci sono Rosalie, Ligeia e Lenore, le tre gemelle che vivono quasi in simbiosi e adorano scarpe e vestiti eleganti.
Infine le tre bambine più piccole, chiamate da tutti le Grazie, Honor, Mercy, e Verity, che insieme formano un tornado dispettoso e instancabile che gira per casa senza tregua.
Nella famiglia rientrano anche Hanna, la domestica e balia, che ha cresciuto con amore tutte le sorelle, e la nuova moglie del padre, Morella, che alcune delle ragazze più grandi vedono come un’intrusa ma che le più piccole adorano.
Questi sono i personaggi centrali della storia, tutti estremamente caratterizzati e con personalità uniche e interessanti.

Non mi resta che augurarvi una buona lettura e spero che adorerete come me il romanzo. Non dimenticatevi di passare a scoprire anche le altre tappe!


Salve lettori,
dopo la tappa è il turno della mia recensione de “La casa di sale e lacrime” di Erin A. Craig, un fantasy autoconclusivo ispirato alla favola dei Fratelli Grimm “Le dodici principesse danzanti”, rielaborata in modo originale con tinte magiche e dark che hanno reso la lettura molto emozionante.

Ci troviamo sulle coste dell’isola di Salten, nella residenza della famiglia Thaumas a Higtmoore, un posto che ha già visto numerose disgrazie e che adesso è di nuovo protagonista di un terribile lutto. Dopo un'epidemia, una caduta fatale, un annegamento, adesso anche la terza sorella Thaumas è vittima di un disgraziato incidente: il suo corpo senza vita viene ritrovato dai pescatori in mare, portata a riva dalle onde dopo essere probabilmente scivolata da una scogliera. Le dodici sorelle adesso sono rimaste solamente in nove e insieme al padre, il Duca di Salann, sono costretti a piangere un’altra terribile perdita.
Viste le numerose morti a poco tempo di distanza, gli abitanti del posto iniziano a sospettare che la famiglia sia vittima di una terribile maledizione iniziata con la morte della madre durante il parto e che ora proseguirà portandosi via anche le altre figlie, per questo le temono e si guardano bene dall’entrare in contatto con loro.

La nostra protagonista Annaleigh si ritrova, quindi, inaspettatamente seconda in linea di successione per ereditare il titolo e i possedimenti di famiglia, nuovamente distrutta dalla perdita di una delle sue amate sorelle, ed è sempre più convinta che tutto ciò che sta succedendo non siano incidenti casuali ma veri e propri omicidi.
Per proteggere la famiglia che ancora le rimane, è decisa a far luce sulla faccenda che diventerà per lei un’ossessione, al punto di iniziare ad avere strane visioni spettrali.

“Una volta eravamo dodici: le dodici ragazze Thaumas. Ora formavamo una breve fila, io e le mie sette sorelle, e non potevo fare a meno di chiedermi se ci fosse un minimo di verità in tutte quelle macabre ipotesi. Che avessimo offeso gli dèi in qualche modo? O forse una maledizione oscura ci aveva scelte, per prendere le nostre vite a una a una? Oppure si trattava semplicemente di una serie di terribili e sfortunate coincidenze?”

Appena iniziata la lettura ho capito subito che questo fantasy sarebbe stato più particolare delle mie solite letture, vicino al genere thriller ma mantenendo le caratteristiche di uno young adult, il romanzo si apre subito con il funerale di Eulaile, che secondo la loro tradizione secolare viene restituita al sale, inabissandosi in fondo al mare. L’atmosfera è triste e cupa e Annaleigh vorrebbe rispettare il lutto come da tradizione, ma le sue sorelle più giovani e la nuova moglie del padre non sono d’accordo e vogliono un cambio di rotta improvviso senza mettere in pausa le loro vite per un altro intero anno. Morella, quella che adesso è la loro matrigna, senza mostrare il dovuto rispetto annuncerà al funerale di aspettare un figlio e ciò porterà una gioia immensa al Duca, suo marito.
Annaleigh non ha davvero accettato l’arrivo di Morella e, anche se ha da subito conquistato le sue sorelle piccole, è sospettosa nei suo confronti, soprattutto quando viene fuori il desiderio della donna di portare in grembo un figlio maschio che possa diventare l’erede dei possedimenti di suo padre. Oltre a questo la tormenterà la misteriosa morte di Eulaile e non si darà pace finché non scoprirà perché quella notte la sorella era andata sulla cima della scogliera e come può essere stata così maldestra da scivolare. Lei non è convinta che si sia trattato di un brutto incidente e gli indizi che trova fanno pensare che la sua morte nasconda molto di più.

