Non fidarti di Cappuccetto rosso


Genere: Retelling

Autore: Marco Muscarà, Annalisa Coluzzi

28 giugno 2021

Cappuccetto Rosso, Biancaneve, Cenerentola, Robin Hood. Ci hanno sempre raccontato le favole dal punto di vista dei buoni alle prese con un nemico da sconfiggere: un lupo cattivo, una strega malvagia, una perfida sorellastra, un sovrano usurpatore. Ma cosa si nasconde dietro le storie che crediamo di conoscere? Siamo sicuri che i cattivi delle fiabe siano veramente così cattivi? E, soprattutto: cosa accadrebbe se, per una volta, ascoltassimo la loro voce?

Salve amici lettori. 
Ancora una volta voglio parlarvi di un bellissimo esempio di retellig (se non si fosse già capito, è uno dei miei generi preferiti). Sto parlando di "Non fidarti di Cappuccetto Rosso" di Annalisa Coluzzi e Marco Muscarà, edito da Edizioni Efesto nel 2019. 

"Non fidarti di Cappuccetto Rosso" è una splendida raccolta che racconta le storie di "Cappuccetto Rosso", "Robin Hood", "Raperonzolo", "Pinocchio", "La Sirenetta", "Hansel e Gretel", "Cenerentola", "Tremotino", "Jack e la pianta di fagioli" e "Biancaneve" in modo inedito. Infatti, sebbene nei racconti si verifichino gli eventi così come concepiti dai Grimm, da Andersen, da Collodi e quant'altro, i nostri narratori sono proprio loro: i cattivi. 

"No, qui c'è qualcosa che non va, qualcuno non ce la sta raccontando giusta: ma perché i buoni sono sempre uguali? Perché i buoni saltellano sempre nei prati alla luce del sole e i cattivi stanno sempre al buio?!" 

Nel corso della lettura scopriamo che molti dei gesti dei più temuti villains delle fiabe o sono del tutto casuali o tutto al più fraintesi dalla società, che poi narrerà le loro storie (anche se, come vedrete se lo leggerete, non in tutti i casi è così). 

"A ogni discriminazione, ogni colpo infertole dalla vita avrei voluto sostituirmi a lei. Lo so che non merita la vostra compassione e non ve la sto chiedendo ma vi prego concedetemi di stare con lei per l'eternità". 

Cari lettori, mi sono imbattuto in questo libro per caso, sono state le pubblicità di Instagram a farmelo conoscere. Adesso, a lettura appena terminata, non potrei essere più felice di aver compiuto la scelta di acquistarlo.  
Mi fa immensamente piacere prendere coscienza del fatto che un'opera così bella sia stata partorita da autori italiani, essendo il retelling un genere piuttosto recente nel bel paese. 
Le storie sono sorprendenti, anche quando possono sembrare banali o già sentite portano con sé sempre qualcosa di inaspettato che ti fa rivalutare tutto il racconto. Lo stile è piuttosto contemporaneo, tendente alla brevità, semplice e allo stesso tempo variegato. Troviamo il monologo, il diario, la memoria, persino il verbale di polizia, disposti in modo tale da creare varietà e non dar noia. 

Gli archetipi dei personaggi sono diversificati: c’è il cattivo incompreso, il classico cattivo delle fiabe, la vittima, l'antieroe, chi pensa agli affari suoi, etc... Non mi risparmio nel dire che si incontrano delle vere e proprie perle e degli ottimi spunti di riflessione sulla società. D'altronde le fiabe non sono che una prima lettura più sincera del mondo sul mondo, della società sulla società, del visibile sul poco visibile e "Non fidarti di Cappuccetto Rosso" è un ottimo paio di occhiali. 

Voto libro - 5







 

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