Bad Habits. La parola proibita


Autrice: Flynn Meaney

Genere: Young Adult

 26 gennaio 2021

Alex ha diciassette anni, è esuberante e testarda e detesta la scuola Cattolica in cui i genitori l’hanno rinchiusa. Il suo obiettivo? Farsi espellere al più presto. Ma se né eyeliner né calze a rete sono sufficienti, il modo migliore resta fare una pazzia plateale. Come organizzare uno spettacolo teatrale che insceni I monologhi della vagina davanti all’intero liceo. Il progetto si trasforma immediatamente in una sfida: la parola vagina è impronunciabile al Saint Mary e diffondere i valori femministi non è esattamente nell’interesse della scuola. Con l’aiuto della sua compagna di stanza Katy, una ragazza ligia alle regole che però ha deciso di scoprire l’amore entro la fine dell’anno, Alex capirà che a volte nella vita è necessario scendere a compromessi. Che il muscoloso giocatore di hockey, tutto fossette e pettorali, non deve necessariamente essere uno stupido. Che non tutto quello che le capita è una punizione. E che per le ragazze, brave o cattive, è venuto il momento di gridare.
 
 

Ciao Lettori,
oggi vi parlo del nuovo libro di Flynn Meaney “Bad Habits: La parola proibita”, romanzo autoconclusivo per giovani adolescenti edito dalla DeA Planeta Libri, che ringrazio per la gentile copia omaggio inviatami per la recensione.

Alex ha diciassette anni, frequenta la St Mary’s Catholic School ormai da tre anni e ha fatto di tutto, ma proprio di tutto per farsi espellere e tornare a vivere in California con il padre... Senza grossi risultati, con suo grande disappunto. E se ne rende definitivamente conto quando, all’ennesima infrazione che l’ha vista a gambe all’aria sotto le finestre del dormitorio maschile e convocazione urgente del padre dalla California riesce a… non essere cacciata via. Il padre, ex studente della scuola, riesce a convincere padre Hughes a non sbatterla fuori.
Alex è indignata, non riesce a credere che padre Hughes si sia fatto intortare dal padre, né, ancora peggio, che questi non si sia preso nemmeno il disturbo di invitarla a pranzo e passare un po’ di tempo con lei dopo il lungo viaggio dalla California. Decide quindi che, a mali estremi, estremi rimedi. Se essere la ribelle della scuola non ha funzionato, dovrà trovare un altro modo per guadagnarsi l’uscita da quell’istituto, e cosa si inventa? Uno spettacolo teatrale che rappresenterà “I monologhi della Vagina”.
Per chi non lo sapesse, me compresa, i “Monologhi della vagina” è un’opera teatrale scritta da Eve Ensler in cui il tema centrale è, appunto, la vagina come “strumento di emancipazione , attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità. […] Più avanti il significato dell’opera è cambiato e, da celebrazione delle vagine e della femminilità, è diventato la nascita di un movimento contro la violenza sulle donne. (Fonte: Wikipedia)”.

Alex, infatti, non è un’adolescente ribelle senza scopo che si limita a infrangere le regole per il gusto di farlo, no, è una ragazzina molto intelligente costretta a vivere in un posto che non le piace e dove l’hanno parcheggiata i suoi genitori, incapaci di prendersi cura di lei. A peggiorare le cose poi, sta il fatto che la scuola, oltre ad essere mille miglia lontana da casa, è pure una scuola cattolica: preti, suore e regole cattoliche ovunque! Da qui parte la sua crociata, se così si può definire, di farsi espellere grazie alla… vagina, appunto.
Devo dire amici lettori che dalle premesse del libro ero partita già in quarta con l’indignazione: ecco un altro istituto di bigotti retrogradi americani il cui unico scopo è soffocare menti brillanti e sfornare burattini fascisti senza cervello, invece mi sono subito ricreduta.
Nonostante le sue continue alzate di testa e l’atteggiamento da rivoluzionaria don Chisciotte, Alex fa tutto da sola. Come ogni adolescente è concentrata solo su se stessa e vede solo ciò che le fa più comodo vedere. La sua rabbia è proiettata sulla scuola e ciò che rappresenta, vede preti e suore spiritati e con le croci da esorcismo dietro ogni angolo, quando invece a cominciare da padre Hughes, il rettore, il suo spirito da libera pensatrice non solo è tollerato, ma coltivato. È proprio padre Hughes che, invece di troncare sul nascere la sua iniziativa di rappresentare i monologhi della vagina, le suggerisce la soluzione; proprio colui che riteneva essere il suo anticristo accoglie il suo progetto.
Insomma, c’è il mondo come lo vede Alex e il mondo reale, il mondo che lei vuole vedere e quello che la circonda nella realtà. 

Mi è piaciuto molto leggere questo libro perché è riuscito benissimo a rappresentare questa agguerritissima adolescente in ogni sua sfaccettatura: Alex è intelligente e determinata, non approva le strutture patriarcali sessiste della sua scuola e le combatte a viso aperto, si tinge i capelli di viola (e nessuno glielo impedisce), fuma sigarette aromatiche e pratica il libero amore con molta disinvoltura, in un ambiente che invece promuove la castità fino al matrimonio; è la presidente del club femminista della scuola (che conta il favoloso numero di 6 iscritti) ed è il punto di riferimento dei peccatori e delle peccatrici dell’istituto, quando qualcuno si caccia in un pasticcio non confessabile ricorre a lei. Nonostante “I monologhi della vagina” siano ufficialmente il suo lasciapassare per la California, lei crede davvero nel messaggio di emancipazione femminile che lanciano, soprattutto in un ambiente come la St. Mary, dove, a causa di regole antidiluviane soprattutto sull’argomento sesso, lascia nella più oscura ignoranza i suoi giovani alunni e lei si ritrova spesso a dover accompagnare di nascosto ragazzine terrorizzate dopo aver avuto rapporti protetti con i palloncini, nel primo consultorio nelle vicinanze della scuola.
Quello che parte come il suo ultimo e grandioso atto per l’espulsione si trasforma in una missione per diffondere consapevolezza e conoscenza negli ingenui alunni della St. Mary. 

Ad accompagnarla nelle sue avventure ci sono Mary Kate, la sua migliore amica, Katie Casey, la sua antagonista e Pat. Mary Kate è una ragazzina a cui le regole stanno strette ma vi si attiene perché vuole diplomarsi e andare a Harvard, ma vuole bene ad Alex e la asseconda nella maggior parte delle sue imprese. Katie Casey è l’antagonista, incarna la scuola e i principi che Alex combatte in tutta la sua essenza, a cominciare dalla castità fino al matrimonio. Pat è l’energumeno senza cervello che gioca a Hockey e appartiene alla categoria dei privilegiati della scuola. Insieme, i tre ragazzi, invece, non sono affatto come Alex li rappresenta e lo capirà lei stessa proprio grazie ai monologhi della vagina e a tutto quello che la aiuteranno a fare per rappresentare la piece teatrale. Alla fine i monologhi saranno davvero un viatico per il cambiamento di Alex ma con risultati molto diversi da quello che lei si sarebbe aspettata.

Il libro è piacevole, ironico e divertente, pieno di richiami a letteratura e musica, di battute irriverenti e situazioni imbarazzanti, con un bel ritmo che sostiene tutta la lettura. Mi è piaciuto lo stile della scrittrice, a cui vanno i miei complimenti.
 
Voto libro - 4

 

 

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