Il re che fu, il re che sarà. Il ciclo completo del Re in eterno
Una tetralogia ormai divenuta un classico, che racconta la vita del mitico re Artù, allevato da Merlino in un mondo magico e meraviglioso e destinato a un futuro di gloria. Splendida epopea tratta dalle antiche leggende bretoni, questo libro ci porta nel regno incantato di Camelot, tra cavalieri, principesse, animali parlanti, uomini volanti... Un universo di stupefacenti creature che da generazioni affascina l'immaginazione di lettori di ogni età.
Ciao a voi, lettrici e lettori!
Oggi sono qui per parlarvi di un’opera letteraria meravigliosa che, il mese scorso, ha raggiunto finalmente i nostri scaffali.
Da grande appassionata del mito Arturiano, potete immaginare quanto sia contenta di aver avuto l’opportunità, grazie a Mondadori, di leggere in anteprima “Il re che fu, il re che sarà” di T.H. White. Non vedo l’ora di farvi emozionare insieme a me. Quindi, iniziamo!
“I nostri lettori di quell’epoca hanno tre convinzioni nelle loro magnifiche zucche. La prima è che la specie umana sia superiore alle altre. La seconda è che il ventesimo secolo sia superiore ai secoli precedenti. La terza è che gli adulti del ventesimo secolo siano superiori ai giovani. L’insieme di questo inganno può essere bollato come Progresso e chiunque lo metta in discussione viene definito puerile, reazionario o escapista. La Marcia dell’Intelletto, che il cielo li aiuti.”
Per quanto questo bel tomo possa risultare intimidatorio e frenarvi un po’ dal leggerlo sappiate che, una volta iniziato, lo divorerete.
Quest’opera raccoglie la tetralogia che va a formare il ciclo completo del “Re in eterno”. Esso è composto da “La spada nella roccia”, “La regina dell’aria e delle tenebre”, “Il cavaliere malcreato”, “La candela nel vento” e “Il libro di Merlino”.
Il ciclo segue una storia fatta di leggende e intrighi, di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta. Ogni storia si concentra su un determinato evento del mito Arturiano, partendo dall’infanzia di Artù (“La spada nella roccia”) fino alle ultime ore vissute prima della battaglia conclusiva (“Il libro di Merlino”). Il libro è quindi la narrazione del ciclo vitale di questa figura leggendaria, interpretata da T.H. White in un modo meraviglioso e con una scrittura di una bellezza ed eleganza rare. Sono state numerose le interpretazioni del mito e le sue riscritture e, tra le varie che ho avuto il piacere di leggere, di sicuro White ha saputo trasmettermi tutta la bellezza del world-building e dei personaggi, Artù, Merlino, Lancillotto e Ginevra.
Quindi, come ho accennato prima, siate pur certi che una volta sfiorata la prima pagina, non sarete più in grado di posare questo libro.
“Se vi è una cosa che non sopporto, è la stupidità. Dico sempre che la stupidità è il peccato contro lo Spirito Santo.”
Descrivere questa tetralogia è complicato, ma le emozioni che ha suscitato in me sono numerose.
Innalzare lo stile di scrittura di White è il minimo che possa fare. Ho adorato i cambiamenti apportati al mito originale ed evidenziati dalle note a margine (dettagli che ho apprezzato tantissimo e che mi hanno fatto scoprire molte cose sulla stesura dell’opera). Inoltre, ci sono delle chicche di ironia davvero esilaranti, che hanno alleggerito molti momenti della lettura.
La caratterizzazione dei personaggi è diversa da quella a cui ho assistito in altre opere. Ho sempre immaginato la figura di re Artù come valorosa, anche se con una velata arroganza. Per spiegarmi meglio, è come se nonostante la sua infanzia burrascosa, sapesse in fondo di essere il protagonista di tutto.
Qui invece la sua figura appare un po’ troppo deboluccia per i miei gusti. È troppo remissivo e garbato, anche quando non dovrebbe esserlo. So che è anche un meccanismo per dargli un’aura onorevole e umile, ma il modo in cui ha subito, quasi in silenzio, qualsiasi cattiveria a partire dall’infanzia fino al tradimento di Lancillotto e Ginevra, mi ha fatto storcere il naso.
Ginevra, in ogni adattamento, non mi è mai piaciuta. Qui la situazione non è diversa!
Il personaggio di Lancillotto è caratterizzato molto bene. Assistere alla sua crescita e alla maturazione del suo rapporto con Artù è stato molto emozionante.
La figura di Merlino resterà sempre tra le mie preferite. Già a partire dalla sua prima apparizione nel primo libro della tetralogia, il suo personaggio si rivela essere pura genialità.
"«Quando si è tristi, la cosa migliore è apprendere qualcosa. Questo è l’unico rimedio infallibile. Puoi diventare vecchio e tremante nella persona, puoi restar sveglio la notte prestando attenzione ai disturbi delle tue arterie, puoi sentire la mancanza del tuo unico amore, vedere il mondo circostante devastato da perfidi folli o sapere che il tuo onore viene calpestato e gettato nelle cloache da menti abiette. C’è un unico rimedio, allora, per questo: apprendere. Capire perché il mondo si muove e che cosa lo muove. Questo è l’unico argomento che la mente non può mai esaurire, da cui non può mai essere tormentata, che non può temere e di cui non può diffidare né rammaricarsi.”
Il world-building è a dir poco spettacolare. Le descrizioni, seppure lunghe, non sono state pesanti e mi hanno permesso ancora di più di addentrarmi in questa terra ricca di magia.
Parlando della tetralogia in maniera più generale, ho apprezzato tantissimo il cambio del tono delle opere man mano che ci si addentrava nella vita adulta di Artù. Da un romanzo introduttivo leggero, la storia ha iniziato ad incupirsi sempre di più, con intrighi maggiori e battaglie che acquisivano sempre più importanza. Anche lo sviluppo dei personaggi ha di certo contribuito a questa transizione, e ciò ha fatto aumentare il mio interesse nei riguardi dell’opera, divenendo io stessa parte di questa crescita.
Per chi non ha mai letto un’opera fantasy classica, o magari non predilige quel genere, credo che “Il re che fu, il re che sarà” sia un ottimo modo per approcciarsi a questi mondi ricchi di incanto, ai limiti del reale e, al tempo stesso, intrinsechi di un realismo a dir poco magico.
Consigliatissimo!
Voto libro - 5
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