L'albero dello zenzero


Genere: Narrativa Contemporanea

Autore: Oswald Wynd

18 giugno 2021

1903. Sbarcata in Cina dopo un lungo viaggio dalla Scozia, Mary incontra per la prima volta il suo promesso sposo e capisce subito che il loro non sarà un matrimonio felice. Mesi dopo, benché sia rimasta incinta, continua a sentirsi sempre più sola, mentre il marito è perso nei suoi affari. Fino al giorno in cui, durante una delle sue passeggiate, incontra Kurihama, un samurai discendente da una nobile famiglia giapponese. L’uomo è schivo e taciturno, ma riesce a trasmetterle il fascino del suo paese, magico e misterioso. Le racconta di una cultura millenaria e di leggende meravigliose. L’amore nasce senza preavviso: Mary sa che è sbagliato, proibito, ma sa anche che mai, prima d’ora, si è sentita così pienamente sé stessa. Quando la loro relazione viene scoperta, il marito la ripudia e le impedisce di vedere la figlia. La ferita che le lacera il cuore non si richiuderà mai più, ma Mary non è solo una madre, è anche una donna. Ha sogni, speranze, progetti. A questi deve aggrapparsi per non soccombere. Giorno dopo giorno si lascia ammaliare dalle luci, dalle tradizioni, dai costumi di Tokyo, dove ha deciso di vivere con Kurihama e il loro bambino. Lì spera di trovare l’affermazione personale e l’indipendenza tanto desiderate. Ma presto scopre che la difficoltà di raggiungerle, per una donna, è la stessa a qualsiasi latitudine. Così decide che farà di tutto per dimostrare ai suoi figli che un mondo migliore è possibile e che anche una donna è in grado di gestire un impero commerciale. Perché come l’albero dello zenzero può crescere anche sui terreni più sfavorevoli, così la forza di una donna può germogliare ovunque.

Ciao Lettori,
ho letto un libro bellissimo. Il 10 giugno è uscito per la Garzanti, che ringrazio veramente per aver dato al Confine l’opportunità di recensire, “L’albero dello zenzero” dello scrittore Oswald Wynd. Non è un libro recente, la sua prima edizione risale al 1977 e sinceramente non so se sia mai stato pubblicato nel nostro Paese, ma se così fosse abbiamo decisamente aspettato troppo.
Wynd è di origini scozzesi ma trascorre molta parte della sua vita in Oriente, la gran parte dei quali da adulto come prigioniero di guerra in Giappone.
Ed è in Giappone, mentre è prigioniero, che inizia la sua carriera da scrittore. “L’albero dello zenzero” è un’opera che scrive una volta tornato a casa, in Scozia, dopo aver giurato che non avrebbe mai più messo piede in Oriente.
Nonostante quest’affermazione, tuttavia, l’oriente gli è rimasto addosso, anzi mi permetto di dire che lo ha permeato sin nelle ossa, perché riesce a scrivere un libro con il quale ci trasmette il Giappone, la sua identità, l’aria che si respira, le sue più profonde ideologie come forse neanche un vero giapponese saprebbe fare. Ho gustato ogni pagina di questo libro, ogni parola, l’ho letto lentamente (un’intera settimana) e mi è veramente dispiaciuto quando è finito.

