Fiabe della notte oscura
Genere: Retelling - Fantasy - Horror
A cura di: Alessandro Lascy, Giorgio Smojver (autori vari)
15 aprile 2021
Salve lettori e buona estate!
Cosa succederebbe se personaggi come Cenerentola o Biancaneve si imbattessero negli orrori abissali partoriti dalla mente di H.P. Lovecraft? Scopritelo con me nel libro di cui vi parlerò oggi: “Fiabe della notte oscura” di Alessandro Lascy e Giorgio Smojver edito dalla Delos Digital, uscito questo aprile.
"C'era una volta.
E c'ero anche io. Tutte le volte.
È un sacco di tempo che sono in giro."
Il libro è una raccolta di 11 fiabe classiche rivisitate: "La sirenetta", "Biancaneve", "Cenerentola", "Il gatto con gli stivali", "I tre capelli d'oro del diavolo", "Aladino e la lampada meravigliosa", "Cappuccetto rosso", "La bella addormentata", "Raperonzolo", "Pinocchio" e "Barbablù".
La particolarità di queste riscritture sta nel fatto che ognuna di esse presenta degli elementi tratti dalle cosmogonie di Lovecraft e di Ashton Smith, ma non mi soffermo sulle trame nel dettaglio poiché i racconti sono piuttosto brevi e svelarvi anche solo un particolare potrebbe togliere l'elemento sorpresa che rende particolarmente piacevole la lettura a un fan del genere.
Il libro si apre con una breve prefazione dove ci viene spiegato perché le fiabe classiche sono molto più vicine ai racconti dell'orrore rispetto a quanto si crede e viene dichiarato il proprio intento di distaccarsi dalle versioni edulcorate della Disney. Insomma ci viene un po' spiegata la "raison d'être" di questi racconti.
"Perché io sono tra coloro che possono viaggiare a piacere tra il mondo della veglia e quello dei sogni.
E adesso se non avete paura della paura, ascoltatemi..."
Nonostante la premessa sembri tanto semplice quanto ambiziosa, gli undici autori riescono a regalarci delle storie uniche che da un lato conservano l'essenza e il significato delle originali, dall'altro creano qualcosa di veramente nuovo e interessante.
Ciascuna storia è diversa da quella precedente, sebbene siano guidate dalla stesse premessa. In alcune c'è il lieto fine, in altre no, troviamo finali aperti, cambio di punti di vista, alcuni potrebbero essere considerati riscrutture, altri invece "sequel" o "spin off". Anche lo stile è variegato, si passa dal Romanticismo gotico del primo racconto al distopico punk del secondo al Black humour grottesco del terzo, e così via.
"La verità ormai era chiara, e non poteva più evitarla. La vita che Lei gli aveva dato non era venuta senza un costo. Era cambiato. Era cambiato e non sarebbe più tornato il giovane che il mare aveva preso per sé."
Ci sono stati diversi punti in cui mi sono trovato a dire "se Lovecraft fosse stato l'autore di questa fiaba, sono certo che l'avrebbe scritta proprio così", perciò considero l'esperimento ben riuscito e mi sento di consigliare il libro non solo agli appassionati della fiaba o di Lovecraft, ma anche a tutti coloro che desiderano leggere qualcosa di più particolare o un intreccio originale su queste storie senza tempo.
Voto libro - 5
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