Il giovane Mungo


Genere: Narrativa Contemporanea

Scritto da: Douglas Stuart

2 Aprile 2024

Nati sotto stelle diverse, il protestante Mungo Hamilton e il cattolico James Jamieson vivono in un mondo iper-mascolinizzato nella Glasgow dei primi anni Novanta. Per essere considerati veri uomini, i due ragazzi dovrebbero essere nemici giurati, eppure diventano prima migliori amici e poi si innamorano, si aggrappano l'uno all'altro scoprendo la tenerezza e sognano di fuggire da quella città grigia e inospitale. Con un devastante atto di tradimento, però, la madre di Mungo lo manda negli altipiani della Scozia occidentale per fare di lui "un uomo". Perso nell'entroterra e sotto il controllo di due strani individui dietro i cui scherzi da ubriachi si nascondono violenza e ambiguità, Mungo affronta un'esperienza che non potrà mai dimenticare e deve fare appello a tutta la sua forza interiore e al suo coraggio per riuscire a tornare in un luogo dove lui e James possano ancora avere un futuro. Arricchendo di lirismo la vita quotidiana dei suoi personaggi, Douglas Stuart disegna un ritratto di figli senza padre, racconta il miracolo del primo amore in una storia avvincente e rivelatrice sul significato della mascolinità, sulla violenza che tocca molte persone queer e sui pericoli dell'amare qualcuno.


Ciao, lettrici e lettori!
Ultimamente sto cercando sempre più di abbracciare altri generi al di fuori del fantasy, uscendo quindi dalla mia zona comfort. Finora, la mia idea di cambiare letture si sta rivelando perfetta, permettendomi di poter in qualche modo evitare che il blocco del lettore venga a bussare alla mia porta. Tra i generi in cui mi sono immersa un po’ di più vi è il contemporary fiction, praticamente quasi all’opposto dei racconti fantastici che sono abituata a leggere.
Un libro in particolare ha catturato la mia attenzione nell’ultimo mese. Che sia stato per la sua copertina meravigliosa, per la trama o lo stile di scrittura, questo non saprei dirvelo. So solo che, una volta iniziato, ho subito percepito che questa lettura mi avrebbe segnata in qualche modo.
Si tratta de “Il giovane Mungo” scritto da Douglas Stuart, edito da Mondadori.

Premetto che quest’opera contiene innumerevoli trigger warnings, quindi vi consiglio di leggerli. Stay safe!

“La capacità di amore di Mungo la frustrava. Il suo affetto non era altruismo; semplicemente, Mungo non poteva farne a meno. […] Era un raccolto che nessuno aveva seminato, fioriva da una vigna che nessuno aveva curato. Che avrebbe dovuto essere secca già da anni, com’era la sua, com’era quella di Hamish. E invece Mungo aveva tutto questo amore da dare, ne era circondato come da un’abbondanza di frutti maturi che nessuno si degnava di cogliere.”

Ci troviamo in Scozia, in una Glasgow degli anni novanta sconquassata dalle lotte territoriali tra cattolici e protestanti per ottenere il pieno dominio dei quartieri. È un contesto storico brutale, in cui il nostro Mungo Hamilton spicca per il suo totale contrasto con esso. È un giovane protestante dolce, senza padre e con solo la madre Ma-Mo su cui fare affidamento e con cui ha un rapporto amorevole, che a tratti ho percepito quasi come soffocante.
In un contesto iper-mascolinizzato, nasce un’attrazione che potrebbe rivelarsi fatale da più punti di vista. Infatti, Mungo diventa amico di James Jamieson, cattolico.
Di per sé, date le loro differenze sociali, dovrebbero essere nemici. Invece il loro rapporto già semi-nascosto si trasforma in un conoscersi nell’ottica di un amore struggente che va oltre la semplice amicizia o una cotta da nulla.
Purtroppo, ripeto, il contesto in cui entrambi i giovani vivono è molto limitante. Vi è da considerare che il fratello maggiore di Mungo, Hamish, è il capo di una delle bande della piccola criminalità e il nostro protagonista verrà spesso trascinato in una realtà che fa a pugni col suo essere.
Mungo e James dovranno lottare duramente per ottenere il futuro che meritano. Ma come possono mai riuscirci se non possono neanche sfiorarsi alla luce del giorno?

“Era buffo, deludere i familiari perché eri sincero e immaginavi che lo fosse anche il prossimo. A lui gli imbrogli della gente facevano venire il mal di testa.”

Parlarvi di questo libro è difficile e so già che non riuscirò mai a rendergli giustizia come si deve, ma ci proverò comunque.
“Il giovane Mungo” è devastante. A molti potrebbe ricordare “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara, quantomeno per la descrizione di una realtà così ricca di brutalità e specialmente per alcuni trigger warnings da non prendere sottogamba. La caratterizzazione di Mungo è così complessa che quasi dubitavo di riuscire ad empatizzare con lui.
Invece è stato semplicissimo. È proprio questo che mi ha completamente rovinata! Ho pianto più volte di quanto mi piaccia ammettere poiché sono estremamente sensibile dinanzi alle ingiustizie.
La fragilità del personaggio, tanto quanto la forza che man mano è andata a formarsi, mi hanno reso praticamente impossibile risultare indifferente a queste pagine così poetiche e crudeli allo stesso tempo. Al rapporto di Mungo con la madre quasi si contrappone il rapporto duro di James, altro personaggio costruito egregiamente, con suo padre.
L’omosessualità dei personaggi principali condurrà ad azioni quasi annichilenti pur di nascondere la propria identità. Se per voi è un argomento difficile da affrontare, che vi tocca da vicino, non saprei se sconsigliarvi la lettura oppure dirvi di leggerla proprio per questo, per vedere come Mungo e James hanno reagito alla negatività del panorama avvilente in cui si ritrovano.

L'approccio alla scoperta di sé e all'accettazione, così come gli altri temi quali i rapporti familiari (nel caso di Mungo, anche con la sorella Jodie), machismo e abusi tanto fisici quanto psicologici (alcuni più subdoli di altri), sono scritti così tanto bene e in maniera così vivida che mi hanno devastata più volte.
L’ambientazione e il contesto sociale sono impeccabili, descrivendo la meraviglia delle strade di Glasgow come agli antipodi degli screzi che rovinano e scuotono il paese.
Forse l’unica pecca per me risiede proprio nello stile di scrittura. La scelta di descrivere tutto in modo artificioso mi ha reso difficile entrare pienamente nel romanzo e nelle sue dinamiche. Per metabolizzare determinate scene e situazioni è chiaro che mi servisse un po’ di tempo in più, ma il problema è che, considerando che alcune questioni sono già pesanti di per sé da digerire, una scrittura più complessa ha peggiorato il ritmo narrativo. Per quanto trovi giusta la scelta di Stuart, uno stile un pelino più semplice (specialmente nelle scene un po’ più “movimentate”) avrebbe facilitato il mio approccio alla trama.

Detto ciò, credo che sia un romanzo che, per chi ha occasione e coraggio, potrebbe rivelarsi un piccolo tesoro. È stato capace di creare, curare e anche aggravare contemporaneamente piccole ferite nel mio cuore che porterò con me a lungo. Di certo è un’opera memorabile.

Voto libro - 4.5















 

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