Strega comanda colore
Genere: Narrativa
Scritto da: Chiara Tagliaferri
3 maggio 2022
Tutto comincia nella provincia più dimenticata della Bassa Padana, dove una nonna feroce tiene in scacco la famiglia a colpi di umiliazioni e crudeltà. Il denaro per lei è potere, e il potere è controllo. La nipote, protagonista di questa storia, a cinque anni dice a sua madre: «Quando la nonna Viviana muore ballerò sulla sua tomba con delle scarpe rosse». La madre si sente in colpa: «Come ti ho passato tutto questo? Dal sangue?». Due battute che sono l'esempio dello stile che incendia la pagina. Il sound di un esordio infuocato dai colori cangianti della cattiveria, per cui Chiara Tagliaferri ha orecchio assoluto. E il talento letterario di riprodurla attraverso personaggi femminili memorabili: la nonna, la madre, la sorella, se stessa. Strega comanda colore è un romanzo che sabota l'ipocrisia, è la storia di una ragazza che si oppone alla maledizione che la vita le ha scagliato addosso. Tra violenza, risentimento e tenerezza. La protagonista cresce affamata: vuole l'amore, vuole la bellezza ma vuole ancora di più i soldi. Per liberare chi ama, costruisce pazientemente la sua vendetta. E poi scappa: dalla pianura piena di nebbia arriva in una Roma piena di luce. Sprovvista di tutto, ma determinata a spogliare chiunque di ciò che lei desidera. Rubare agli altri per dare a se stessa diventa il suo vero lavoro. Per riuscirci inganna, mistifica, si scopre bravissima ad accalappiare fidanzati ricchi che tentano inutilmente di colmare le sue voragini. Intanto mente moltissimo, a tutti. Fino a che incontrerà l'unica persona capace di renderla vulnerabile. Una saga familiare luminosa e scellerata, la storia di un'emancipazione che passa attraverso il sangue, l'epopea di una ragazza che impara dal niente un alfabeto emotivo e che si salva anche grazie alla possibilità di un grande amore. Una storia di streghe. Finalmente.
Ciao Lettori,
oggi parliamo di “Strega comanda colore” della scrittrice Chiara Tagliaferri edito Mondadori, che ringrazio per la copia digitale regalataci.
Questo romanzo parla della storia di una famiglia attraverso i ricordi della nostra protagonista. Di origine piacentina, si trasferisce a Roma per sfuggire a una madre che sente opprimente e una sorella che non sente vicina. È il prodotto della sua famiglia, avida, di un avidità che fagocita tutto ma che non si sazia mai. Mi ricorda il Demone Senza Volto de “La città incantata” di Hayao Miyazaki.
Questa fame insaziabile la nostra protagonista la acquisisce da piccola. Tutta la sua famiglia è in scacco della nonna materna, una donna crudele e meschina che tira le redini di tutti i suoi familiari: durante la guerra prostituiva la sorella per soldi con i tedeschi, molti anni dopo ai suoi genitori chiede capitale più interessi sui soldi del funerale del fratellino nato prematuro. I suoi genitori non vogliono avere nulla a che fare con il denaro della nonna, ma la bambina vive la povertà e le privazioni della sua famiglia come un torto da parte dei nonni che, peraltro, si compiacciono di sbattere in faccia il loro benessere alla sua famiglia. Crescendo si prefigge un obiettivo che raggiunge senza però ottenerne i benefici, caricandosi di un senso di colpa che si aggiunge a quello dell'avidità.
Lasciata Piacenza per Roma, inizia una carriera malconcia in Rai, sempre precaria, sempre soggetta a superiori parziali che non ci pensano due volte a sbatterla fuori per le minime ripicche, ma lei non ha nessuna velleità, il suo unico scopo è comprare tutto ciò che vede e vuole e quando trova persone da utilizzare come bancomat non ci pensa un attimo a risucchiare tutto ciò che può fin quando può, fin quando non viene smascherata, spesso da un affine del malcapitato di turno.
Questo circolo vizioso si ferma quando incontra il suo futuro marito, il bianco rispetto al suo nero, lei yin lui yang, un uomo con la capacità di contenerla, come si fa con i bambini appena nati, che si suggerisce di tenere avvolti per ricordare loro il conforto dell'utero materno. Non la ostacola, la contiene. In un passaggio la nostra protagonista dice che il marito, di famiglia molto ricca, rifugge dalla generosità materna per non dover sottostare alla sua volontà e allora lei agguanta tutto ciò che il marito ignora. Fino all'epilogo, che non vi anticipo per non rovinarvi il finale.
Ho apprezzato molto lo stile e la narrazione dell'autrice, meno la sua protagonista, che giustifica con tare psicologiche infantili la sua totale assenza di morale e vergogna nel vivere approfittando della generosità e dell'affetto di chi a lei si avvicina. Abbiamo il suo punto di vista, ma letto dall'altra parte si tratta di un'approfittatrice priva di scrupoli, ma c'è anche da dire che non lo fa con cattiveria, non lo fa per ferire ma per avere, come le gazze ladre. D'altronde neanche è richiesta l'approvazione del lettore, il libro non lo richiede.
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