Il peggior uomo della mia vita

 


Genere: Commedia romantica

Autrice: Lucy Score

28 aprile 2022

Per fare andare bene un matrimonio basta essere in due… o no? La sposa è adorabile. Lo sposo è un perfetto gentiluomo. Ma il resto degli invitati alle nozze sembra uscito da un incubo. Ricchissimi, viziati, pieni zeppi di titoli nobiliari e arroganza. Il testimone dello sposo non fa eccezione. Francesca ha preso molto sul serio il ruolo di damigella d'onore. E ha intenzione di fare il possibile perché il matrimonio della sua migliore amica fili liscio. Anche se significa mettere in riga uno per uno gli invitati, fare il cane da guardia allo sposo e, soprattutto, tenere d'occhio quell'insopportabile pallone gonfiato di Aiden Kilbourn, che nonostante abbia accettato di fare da testimone sembra intenzionato a metterle i bastoni tra le ruote. Non importa quanti zeri abbia il suo conto in banca: se non righerà dritto, Francesca gliela farà pagare. Aiden Kilbourn non ha mai avuto relazioni a lungo termine. Il lavoro per lui è tutto e non ha mai frequentato una donna per più di un mese consecutivo. Ci sono gli affari a tenerlo impegnato, perché complicarsi anche la vita privata? Desidera solo divertirsi, senza impegno, con ragazze che non gli stiano troppo addosso. Ma Francesca Baranski sembra essere stata mandata dal destino appositamente per punirlo... Che succede se il testimone e la damigella d'onore fanno scintille?


Cari lettori del Confine,
La lettura di cui vi parlerò oggi è “Il peggior uomo della mia vita” (titolo originale “The Worst Best Man”) di Lucy Score, una rom-com pubblicata da Newton Compton Editori lo scorso 28 Aprile.
Questa è la storia di Francesca Baranski e Aiden Kilbourn: la prima è una donna che fa due lavori per arrivare a fine mese nonostante sia super intelligente e abbia incontabili titoli di studio; il secondo non può contare quanto sia ricco il suo conto in banca e, ovviamente, ha in mano il futuro dell’impresa che porta il suo stesso nome.
“E, poco ma sicuro, non era abituata all’alta società. E lui si assicurava sempre che le donne con cui usciva avessero tutti quei requisiti. Rendeva tutto più semplice, senza complicazioni. Ma in Frankie non c’era nulla di semplice. E poi era sprezzante rispetto alla sua ricchezza, altra cosa a cui non era abituato.”
Cos’hanno in comune questi due esemplari, oltre a una bellezza fuori dal comune? 
Sono i testimoni di nozze di Pruitt e Chip, due rampolli dell’alta società newyorkese che hanno deciso di sposarsi alle Barbados.
Tra i due non scorre buon sangue, ma hanno un obiettivo comune: far sì che i due amici arrivino all’altare senza ostacoli, cosa che si rivela ogni giorno più difficoltosa.
Riusciranno a collaborare per il bene comune? Magari senza arrivare alla combustione nel frattempo?
“Aiden non sapeva, non poteva saperlo, che stava sventolando uno straccio rosso davanti a un toro inferocito. Non era l’unico ad amare le sfide. Se si fossero scontrati, anche lei avrebbe potuto tirargli dei colpi bassi. Magari persino farlo innamorare un po’.”
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di molto diverso da questo libro, pensavo di imbattermi in una storia leggera con qualche complicazione e un bel matrimonio a fare da sfondo. 
Piccolo spoiler: non è ciò che ho trovato. Se anche voi cercate questo passate ad altro. 
Qui troviamo quasi l’unione di due diverse linee narrative, come se l’autrice non fosse riuscita a scegliere quale piega far prendere alla storia.
Nella prima parte si svolge tutto ciò che ci aspettiamo con l’inserimento di una sottotrama investigativa, cosa che ho sin da subito apprezzato ma che si è poi esaurita frettolosamente.
Nella seconda parte inizia quasi un altro romanzo a partire dalla storia precedente, dove ci troviamo ad assistere alla battaglia continua tra chi possiede i soldi e chi no in modo quasi nauseante. Infatti, ci imbattiamo in continui controsensi nell’evoluzione del rapporto tra i due personaggi, che sono già più che maturi ma si comportano come fossero poco più che adolescenti.
«Uno dei regali più belli in un rapporto è una cosa così piccola che non ti costa niente».
Tutto ciò non viene legato, si ha realmente la sensazione di leggere diversi racconti collegati da un filo che a volte è ben intrecciato, a volte è a un passo dallo spezzarsi, caratteristica accentuata dalla narrazione in terza persona che risulta spesso fuori contesto.
Secondo la mia opinione sarebbe stata una scelta editoriale più giusta rendere questo libro una duologia e curare meglio le due parti, o curare meglio la prima parte e tenere solo quella.
Consiglio la lettura? Nì, probabilmente la me sedicenne avrebbe adorato questa commedia degli equivoci con personaggi strani ma prevedibili, ma non ho più quell’età.
Buona lettura e alla prossima!

Voto: 2.5





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