Una delle cose che ho apprezzato di più in questo romanzo è proprio che il mistero è da subito appassionante e che l’autrice lascia indizi e depistaggi ovunque, arrivando verso la fine che ancora non si ha nessuna idea chiara di come si concluderà la storia, lasciando senza fiato con il finale che personalmente non mi sarei mai aspettata, con la scoperta di chi è dietro a tutto questo e le sue opinabili motivazioni.
Durante la lettura siamo proprio come Annaleigh, sentiamo che c’è qualcosa che ci sfugge ma siamo spaesate dai nuovi indizi e dalle scoperte inaspettate che fanno intrecciare gli eventi in una trama assai più complessa e studiata di come sembrava inizialmente.

I personaggi principali sono tutti abbastanza caratterizzati, anche se si risente della scelta di inserirne così tanti senza avere modo di dare il giusto spazio a tutti. Sicuramente Annaleigh è il personaggio con cui ho legato di più e apprezzato per il suo carattere e i suoi ideali, è caratterizzata a tutto tondo e sono sicura che non potrete fare a meno di apprezzarla.
Una cosa che mi ha fatto un po’ storcere il naso è stata l’instalove, che però non diventa mai il punto centrale della storia ma solo un piccolo contorno, per questo motivo l’ho sopportato abbastanza, nonostante all’inizio non mi convinceva.

Se cercate un buon fantasy dai tratti dark con una trama incalzante che non riuscirete a mettere giù, “La casa di sale e lacrime” potrebbe fare per voi. Buona lettura!

Voto libro - 4





Genere: Young Adult

Scritto da: Erin A. Craig

25 agosto 2023

Una villa sul mare, una sorella è ancora vittima di una maledizione. Nonostante sogni avventure ben oltre le coste di Salann, la diciassettenne Verity Thaumas è rimasta nella tenuta di famiglia, Highmoor, con la maggiore Camille, mentre le altre sorelle si sono sparpagliate per Arcannia. Quando Mercy, una di loro , comunica loro che la Duchessa di Bloem, moglie di un celebre botanico, è interessata a far dipingere a Verity un ritratto del figlio Alexander, lei si mostra subito entusiasta, ma Camille glielo impedisce. Costretta a rivelare il segreto che ha tenuto nascosto per anni, un giorno Camille le svela la verità: anche se lei stessa non se ne rende conto, Verity vede ancora i fantasmi. Sconcertata da questa rivelazione, fugge da Highmoor e, non sapendo a chi altri rivolgersi, si dirige verso Bloem. All’inizio, è conquistata dal paesaggio florido e lussureggiante ed è rapidamente attratta dall’affascinante, spiritoso e avvenente Alexander, del quale finirà per innamorarsi. Ma ben presto, grazie anche agli incubi che la tormentano, Verity inizia a intravedere il lato oscuro di Bloem, nascosto con cura dietro una facciata così vigorosamente stucchevole.



Salve salve!
All’inizio dell’anno, dopo aver letto il suo standalone, ho recuperato “La casa di sale e lacrime” di Erin A. Craig, conquistata dalla capacità dell’autrice di creare atmosfere cupe e misteriose e di scrivere young adult che sanno tenere sulle spine grazie a un bel mix di fantasy e macabro.
Per questo motivo ho atteso con trepidazione “House of Roots and Ruin. La casa di radici e perdizione”, volume che vede come protagonista la più piccola delle sorelle Thaumas, Verity.

Sono passati diversi anni dalle vicende di “La casa di sale e lacrime” e ognuna delle sorelle Thaumas ha preso la sua strada: Annaleigh è la guardiana del faro, Camille è diventata la duchessa di Highmoor, Mercy vive a corte e Honor lavora, entrambe sul continente, mentre Lenore, separata per sempre dalle sue gemelle, vaga per il mondo, ma nessuna delle sue sorelle sa per fare cosa.
Poi c’è Verity, la più piccola, che ora ha 17 anni e vorrebbe vedere il mondo e fare della sua arte la sua vita, ma Camille non le permette di lasciare Highmoor.
Un giorno si presenta un’occasione imperdibile, la duchessa di Bloem vuole che Verity, osannata dalla sorella Mercy, dipinga un ritratto del figlio Alexander.
Verity è al settimo cielo e pronta a cogliere l’occasione, mentre Camille glielo vieta, rivelando alla sorellina verità inimmaginabili.


