The Last Tale of the Flower Bride
Genere: Fantasy
Scritto da: Roshani Chokshi
Dall'esterno, Indigo e il suo sposo senza nome hanno una vita da favola: lontani dal mondo, persi nel loro amore, la loro fantasia non ha limiti. Il loro matrimonio sembra perfetto, c’è una sola regola: non fare domande sul passato.
Ma il passato entra nelle loro vite quando la zia in fin di vita di Indigo li convoca nella sua enigmatica, immensa casa.
I segreti di Indigo vengono subito alla luce: c’era una volta un giardino noto come l’Altromondo; Indigo e la sua amica d'infanzia Azure ci entrarono, ma solo una di loro uscì.
Chi era Azure? Dov’è finita? Le domande aumentano, ma una si impone sulle altre: il loro matrimonio da favola potrà sopravvivere alla verità?
( Taduzione a cura de Il confine dei libri )
Salve salve!
Sono vari i motivi che mi hanno spinto a richiedere “The Last Tale of the Flower Bride” di Roshani Chokshi: le valutazioni positive di V.E. Schwab e di Alix E. Harrow, le bellissime cover, la trama e anche il successo di “I lupi dorati”, da poco uscito in italiano.
Grazie a NetGalley e alla casa editrice Hodder & Stoughton ho avuto la possibilità di leggere questo romanzo gotico in uscita il 14 febbraio 2023 in anteprima.
Il nostro narratore nel presente è lo sposo, non conosciamo il suo nome, sappiamo solo che è uno studioso di favole e miti.
Quest’uomo rapito dal mondo delle fiabe si innamora perdutamente e sposa Indigo Maxwell-Casteñada, un’ereditiera dalla bellezza eterea.
Il loro matrimonio si basa sulle storie che entrambi amano e di cui quasi si nutrono, miti, leggende, folklore, fiabe e favole, e su una promessa: lo sposo non dovrà mai e poi mai indagare sul passato della sposa.
Promessa che diverrà difficile mantenere quando i due sono costretti a tornare nella casa di famiglia di Indigo, la Casa dei Sogni, poiché la zia, che l’ha cresciuta dopo la morte dei genitori, sta per morire.
La Casa, che è quasi senziente e prova sentimenti, spinge lo sposo a rompere la promessa che tiene in piedi il suo matrimonio e in cambio gli rivelerà la verità sulla sua infanzia e sulla scomparsa del suo fratellino.
Lo sposo è convinto che le fate abbiano rapito il fratello, finito in un mondo da cui non è più riuscito a tornare, che è anche il motivo per cui ha scelto il suo campo di studi.
Ma la magia è davvero entrata a far parte della sua vita?
O la fantasia ha preso il sopravvento sulla realtà e dietro il velo si nasconde una verità più difficile da digerire?
“Mi avevi avvertito che conoscere il tuo segreto ci avrebbe distrutto.”
Una volta arrivati nella Casa conosciamo anche la seconda narratrice: Azure.
Azure era la migliore amica di Indigo; nonostante la sua situazione familiare ed economica fosse molto diversa, le due sembravano quasi sorelle. Anzi, più che sorelle: le due ragazze erano sicure di condividere la stessa anima, inseparabili. Innamorate delle fiabe e della magia, le due, soprattutto Indigo, erano convinte di appartenere al mondo delle fate, l’Altromondo, e che un giorno le avrebbero accolte come due principesse finite nel mondo dei mortali e finalmente tornate a casa. Il loro atteggiamento, il loro aspetto, ogni singola parte della loro vita si basava tutto su questa convinzione.
Finché la fantasia non ha cominciato a diventare pericolosa, il vissero felici e contenti una gabbia e la magia… ossessione.
“Ci sono due tipi di amore: uno nasce dai sorrisi, l’altro dalle urla. Il nostro è del secondo tipo.”
Lettor3, avrei tanto, tanto voluto amare questo libro. Mi vedevo già dare un voto pieno e andare a scegliere la cover più bella per poter comprare il cartaceo.
Ahimè, non è andata come speravo.
Il problema di questo libro, per me, è che è effimero in ogni sua singola parte: trama, scrittura e personaggi.
L’autrice ha deciso di scrivere una favola oscura, sfociando spesso nel pomposo e perdendosi troppe volte nello sforzo di tenere in piedi un’atmosfera piuttosto fragile.
