Murder ballads

 



Genere: Horror - Graphic Novel

Autori: Micol Arianna Beltramini - Daniele Serra

26 ottobre 2021

Bambini perduti nel bosco, amanti crudeli e folli, brigantesse, prostitute, assassini seriali. Micol Arianna Beltramini e Daniele Serra reinterpretano le murder ballads: storie di incubi, passioni, ossessioni. E sangue, tanto sangue.



Salve Confine,
da molto tempo non partecipo a un review party e sono contentissima di aver ripreso con una graphic novel veramente interessante e suggestiva.
Si tratta di “Murder Ballads”, in uscita il 26 ottobre per Mondadori Oscar Ink, scritta da Micol Arianna Beltramini e illustrata magnificamente da Daniele Serra.
Per parlarvi di questa graphic novel, innanzitutto, devo parlarvi un po’ delle murder ballads, perché è importante capire cosa sono e come hanno ispirato i due autori e il loro progetto.
Le murder ballads sono un sottogenere delle ballate tradizionali, delle vere e proprie canzoni, scritte e musicate, la cui nascita viene fatta risalire addirittura al Medioevo. Trattano argomenti particolari come assassini, crimini, morti di donne e bambini, ma anche di uomini, soprattutto per mano di amanti gelose. Solitamente sono ispirate da fatti di cronaca nera realmente accaduti e rivisitati, oppure possono essere totalmente inventati.
Le murder ballads seguono uno schema specifico e determinato: i fatti accaduti vengono raccontati, nella ballata, in prima persona; il punto di vista è solitamente quello della vittima, ma può essere anche quello del carnefice o di un narratore esterno. Viene raccontato lo svolgimento dell’omicidio e spesso anche i fatti che lo hanno preceduto o quelli che sono avvenuti dopo, come ad esempio la sorte dell’assassino.
Detto questo, nella prefazione, la Beltramini spiega perfettamente come, in seguito a una collaborazione con l’illustratore, quest’ultimo le chiede “un breve racconto di trenta pagine, dark, romantico e possibilmente ambientato in un bosco”.
Per la scrittrice è stato semplice rivolgere lo sguardo alle murder ballads, che da qualche tempo avevano cominciato a stuzzicare la sua curiosità, quindi, perché no?
Perché non scrivere e illustrare una serie di racconti brevi ispirati a quelle stesse ballate macabre ispirate da veri fatti di cronaca che, risalendo la corrente dei secoli, sono arrivate fino ai giorni nostri e sono state oggetto di ispirazione anche per molti cantanti del nostro secolo?
Bè, devo dire che il progetto è ben riuscito.
Ne è venuta fuori una raccolta speciale, fatta di pochi racconti ma speciali, resi ancora più suggestivi ed emozionanti grazie alle illustrazioni di Serra.
La prima ballata, “Bambini nel bosco” è proprio la prima storia nata dalla richiesta di Daniele Serra. Risale, come si legge nell’introduzione al racconto, a “Babes in the wood”, un racconto della tradizione che viene pubblicato per la prima volta nel 1595.
È la storia di due bambini che, dopo la morte dei genitori, vengono lasciati alle cure degli zii. Uno zio spietato, per appropriarsi dell’eredità, assolda due assassini per ucciderli nel bosco, ma uno dei due non riesce a farlo, ammazza il compare e scappa via, lasciando i bambini a vagare nel bosco, dove poco dopo moriranno per freddo e per fame.
Ora non sto qui a scrivervi tutta la genesi del racconto e di come sia arrivato ai giorni nostri e sotto quale forma. Infatti, ogni racconto illustrato è preceduto da una accurata spiegazione, una prefazione perfetta con curiosità interessanti, che continua anche con le illustrazioni.
Il secondo racconto, “Giù al fiume”, racconta alcuni fatti di cronaca differenti, avvenuti in tempi diversi, ma che hanno tutti come base la storia di una ragazza che conosce un ragazzo che la porta giù al fiume e poi la uccide, abbandonando il suo corpo in acqua o sulle sponde. L’omicidio avviene per un raptus di follia, oppure perché la vittima confessa di essere incinta e l’amante non vuole farsi carico dell’impegno e via di seguito. Oltretutto, un argomento veramente dei nostri tempi, no?
Ogni racconto, non sto qui a spoilerarveli tutti, porta anche riferimenti alla musica dei nostri tempi, soprattutto degli anni novanta.
Per esempio, si fa riferimento all’album “Murder Ballads” del 1996 dell’australiano Nick Cave, che spopolò proprio grazie al primo singolo cantato con Kylie Minogue, un ballata cupa e maledetta, “Where the Wild Roses Grow”, che racconta una storia triste e crudele corredata da un video musicale davvero, davvero suggestivo, che ai tempi (sigh! Mi sento davvero vecchia) ho adorato.
Oppure troviamo anche Fabrizio De Andrè con “La canzone di Marinella”, di cui trovate un verso sulla cover della graphic novel: “Solo un giorno come le rose”.
De Andrè raccontò in varie interviste che questa canzone nacque da un fatto di cronaca che accadde quando lui aveva solo 15 anni e che gli restò impresso per sempre. La storia di una sedicenne che si ritrovò a fare la prostituta per poter mangiare e che un giorno venne scaraventata nel fiume Tanaro, o forse nella Bormida, dal suo assassino. Altri dicono che invece racconti l’omicidio di una donna, Maria Boccuzzi, avvenuto nel 1953, ma qualsiasi sia la verità, “La canzone di Marinella” tutti la conosciamo e qui, in “Murder Ballads”, introduce la storia di Mary Pirimpò (Maria Boccuzzi), una sigaraia che voleva fare l’attrice e che finisce per fare la prostituta.
(Se volete, potete ascoltare la canzone cliccando qui)
Andiamo ai disegni della graphic novel a opera di Daniele Serra, appunto, illustratore e fumettista di fama mondiale, il cui tratto e l’utilizzo dei colori è particolare e riconoscibile a vista d’occhio.
Qui, l’illustratore si diverte utilizzando diverse tecniche che ho amato tantissimo. Ogni illustrazione è un tassello fondamentale per la comprensione, anche a livello emotivo, della ballad raccontata. Alcuni disegni sono totalmente in bianco e nero, altri hanno piccoli tocchi di colore, ma quello che mi ha conquistata totalmente, è l’abilità di Serra di imprimere le emozioni negli occhi, nelle fattezze del viso dei personaggi delle sue illustrazioni, a partire dalla follia negli occhi degli assassini per finire nelle smorfie di terrore che deturpano i visi delle vittime.
È stato un peccato non poterli vedere su carta, ho letto la graphic novel in pdf, per concessione della Mondadori, che ringrazio, ma sono certa che su carta questi disegni avranno un potenza ancora più devastante.
Se siete amanti del genere, delle graphic novel o delle illustrazioni di Serra, vi consiglio di correre a comprare “Murder Ballads”, ogni appassionato dovrebbe averne una copia in libreria.
Buona lettura.


Voto Libro: 4











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