La cantina dei tre lumi spenti


Genere: Romance

Autore: Paola Gula 

Miranda conduce a Torino un’esistenza piatta all’ombra del fidanzato Guido che da alcuni anni decide della sua vita, obbligandola a dimenticare il passato di talentuosa traduttrice di testi di enogastronomia. Fabrizio è un famoso importatore di cibi e vini pregiati che gira il mondo a caccia di novità e prelibatezze rare. Si incontrano per la prima volta nello studio dell’avvocato Salerno per scoprire che il comune amico e mentore, Eugenio Mandelli, li ha nominati eredi universali di un ingente patrimonio investito totalmente in un’antica osteria di Cuneo che avranno facoltà di vendere o di gestire, purché lo facciano insieme. Sarà Miranda ad accettare la sfida e a gettarsi a capofitto in questa nuova impresa cambiando ancora una volta vita, mestiere e città. Con l’aiuto di una schiera di nuovi amici si trasforma in una moderna locandiera che poco alla volta riuscirà a convincere della sua bravura anche il suo reticente socio Fabrizio. Tra gli scorci affascinanti delle vie di Cuneo vecchia si dipana la storia di una donna che mentre va alla ricerca di se stessa trova amicizia, amore e qualche brivido di paura.


Salve lettori e lettrici del Confine!
Sono veramente felice di parlarvi di un libro che è stato per me una vera sorpresa: “La cantina dei tre lumi spenti” di Paola Gula, edito da Golem Edizioni.

Miranda Ravasi era una brillante traduttrice e un talento nel mondo dell’enogastronomia quando conosce Guido; con lui inizia una vita che la porta a stanziarsi a Torino e a diventare l’ombra di ciò che era (una vera e propria “sottona”, senza offesa).
Fabrizio Pinto ha saputo rivoluzionare l’azienda di famiglia, facendola diventare famosa nell’importazione di cibi e vini, è un giramondo a caccia di novità enogastronomiche.

Cosa hanno in comune? Un grande amico, quasi un padre per entrambi.
A farli incontrare sarà proprio la morte di Eugenio Mandelli. L’amico, infatti, prima di morire, ha nominato entrambi suoi eredi universali.
L’eredità consiste principalmente in un progetto al quale Eugenio si è dedicato fino alla morte proprio per loro: “La Cantina ‘d tre lum destis” (La Cantina dei tre lumi spenti, per l’appunto).
I due sono liberi di accettare l’eredità o di rifiutarla, di farne ciò che vogliono, il vecchio Eugenio non voleva imporre niente a nessuno, ma…

“È vero che le volontà di Eugenio vi lasciano liberi di vendere la Cantina, ma solo se vendete entrambi. In sostanza siete legati, sia che vogliate tenerla, sia che vogliate venderla. Dovrete trovare un accordo fra voi.”

Da un accordo, dal profumo di un passato mai vissuto e di un futuro ancora da scoprire, i due si ritroveranno tra le vie di Cuneo ad affrontare se stessi e una popolazione decisamente complessa.

“Miranda andava incontro spavalda al suo persecutore per affrontarlo armata di... una padella.”

Non so dirvi cosa mi aspettassi da questo romanzo, ma sicuramente non quello che ho trovato: critica a una realtà tristemente diffusa, riferimenti a opere letterarie, intrighi amorosi e non. Soprattutto non mi aspettavo di entrare così in sintonia con i personaggi.
Cosa mi ha spinto allora a leggere questo libro? Semplice, la descrizione della combo di cibo, vino, città storica e l’alone misterioso che emanava!
Uno dei pochi casi nei quali la realtà supera le aspettative.
Il romanzo è scritto in terza persona, comunicando di volta in volta il punto di vista di questo o di quel personaggio. L’inizio è un po’ lento e può provocare l’orticaria a qualsiasi essere che abbia sviluppato del senso civico nell’ultimo secolo, ma basta qualche pagina e si assiste a un crescendo di coinvolgimento che coincide con il fantastico sviluppo della nostra Miranda.

La particolarità che ho apprezzato di più di questo romanzo è, senza dubbio, la caratterizzazione dei personaggi e la loro evoluzione. Così come l’accurata ricerca sui luoghi, sui dialetti e sul mondo enogastronomico.
Però, (ebbene sì, c’è un “però”) alcuni passaggi mi sono sembrati un po’ affrettati, soprattutto il finale: non mi sarebbe dispiaciuto un epilogo più “completo”.
Mi è sembrato di gustare un buon calice di rosso e poi bere tutto d’un sorso quel che resta, guastandone il sapore (per restare in tema).

Nonostante questo, non posso fare a meno di consigliarvi la lettura di questo libro, così come ho già fatto con tutte le mie amiche!
Buona lettura e alla prossima!

Voto libro - 4.5



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