La città fra le nuvole

 

Genere: Narrativa contemporanea

Autore: Anthony Doerr

22 febbraio 2022 

Costantinopoli, 1453. Sulla città sotto assedio si abbatte la violenza dell’esercito ottomano. All’interno delle mura, la dodicenne Anna abita in una casa di ricamatrici, trabocca di curiosità e, da quando ha trovato l’antico libro greco che racconta di Ètone, legge alla sorella malata le avventure dell’umile pastore dell’Arcadia che sogna di trasformarsi in un uccello per raggiungere un’utopica città nel cielo. Secoli dopo, in una biblioteca nell’Idaho dei nostri giorni, l’anziano Zeno placa i suoi fantasmi allestendo con cinque bimbi delle elementari una trasposizione teatrale del mito di Ètone; ancora non sa che il diciassettenne Seymour, che parla con i gufi, sta mettendo a repentaglio le loro vite. Anche Konstance, in un futuro lontanissimo, legge. Non ha mai visto la Terra, ha quattordici anni e da sempre è in viaggio su un’astronave, con altre ottantacinque persone, alla ricerca di un pianeta extrasolare su cui vivere. Mentre sfreccia in un vuoto freddo e silenzioso, davanti a sé ha un rompicapo: più di cento ritagli di carta con sopra delle parole. Costantinopoli, 20 febbraio 2020, Ètone... Tre piani temporali, tre orbite a distanze diverse da un comune centro di gravità. Su ciascun piano, dei tenaci sognatori; il centro che li tiene legati a sé e ne determina le traiettorie è un libro eterno, modello di utopia e immaginazione. Intorno a questo oggetto misterioso Anthony Doerr costruisce un romanzo torrenziale, un omaggio al potere delle storie e dei libri che le contengono, irriducibile testimonianza del passaggio dell’uomo sulla Terra.

Salve Confine,
la mia disperata ricerca di una lettura soddisfacente mi sta portando a esplorare generi che di solito non leggo, o non leggo spesso, ed è così che mi sono imbattuta in “La città fra le nuvole” di Anthony Doerr, uscito lo scorso febbraio per Rizzoli che ringrazio per l’invio della meravigliosa copia cartacea.
Si tratta di un romanzo un po’ particolare che unisce la vita di alcuni individui, lontani tra loro nello spazio o nel tempo, attraverso un antico racconto tutto da ricostruire.

«A volte le cose che crediamo perdute sono solo nascoste, in attesa di essere riscoperte.»

Ci troviamo a Costantinopoli nel 1453; la città, fiorente e circondata da possenti mura inespugnabili, solletica la brama di potere dell’imperatore dei saraceni che vuole conquistarla a tutti i costi. Per questo chiama a combattere tutti gli uomini abili del suo impero. È costretto a partire anche Omeir, la cui deformità sul viso, considerata portatrice di disgrazia, ha costretto la sua famiglia a vivere in esilio fuori dal villaggio. Omeir ha un feeling speciale con gli animali e soprattutto con i due bellissimi buoi del nonno, due bestie docili e possenti che attirano l’attenzione dell’esercito dell’imperatore. I buoi vanno solo dove Omeir va, così il ragazzo è costretto a seguire con le sue bestie l’enorme esercito che cresce man mano che passa da ogni villaggio. Una volta sotto le mura della città di Costantinopoli comincia l’assedio che dura a lungo, la città non cade facilmente, le mura sono alte e forti, costruite per tenere fuori il nemico, ma i soldati sono decisi a espugnarle. Una volta vinta la città avranno la possibilità di tenere tutto quello che riescono a saccheggiare, comprese le donne. Omeir non vuole nulla di tutto questo e, quando la città cade, non partecipa all’attacco, scappa nel bosco deciso a tornare a casa. Quel suo gesto è destinato a cambiargli la vita.

Nella città, in una casa di ricamatrici, vive la piccola e curiosa Anna, che tutto vuol fare tranne che imparare i punti del ricamo. Sua sorella Maria, con molta pazienza, cerca di insegnarle a ricamare le stoffe preziose che il padrone rivende al clero, ma Anna vuole imparare altro, lei vuole conoscere cose nuove, vuole esplorare il mondo e imparare a leggere e a scrivere. Grazie alla sua cocciutaggine convince un vecchio maestro a insegnarle di nascosto in cambio di qualche pezzo di formaggio e di qualche boccale di vino e, grazie alla sua curiosità e alla necessità di guadagnare soldi per la sorella, la ragazzina viene in possesso di un ammuffito libricino con la copertina di pelle pregiata che racconta delle avventure di Etone, un pastore dell’Arcadia che vuole trasformarsi in uccello per volare nel cielo e trovare la mitica città fra le nuvole, e che ogni sera lei legge alla sorella per distrarsi dal rimbombo delle palle di cannone che l’esercito saraceno lancia contro le mura della città. Ma quando più nulla le resta, sa che deve fuggire se non vuole diventare preda dei soldati saraceni e scappa su una barchetta che imbarca acqua con i suoi pochi averi, tra cui il libro di Etone.