Il libro è in forma di diario, un diario che accompagna la vita della nostra protagonista dal viaggio che compie per raggiungere il suo promesso dalla Scozia in Cina, fino al momento in cui, costretta dalla Guerra dovrà abbandonare il Giappone.
Mary è la nostra narratrice, ogni momento del diario ci riporta la sua vita e le sue impressioni e anche se i suoi diari sono strettamente personali e non destinati a terzi, il suo tono è sempre molto pacato, anche nei momenti più difficili, anche nei momenti più disperati. Il non detto di questo libro è quasi più importante di ciò che è rivelato. Neanche con sé stessa la nostra protagonista si permette di essere drammatica e ciò ai nostri occhi dà ancora più risalto alla sua straordinaria forza e alla sua straordinaria vita.
Mary ha solo 20 anni quando si imbarca diretta in Cina per andare in sposa a Richard Collingsworth, un militare di stanza nei presidi inglesi in Cina. Non sa niente di lui, a parte che è inglese, di buona famiglia e di bell’aspetto. Già nelle prime pagine dei suoi scritti Mary non si illude di andare incontro a un amore appassionato e neanche da parte sua si nota un acceso trasporto per il suo promesso, ma Mary non si sarebbe comunque aspettata la solitudine e l’isolamento a cui il marito la esilierà una volta sposati. Questa intima solitudine verrà colmata da un’improbabile attrazione che scocca tra lei è un impenetrabile conte giapponese, Kentaro Kurihama, di cui diventa l’amante in una zona remota dei boschi cinesi, mentre il marito è da qualche parte tra le fila della guerra russo-giapponese del 1904.
Posso azzardarmi a dire che il conte Kurihama è il Giappone, nel libro è attraverso di lui che Wynd ci rappresenta l’essenza di questo Paese. Gli fa da contraltare la figura di Aiko Sannotera, che invece ne rappresenta la parte più rivoluzionaria e anticonformista e che sarà amica di Mary fino alla fine dei suoi giorni. Questi sono solo due degli indimenticabili personaggi che popolano questo libro, che è molto di più che la semplice narrazione della vita di Mary, ma ci fa scoprire come gli occidentali si recavano in Giappone convinti di conquistarlo e invece ne rimanevano così ammaliati da non volersene allontanare mai più.

I cinque giorni di passione che ha vissuto col conte non passano senza conseguenze. Rimasta incinta, Mary viene immediatamente ripudiata al rientro di Richard. Ma, in procinto di essere imbarcata e rispedita in Scozia nella vergogna, Mary sceglie di accettare l’aiuto del Conte Kurihama, che, lei capisce in quel momento, non l’ha mai persa di vista nonostante non si siano più incontrati dal momento della loro separazione.
Il rapporto di Mary con Kurihama è particolare e complesso, i due sembrano essere indissolubilmente legati da quel filo rosso che nella tradizione giapponese lega sin dalla nascita due anime gemelle. Che loro lo siano davvero resta da vedere.
Il vero destino di Mary viene segnato dalla scelta di accettare l’aiuto di Kurihama e trasferirsi in Giappone anziché in Scozia. È qui che iniziamo a capire la vera forza che si nasconde dietro Mary, la quale, piuttosto che rientrare in Patria, sì coperta di vergogna, ma da una famiglia che in qualche modo l’avrebbe accolta, preferisce sfidare la sorte e farsi portare in un Paese ancora più remoto della Cina e di cui non conosce neanche una parola, nelle mani di un amante che non ha idea di dove la farà finire. Ma si fida di Kentaro, si fida del Giappone, dello spirito d’onore che permea la loro parte più nobile. Questa scelta non sarà senza conseguenze, la sua vita sarà piena di bassi bassissimi e alti altissimi, e non potrete che restare affascinati dalla vita della nostra eroina.

Ho trovato l’ultima scena alla fine del libro emblematica di quanto il Giappone fosse entrato nel sangue di Mary (e sospetto nel sangue di Wynd), una scena che mi ha toccato e contemporaneamente fatto comprendere molto anche di Kentaro.
Un altro libro mi ha lasciata la stessa sensazione di meravigliato stupore, quando ho scoperto che non si trattava della storia di una donna realmente vissuta ne sono rimasta quasi delusa, parlo di “Memorie di una Geisha”. L’autore è stato così bravo da rendere quel personaggio perfettamente reale. La stessa cosa sento per Mary, non può non essere vero, quel diario non può essere frutto di invenzione, è troppo reale, come reale sentivo forte la presenza di Mary mentre leggevo i suoi pensieri.

Leggete questo libro, è al di fuori del comune, si sente e si legge che è stato scritto da un uomo di fine secolo scorso, ma questo va solo ad aumentarne il fascino delicato.

Voto libro - 5








 

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