Nove gradi di libertà


Genere: Narrativa

Autore: David Mitchell

09 febbraio 2021


Il fanatico adepto di una setta apocalittica sull'isola di Okinawa. Un giovane musicista innamorato tra i tentacoli di Tokyo. Un avvocato inglese a Hong Kong. Un'anziana donna che vive alle falde del Monte Emei, la montagna sacra cinese. Uno spirito della Mongolia.
Una ladra d'arte a San Pietroburgo.
Un ghost-writer londinese. Una scienziata irlandese inseguita dalla CIA. Un eccentrico dj newyorkese. Nove storie, nove località, nove personaggi, nove stili letterari diversi. Cosa accomuna i protagonisti dei diversi capitoli? Sono solo dettagli fortuiti, o c'è un disegno dietro quanto ci accade?
Lo straordinario libro d'esordio di David Mitchell, ricco di echi letterari e di suggestioni filosofiche, un seducente gioco che fonde eventi, paesaggi, sentimenti in un unicum magmatico e interconnesso, come la vita.


Ciao a tutti voi, lettrici e lettori!
Di recente ho avuto modo di leggere un’opera di cui ho sentito parlare per molto tempo, e quando ho visto che Mondadori aveva pianificato una ristampa, non ho saputo resistere.
Oggi vi parlerò di “Nove gradi di libertà”, scritto da David Mitchell.

“La storia falsa, ipotetica del mio paese non è lo studio di ciò che effettivamente ebbe luogo da queste parti: è lo studio degli studi degli storici. Gli storici devono tirare l’acqua al loro mulino, proprio come i fisici.
I ricordi sono i loro discendenti mascherati da antenati del presente.”

Ci troviamo in nove luoghi diversi, dove assistiamo a eventi che scombussolano le vite di personaggi differenti tra loro e tra cui, all’apparenza, non vi è alcun collegamento. In qualche modo, invece, queste storie così distinte, nascondono un forte legame.
È come se “Nove gradi di libertà” fosse stato scritto da più persone, considerando la variazione dello stile in base alla storia che ci viene raccontata. Invece, tutto è opera di David Mitchell, autore che ho sentito nominare parecchie volte e di cui finalmente ho notato (e amato) le doti scrittorie.
Da Okinawa a Clear Island, passando per luoghi magici come Tokyo o San Pietroburgo, preparatevi ad affrontare questo viaggio tra realtà interconnesse. Non ve ne pentirete!

“Tutte le menti palpitano nello stesso modo, come tutti i fari del mondo hanno le stesse caratteristiche. Alcune menti palpitano a ritmo costante, altre a ritmo irregolare. Alcune sono tiepide, altre calde. Alcune hanno una vitalità sfolgorante, altre sembrano pressoché assopite. Alcune preferiscono rimanere ai margini, come i quasar. Per me, una stanza piena di animali e di persone è simile a un universo di soli di diversa grandezza, colore e gravità.”

Questo libro è spettacolare. Giuro, ho amato ogni secondo di questa lettura.
C’è una certa filosofia dietro ogni parola e/o capitolo di “Nove gradi di libertà”. Non credo di aver mai letto qualcosa di simile e che potrei mettere a paragone con l’opera di Mitchell.
I personaggi sono tutti ben costruiti e mi hanno catapultata subito nel loro presente, nelle storie magnifiche ricche di significato. Il modo in cui in tutto è presente una connessione, un filo logico che lega ogni racconto, scenario e personaggio, è davvero originale!
Uno dei capitoli che ho amato di più (e sono sicura di non essere la sola) è “San Pietroburgo”, dove ogni dialogo tra Eva e il serpente è fonte di riflessione.
Non ho apprezzato molto il finale, però. L’ho trovato un po’ troppo ricco e confusionario.

Mitchell ha giocato molto con il suo stile di scrittura, e l’ha fatto senza mai rallentare il ritmo narrativo dell’opera, ma rendendola sempre più scorrevole man mano che ci si avvicinava alle ultime pagine.
Se volete viaggiare con la mente, "Nove gradi di libertà" fa al caso vostro!


Voto libro - 4.5






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