Un uso qualunque di te. Dieci anni dopo


Genere: Narrativa Contemporanea

Scritto da: Sara Rattaro

25 Ottobre 2022


Carlo è un marito presente e innamorato; Viola è un'anima inafferrabile e una moglie distratta da mille inquietudini e troppi rimpianti. Eppure la loro coppia resta in equilibrio, per quanto precario, sorretta da Luce, la figlia diciassettenne. Finché, al termine di una notte che non ha trascorso nel suo letto, Viola trova in segreteria un messaggio del marito che le dice di correre in ospedale. In quel momento di verità, sospeso tra la vita e la morte, nessuna bugia potrà più salvarla, ma solo un atto d'amore. Il più grande e il più coraggioso che abbia mai compiuto.


Salve Confine,
di recente ho ricevuto un regalo inaspettato da Sperling & Kupfer: l’ultimo libro di Sara Rattaro, “Un uso qualunque di te. Dieci anni dopo”.
In realtà non si tratta proprio di un nuovo romanzo, ma di una ristampa dello stesso, pubblicato la prima volta nel 2012. La novità sta nell’inserimento di un sequel.
Viola viene svegliata nel cuore della notte dal suono insistente delle notifiche allo smartphone. È suo marito Carlo che cerca di contattarla per avvisarla di recarsi in ospedale, dove la figlia adolescente, Luce, è ricoverata e riversa in gravi condizioni.
Viola lascia di corsa il letto, che non è quello coniugale ma quello del suo amante, e corre dalla sua famiglia. Non sa nemmeno in quale ospedale recarsi, ci arriva per istinto e durante la disperata corsa non fa altro che rimproverarsi per quella che è, non smette di darsi colpe che, forse, effettivamente ha.
Una volta arrivata in ospedale non può più nascondersi, non può più tacere, ma a questo punto non servono più parole, solo gesti, gesti coraggiosi che sconvolgeranno tutto.

"Il dolore si manifesta in diverse forme. Se è fisico può risultare pungente, bruciante, localizzato o acuto. Può essere una fitta leggera, uno spasmo incontrollato, uno strazio infinito o un tormento. A volte si può placare facilmente con antinfiammatori e analgesici. Se è morale allora la chiamiamo sofferenza. Con una parte conviviamo tutti i giorni: serve per accrescere e affrontare l'adattamento alla vita. [...] Una sofferenza però non la possiamo ignorare. È espressione di un'afflizione interiore più profonda. Cancella tutto, fa scomparire quello che hai intorno, anche ciò che ci appartiene di più. Da un dolore spesso si guarisce in fretta. E da una sofferenza?"

Sara Rattaro è una delle mie (poche) scrittrici italiane preferite, l’ho conosciuta col suo romanzo “Uomini che restano” del 2018, e da lì in poi non mi sono persa una sua uscita, anzi sono andata a recuperarne di precedenti. “Un uso qualunque di te” mi mancava, quindi quale occasione migliore per leggerlo?
La scrittrice, per quel che mi riguarda, conferma la sua bravura nel raccontare storie di vita comune, storie di tutti i giorni, delle quali chiunque di noi può essere protagonista, e lo fa con un linguaggio semplice, nudo da qualsiasi abbellimento o fronzolo. La sua è una prosa diretta e intensa capace di far vivere al lettore ogni più piccola emozione in maniera profonda.
I protagonisti dei suoi romanzi sono sempre persone comuni, anche Carlo e Viola lo sono, e lo capiamo sin dall’inizio.

“Le cose si perdono. Le chiavi, i documenti, l’orologio, una partita a poker, un’occasione o una causa in tribunale. Ma puoi anche concederti di perdere tempo, o addirittura la testa. È perdersi che è diverso. Riguarda sempre te stesso e il tuo cuore, chi ami o hai amato.
Quando i figli crescono, ogni giorno ne perdi un piccolo pezzo. Smetti di rimboccargli le coperte, di raffreddargli la pappa e di controllare i compiti. Non te ne accorgi nemmeno quando un giorno improvvisamente certe cose lasciano spazio ad altre e tu non sai spiegare esattamente come è successo.”

Nella prima parte del romanzo, la protagonista è Viola, viviamo tutto attraverso il suo punto di vista perché è quello che ci occorre per conoscere e comprendere l’essenziale della storia.
Viola è una donna che non si piace, è in continua lotta con sé stessa per essere una brava moglie e una brava madre, ma non sente di riuscirci, le manca qualcosa di fondamentale: l’amore per sé stessa.
Inoltre è tormentata da un segreto che nasconde da tantissimo tempo e che potrebbe ferire le persone che ama. Credo che questo suo continuo cercare qualcosa che non sa, arrendendosi all’effimero brivido di rapporti extraconiugali, sia solo il tentativo disperato di auto sabotarsi per una normale felicità che non pensa di meritare, accanto a un marito fedele e leale che la ama più della sua vita.

“Il coraggio… credo si chiami così, quella cosa che non puoi comprare perché non sai dove cercarla ma che improvvisamente ti trovi addosso tanto da sentirla sulla pelle.
Non segue una mappa e non trova un luogo preciso ma sa smuovere tutto quello in cui credi, parcheggia le tue paure e spacca in due emozioni e rabbia. E poco importano tutte le tue incertezze e tutti i tuoi dubbi, perché ora sai cosa devi fare, come e, soprattutto, dove devi arrivare.
Può essere straordinario come volare, forte come un nodo. Il coraggio te lo trovi dentro, così forte da riuscire ad ucciderti, e spesso è anche tutto quello che ti resta.”

Ma il momento di fare i conti con sé stessi arriva sempre, prima o poi, e così arriva anche per lei, che vede la sua redenzione in un gesto di estremo coraggio, un gesto da madre piena d’amore per una figlia a cui ha sicuramente influenzato la vita con i suoi comportamenti.

“La verità è che io, quella donna che ho amato più di me stesso, non sapevo neanche chi fosse.”

Nella seconda parte, che sarebbe poi il sequel aggiunto nella nuova edizione, ci troviamo a conoscere la storia dal punto di vista di Carlo, ma in un diverso momento nel tempo, cioè dopo che Viola ha scelto di fare ciò che ha fatto per la figlia, lasciandolo a viverne comunque le conseguenze, con la certezza di non aver mai conosciuto fino in fondo la moglie, la donna che amava tanto, e con l’amarezza di non poter avere le risposte che merita.
Si trasforma, quasi, da persona stabile e tranquilla, una roccia per tutta al sua famiglia, a qualcuno che nemmeno lui riconosce, perso in una nuova vita tutta da rimettere a posto e sistemare in modi che forse nemmeno vuole accettare.
Viola ha lasciato interrogativi e un vuoto enorme che risulta difficile da colmare.
Mi è piaciuto tanto leggere questo romanzo, ancora di più adesso che ho avuto la possibilità di leggere anche il sequel.
Vorrei consigliare, a chi non aveva letto “Un uso qualunque di te”, di recuperarlo e/o di rileggerlo per far tesoro anche di questo piccolo regalo che la Rattaro ha voluto farci.
Ringrazio ancora la Sperling & Kupfer per avermi inviato la copia cartacea, arrivata in una splendida confezione, una scatola che ricalca la cover del romanzo con all’interno il libro infiocchettato da un nastro rosso e accompagnato da un messaggio dell’autrice per i suoi lettori.
Grazie mille, quindi, e buona lettura.



Voto Libro - 5





 

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