Lightfall
La serie è composta da:
1. La luce perduta
2. L'ombra del distruttore
Genere: Graphic Novel
Autore: Tim Probert
Nel cuore di Irpa, Beatrice e suo nonno Alfirid, un saggio e un po' smemorato Verro Mago, conducono una vita tranquilla, preparando medicamenti e pozioni che vendono nella loro bottega. Un giorno, mentre raccoglie gli ingredienti per un elisir nella foresta, Bea si imbatte in Cadwallader, membro di un'antica razza, quella dei Galduriani, che tutti credono estinta. Lui invece è convinto che non sia così, e sta cercando la sola persona in grado di aiutarlo a ritrovare la sua famiglia: Alfirid. Arrivati a casa, però, i due trovano una sgradita sorpresa: il Verro Mago se ne è andato, lasciando alla nipote soltanto un biglietto e la Giara della Fiamma Eterna... che lei dovrà custodire! Preoccupata per la salute del nonno, Bea si mette sulle sue tracce insieme a Cad, mentre forze oscure tramano per emergere dalle tenebre in cui sono state relegate… Ma ritrovare l'amato Verro Mago non sarà l'unica impresa che i due amici dovranno portare a termine. Perché l'oscurità sta per avvolgere il mondo, e Irpa potrebbe aver visto la sua ultima aurora
Salve salve!
Nella recensione di oggi parliamo di “Lightfall: La luce perduta” di Tim Probert, un graphic novel ambientato in un meraviglioso mondo fantastico, che attraverso un’avventura eroica racconta una storia dai temi profondi.
“Hai preso tutto?”
“Pensi che mi serva qualcos’altro?”
“No. Sembri pronta a partire alla conquista del mondo.”
Nel cuore di Irpa vivono Beatrice e suo nonno Alfirid. Beatrice è una giovane allieva del nonno mago, va alla ricerca degli ingredienti per le pozioni che vendono, lo aiuta a prepararle e tiene il nonno ancorato alla realtà. Beatrice sa che il Verro Mago è smemorato, a volte confonde realtà e fantasia, inoltre è anziano, per questi motivi la preoccupazione la assale quando torna a casa e trova un biglietto al posto del nonno: il Verro Mago è andato via, partito per una missione molto pericolosa, alla ricerca di qualcosa di cui non ricorda più la posizione.
Beatrice è disperata, l’ansia si fa strada in lei e rischia di soffocarla, ma per fortuna poco prima ha conosciuto Cadwallader, Cad, un Galduriano, un’antica razza che tutti credono estinta.
Cad è un avventuriero incallito e un ottimista nato; gli basta dare uno sguardo alla lettera del Verro Mago per decidere di partire e andare a cercarlo con Bea, indecisa sul da farsi e terrorizzata per il nonno.
All’inizio Bea è titubante, ma Cad la convince a iniziare un’avventura che prenderà una piega molto pericolosa.
“Lightfall” è un bellissimo graphic novel per diversi motivi: illustrazioni, personaggi, temi, storia e ambientazione.
Partiamo dalle illustrazioni che riempiono gli occhi e il cuore. Sono così vivide e dettagliate che sembra quasi di essere lì, basta fare un respiro un po’ più profondo e sembra di respirare l’aria di quei boschi incantati o di sentire lo scroscio delle maestose cascate. Da questo si può capire che ho amato particolarmente i paesaggi, davvero da sogno, idilliaci quasi, con tutto questo verde brillante della foresta e lo splendente turchese dell’acqua. Un sogno.
I personaggi principali sono tre: il Verro Mago, Beatrice e Cad.
Il Verro Mago è un vecchietto davvero simpatico, un maiale che ha bisogno di mille post it e fili colorati annodati alle dita per tenere tutto a mente, ma c’è sempre qualcosa che gli sfugge. Quello che passa che per semplice smemoratezza, però, nasconde qualcosa di più serio; è la preoccupazione di Bea che ce lo fa capire, terrorizzata dal pensiero che il nonno sia partito da solo per una missione che lui stesso ha definito pericolosa.
Visivamente, la memoria volatile del Verro Mago viene rappresentata attraverso un’enorme lavagna piena di post-it e dai numerosi fili colorati che il mago ha legati intorno alle dita.
