La donna dalla gonna viola
Genere: Narrativa
Autore: Imamura Natsuko
18 Marzo 2021
Tutti i pomeriggi la donna dalla gonna viola si siede sulla stessa panchina del parco
di una grande e anonima città giapponese e mangia una brioche alla crema, mentre i
ragazzini che giocano lì intorno fanno a gara per attirare la sua attenzione. La donna
dalla gonna viola non lo sa, ma ogni suo movimento è seguito di nascosto dalla
donna dal cardigan giallo, la voce narrante, sempre attenta a controllare che cosa
mangia, dove va, con chi parla. La donna dalla gonna viola è single, abita in un
piccolo appartamento di periferia e svolge lavori temporanei, proprio come la donna
dal cardigan giallo, a cui nessuno, però, sembra prestare attenzione. Chi sono
davvero queste due donne, i cui unici tratti comuni sembrano essere la precarietà e
la solitudine? Con la scusa di voler diventare sua amica, la donna dal cardigan giallo
riesce a far assumere la donna dalla gonna viola nella sua stessa agenzia di pulizie
che lavora per un hotel. E qui le loro strade si intersecano in modo drammatico e
imprevedibile…
Il racconto sottile e inquietante di un’ossessione, una storia che, in un crescendo di
tensione, assume via via i toni del thriller, in una spirale di desideri inespressi,
solitudine, dinamiche di potere e condizione femminile, disperato desiderio di
rendersi visibili, di essere considerati e amati.
Ciao Lettori,
oggi vi parlo di una nuova pubblicazione Salani Editore, "La donna dalla gonna viola" di Natsuko Imamura, autoconclusivo di narrativa contemporanea.
Da accanita lettrice di manga e divoratrice di anime quale sono stata, e sono ancora a determinate condizioni, sono da sempre affascinata dalla cultura giapponese in generale e da alcuni aspetti della loro società in particolare e ho per questo spesso deciso di leggere anche le loro opere di prosa, rimanendone però ogni volta, non delusa, no, ma con un senso di incompiuto addosso che mi sono trascinata dietro per giorni e giorni e su cui ancora oggi, ripensandoci, rimugino, senza però arrivare ad una conclusione.
È il caso, per esempio, di IQ84 di Haruki Murakami. A distanza di anni mi chiedo ancora se l'autore fosse sotto effetto di stupefacenti mentre lo scriveva.
Con “La donna dalla gonna viola” ci sono cascata di nuovo, ma prometto che questa è l'ultima, non lo faccio più.
Tuttavia una cosa va riconosciuta, sono raffinatissimi conoscitori della psiche umana, lucidi e affilati come le loro bellissime Katane.
Ed è anche il caso dell'opera di Natsuko Imamura, che non potrei definire se non cronache di una pedinatrice ossessiva.
Siamo in Giappone, naturalmente, teatro della storia una non meglio definita grande città. Viviamo la storia in prima persona al presente, attraverso gli occhi di una donna che si definisce “la donna dal cardigan giallo” che inizia a raccontare sin dall'incipit del libro di colei che nel quartiere (ma in realtà forse solo nella sua testa) è chiamata “la donna dalla gonna viola”. La nostra voce narrante ci descrive minuziosamente, e sin nei dettagli più insignificanti, tutto di questa donna: dove si reca, a che ora, con quale scopo, con quali movenze e attenzione, su quale panchina si siede (sempre la stessa, perché si preoccupa lei di liberarla se qualcuno ci si siede sopra), a mangiare quale brioche, se lavora o meno, in quali condizioni economiche verte... Insomma ci descrive sin nei più particolari dettagli la vita di questa signora, mettendosi lei stessa in serie difficoltà economiche per seguirla.
Perché lo fa? Perché vuole diventare sua amica.
E come si può diventare amici di qualcuno senza conoscere tutto, e sottolineo tutto, di questo qualcuno? O senza creare delle occasioni per avvicinarla? Tipo spingerla ad andare a lavorare per la stessa impresa di pulizie?
Ora, chi un po’ conosce la cultura giapponese sa benissimo che è guidata da rigidissime convenzioni sociali e che sarebbe impensabile per chiunque invitare uno/a sconosciuto/a a prendersi un caffè dopo, magari, aver scambiato due chiacchiere al parco dove ci si incontra praticamente tutti i giorni. Sì perché la nostra voce non si nasconde, al parco si siede su una panchina poco distante da quella dell'oggetto del suo interesse, quindi praticamente tutti i giorni le due si intravedono/incrociano al parco. Ma non solo non si scambiano mai una parola o uno sguardo in quelle occasioni, le due non si parlano nemmeno quando diventano colleghe.
Perché, sebbene la nostra voce faccia di tutto per avvicinarsi alla donna dalla gonna viola, di fatto, in nessun momento del libro si spinge davvero a fare la sua diretta conoscenza.
Tuttavia, l'interesse per la donna dalla gonna viola non abbandona nemmeno per un minuto la nostra voce narrante, anzi la spinge a diventare ancora più ossessiva, tanto che prende quasi come un oltraggio alla sua persona lo scoprire che l'oggetto del suo interesse ha un fratello e una nipote (come può esserle sfuggito?) e quando la donna dalla gonna viola si troverà in una situazione davvero critica, apparirà praticamente dal nulla e le offrirà una via di fuga mettendo nelle sue mani tutti i suoi averi, dando per scontato che la donna dalla gonna viola, in preda alla gratitudine, avrebbe condiviso il resto della sua vita con lei. A voi scoprire come andrà a finire.
Solo un giapponese potrebbe essere seguito sempre dalla stessa persona praticamente h24 senza farsi venire nemmeno il minimo dubbio che ci sia qualcosa di strano.
Sono combattuta sul giudizio di questo libro, perché gli darei 4 per la capacità dell'autrice di descrivere senza mai essere noiosa, ripetitiva o pedante la vita di un altro essere umano, per la sua abilità di farci conoscere la voce narrante quasi meglio della donna dalla gonna viola senza mai parlarcene direttamente, per non averci fatto nemmeno una volta sfiorare dal dubbio che la voce narrante sia una maniaca o una stalker e che le sue intenzioni siano cattive.
Tuttavia, per tutto il libro mi è sembrato di stare leggendo un aneddoto e non un romanzo e l'ho trovato del tutto senza senso, noioso e privo di scopo, ma questo è il mio personalissimo parere.
Da brava contabile faccio una media.
Ah, dimenticavo, mentre sono sul pullman un uomo allunga una mano sul sedere della donna dalla gonna viola e che succede quando lei si difende? Si avventano tutti sul molestatore e il conducente devia dalla sua corsa per accompagnare vittima e carnefice dalla polizia per denunciare il fatto. Uguale in Italia, uguale. Eh niente, volevo condividere questa cosa con voi.
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