La Stirpe della Gru
Genere: Fantasy
Autrice: Joan He
19 gennaio 2021
I TIRANNI ESTIRPANO I CUORI.
I GOVERNANTI SACRIFICANO IL PROPRIO.
LA PRINCIPESSA HESINA DI YAN ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell'anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell'arena dei giochi di potere e diventa all'improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l'omicida sia qualcuno che le è molto vicino.
La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l'ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l'assassino.
I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi'a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un'indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge.
Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto.
Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?
Salve Confine!
Il nuovo anno è iniziato con nuove uscite davvero interessanti che non voglio farmi sfuggire e tanti eventi che spero mi porteranno, e vi porteranno, a scoprire nuovi titoli validi. Oggi partecipo al mio primo review party del 2021 con una nuovissima uscita fantasy, sto parlando di “La stirpe della gru” di Joan He, edito dalla Mondadori, che ringrazio per l’invio in anteprima di una copia digitale.
Ultimamente stanno uscendo molti romanzi ambientati o che prendono ispirazione dalla cultura dei paesi orientali e non potrei esserne più felice, perché mi attira sempre poter leggere di usi e costumi lontani dai nostri. Inoltre questo romanzo ha una trama che invoglia subito a leggerlo!
Siamo nel regno di Yan, fondato dalle ceneri di un regno corrotto che era regnato da imperatori che si definivano dei e indovini senza scrupoli, almeno fino a quando tutto si capovolse e la parte del popolo che viveva repressa e schiavizzata si ribellò e, con un colpo di stato, prese il potere uccidendo l’ultimo imperatore e con lui chiunque possedesse magia nelle vene. Si instaurò un regno di uguaglianza, bandirono la magia in qualunque sua forma perseguitando gli ultimi indovini sopravvissuti e la pace ritornò.
Tre secoli dopo, la principessa Hesina Yan è l’erede al trono e si ritrova a dover diventare regina a soli diciassette anni a causa della morte improvvisa del padre, il re. La giovane ha sempre saputo che quello sarebbe stato il suo destino un giorno, ma non avrebbe mai pensato che arrivasse così prematuramente e, senza la guida del saggio padre, ha paura di non essere all’altezza di guidare il suo regno. Ma, soprattutto, è convinta che la morte del padre non sia stata naturale, crede che sia stato assassinato e vuole a tutti i costi fare chiarezza e scoprire se i suoi sospetti sono fondati.
Contro ogni buon senso e contro i dettami degli undici che misero fuori legge la magia, Hesina si reca a chiedere consiglio a una delle ultime indovine che si nascondono nel suo regno e, seguendo la sua visione grazia un delinquente, Akira, che si trova nelle sue segrete in attesa di essere condannato per chiedergli di rappresentarla nel processo che si sta per svolgere per scoprire l’assassino del re.
“«Un re morto» disse il detenuto. «Una popolazione ingannata. Una persona in cerca della verità. Sembra una storia che potrebbe finire molto bene o molto male, e io voglio assistere.»”
Hesina è una ragazza che non si sente pronta per il ruolo che il destino ha scelto per lei e delle responsabilità che comporta, ma amava suo padre ed è decisa a onorare la sua memoria trovando il suo assassino mediante un processo ufficiale, andando contro a chi afferma che sia stata una morte naturale. Ben presto, però, la giovane dovrà aprire gli occhi su ciò che si cela veramente sotto la cortina dorata della sua corte e dei suoi funzionari. In questo libro ho apprezzato molto i giochi di potere e le macchinazioni che stanno dietro a ogni mossa, studiata nel minimo dettaglio per il tornaconto personale di ogni singolo personaggio. Purtroppo in questo gioco Hesina entra cieca, erroneamente fiduciosa che la verità tanto osannata da suo padre sia sacra e che tutti saranno onesti con lei.
La verità è un tema centrale della storia ed Hesina scoprirà ben presto che ci sono tanti fili tessuti abilmente che la celano e ogni volta che scaviamo troviamo sempre più menzogne aggrovigliate fra loro. Questa ricerca diventa quasi un’ossessione per Hesina e per noi, che ci addentriamo sempre di più nei giochi di potere della corte senza mai riuscire veramente a raggiungerla.