“C'era qualcosa di orribile nel modo in cui Camille aveva detto che Highmoor sarebbe sempre stata casa mia. Le parole in sé e per sé sembravano adorabili, era il messaggio sottinteso a irritarmi. Restare a casa significava che non sarei mai andata da nessuna parte. Non avrei mai imparato nulla di nuovo. Non avrei mai trovato un pretendente, una vocazione, me stessa, se non fossi mai andata via.”


Noi lettori sappiamo che Verity era capace di vedere i fantasmi ed è stata fondamentale nella ricerca della verità di Annaleigh nel primo volume, ma Verity tutto questo non lo ricorda, è stata protetta e schermata dalle sorelle maggiori per tutti questi anni, finché Camille non le ha rivelato questa traumatica verità facendole mettere in discussione tutta la sua vita.
Sconvolta, Verity scappa da Highmoor e raggiunge Bloem, il paese dei fiori e della bellezza, alla ricerca di un futuro diverso e di una possibilità.
Per la precisione raggiunge Chauntilalie, la dimora ducale, un luogo splendido, enorme e sgargiante, un tripudio di fiori e un inno alla bellezza.
Incontra anche Alex, l’erede del duca, un ragazzo estremamente affascinante eppure solo poiché, a causa di un incidente da bambino, non riesce a camminare e deve utilizzare la sedia a rotelle.
Tra Verity e Alex sbocciano subito un’affinità e un’attrazione difficili da ignorare, ma rimanere a Chauntilalie potrebbe essere pericoloso per Verity.
Per quanto la superficie sia scintillante, la dimora e i suoi abitanti nascondono segreti terrificanti e oscuri. Se non fa attenzione, Verity potrebbe essere la prossima vittima, eppure è anche l’unica persona con la capacità di smascherare ogni macabro segreto.

“Devi andartene. Oggi stesso. Non lo avverti il pericolo? Ne sei circondata. Si aggira nell’ombra, in agguato. Persino l’aria è avvelenata in quella casa.”

Forse sarò in minoranza, ma “La casa di radici e perdizione” non mi ha stregato come gli altri due libri di Craig.
Mi sono innamorata delle storie di questa autrice perché in ogni romanzo riesce a creare atmosfere cupe, quasi soffocanti, da cui è difficile scappare, ma stavolta, per me, non ci è riuscita del tutto.
Credo che il problema risieda nel fatto che Verity tenti in ogni modo di lasciare fuori il fantastico, cercando di dare spiegazioni logiche, per quanto deboli, alle cose inspiegabili che si trova davanti.
Nel tentativo di allontanarsi dall’impossibile che ha costellato la sua infanzia, la nostra narratrice si concentra su ciò che le permetterebbe di vivere una vita “normale”, ovvero la relazione con Alex, per cui ci sono pagine su pagine di Verity che quasi cancella sé stessa per adattarsi a quelle che lei crede siano le aspettative dei Laurent.
Nonostante capisca il senso di queste scene, ovvero la necessità di Verity di trovare un posto sicuro lontano da Highmoor, mi hanno leggermente infastidito, mi sono sembrate “un passo indietro”.
La storia ha iniziato a coinvolgermi quando Verity si è lasciata andare al fantastico.
Una volta che l’orrore nascosto sotto la superficie perfetta di Chauntilalie inizia a salire a galla, il romanzo assume una marcia in più e la capacità che tanto adoro dell’autrice, di creare storie che lasciano con il fiato sospeso, inizia a farsi sentire.
A quel punto inizia un susseguirsi di colpi di scena che mi hanno piacevolmente colpito. Sono contenta soprattutto del fatto che l’autrice mi abbia contraddetto con le sue scelte; mi aspettavo determinate cose, invece Craig mi ha stupito prendendo strade leggermente diverse ma ugualmente sorprendenti.
Ci sono un paio di cose che mi hanno stranita però e la cui presenza credo dipenda dalle mode del momento, ovvero alcune descrizioni piuttosto esplicite o similitudini decisamente discutibili che stonavano con il genere del romanzo, uno YA.

“Camille era legata a Highmoor, era chiamata a proteggerla e a proteggere le isole, ma io... che scopo avevo dietro quelle mura di pietra?”

Per me il primo 30/40% è stato un po’ sottotono, ma dopo questo punto il libro ha iniziato a ingranare, anche se lentamente, per arrivare a una conclusione coi fiocchi.
Il finale… Quel finale cambia completamente le sorti del libro, toglie il fiato, mette i brividi e ci lascia con un pensiero fisso: “E ora?”.
Sono certa che ci aspetta un terzo libro e, dati i semi che l’autrice ha piantato in questo volume, io non vedo davvero l’ora di leggerlo!
Baci

Voto libro - 3.5








 







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