Cassandra

 


Genere: Narrativa storica

Scritto da: Cinzia Giorgio

25 ottobre 2022

La storia mai raccontata del mito maledetto
Quando il dio Apollo invia i suoi serpenti nella cesta in cui Cassandra, ancora in fasce, dorme tranquilla, è chiaro a tutti che la bambina sia destinata a una vita eccezionale. Ma persino una principessa come lei, figlia del grande re Priamo, signore di Troia, dovrà piegarsi a un disegno più grande della sua singola esistenza. E così, fin dalla giovanissima età, Cassandra comincia, per volere del dio, ad avere visioni degli eventi futuri. Quello che tutti chiamano “il dono” sarà però la sua condanna a una solitudine senza scampo, alla quale Cassandra cercherà di sfuggire, scatenando una sequenza di avvenimenti fatali, che porteranno la sua Troia alla guerra narrata nei millenni a venire. E il suo dono non le sarà utile nemmeno a salvare chi ama. Nulla potrà fare per allontanare la morte, seppure prevista. In un mondo in cui la vita degli uomini è scandita dai capricci degli dèi e governata dall’ineluttabilità del fato, una donna cercherà di opporsi con coraggio a un destino capace di sconvolgere l’esistenza dei mortali.
Una delle figure più tragiche e affascinanti della mitologia classica
Cassandra: principessa, amante, sacerdotessa

Salve a tutti!
Come sono andate le vacanze? Io ne ho approfittato per recuperare le letture arretrate e oggi vi parlo di "Cassandra" di Cinzia Giorgio, edito da Newton Compton editori, che ringrazio per la copia ricevuta.
Se conoscete vagamente il mito, o se non ne avete mai sentito parlare, Cassandra era la profetessa di Apollo, nonché una delle principesse, figlia del re di Troia. Anche se conoscete la storia, preparatevi a restare sorpresi, soprattutto dallo stile narrativo.

Il libro è raccontato in prima persona proprio da Cassandra, che ha un animo tutt'altro che sottomesso o infelice per essere profeta di sventure, bensì ha un coraggio e una determinazione, oltre che una certa dose di arroganza e consapevolezza di sé, notevoli.
È una ragazza e poi una donna che conosce il volere del dio geloso che l'ha reclamata, ma anche delle altre dee che le fanno compagnia lungo la strada.
Afrodite ed Hecate guideranno i suoi passi, e se la prima è una volubile compagna, la seconda è saggia e solerte.

Faremo compagnia a Cassandra fin dal suo primo vagito, dal suo primo amore per Enea (colui che è destinato all'esilio verso le terre d'Italia e che fonderà Roma), verso poi Elena, la stessa che Paride porta in casa loro e che sarà la fittizia causa della guerra contro i greci e infine il suo amore maturo per Agamennone, sebbene fosse un nemico.
Cassandra non ha limiti nel suo vivere per la sua patria, ma sperimentare per se stessa. Sa che gli dei sono imprevedibili nell'elargire la grazia o la maledizione e sa che la sua terra è destinata all'oblio, eppure non può fare altro che seguire il suo cuore e i suoi desideri.

"La profezia è come il talento innato di un artista. Uno scultore nasce con l’arte tra le mani, ma senza la tecnica non sarà mai capace di intagliare il legno, di modellare la pietra. Nemmeno un poeta, senza lo studio, saprebbe comporre versi, gli rimarrebbero nei pensieri, confondendosi con le emozioni. Io ascoltavo il futuro, non potevo ancora vederlo. Ma non sapevo come interpretarlo. Si nasce profeti, si nasce poeti, si nasce scultori. Si nasce e basta. Senza la tecnica però, si è solo tensione verso l’eterno."

Lo stile è molto ricercato, seppure fluido nel suo intento di portarci dentro una storia tanto lontana dalla realtà che inizialmente rende difficile l'immedesimazione. Invece subito, fin dalle prima battute, si entra in contatto con Cassandra, con il suo vivere il sacerdozio come il destino che fa suo, anche se soffre per il futuro che annuncia. Cassandra abbraccia la sua esistenza con forza, non si piega ai malumori e ai capricci degli dei e non si può fare a meno di ammirarne il coraggio e la determinazione.
Lo stile richiama moltissimo i libri degli autori greci e latini letti al liceo, ma più fluido e con una prospettiva tutta al femminile che manca spesso nei racconti della quotidianità antica di quel tempo.
Nonostante richiami molti riferimenti al mito e alla storia, non è affatto noioso, bensì incalzante e ti trascina, facendoti rimanere col fiato sospeso nonostante il finale sia ben conosciuto.

«Prendi tutto quello che puoi. Ama chi vuoi e gioisci di qualcosa ogni singolo giorno della tua vita prima della discesa agli Inferi. Perché nessuno ti restituirà mai nulla, tantomeno gli dèi. Le primavere passano, le stagioni si alternano e tu invecchi. Ragion per cui, fa’ tutto ciò che puoi per essere felice. Non lasciare mai a nessuno il potere di essere l’artefice della tua gioia o del tuo dolore».

Questo libro ha il pregio di ribaltare la storia per come la si conosce, di dare una profondità a un personaggio avvolto solo dalla fama di tragedia e morte e di permetterci uno scorcio ben congegnato di ciò che poteva essere la vita di allora, senza risultare forzato ma verosimile.
Se come me amate la storia e la letteratura antica, non potete farvi scappare questo libro.


Voto libro - 4














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