Gli Inadottabili





Genere: Narrativa per ragazzi
Autore: Hana Tooke

settembre 2020

Amsterdam, 1892. All'orfanotrofio del Piccolo Tulipano arrivano cinque neonati abbandonati nelle maniere più diverse, chi in una cesta a forma di bara, chi dentro un secchio per il carbone. Tutti modi comunque inaccettabili per la direttrice, l'arcigna e puntigliosa signora Gassbeek. Milou, Dita, Oval, Finny e Sem diventano presto gli "inadottabili", casi disperati di cui la direttrice non riesce a liberarsi. Loro, però, sono uniti come fratelli e hanno trovato nell'amicizia la forza di resistere. Una speranza sembra profilarsi quando i ragazzi compiono dodici anni e un commerciante di zucchero, un certo signor Rotman, propone di prenderli con sé. Indossa abiti eleganti, ma ha baffi che fremono e un sorriso sbagliato. Per i cinque amici è l'inizio di un'avventura che richiederà tanto ingegno quanto coraggio. In un paese incantevole, tra i canali di Amsterdam e i mulini a vento del vasto polder, la loro fuga sarà costellata di atmosfere da brividi, messaggi segreti e colpi di scena. Età di lettura: da 10 anni.



Salve Confine,
con un leggero ritardo rispetto a quanto previsto per via della lentezza di consegna, oggi vi parlo di un romanzo per ragazzi che mi ha preso il cuore: “Gli inadottabili” di Hana Tooke, edito Rizzoli, che ringrazio per la copia cartacea.

Ad Amsterdam c’è l’orfanatrofio del Piccolo Tulipano, dove l’arcigna direttrice Gassbeek pretende che si rispettino regole ferree per l’abbandono dei bambini; regole che nell’anno 1880 sono completamente ignorate nell’abbandono di ben cinque bambini che vengono chiamati, Dita, Oval, Sem, Finny e Milou.
Questi bambini hanno caratteristiche particolari, alcune delle quali li rendono “inadottabili” dalle famiglie che visitano l’orfanotrofio per adottare un orfanello.
È proprio con questo nome, “gli inadottabili” che la Gassbeek comincia a chiamarli e, dodici anni dopo, questi si ritrovano ancora in quell’orfanatrofio, sempre in attesa di essere adottati, di far parte di una famiglia vera.
Tutti tranne Milou, che aspetta indefessamente che la sua vera famiglia torni a riprenderla, e per alimentare questa sua speranza inventa storie incredibili sul come e perché la sua famiglia abbia dovuto abbandonarla e su come verrà a riprenderla.

Accade però l’inaspettato e un ricco signore, il signor Rotman, arriva in orfanatrofio e li prende tutti e cinque. Finalmente il loro sogno si realizza… e invece, una volta fuori si rendono conto che il signor Rotman ha altri progetti per loro che non il mettere su una amorevole famiglia, così i cinque ragazzini scappano e trovano rifugio in un vecchio mulino che diventerà momentaneamente la loro casa, mentre loro vanno in cerca dei genitori di Milou, che sono gli unici di cui hanno qualche indizio.
Durante questa ricerca vivranno tantissime avventure pericolose ed emozionanti, divertenti e strabilianti, qualcuno scoprirà qualcosa in più sulla sua identità, qualcun altro farà tesoro delle esperienze vissute, chissà se qualcuno di loro troverà una famiglia, quello che è certo è che impareranno che non c’è bisogno di condividere lo stesso sangue per essere una famiglia.

Che bellissimo romanzo! Bello dentro e fuori! Bello ovunque!
Confesso subito che ero scettica riguardo al target di lettura che lo riguardava, sebbene non mi dispiaccia leggere libri per ragazzi, devo dire che sono molto esigente, ma la trama mi aveva incuriosito e la cover del libro mi aveva ammaliata, così mi sono decisa, e per fortuna!
Innanzi tutto voglio dirvi che la versione cartacea è meravigliosa, dalla cover alla rilegatura, dai dettagli alle illustrazioni che abbelliscono le pagine. Si deve avere un libro così ben curato in una libreria che si rispetti. Se poi anche la storia raccontata al suo interno fa paio con l’aspetto, avete trovato un tesoro.
È di questo che si tratta infatti, “Gli Inadottabili” è un tesoro prezioso che può essere letto a qualsiasi età.
È scritto in terza persona, un narratore esterno ci racconta quello che avviene e ci fa vivere la storia come se fossimo spettatori onniscenti che dall’alto guardano questi piccoli protagonisti aggirarsi per il magnifico paese dei tulipani.
Grazie a questa scelta, la lettura scorre veloce e leggera e le numerose pagine, ben più di quattrocento, non si sentono nemmeno.
C’è un ottimo equilibrio tra dialoghi e parti descrittive, queste ultime sono molto ben scritte, mentre i dialoghi, considerato che riguardano ragazzini di dodici anni, sono tanto innocenti e semplici quanto emozionanti e facili ad evocare riflessioni nel lettore.
I luoghi sono quasi una novità per me, credo di aver letto davvero pochissimi romanzi ambientati nei Paesi Bassi, e questo mi ha affascinata.

Ma la vera forza del romanzo sono i personaggi.
Dita, chiamata così perché ha un dito in più per mano, è intelligente e abilissima nel costruire cose, ha un’inclinazione particolare per la matematica; Oval, chiamato così per la trama ad ovali della copertina in cui era avvolto quando è stato trovato, è bravo nel disegno e ha le dita sempre sporche dei carboncini che usa per i suoi schizzi, le sue cartine; Sem, alto e dinoccolato, chiamato così perché trovato in un sacco di semola, è un bravissimo sarto; Finny, trovata con dei semi di finocchio nei capelli, ha un animo dolce e sensibile, si prende cura dei topolini dell’orfanatrofio che la adorano; Milou, diversamente dagli altri, aveva già il suo nome quando è stata ritrovata, ricamato sulla copertina di velluto nero in cui era avvolta, dentro una cesta a forma di bara, con un gatto di pezza con su scritto Bram Poppenmaker, lei è tenace e combattiva, ha una fantasia smisurata che usa per inventare mille storie diverse sul perché del suo abbandono, sui suoi genitori e su come verranno a riprenderla.

Direi che il romanzo sembra incentrato più su di lei che sugli altri, ma il risultato finale non cambia, l’autrice è riuscita a creare la storia di una famiglia dove i genitori non ci sono, fatta solo di bambini che affrontano insieme le mille rocambolesche avventure che si troveranno a vivere nel momento in cui decideranno di andare nel mondo e inseguire il loro sogno, ovvero trovare dei genitori disposti ad amarli per quello che sono.
Sicuramente non sto parlando di un romanzo pieno di colpi di scena inaspettati, di colpi di scena ce ne sono, ma alcuni si intuiscono subito, però se ritorno al fatto che si tratta di un libro per ragazzi e che quindi è diretto a loro, posso dire che tutto è scritto come deve essere, anche il finale, che mi ha lasciata un po’ così, ma non perché sia brutto o inadeguato, anzi, ci sta tutto ma… vabbè leggetevelo da soli!
Quello che posso dirvi è che rimarrete intrappolati tra le pagine avventurose di questo bellissimo libro, che parla d’amore e di famiglia, quelle famiglie dove nessuno viene lasciato indietro!
Buona lettura.

Voto libro - 5




 

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