“Mi sembri tesa… Ti rilassi mai?”
“Non del tutto. Succedono cose brutte sé abbasso la guardia.”
Beatrice è stata adottata dal Verro Mago e ama il nonno infinitamente.
Bea adora il mondo, vorrebbe visitarlo tutto, ammirare tutto ciò di cui legge dal vivo, ma ha paura. L’ansia la assale sempre, quando deve arrampicarsi su un albero o quando deve prendere una decisione importante, senza distinzioni. Il panico, l’angoscia, la sensazione di non essere abbastanza, sono emozioni che la accompagnano nel suo viaggio e che spesso rischiano di sopraffarla. Basta poco e le lunghe dita oscure dell’ansia iniziano ad abbarbicarsi su Bea, impietrita dalle infinite domande e catastrofi che le si parano davanti agli occhi.
Anche l’ansia di Bea viene rappresentata, ombre lunghe che partono dal basso, dai piedi che non riescono più a muoversi, per poi risalire lungo tutto il corpo e concentrarsi sulla testa, risucchiata in un’oscurità da cui è difficile liberarsi.
Non mi aspettavo che questo tipo di storia decidesse di parlare di temi così importanti e oscuri, se vogliamo, ma ho adorato questa scelta dell’autore. Mi sono rivista tantissimo in Bea, soprattutto quando restava bloccata su uno sfondo nero, circondata dalle mille domande e dai dubbi che la torturano.
È giusto mostrare che anche i protagonisti di una storia eroica e d’avventura non sono sempre sicuri di sé, eroici e certi di ogni scelta. Una bellissima rappresentazione, sia a parole che disegnata.
“Mi dispiace. È solo che divento nervosa. Sempre. Anche quando non vorrei, preferirei essere coraggiosa e audace. E invece mi sento sopraffatta. Ho paura di fare qualcosa di sbagliato. O di perdere qualcosa. O qualcuno. O di fallire. E allora mi blocco. È… frustrante.”
Se fosse stata sola, forse Bea non sarebbe mai partita per quest’avventura; fortunatamente ha conosciuto Cad, completamente diverso da lei.
Cad è un ottimista innato, nulla lo ferma né lo abbatte, va avanti con il sorriso stampato e una voglia di avventura che non svanisce mai. Il suo ottimismo ci colpisce soprattutto quando racconta della scomparsa della sua famiglia e della sua certezza che siano ancora vivi, nonostante i secoli che sono passati.
Cad non si lascia scalfire dal pessimismo di Bea, anzi è l’unico che riesce a tirarla fuori dal guscio oscuro dell’ansia e la spinge ad essere una versione più coraggiosa e avventuriera di sé.
Il loro rapporto, per questo, è davvero molto dolce: si completano e sin dall’inizio sono complici contro nemici reali e non.
La storia è classica, ma interessante.
Irpa è un luogo vastissimo che molti secoli fa ha perso il suo sole, divorato da mostri che si stanno risvegliando e mettono di nuovo in pericolo questo bellissimo mondo.
Tocca ai nostri due eroi, Bea e Cad, ovviamente, fermare questi mostri, ma come?
Il graphic novel termina con un cliffhanger davvero preoccupante, anche per questo motivo non vedo l’ora di leggere il seguito: “Lightfall: L’ombra del distruttore”.
Spero di avervi convinto a leggerlo, perché credo sia un’opera che possa regalare tante emozioni, in cui può essere facile rivedersi e da cui magari trarre forza e coraggio.
Baci
Voto libro - 4
Genere: Graphic Novel
Autore: Tim Probert
3 marzo 2023
Dopo una battaglia che è quasi costata loro la vita, Bea e Cad si svegliano in un villaggio nascosto degli Arsai. Queste misteriose creature sono in grado di scorgere frammenti del futuro, e quello che è emerso dalle loro visioni non promette nulla di buono per Irpa: Kest Ke Belenus, il mitico uccello che ha rubato il Sole, si è risvegliato dal suo sonno inquieto e ora minaccia di distruggere tutte le Luci rimaste. Decisi a trovare una soluzione, Bea e Cad si rivolgono a Lorgon, Signore delle Acque, la cui antica saggezza potrebbe aiutarli a capire come sconfiggere Kest. Ma dall’incontro con Lorgon emergono più domande che risposte, e a quel punto i due amici devono decidere cosa è più importante: fermare il distruttore, o scoprire la verità?