Mi spiego meglio, o almeno ci provo. Mi viene difficile tentare di raccontare questo libro perché è inconcludente; aveva il famigerato potenziale, ma è stato sacrificato sull’altare di uno stile gotico affascinante ma, in fin dei conti, vuoto.
In questa storia l’immaginario fiabesco si lega con un nodo fittissimo alla realtà; la fantasia si intromette nelle vite e nelle menti dei protagonisti quasi come una pianta rampicante che si insinua e sboccia in ogni anfratto disponibile.
Indigo è convinta che lei e Azure condividano la stessa anima e lo stesso destino: un giorno le fate le reclameranno. Per questo motivo sottopone sé stessa e l’amica a comportarsi come gli esseri fatati vogliono due fanciulle si comportino: si vestono in modo elegante ed etereo, hanno capelli lunghissimi, mangiano solo frutti dolci e bevono solo tè, fanno sacrifici, etc.
Spronate anche dalla zia, quasi dipendente dall’approvazione e dall’amore della nipote, le due ragazze vivono un’infanzia e un’adolescenza davvero particolare.
Mentre Indigo cresce come l’ereditiera viziata che ci si aspetterebbe, Azure vive esperienze molto diverse e più oscure a casa della madre e del patrigno. Esperienze traumatiche che Indigo quasi spinge l’amica a vivere perché la avvicinano al mondo delle fiabe che tanto amano, ma che nella realtà sono traumatiche.
Il problema è che questa sorta di realismo magico non fa mai il passo successivo per diventare effettivamente realismo magico.
Il tentativo di illudere il lettore è talmente forzato che, almeno per me, è mancata la possibilità di attivare la cosiddetta “volontaria sospensione dell’incredulità” e alla fine la storia non riesce a raggiungere nessun fine, né fantastico, né macabro, né realistico.
La narrazione, poi, è soffocante. Abbiamo il doppio punto di vista: quello dello sposo per il presente e quello di Azure per il passato. Escluso il prologo che descrive l’incontro tra Indigo e lo sposo, le vicende del presente si svolgono in pochi giorni, forse un paio, e non succede nulla che possa giustificare una tale quantità di capitoli nel presente.
Nel passato, invece, Azure ci racconta vicende che si sono svolte nel corso di tanti anni, da quando erano ragazzine fino ai diciotto anni, quindi c’è più movimento, anche se è comunque appesantito da uno stile pretenzioso. Non aiuta il fatto che, in entrambi i casi, sono le sensazioni, le impressioni, le descrizioni ad avere la meglio e non la vera e propria azione.
Nonostante lo scambio di punti di vista si è comunque assaliti da una sensazione di staticità, di immobilità, di soffocamento appunto.
Se dovessi rendere lo stile attraverso un’immagine penso al broccato, il tessuto. Visivamente intrigante, ricco di ghirigori e colori evocativi, ma pesante, stancante. Troppo, troppo forzato e la cosa peggiore è che questo sforzo si sente, questo desiderio di scrivere un romanzo gotico si percepisce e rompe del tutto l’atmosfera.
Atmosfera che non viene aiutata neanche dai personaggi: Indigo è subdola e manipolatrice, la zia è banale. Gli unici personaggi interessanti sono lo sposo, per la sua storia e il mistero della sua infanzia e della scomparsa del fratellino, e Azure. Devo ammettere che il climax nella storia di Azure è costruito bene, ma risulta abbastanza prevedibile.
“Non si può guardare solo attraverso gli occhi. Le cose si trasformano con facilità e senza avvertire.”
C’è qualcosa che mi ha spinto a finirlo, ovviamente. Nonostante tutto, la storia intriga, sia quella di Azure che quella dell’infanzia dello sposo, e la curiosità di scoprire effettivamente cosa sia successo spinge a raggiungere la fine.
Anche il legame con le fiabe aiuta, soprattutto quando i “motivi” fiabeschi vengono utilizzati per illustrare a che punto della narrazione ci saremmo trovati se veramente fosse stata una favola. Ciò costruisce una sorta di ponte tra i due mondi su cui è interessante passeggiare.
Per me “The Last Tale of the Flower Bride” è un romanzo da “ha il potenziale, ma non si impegna”: voleva essere macabro, gotico, horror, fiabesco, magico, oscuro, ma non si è spinto oltre soglie già conosciute.
Questo è il mio parere, poi vorrò sapere voi cosa ne pensate non appena uscirà!
Baci
Voto libro - 2.5
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