Cinque volte un libro
Genere: Graphic novel
Scritto da: Ludovica Cima
21 giugno 2022
Cinque città e sei lettori alle prese con lo stesso libro: Andy a New York, Nina a Parigi, Georgia a Londra, Aoi e Ikiko a Tokyo e Luca a Milano. Tutti leggono le stesse pagine e si fanno trasportare dalla potenza delle loro parole, che come fili sottili li uniscono l'uno all'altra.
Salve salve!
In questa recensione vi parlo di un graphic novel per ragazzi che mi ha conquistato dal titolo: “Cinque volte un libro” di Lodovica Cima, illustrato da Sualzo. Ringrazio la casa editrice Il battello a vapore per la bellissima copia cartacea.
Prima di dare il mio parere, voglio raccontarvi una cosa. Io ho due nipoti e nessuno dei due ama particolarmente leggere, quindi immaginate la mia gioia quando hanno accettato di leggere il libro che avevo consigliato loro, l’hanno finito e gli è anche piaciuto!
Sono stata una zia molto orgogliosa in quel momento, e questo proprio grazie a “Cinque volte un libro”.
“È come se avessimo aperto con tanta fatica una porta che ora è spalancata verso, un mondo lontano, che ci attira come miele.”
La storia si svolge in cinque città: Parigi, Milano, New York, Londra e Tokyo.
A Parigi, Nina trova un libro dalla copertina rossa, scritto in italiano, tra le sue patatine preferite al minimarket. Lei studia italiano e sta cercando un modo per migliorare; trovare quel libro è una specie di segno del destino, per questo lo prende. Il libro è sottolineato, illustrato, annotato, Nina vuole sapere chi fosse il proprietario e perché l’ha abbandonato proprio tra le patatine. Riuscirà a trovarlo?
Luca vive a Milano e ha una famiglia numerosa e rumorosa. Lui viene continuamente distratto dal casino, mentre una delle sue sorelle no, completamente immersa nei libri che legge. Luca vuole capire come faccia, cosa hanno i suoi libri da rapirla in questo modo?
Così, ogni volta che può (siccome la sorella è molto gelosa dei suoi libri) “ruba” il libro dalla copertina rossa. Viene talmente rapito che inizia a sottolinearlo, fa qualche schizzo, lo porta anche con sé in Francia quando va a trovare il fratello a Parigi, nonostante l’abbia già finito più volte.
A New York, Andy e Leah sono alle prese con il loro primo appuntamento. Leah, per non arrivare a mani vuote a casa di Andy, gli prende un libro dalla copertina rossa. I due ragazzi continuano a frequentarsi; Andy è un fotografo, Leah un’atleta, in qualche modo riescono a unire le loro passioni. Nel frattempo, Andy legge il libro, un salvagente quando i due restano bloccati in ascensore e Leah avrà un attacco di panico.
Georgia desidera andare in Giappone. Per pagare il biglietto, il sabato lavora in una piccola libreria. Il fratello ha una band; ai loro concerti c’è un tipo che ha costantemente la testa in un libro dalla copertina rossa.
“Strano è strano. Non si legge in un pub con la musica.”
“Oppure si legge perché ne vale veramente la pena.”
Georgia riesce a capire quale sia il libro (grazie al lavoro in libreria) e decide di leggerlo, regalandolo anche al fratello e ai suoi amici.
Il libro riuscirà ad ispirarli?
Infine, a Tokyo, due compagni di classe, Aoi e Ikiko, decidono di leggere un libro dalla copertina rossa per migliorare il loro livello di inglese. Si incontrano al parco due volte a settimana per leggere ad alta voce il romanzo e acquisire più vocaboli possibile, così da superare gli esami. I due sono anche appassionati di musica.
“Quando una persona cara ci regala un libro, la prima cosa che facciamo è cercarla tra le pagine.”
I sei adolescenti non si conoscono, ma le loro vite finiscono per incrociarsi quasi per un gioco del destino, grazie alla forza di un libro.
Tutti e sei restano affascinati dal romanzo, perseguitati da una storia che è entrata a far parte di loro e che, in modi assolutamente particolari, li unisce.
Davvero interessante è proprio il modo in cui le storie vengono in contatto, eppure non alla fine, come accade di solito, ma nel loro sviluppo, grazie a piccoli dettagli ripetuti spesso, in modo da dare loro il giusto valore.
“Cinque volte un libro” è un elogio ai libri e alla lettura. Attraverso le storie dei sei personaggi, Lodovica Cima ci mostra come un libro dalla semplice copertina rossa possa cambiare la vita, renderla migliore, farci conoscere nuove persone, farci imparare una lingua, farci viaggiare.
È una sensazione, un’esperienza, che noi lettori proviamo tutti i giorni, eppure a volte è difficile condividerla e farci capire. Per questo è giusto metterla su carta, con parole e disegni, affinché anche chi si è avvicinato da poco alla lettura possa iniziare a immaginare la reale portata di un semplice libro.
“Questo libro si è infilato nella mia vita e non vuole più uscire. Grazie.”
I disegni sono perfetti per la storia. Sia i personaggi che le ambientazioni sembrano usciti da un cartone animato, uno stile ottimo per attirare i più piccoli; stile interessante per i più grandi, io sono rimasta affascinata dai colori ad esempio. Anche la divisone della storia per città è una scelta furba per mantenere l’attenzione dei ragazzi, perché sembra divisa in puntate.
Furbi i riferimenti alla cultura pop dei ragazzi di oggi, come i Simpson o le carte Pokémon (i miei nipoti li hanno adorati).
A tratti il linguaggio mi è sembrato un po’ artificioso: a volte c’è lo sforzo di usare un gergo giovanile, altre c’è la tendenza a far utilizzare parole che raramente i giovani usano. L’ho notato soprattutto nelle prime due storie (Parigi e Milano), poi sembra stabilizzarsi.
Una cosa che mi ha fatto storcere il naso, proprio alla fine, è stata la rappresentazione stereotipata nella traduzione italiana della lettera in inglese di Aoi e Ikiko, i ragazzi giapponesi. È vero, dalla storia sappiamo che non hanno una conoscenza dell’inglese necessaria per scrivere una lettera lunga, però non mi sembra neanche corretto sottolineare degli errori naturali per il loro livello di conoscenza della lingua nella traduzione ed eliminarli completamente per gli altri due personaggi che non sono madrelingua inglesi, Luca e Nina. Non posso parlare per l’educazione francese, ma penso che un ragazzo italiano ai primi anni di liceo faccia qualche errore nella stesura di una lettera abbastanza lunga in inglese.
Considerato il target di lettura, non si dà affatto un bell’esempio.
A parte questa scelta secondo me infelice, la storia di “Cinque volte un libro” intrattiene molto e incuriosisce, inoltre fa davvero interrogare il lettore sulla forza e sull’influenza che questi piccoli oggetti di carta possono avere.
A me è piaciuta particolarmente la storia ambientata a Londra. E a voi? Fatemi sapere!
Baci
Voto libro - 4
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