Tutto questo mentre il suo regno è spaccato, il popolo rabbioso e impaurito dagli indovini che forse si nascondono ancora tra loro e il regno vicino che minaccia guerra.
Hesina inizialmente non potevo sopportarla come protagonista, poi nel corso della lettura ho imparato a capire che è solo una ragazza in lutto che prova a fare del suo meglio, si appoggia molto ai suoi fratelli e alla sorella anche se vuole mantenere un’apparenza distaccata e risoluta. In generale, nonostante i personaggi principali siano abbastanza caratterizzati e definiti, non mi sono legata a nessuno di loro e avrei preferito qualcosa in più. Akira, in particolare, non l’ho proprio sopportato per tutto il libro, così come l’accenno di storia d’amore che non è stata gestita come avrei voluto.
I fratelli di Hesina sono tutti personaggi che sono molto più di ciò che sembrano ma, ancora una volta, secondo me l’autrice non è riuscita a renderli al meglio e avrei voluto conoscerli più a fondo, vedere più interazioni di spessore tra loro e la protagonista così da rendere più veritiera la relazione affettiva tra loro.
“Suo padre le aveva insegnato la sincerità, ma la sua prima lingua era stata l’inganno.”
Ma ciò che proprio mi ha lasciato interdetta per la maggior parte della lettura è stata la struttura narrativa che l’autrice ha deciso di seguire in questo romanzo. Per più di metà romanzo mi sono annoiata, trascinando la lettura quasi controvoglia, con poco interesse in merito alla storia e notando più punti negativi che positivi. Poi, circa al 60%, il romanzo ha preso una piega inaspettata che ha completamente capovolto ciò che avevo letto e ciò che credevo fino a quel punto. Così come ad Hesina, anche per me tutte le certezze si sono dissolte sotto i miei piedi e ho iniziato a divorare pagina dopo pagina curiosa di sapere dove volesse andare a parare l’autrice. Purtroppo non credo che riuscirò a spiegare bene come sia stato improvviso e sconcertante il cambio di rotta che ha subita dalla trama, ma senza farvi spoiler posso dire che si sono susseguiti un numero impressionante di colpi di scena epici che non mi sarei mai aspettata e che mi hanno lasciata a bocca aperta, praticamente non facevo in tempo ad assimilarne uno che subito ne arrivava un altro che cambiava ancora una volta le carte in tavola, e invece che rivelare la verità sviavano ancora di più.
Inutile dirvi che quest’ultima parte mi è piaciuta moltissimo e mi ha portato a rivalutare completamente il romanzo, anche se ad un certo punto i colpi di scena sono diventati un po’ troppi e, in un certo senso, prevedibili, ma tutto sommato li ho apprezzati molto e ho concluso la lettura quasi stordita, ma in senso buono. L’azione continua che si è susseguita a un ritmo impressionante mi è piaciuta più di quanto immaginassi.
A mente fresca, però, vi dico che non mi sono dimenticata che per gran parte del libro mi stavo per addormentare sul mio Kobo, e questo non posso ignorarlo. È come se l’autrice avesse ben chiaro il finale della sua storia senza sapere bene come arrivarci e non abbia studiato a sufficienza come bilanciare gli eventi strutturando meglio la storia che aveva in mente, evitando di lasciare la prima parte scarna di eventi.
In più il world building è praticamente inesistente e per un fantasy è una pecca che non posso perdonare, soprattutto perché questa mancanza non mi ha dato modo di farmi un’idea né del regno di Yan né di quelli circostanti. Anche il sistema magico non è stato spiegato molto chiaramente secondo me, ma credo che potrà essere approfondito di più nel secondo volume che, dato il finale aperto, credo ci sarà, anche se al momento non ho trovato notizie al riguardo.
Insomma, sono propria combattuta su questo libro perché vedo che il potenziale e le idee c’erano, ma più di metà volume non l’ho apprezzato quasi per nulla. Sono quindi curiosa di leggere altri pareri per confrontarli con il mio e, per questo, non posso che consigliarvi questo romanzo per conoscere la vostra opinione.
Buona lettura.
Voto libro - 3.5
0 comments