Salve salve!
Il 3 marzo per Harper Collins esce il secondo volume della serie graphic novel di Tim Probert: “Lightfall. L’ombra del distruttore”. Ringrazio tantissimo la casa editrice per la bellissima copia in anteprima.
Dopo una battaglia con gli uccelli ombra, che li ha lasciati feriti e preoccupati, Bea e Cad devono partire per una nuova missione.
Il Verro Mago, il nonno di Bea, ha lasciato un’altra lettera alla nipote, avvertendola di allontanarsi da Lealand, prossima a cadere, e di andare alla ricerca di uno spirito, il Signore delle Acque.
Bea è dubbiosa, non capisce perché il nonno non l’abbia salutata, non capisce come potrebbe trovare una figura praticamente mitologica, inoltre Cad ha intenzione di tornare indietro e combattere.
Chi seguire? Cosa fare?
Troppe domande e troppe variabili affollano la mente di Bea, che adesso però è più coraggiosa, adesso sa di dover respirare e di non lasciarsi sopraffare. L’importante è non restare soli o abbandonare i propri amici.
La missione non è facile né la battaglia scontata, e il nemico… Be’, le fitte ombre potrebbero nascondere una verità inaspettata!
“Io voglio solo trovare il nonno. Voglio tornare a casa. Voglio che tutto questo svanisca. Voglio svanire io. Voglio ricominciare daccapo.”
“L’ombra del distruttore” ha soddisfatto tutte le aspettative che il primo volume aveva stabilito.
Ho apprezzato tantissimo l’approfondimento del world-building.
In questo volume conosciamo qualche altro dettaglio della storia di Irpa, tra leggende e spiriti, visitiamo altre città e ammiriamo nuovi luoghi assolutamente incantevoli.
Vengono introdotti anche nuovi personaggi, secondari ma delineati chiaramente.
Le linee narrative sono persino tre!
La prima segue Bea e Cad alla ricerca dello spirito, la seconda due inaspettati compagni di avventura, la terza il Verro Mago e i protettori della città.
“Bea che si lancia in una situazione pericolosa? Prima di me? Mi piace.”
Anche stavolta Tim Probert utilizza il pretesto dell’avventura per affrontare argomenti inaspettati in storie del genere.
Bea sta iniziando ad affrontare i suoi attacchi di panico: respira, affronta l’argomento ad alta voce, cerca consiglio, delega quando è sopraffatta dagli eventi.
Le dita oscure dell’ansia si allungano ancora, ma stavolta le risulta più facile tenerle a bada o trovare il modo di uscire dal buio.
Nonostante tutto ciò che ha perso, e la lontananza del nonno, Bea sa che tocca a lei e a Cad salvare Irpa e non se lo farà ripetere due volte.
Avere il suo amico vicino le è di grande conforto: lui le ha insegnato che aiutare chi si trova in difficoltà è sempre la cosa giusta, oppure, che spesso seguire l’istinto è la scelta migliore.
A volte l’impulsività di Cad, come l’esitazione di Bea, non è sempre positiva, ma i due amici si equilibrano alla perfezione.
Inoltre, il graphic novel parla dei doveri di un leader, della storia che si tramanda e di quella che si dimentica, di vendette e di motivazioni.
“Cosa stiamo aspettando? Andiamo a trovare un maiale e fermare un uccello.”
Anche stavolta i disegni sono mozzafiato. Tra paesaggi nuovi, strani e colorati che riempiono le pagine, i personaggi, che ci sembrerà di avere affianco, e l’azione, che prenderà vita davanti ai nostri occhi.
Mi piacciono particolarmente i colori, luminosi e vibranti, che definiscono e rendono unica ogni tavola.
“Ci sono così tante cose del mondo che non sappiamo. Dev’esserci un modo.”
La storia non termina qui ovviamente, anzi finisce sull’orlo tra una terribile notizia e una nuova, spettacolare e impossibile avventura!
Non vedo l’ora di leggere il terzo volume (a cui l’autore sta lavorando) di questa serie ricca di avventura, di amicizia, di paura e di tanto, tanto coraggio!
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