Molti secoli dopo in Idaho, Zeno, un uomo anziano e solo, si reca nella biblioteca della sua cittadina dove, insieme a un gruppo di bambini sta facendo le prove generali di uno spettacolo che mette in scena le avventure di Etone. Le circostanze in cui Zeno è venuto a conoscenza di questo mito, scritto in greco antico, sono davvero particolari e abbracciano tutta la sua intera vita.
Zeno, figlio di immigrati, è stato cresciuto dalla compagna del padre, morto molto presto. Zeno le rimane grato e torna a prendersi cura di lei una volta finita la guerra. Quella guerra, in cui Zeno è stato catturato dal nemico asiatico, lo ha segnato molto e in tanti sensi. È qui che il ragazzo conosce l’amore e impara il greco antico ma, mentre il suo cuore si spezzerà, il greco diverrà per lui molto importante, tanto da portarlo a cimentarsi, in età avanzata, nella traduzione di un misterioso libricino, sì, proprio quello del mito di Etone e della città fra le nuvole, che poi deciderà di mettere in scena insieme ai bambini del doposcuola in biblioteca.
Quello che Zeno non sa è che proprio la sera delle prove generali della recita, in biblioteca, è in agguato un pericolo.

Seymour ha programmato tutto. È stato aiutato dai suoi amici, un gruppo di ambientalisti estremisti che programma atti di eco-terrorismo. A Seymour interessa tanto la preservazione dell’ambiente perché, a causa dell’urbanizzazione, il bosco dietro la sua casetta, quello che accoglieva tantissime creature, tra cui il suo amico gufo grigio, è stato abbattuto per dare vita a una serie di villette a schiera per i villeggianti. La ditta di costruzioni deve pagare la morte del suo gufo e degli altri animaletti del bosco, così Seymour costruisce una serie di bombe che deve piazzare in biblioteca, unico edificio adiacente alla sede della ditta di costruzioni al quale può accedere. Poco importa se è stato sempre ben voluto dalla bibliotecaria che lo ha accudito tra racconti e letture mentre la mamma lavorava duramente per sbarcare il lunario e pagare i suoi conti medici, deve solo piazzare le bombe durante la chiusura e attivare il detonatore con una telefonata, peccato che non sappia che quella sera la biblioteca tutto è fuorché deserta.

Kostance vive, con altre ottantacinque persone, tra cui i suoi genitori, su un’astronave che viaggia nello spazio in cerca di un nuovo pianeta su cui vivere, visto che la Terra è stata sfruttata per tutte le sue risorse.
Lei non ha mai visto la Terra, è nata sull’astronave, ma grazie alla biblioteca virtuale a all’Atlante interattivo a cui ha accesso adesso che ha l’età giusta per conoscere la verità sul viaggio spaziale, riesce a fare lunghe camminate virtuali in tutti i posti del mondo in cui desidera andare. È tra un’esplorazione e l’altra che scopre il luogo in cui viveva suo padre, che sulla Terra ci è nato, e che si imbatte in una traduzione di un libro che la biblioteca dell’astronave non annovera tra tutto il sapere che custodisce, un libro che parla del mito di Etone, il pastore dell’Arcadia che vive mirabolanti avventure alla ricerca della città tra le nuvole.
Ma, essendo una ragazza perspicace e intelligente, si accorge di essersi imbattuta in ben più che una storiella di pastori e uccelli, qualcosa che le svelerà la reale natura di quel suo viaggio interstellare.

«Io sono Etone, un umile pastore d’Arcadia, e la storia che devo raccontare è talmente assurda, talmente incredibile, che voi non crederete a una parola…»

Ho già sentito parlare di Anthony Doerr e dei suoi romanzi, molto spesso benissimo, a volte come di uno scrittore dallo stile pesante e tutto il resto, quindi sono sempre stata combattuta davanti ai suoi libri. La trama de “La città fra le nuvole”, però, ha stuzzicato la mia curiosità e quella voglia di nuove letture di cui prima vi ho parlato, così mi sono decisa a buttarmi tra le sue pagine e devo dirvi che da tempo non facevo una cosa tanto giusta!
“La città fra le nuvole” è un romanzo che non saprei etichettare con un genere preciso, potrei dire che si tratta in generale di narrativa contemporanea, sublime ed elegante narrativa contemporanea. 
Un romanzo scritto magistralmente con uno stile elegante appunto, ma non pretenzioso, che unisce diversi generi, diversi mondi, in maniera omogenea e assolutamente interessante. 
Siamo davanti a un libro che racconta di ben cinque protagonisti diversi, viventi in tre momenti diversi, passato, presente e futuro, in luoghi differenti della Terra e non, che sono uniti tra loro dal racconto delle avventure di un pastore, un mito che lo scrittore ha inventato dal nulla ma che risulta credibile.
In realtà ho trovato questo un espediente per ricordare a noi lettori quanto tutti noi siamo interconnessi tra noi e con la Terra su cui viviamo e di cui, oltretutto, dovremmo prenderci più cura, ma non è solo questo quello che il romanzo mi ha trasmesso.

Leggendo “La città tra le nuvole” ho avuto la sensazione di leggere una fiaba, una in cui le parole sono per lo più rotonde e accoglienti, un fiume placido che scorre pagina dopo pagina e che, in maniera inaspettata ma sempre con grande garbo, si butta nell’oceano. 
Sì, perché la fine del romanzo è una gran rivelazione, soprattutto per uno dei protagonisti e per tutti noi lettori.
Sono stata completamente inghiottita da questa storia che, come abbiamo già detto, sono tante storie che convergono poi in una soltanto. Non so dire quale mi sia piaciuta di più, le ho adorate tutte, come ho adorato i personaggi, dalla curiosa e intelligente Anna al placido e tranquillo Zeno.
Raccomandando a me stessa di andare a recuperare tutte le altre opere di questo autore, ma torniamo a noi: vi consiglio questo romanzo? 
Assolutamente sì, come vi consiglio di non lasciarvi scoraggiare dalle oltre seicento pagine, vi giuro che vi ritroverete a rimpiangere che non ve ne siano di più! 
Buona lettura. 


Voto libro - 5









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